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Nella terra dei conflitti di interesse (non solo quello berlusconiano) e dei sottrattori di bene pubblico (oltrechè dei simulatori di verità)..., dove lo spreco si confonde con la miseria, dove non sai mai quello che ti capita... ma ormai ci sei abituato... e se capita non ti meravigli più, dove per vincere una battaglia non occorre coraggio ma capacità economica.... abbiamo deciso (vestendo tutto il coraggio possibile) di andare contro corrente e di mettere a nudo realtà spesso soffocate dai giochi di potere in grado di pilotare l'informazione direzionandola un po' qua, un po la, ma mai dove realmente e in maniera trasparente dovrebbe andare.

La nostra esperienza nel mondo civile ci ha permesso di affrontare varie argomentazioni e documentarle con video, immagini e commenti audio.

 

In questo sito potrete rendervi conto personalmente di quanto possa essere facile "non dire" cose sconvenienti e sostituirle con frasi di eccellenza che attirano popolarità e deviano l'attenzione.

 

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Articoli

Le carte che restano: Caprilli in my mind. La vera storia. Parte prima

15.04.2012 19:58

FEBBRAIO 2010: Il Comune di Livorno al prezzo simbolico di un euro acquisisce il 50% delle quote della Società Labronica Corse Cavalli, già in possesso dell'Associazione sportiva società Livornese. (sodalizio no profit). Il Consiglio Comunale approva con 23 voti favorevoli. (Pd, Italia dei Valori, Sinistra e Libertà, Confronto per Livorno). Una volta perfezionata l'operazione di acquisto societario, il Comune di Livorno diventa proprietario della totalità delle quote. L'allora Assessore allo Sport e alle Partecipate Claudio Ritorni, uno dei padri della fallimentare esperienza del "basket pubblico" (tutt'ora sotto la lente d'ingrandimento della magistratura penale e al centro di un complesso e controverso procedimento di natura civilistica sul quale torneremo) sostiene a spada tratta le ragioni della scelta. "La decisione - spiega Ritorni - non è contraddittoria rispetto all'OBBLIGO DI DISMISSIONE da parte delle pubbliche amministrazioni di partecipazioni societarie non strettamente necessarie per i fini istituzionali. E' anzi un passaggio per evitare speculazioni su un bene che è della città e che deve essere valorizzato". Ritorni si pone altresì l'obiettivo di individuare altri gestori (senza indicare però un termine, tanto meno una modalità contrattuale n.d.r) e afferma che l'operazione si inserisce nel più ampio progetto della Cittadella dello Sport, una specie di araba fenice che Lamberti, D'Alesio (Cosimi I) e lo stesso Ritorni (CosimiII) si sono passati di mano nel corso di un decennio senza mai pervenire ad alcun risultato progettuale. Anzi, nel durante del piccolo regno di Ritorni (Cosimi regnante) si parla di una Cittadella dello Sport n.2, forse un fatto scaramantico, buttato là per differenziarsi dalla stasi dei progetti precedenti. Ma Ritorni non si ferma e rilancia: "Abbiamo bisogno di gestori qualificati, che garantiscano solidità finanziaria, capacità di investire e rilanciare l'attività. L'Ippodromo è una realtà di grande pregio, per la sua stupenda localizzazione, per gli spazi verdi che offre: la ex proprietà Ceschina, acquisita negli anni scorsi dal Comune, è un parco proprio di fronte al mare, lo stesso ippodromo rappresenta un luogo bello, curato, dove è piacevole stare. Ebbene, dobbiamo ringraziare la società che per 30 anni (la Società Labronica Corse Cavalli, n.d.r.) ha gestito questo patrimonio. Ma di fronte ai cambiamenti profondi e alle difficoltà del mondo dell'ippica, DOBBIAMO CAMBIARE PASSO. Questa realtà ha bisogno di essere vissuta 365 giorni all'anno, di essere valorizzata e vedere accresciuto il suo appeal con iniziative e progetti. Occorre, in altri termini, vivere una nuova stagione". 

