Rossignolo: fine della corsa. Cosimi spieghi i dove sono finiti i soldi della Regione

21.03.2012 23:55

Alla fine il macro summit previsto al Ministro delle Attività Produttive per dirimere la questione dei nuovi asset internazionali della De Tomaso è finito nel nulla. Non si è materializzato, come era nelle attese dei 150 lavoratori ex Delphi che dal 2006 aspettano di essere inquadrati nella nuova Azienda del Patron Rossignolo, il bonifico di 60 milioni di euro della Car Luxury Investment, la fantomatica società finanziaria patrocinata da una Banca di Hong Kong che avrebbe dovuto ricapitalizzare l'Azienda di Rossignolo. 500 milioni di Euro la cifra complessiva che il fondo cinese, secondo le assicurazioni di un intermediario napoletano che opera in una società garante di Milano, avrebbe promesso di versare a scadenza moderatamente ravvicinata per rilevare l'80% del pacchetto azionario di De Tomaso e rimettere in carreggiata gli stabilimenti di Grugliasco (ex Pininfarina a Torino) e Guasticce (ex Delphi Brovedani nei pressi di Livorno). Nulla di tutto questo è accaduto; e chi avrebbe dovuto poi favorire una congrua commercializzazione del prodotto finito sul mercato asiatico e americano non ha fatto pervenire notizie di se' tra lo stupore dei numerosi convenuti fra sindacalisti, ministeriali, rappresentanti degli Enti Locali. Per Livorno presente il Sindaco Cosimi, storico sponsor dell'"intrapresa" Rossignolo e garante pubblico da ormai sette anni  della riassunzione dei 150 ex Delphi. In questi anni Cosimi si è adoperato per garantire sostegno finanziario pubblico (dalla Regione e da Fidi Toscana) al progetto di Rossignolo e, per conto della Regione, ha intermediato (per sua stessa ammissione) cospicui finanziamenti per la ricerca tecnologica di settore a beneficio di una casa automobilistica che si è limitata ad assemblare un solo esemplare (uno!) della mitica Deauville. Un prototipo che fu presentato ormai due anni fa nel corso di una rutilante e felliniana cerimonia (presenti lo stesso Cosimi con Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana) di fronte ad uno Stabilimento ancora orfano della catena di montaggio. Ora la situazione si fa critica. Perchè con il vento che tira e i soldi che non ci sono il Ministero di Lady Fornero non prorogherà ai più di mille dipendenti applicati ai motori e alle carrozzeria della vettura virtuale la cassa integrazione per ristrutturazione, un trattamento che prefigura il mantenimento dei livelli occupazionali sul piano industriale dell'Azienda e garantisce idonei percorsi formativi. Si fa in queste ore l'ipotesi della concessione di un indennizzo "per cessata attività" (cassa integrazione per crisi industriale), un sussidio di ultima istanza per lavoratori destinati comunque al lungo scivolo della mobilità. Non certo un successo per i troppi amministratori locali che, al pari dei sindacalisti di settore, hanno invano sostenuto un'ipotesi industriale priva di consistenza finanziaria.