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Nella terra dei conflitti di interesse (non solo quello berlusconiano) e dei sottrattori di bene pubblico (oltrechè dei simulatori di verità)..., dove lo spreco si confonde con la miseria, dove non sai mai quello che ti capita... ma ormai ci sei abituato... e se capita non ti meravigli più, dove per vincere una battaglia non occorre coraggio ma capacità economica.... abbiamo deciso (vestendo tutto il coraggio possibile) di andare contro corrente e di mettere a nudo realtà spesso soffocate dai giochi di potere in grado di pilotare l'informazione direzionandola un po' qua, un po la, ma mai dove realmente e in maniera trasparente dovrebbe andare.

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Le carte che restano: I 15 pretendenti al Piano Regolatore

12.02.2012 17:18

I 15 candidati alla progettazione del Piano Strutturale di Livorno (ma sarebbe più corretto parlare di "Revisione del Piano Strutturale") sono stati recentemente "interpellati" dalla speciale Commissione Tecnica insediata presso il Comune di Livorno e formalmente invitati a depositare l'offerta tecnico progettuale con i relativi parametri economici e finanziari. In una fase successiva (collocata a cavallo del periodo estivo) il Comune sceglierà la proposta ritenuta più congrua e conferirà (si parla del Luglio 2012) il progetto definitivo. Il Sindaco Cosimi ha garantito che il complesso procedimento (che assorbirà almeno venti mesi per la sola progettazione) si perfezionerà prima della fine del proprio mandato, prevista salvo sorprese nella tarda primavera del 2014. E' facile prevedere, come più volte abbiamo sottolineato, che l'adozione e la definitiva approvazione del Piano si svolgeranno pertanto nel "focus" di una campagna elettorale che si annuncia peraltro decisiva per i futuri equilibri dell'area livornese. Intanto il Comune ha pubblicato il Bando per i Servizi di Partecipazione, le attività di consultazione pubblica dirette da una Società specializzata (e pertanto appaltatrice del servizio in questione al prezzo base di 100.000 euro) che dovrebbero accompagnare "la matita" del progettista nel corso dei venti mesi di lavoro. Vedremo se il progettista ascolterà le sirene delle lobbies e/o si presterà all'ascolto delle associazioni o dei cittadini, nell'ambito della legislazione europea sulle Valutazioni di impatto ambientale delle previsioni urbanistiche territoriali. La sensazione è che farà entrambe le cose. Intanto riproponiamo il quadro complessivo dei "pretendenti" al piano Strutturale/Regolatore con la consueta indicazione di probabilità (al conferimento della progettazione) espressa in una scala crescente da 1 a 3.   

 
1) Metrogramma SRL Milano SRL - 1.
2) ATI Tecnicoop Soc. coop, di Bologna - 2.
3) ATI Coop Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia  - 2.
4) COPRAT Soc. di Mantova - 1.
5) OIKOS Ricerche SRL Bologna - 1.
6) ATI Federico Oliva Associati / Arch.Silvia Viviani - 3.
7) Oriol Bohigas Guardiola (Barcellona) - 2.
8) ATI IDOM Ingegneria y Sistemas (Barcellona) - 2.
9) ATI Gregotti Associati / Sintesis SRL Livorno - 3.
10) ATI Ambiente Italia Srl di Milano (De Lucia / Dal Piaz) - 2.
11) Arch Giuseppe Santi di Cascina - 1.
12) ATI Veneto Progetti / Simurg Snc di Livorno - 2.
13) ATI Ove Arup Milano  - 2.
14) Silvano Buzzi e Associati di Brescia - 1.
15) ATI Carlo Gasparrini / Nomisma Società Studi Economici - 2.

(ATI="ASSOCIAZIONE TEMPORANEA D'IMPRESA".)

Il gelo della politica: ora il congelamento è reale.

05.02.2012 19:39

CONGELAMENTO GLOBALE
Non sembri uno scherzo del destino, ma il congelamento globale è realmente arrivato. Dopo i fuochi pirotecnici dell'estate, quando il Sindaco mise a tacere i propri assessori (congelandone le deleghe, appunto) per venire platealmente a capo della propria parabola discendente, oggi assistiamo a un blocco sostanziale dell'attività politico-amministrativa  che non promette nulla di buono. Dopo l'atto in commedia di una decina di giorni fa, quando Cosimi richiamò all'ordine Giamburrasca Romano (Idv) invocando la coesione della maggioranza tripartita intorno agli "obiettivi di mandato", è subentrato il congelamento atmosferico a determinare lo stop di ogni velleità politica. Intendiamoci, i problemi rimangono tutti aperti, ma intanto gli Assessori e gli Uffici di riferimento possono lavorare al riparo di fastidiosi spifferi di freddo (tanto per rimanere in tema). A parte la questione socio sanitaria, che appare sempre più un Moloch "spedalizzatore" non più alla portata di opposizioni interne ed esterne alla maggioranza Pd Idv Sel e di quanto rimane della società civile, non va dimenticato che in questi giorni si decidono bene o male questioni importanti.