06/08/2010: Nell'anagrafica della Società, a questo punto interamente partecipata dal Comune di Livorno, compare per la prima volta, in qualità di amministratore unico, il nome del commercialista Fabrizio Giusti. Costui è anche uno dei componenti della troika altrimenti denominata Comitato "Amici del Basket", un sodalizio senza precedenti dal punto di vista civilistico (perchè incaricato dal Comune di Livorno di reperire tra privati le risorse necessarie per evitare la procedura di fallimento al Basket Livorno - già partecipato dal consorzio comunale di Livorno Sport) di cui fanno parte gli avvocati Alberto Uccelli e Sergio Russo, entrambi curiosamente anche amministratori (per conto dell'Amministrazione Comunale) della Società Porta a Mare. Russo, peraltro, salirà agli onori della cronaca politica locale quando, fra gli altri, risulterà un anno e mezzo più tardi tra i fondatori del Club Montezemolo di Livorno, un organismo politico di nuovo conio al cui battesimo interverrà tra la sorpresa generale anche il Sindaco Cosimi. Giusti, da parte sua, si insedia mentre è in corso la stagione ippica estiva. Ma evidentemente la Labronica Corse Cavalli (comunque una società che per costituzione non aveva obbligo di realizzare alcun profitto, ma di chiudere i bilanci in pareggio) mostra evidenti difficoltà gestionali anche a seguito delle più sfavorevoli condizioni finanziarie contemplate dalla convenzione con l'Unire, che intanto si accinge a cambiare pelle dopo essere stata saccheggiata da autentici predatori. Giusti, subentrato a un Consiglio di Amministrazione liquidato  dalla nuova proprietà pubblica, "firma" un bilancio d'esercizio che fa registrare una perdita di 551.000 euro. La perdita azzera (quasi) il capitale e il destino dell'antico sodalizio è segnato pur continuando a impiegare 21 fra l'unico dirigente, operai e impiegati e oltre 65 addetti estivi al totalizzatore, il personale estivo a tempo determinato (da cui la rituale affermazione "io lavoro all'ippodromo") con una onerosa e controversa storia di inquadramenti previdenziali alle spalle. Il costo lordo dell'intera forza lavoro a questo punto (dati del 2010) si attesta intorno al milione e mezzo di euro. Ma l'azienda chiude.

20/04/2011: La Labronica Corse Cavalli è posta ufficialmente in liquidazione; l'amministratore unico Giusti (che risponde direttamente al Comune) diventa automaticamente il liquidatore dell'Azienda. Contestualmente il dirigente D'Alesio viene licenziato. Cosicchè a carico dell'Amministrazione Comunale rimangono gli operai e gli impiegati "atipici" della vecchia gestione. Si tratta di capire a questo punto "cosa fare". L'impianto gestito da una società in liquidazione mantiene comunque l'accreditamento ex Unire (oggi Assi) per un pacchetto di corse estive al galoppo e in più ci sono almeno venti persone tra operai e impiegati da retribuire. L'Assessore Ritorni, che aveva promesso "il cambio di passo", si impaluda clamorosamente in una serie di promesse (il reperimento di nuovi gestori per un Ippodromo all'avanguardia che si inserisse funzionalmente nella più ampia prospettiva di una Cittadella dello Sport n.2) che svaniscono nello spazio di un semestre. Tornano a profilarsi le sabbie mobili del Basket Livorno, l'ex società pubblica anch'essa in liquidazione pre fallimentare al cui capezzale, forse non a caso, c'è la troika Uccelli Russo Giusti che con indiscutibile abilità chiede al Giudice competente (ottenendolo) il sistematico rinvio delle udienze per evitare, con la dichiarazione di fallimento, guai grossi anche al Comune di Livorno (già proprietario di Livorno Sport) sul piano erariale e penale. Una situazione senza precedenti che si protrarrà fino al prossimo 19 giugno 2012. (giorno dell'ennesimo giudizio). In costanza di una liquidazione societaria, ma anche di un pacchetto di corse paradossalmente disponibili, il Comune di Livorno molla temporaneamente le briglie della programmazione urbanistica e decide di affidare la gestione delle corse estive a un soggetto terzo. Un Contratto che si aggiudicherà la società Alfea di Pisa dopo l'espletamento di una gara pubblica per il conferimento del ramo d'azienda in affitto temporaneo alla quale si presenterà la sola società pisana. In pratica, il Comune avrebbe affittato a un privato la gestione di un'attività che la società comunale dedicata (in liquidazione perchè da dismettere in quanto non strategica) non sarebbe stata in grado di garantire. Il Contratto avrebbe avuto una durata limitata dal 01.06.2011 al 12.12.2011. Di fronte alla complessità della situazione ci pensa l'Assessore Ritorni a diradare ogni ombra. "Entro la fine dell'anno (2011 n.d.r) ad andare a gara sarà l'intera struttura: subito dopo la Labronica cesserà di esistere. "E' il 14 maggio del 2011; di lì a pochi mesi Ritorni si dimetterà e il Sindaco Cosimi assumerà la delega delle società partecipate. Più avanti ancora, dopo avere revocato le tre deleghe ereditate dal  rappresentante dell'Italia dei Valori nel quadro di un complesso rimpasto di Giunta, assumerà anche la delega allo sport assumendo, di riflesso, il controllo assoluto delle operazioni relative alla deriva giudiziaria del Basket Livorno e alla stessa inestricabile matassa della Labronica Corse Cavalli custodita dal liquidatore, buon "amico" del basket.

Ovosodo valley (di lacrime)

06.04.2012 07:49

 

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Con apprezzabile diligenza la stampa locale ricostruisce l'impegno finanziario complessivo della Regione Toscana  a favore del gruppo Rossignolo (che nel corso degli anni ha assunto varie denominazioni). Giusto ricordare anche la "pratica Brovedani", vale a dire lo Stabilimento che avrebbe dovuto ospitare i corsi di formazione e la fase di start up della produzione. Non sappiamo quale formula contrattuale  sia stata intrapresa per consentire questa utilizzazione tra la Spil e il gruppo sedicente industriale, ma certo dopo i 50 milioni di euro che erano stati ipotizzati per l'acquisizione inattuata  della ex area della Delphy in Via Enriques (circa 20 milioni di euro invece il costo finanziario del parcheggio ex Odeon), il prezzo di un comodato d'uso deve essere sembrato irrisorio ai dirigenti della controllata livornese. Tant'è che la De Tomaso è stata virtualmente sollevata da ogni forma di locazione della struttura. Nel computo delle agevolazioni regionali dovrebbe essere inserito anche il costo storico della cassa integrazione per deroga erogata a beneficio dei lavoratori  per far fronte al rinnovo del trattamento salariale integrativo in scadenza, un contributo questo  che viene amministrato attraverso uno specifico fondo europeo delegato alla Regione. Un intervento  che peraltro, nella sua complessità, ha interessato in corso d'anno qualcosa come 43.000 lavoratori in Toscana. A questi numeri e a questi volti, segno di una crisi pressochè irreversibile dei settori meccanico e siderurgico, vanno aggiunti infine i cosiddetti "contributi per l'innovazione", somme che lo stesso fondo della Regione, amministrato dall'Assessorato competente, dispone a favore delle Aziende che per rimanere sul mercato facciano "innovazione di processo e di prodotto". Per favorire questo obiettivo, e dunque canalizzare le risorse per investimenti, è stato realizzato in questi anni, con cospicui finanziamenti pubblici di origine prevalentemente comunitaria, un non meglio identificato Polo della meccanica (con particolare riferimento al settore automotive e alla meccanica dei trasporti), gestito da una associazione temporanea di scopo (?) di cui è capofila il laboratorio Compolab del Comune di Livorno. Garante di Compolab l'Assessore all'Innovazione del Comune di Livorno Majdi (ex Dirigente della Confindustria), che dunque espleta le proprie funzioni pubbliche (ottimamente retribuite) a supporto di un service esterno di natura privatistica. La Regione nell'estate scorsa ha erogato a questa struttura la bellezza di 500.000 euro, attendendosi un ritorno di investimento di un milione di euro, sul quale è calato però il tradizionale silenzio. Al vertice di questa piramide c'è l'Assessore Regionale Simoncini, amministratore di lungo corso e con un ingente portafoglio di interventi da distribuire, che a proposito di De Tomaso, Wass e Trw ebbe recentemente a dire: "Sostenere il settore dell'automotive è una priorità e l'abbiamo dimostrato concretamente finanziando progetti specifici per un totale di oltre 11 milioni (la stessa cifra conclamata da Cosimi nella conferenza di fine anno); per questo siamo consapevoli che accanto alla difesa dell'occupazione e al consolidamento della presenza sul territorio, dobbiamo premere l'acceleratore sull'innovazione di questo come degli altri settori strategici per l'industria toscana per far tornare competitive le nostre imprese". Quali progetti, Assessore, e con quali soldi? E se sono stati spesi, dove sono andati a finire?

Il chi è di Qiu Kunjan, l'ex salvatore della De Tomaso

05.04.2012 08:36

Forse chiarito il problema che ha impedito a Hotyork Investment di acquisire l'80% della De Tomaso. L'uomo di Rossignolo, certo Qiu Kunjan, il leader della cordata che avrebbe dovuto trasferire 500 milioni di euro nelle casse di de Tomaso, era un falsario, comunque un pregiudicato, condannato più volte per frode e falsificazione. Sono gli imprevisti della globalizzazione finanziaria (e della delocalizzazione dei siti produttivi) nel sempre più evanescente campo delle car di lusso. Stupefacente che un uomo esperto come Rossignolo (uno che secondo Il Tirreno di Livorno avrebbe sfidato la Fiat, ma, aggiungiamo noi, utilizzando surretiziamente i brevetti della Rayton Fissore Magnum di Cherasco-Suv per le Forze dell'Ordine - da dove non a caso sono usciti numero tre prototipi tre della fantomatica De Tomaso) si fosse lasciato andare a questa apertura di credito verso un tipo esperto nei crimini finanziari. Il Nostro, infatti, prima di scoprirsi imprenditore dell'automotive, già gravato da pesantissimi precenti penali, operava nel ramo delle false garanzie per ottenere prestiti e finanziamenti. Per farlo, lui e i suoi soci confezionavano aziende guscio, proprio come la Hotyork, generando scatole cinesi a volontà. In questa veste corrompevano funzionari di banca, creavano partite di giro per riempirsi le tasche: l'ultima volta ci ha provato con le navi (di fantasia). Ma il giro è stato scoperto. Per la cronaca il terminal finanziario che avrebbe dovuto speculare sul baratto di imbarcazioni  fantasma si chiamava Xin Lang Shipping Investments. Ne è scaturita una condanna a un anno e due mesi di reclusione. Scontata la pena, Qiu Kunjan è ripartito alla carica e, una volta tornato libero, ha deciso di cambiare settore. Con un nuovo passaporto, trasferito in copia Rossignolo, ha progressivamente irretito un sistema di relazioni che gli ha consentito di assumere la gestione di una rete di concessionari e assistenza di auto di lusso. Un bacino eletto per la commercializzazione internazionale della vettura realizzata da Rossignolo e soci. Insomma, dalle barche alle auto di lusso passando per un crossover che avrebbe dovuto sbancare all'expo di Ginevra del 2011. Ma di cui non si è saputo più niente. Nonostante il sostegno dei soliti noti. I cassintegrati della ex Delphy aspettano.

De Tomaso: Esposto alla Procura di Roma del Ministero dello Sviluppo Economico

31.03.2012 09:50

In attesa del  decreto che sancirà la cassa integrazione "per crisi" per le maestranze ex Tomaso (in parte ex Pininfarina e in parte ex Delphi), il Ministero dello Sviluppo Economico ha presentato un Esposto alla Procura della Repubblica di Roma sulla situazione finanziaria della casa automobilistica torinese. Se insomma nella giornata di giovedi 29 Marzo, prorogando il trattamento di integrazione "per crisi" fino al 31.12.2012, il Ministero del Lavoro aveva voluto accogliere in parte le richieste delle organizzazioni sindacali con il "ni" sofferto di un Azienda che secondo talune fonti sarebbe sull'orlo del fallimento, l'indomani il Ministero di Passera ha pensato bene, per quanto di sua competenza, di segnalare la complessità del caso Rossignolo all'Autorità Giudiziaria ipotizzando il reato di distrazione di fondi pubblici. La De Tomaso, infatti, solo dalla Regione Piemonte avrebbe incamerato nel corso di questi anni un finanziamento di circa 15 milioni di euro tra contributi per l'innovazione e per la formazione senza che il piano industriale prendesse mai realmente avvio. Nel computo delle somme incassate dal team torinese, oltre naturalmente al Tfr maturato dagli operai all'atto dell'assunzione, vanno inseriti anche i cospicui contributi ricevuti dall'altro partner territoriale, la Regione Toscana, che da parte sua fra anticipi di Cig in deroga, contributi per la formazione e addirittura quelli annunciati dal Sindaco di Livorno Cosimi per l'innovazione tecnologica (a meno che non fossero stati oggetto di propaganda politica per non abbassare ulteriormente il downgrading di Rossignolo e quello suo personale), potrebbe avere movimentato a fondo perduto una somma vicina ai cinque milioni di euro. Somme su cui l'Assessore Regionale al Lavoro Simoncini e lo stesso Cosimi in condizioni normali sarebbero chiamati a fare chiarezza. Non a Livorno, dove gli amministratori godono di protezioni giudiziarie e mediatiche. Nonostante questa slavina, Rossignolo continua a palesare ottimismo e a rassicurare sulla capitalizzazione prossima ventura della Banca di Hong Kong. Ma a richiedere l'intervento della Magistratura sarebbero stati anche alcuni lavoratori torinesi. Non a Livorno dove il responsabile della Fiom, uno dei principali responsabili di questa situazione, si è limitato a interpellare rumorosamente e disordinatamente gli organi dell'Inps per accelerare, una volta che il decreto sarà emesso, le procedure di riscossione dell'indennità di cessazione.

Intorno all'art. 18: licenziamenti politici ed economici

27.03.2012 15:51

Quando la politica va "in trasferta" i tecnici normalmente tendono a governare con la decretazione d'urgenza ed ogni aspetto legato alla complessità delle questioni sociali (ivi compresa quella connessa alla riforma del mercato del lavoro) tende ad essere levigato con un tratto di penna. Con o senza il concorso delle parti sociali. Indubbiamente, la mancata decretazione sulla segmentazione dell'art.18 (con l'introduzione di una ipotesi essenzialmente risarcitoria nei casi di licenziamento "economico" impugnato dal lavoratore e la contestuale abolizione di ogni ipotesi di reintegra su disposizione del Giudice del Lavoro), ha  assestato  il primo significativo stop all'azione fin qui travolgente del Governo Monti in materia di finanza pubblica e rifinanziamento del sistema bancario. Ma non solo. E' notizia di ieri che il Presidente della Repubblica, garante di Monti e di Lady Fornero, ha ammesso di fronte ad una platea di innocenti ragazzini  i primi, sorprendenti segnali di stanchezza dopo un quasi settennato prevalentemente giocato sul filo di un protagonismo tutt'altro che notarile. Lo stesso Monti, nelle ultime ore, ha dichiarato che non tirerà a campare se la parlamentarizzazione dell'Articolo 18 dovesse tenerlo sulla graticola più di tanto. La Fornero impazza su tutti canali televisivi e afferma che non ammetterà la "polpettizzazione" della sua riforma. Come dire, di fronte al male estremo della mediazione politico sociale subentra l'estremo rimedio della fuga dalle responsabilità politiche. E poco importa che il precariato, da fenomeno prevalentemente economico e generazionale, rischi poi, con il licenziamento economico diffuso, di diventare un  problema di natura esistenziale e intergenerazionale. Ed economicamente strutturale. Immaginatevi il lavoratore alle prese con uno stato di crisi aziendale, di cui spesso non si conoscono le cause e le responsabilità  manageriali, o con un processo di razionalizzazione della manodopera che anticipi una nuova strategia di mercato. Immaginatevi che tutto questo si produca nella dimensione "alfanumerica" di un'azienda (prevalentemente grande) che leghi le nuove linee di produzione a selettive strategie commerciali di ambito internazionale. Dalla culla del diritto passiamo al rigor mortis delle tutele passando per l'anticamera della paura. Pur nella sobria astrattezza della nuova previsione normativa. Combiniamo l'effetto di queste disposizioni con il differimento dei diritti pensionistici e la riduzione dell'intervento sociale per i soggetti espulsi dai cicli produttivi. Trasferiamo questo "pacchetto" sulla crosta di un territorio come il nostro, dove da tempo si è spenta la luce della cosiddetta "appetibilità imprenditoriale", salvo poi doversi misurare con gli incommentabili azzardi di qualche capitano di ventura alla Rossignolo. Il mix rischia di essere esplosivo. E, a tutti i livelli, non può essere risolto con le semplificazioni normative (che non prendono atto delle situazioni in campo) o con una fuga dalle responsabilità politiche. Che per un tecnico sarebbe la paradossale anticamera del proprio licenziamento.

MOBY PRINCE, Vorrei...

23.03.2012 17:42

Quest'anno vorrei che i grandi mezzi di informazione nazionali, tv e giornali si ricordassero che il 10 Aprile 1991 sono morte bruciate davanti al porto di Livorno 140 persone, 140 vite spezzate dall'indifferenza, dalle inadempienze, dall'incompetenza, dalla superficialità. La più grave tragedia della marineria civile Italiana degli ultimo vent’anni, una delle più gravi tragedie del lavoro, abbiamo assistito al morboso svisceramento della tragedia della Costa crociere, sappiamo grazie a decine di trasmissioni televisive, quanti calzini aveva in cabina il comandante, quante scarpe la sua amica moldava, ma non sappiamo ciò che è accaduto 21 anni fa a Livorno.... Non ci interessa andare nei vari talk show a mettere in mostra il nostro dolore e la nostra rabbia, ma vorremmo che chi fa il mestiere di GIORNALISTA, chi ha per ruolo la direzione di tv e giornali svolgesse il proprio compito con correttezza ricordando un evento che forse non ha toccato l'immaginario collettivo, ma non per questo se ne deve perdere la memoria, soprattutto affinchè tragedie come questa non abbiano a ripetersi.. Vorrei che queste mie parole provocassero un sussulto alle coscienze di chi sa e ha taciuto fino ad oggi, parli e ci aiuti a scrivere la Verità a sapere perchè i nostri congiunti sono deceduti. Vorrei che la nostra rabbia di familiari impotenti di fronte a una Giustizia mancata si trasferisse a cento, mille altre persone e che si sentissero in dovere morale di scendere in piazza con noi.

Vorrei............ Che sebbene siamo in data successiva alla Pasqua, che tutta la Città di Livorno si sentisse in dovere di partecipare alle iniziative, Studenti, lavoratori pensionati, donne e mamme, che la stessa marea di gente che ha invaso Viareggio il 29 Giugno si trasferisse a Livorno.

 

Vorrei…

Loris Rispoli

Rossignolo: fine della corsa. Cosimi spieghi i dove sono finiti i soldi della Regione

21.03.2012 23:55

Alla fine il macro summit previsto al Ministro delle Attività Produttive per dirimere la questione dei nuovi asset internazionali della De Tomaso è finito nel nulla. Non si è materializzato, come era nelle attese dei 150 lavoratori ex Delphi che dal 2006 aspettano di essere inquadrati nella nuova Azienda del Patron Rossignolo, il bonifico di 60 milioni di euro della Car Luxury Investment, la fantomatica società finanziaria patrocinata da una Banca di Hong Kong che avrebbe dovuto ricapitalizzare l'Azienda di Rossignolo. 500 milioni di Euro la cifra complessiva che il fondo cinese, secondo le assicurazioni di un intermediario napoletano che opera in una società garante di Milano, avrebbe promesso di versare a scadenza moderatamente ravvicinata per rilevare l'80% del pacchetto azionario di De Tomaso e rimettere in carreggiata gli stabilimenti di Grugliasco (ex Pininfarina a Torino) e Guasticce (ex Delphi Brovedani nei pressi di Livorno). Nulla di tutto questo è accaduto; e chi avrebbe dovuto poi favorire una congrua commercializzazione del prodotto finito sul mercato asiatico e americano non ha fatto pervenire notizie di se' tra lo stupore dei numerosi convenuti fra sindacalisti, ministeriali, rappresentanti degli Enti Locali. Per Livorno presente il Sindaco Cosimi, storico sponsor dell'"intrapresa" Rossignolo e garante pubblico da ormai sette anni  della riassunzione dei 150 ex Delphi. In questi anni Cosimi si è adoperato per garantire sostegno finanziario pubblico (dalla Regione e da Fidi Toscana) al progetto di Rossignolo e, per conto della Regione, ha intermediato (per sua stessa ammissione) cospicui finanziamenti per la ricerca tecnologica di settore a beneficio di una casa automobilistica che si è limitata ad assemblare un solo esemplare (uno!) della mitica Deauville. Un prototipo che fu presentato ormai due anni fa nel corso di una rutilante e felliniana cerimonia (presenti lo stesso Cosimi con Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana) di fronte ad uno Stabilimento ancora orfano della catena di montaggio. Ora la situazione si fa critica. Perchè con il vento che tira e i soldi che non ci sono il Ministero di Lady Fornero non prorogherà ai più di mille dipendenti applicati ai motori e alle carrozzeria della vettura virtuale la cassa integrazione per ristrutturazione, un trattamento che prefigura il mantenimento dei livelli occupazionali sul piano industriale dell'Azienda e garantisce idonei percorsi formativi. Si fa in queste ore l'ipotesi della concessione di un indennizzo "per cessata attività" (cassa integrazione per crisi industriale), un sussidio di ultima istanza per lavoratori destinati comunque al lungo scivolo della mobilità. Non certo un successo per i troppi amministratori locali che, al pari dei sindacalisti di settore, hanno invano sostenuto un'ipotesi industriale priva di consistenza finanziaria.   

Livorno, crisi continua: le strategie dell'azzardo

20.03.2012 07:39

Al momento in cui scriviamo pare proprio che il sofferto sodalizio tra il Pd e l'Idv livornesi sia giunto alla fine. Il Sindaco Cosimi, che nei giorni scorsi aveva utilizzato l'eco della stampa di Palazzo (Tirreno e Nazione praticamente all'unisono) per ottenere da Idv con una prassi quanto meno irrituale la sostituzione del capogruppo consiliare Romano, ha deciso di svoltare e di chiudere la partita della coalizione di governo revocando le deleghe (edilizia privata, sport, energie rinnovabili) al Vice Sindaco Bogi, sempre in quota Idv. Complesse le motivazioni del gesto sulle quali avremo modo di ritornare. La sensazione è che il Sindaco abbia cercato di risolvere il proprio isolamento politico e una certa insofferenza montante all'interno del Partito che l'aveva espresso (il Pd), richiamando l'unità d'intenti" del Partito Democratico locale su qualche provvedimento di impatto locale (come l'impressionante sequenza di varianti urbanistiche che dovrebbero anticipare l'avvio della progettazione del nuovo Prg), ma soprattutto sulle opzioni di macro politica sovra comunale che dovrebbero caratterizzare l'ultima parte del suo lunghissimo mandato. Tra queste il Progetto Ospedale (con la riconversione urbanistica del vecchio Ospedale e il project financing di 81 milioni di euro per la costruzione del nuovo Presidio di Montenero Basso), il termovalorizzatore di Ato, le discariche pubbliche e private, il gassificatore marino. A questo quadro aggiungiamo ovviamente la scelta politica di regionalizzare in chiave anche semiprivatistica le principali aziende di pubblico servizio (una delle quali, l'Aamps, recentemente commissariata a causa di una voragine determinatasi nel conto finanziario che da anni paralizzava qualsiasi strategia di ordine industriale).Tutti obiettivi che avrebbero dovuto costituire il brand del Pd labronico di questi anni e che invece, specie negli ultimi tempi, cominciavano ad essere imbrigliati dal filibusterling attuato da Romano e i suoi (in versione post berlusconiana ed anti montiana) per ridimensionare la portata complessiva degli avvenimenti.(e l'efficacia dei provvedimenti conseguenti).e portare alla luce eventuali contraddizioni tra linea pragmatica di Cosimi e le variegate sensibilità presenti nel centro sinistra in materia di conti pubblici e di politiche ambientali ed urbanistiche. Un quadro estremamente complesso nel quale peraltro si consumavano le sempre più frequenti invettive del clan cosimiano nei confronti di Monti (per l'Imu e i nuovi obblighi della fiscalità locale), di Enrico Rossi (per l'opzione favorevole alle discariche territoriali e il ruolo sempre più baricentrico dell'Assessore regionale Marson in materia di urbanistica e territorio), del sistema industriale nel suo complesso (colpevole di avere discriminato la fantasiosa ipotesi industriale di Rossignolo concepita dallo stesso Cosimi con i sindacati di riferimento). Facile capire che in questo contesto il Presidente Regionale di Anci (per di più Sindaco di una città sempre più acritica e sonnolenta) ha preferito investire sulla logica dei numeri e delle "mani libere" confidando, soprattutto per l'esercizio di bilancio più complicato degli ultimi vent'anni, nell'aiuto dei terzopolisti Lamberti (Api), Capuozzo (Udc) e Romiti (Montezemolo) e nel sostegno a tutta barra della stampa locale. Siamo curiosi di verificare cosa accadrà nell'immediato, anche perchè il clima che si respira a Livorno, vista la disastrosa situazione economica e la bassisima qualità dei servizi municipalizzati, è quella del concordato fallimentare. Ma più che di un curatore (o a limite di un giudice fallimentare, organo che peraltro a Livorno ha sempre cinguettato con la politica) riteniamo che ci sarebbe bisogno di un turno elettorale anticipato in grado di garantire la discontinuità netta con questi otto anni problematici e inconcludenti.

Il pentagramma del Piano Regolatore

17.03.2012 07:53

Abitare Sociale

13.03.2012 10:14

sequenze.webnode.it/dibattito-aperto

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I cittadini e il Porto oltre le chiacchiere: il Bando Livorno delle Diversità

03.10.2017 09:01
Simona Corradini, architetto con molteplici interessi che muovono intorno alla riqualificazione urbana della città di Livorno, è una fra i promotori del progetto Livorno Città delle diversità. Una iniziativa di spessore, animata da operatori ed esperienze della società civile livornese, che intende...

La giostra delle aste immobiliari

26.09.2017 09:34
La novità nel testo di legge di riforma del processo civile: dopo 3 esperimenti, il 4 tentativo è a prezzo libero e, in caso di mancata partecipazione, il pignoramento immobiliare si estingue. Novità importanti per chi ha la casa pignorata: nella riforma del processo civile (leggi: “Ecco il...
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