CONGELAMENTO POLITICO E GUERRE A BASSA INTENSITA'
Il rischio è che tutto questo, avvenga, come sempre peraltro, sottotraccia. Il livello politico rischia di essere interpellato, insomma, quando i giochi sono fatti, nonostante le inevitabili fibrillazioni che riflettono bene o male il mutamento del quadro politico complessivo. Ma intanto dovrebbero decidersi  le sorti del Piano Regolatore Urbano (con il conferimento formale della progettazione), quelle dell'Ippodromo Caprilli (con l'affidamento della concessione trentennale) e del Parco Pubblico della Ceschina (con il sofferto decollo, se ci sarà, del concorso di idee per la valorizzazione urbanistica dell'area). Su Caprilli e Ceschina. peraltro, incombe la proposta delle Rsu Aziendali della ex Labronica Corse Cavalli (una centrale a biomasse a bassa intensità che dovrebbe trasformare in energia la paglia e il fieno residuali delle lettiere equine e l'erba delle potature) destinata a sparigliare il cronoprogramma studiato dall'Assessore Grassi per il concorso di idee relativo alla Ceschina. Non foss'altro perchè a sponsorizzare la proposta delle Rsu Aziendali c'è una componente di Sel che potrebbe avviare un processo di progressiva differenziazione politica da Pd e Cosimi. Un percorso che potrebbe essere accelerato dall'insistenza con cui Sel, non senza ragione, chiede di por mano alla vendita delle quote pubbliche della Porto 2000 (di cui è titolare l'Autorità Portuale con la Camera di Commercio) ancor prima che si licenzi quell'araba fenice che risponde al nome di Piano regolatore del Porto. Proposta ineccepibile sul piano teorico, ma che sposterebbe ulteriormente in là i tempi di approvazione di un provvedimento fondamentale per la sopravvivenza dell'unica fonte di reddito (il Porto) dell'economia livornese. Con conseguenze imprevedibili anche per gli approdi croceristici della prossima estate.
 
CONGELAMENTI LOCALI
Tutto questo mentre è tornata in "sonno" la questione della Variante La Gran Guardia, più o meno affossata dal contestuale naufragio del progetto di riqualificazione urbana "Pensiamo in Grande", cui le teste d'uovo del Sindaco dovrebbero subordinare, quanto alla dotazione dei parcheggi pubblici d'area, la definitiva approvazione della variante di trasformazione commerciale dell'ex Cinema Teatro. E' andato "in sonno", ovviamente anche il Piano della Mobilità, altra araba fenice dell'area livornese. Un'area che vive una situazione schizofrenica, con caste aziendali, sanitarie e municipali sempre più blindate e autoreferenziali e condizioni di normale vivibilità, salute pubblica  e convivenza civile che vengono progressivamente meno in attesa di non si sa bene che cosa. Piazze in stile berlinese che si stanno progressivamente svuotando di persone, collegamenti wi fi promessi in campagna elettorale ora diventati improvvisamente problematici, biblioteche comunali in balia di mega progetti che non fanno i conti con le necessità quotidiane (il caso Bottini dell'Olio Villa Maria), emergenze ambientali, come quella dei bidoni tossici al cobalto-nichel, archiviate astutamente nel dimenticatoio, chiusure globali di scuole di ogni ordine e grado per settimane ogni volta che le temperature si attestano intorno agli zero gradi. Chiusure ordinate nel terrore che la circolazione dei mezzi privati nella situazione data (francamente non apocalittica) possa generare il caos. E tutto questo in una città di medie proporzioni. E a questo livello che si scontano duramente i deficit di programmazione sociale economica ed urbanistica di una città e di un territorio. Il fallimento, insomma, di una classe dirigente che preferisce il congelamento di intelligenze ed attività (e talvolta l'auto congelamento politico) alle sfide della complessità. Forse perchè, in definitiva, non si fida dei propri cittadini. Modellati, come sappiamo, per acquistare auto e generi di consumo voluttuari. Mentre impazzano, per converso, contraddittorie e inedite forme di povertà.
 
LA VERGOGNA DEI RIMBORSI ELETTORALI
Su questa panna montata di neve e di perplessità si innestano infine gli scandali della politica, quelli relativi al finanziamento pubblico dei partiti nelle forme ambigue e grottescamente forfettarie dei rimborsi elettorali. Quanto è avvenuto in questi giorni nell'ex Partito (la Margherita) degli Enrico Letta e dei Rutelli (ma lo stesso potremmo dire della speculazione immobiliare del Pdl Conti fatta d'intesa con un Ente Previdenziale) ha dell'incredibile. Con un tesoriere che trasferisce all'estero il tesoretto di un Partito peraltro estinto (i rimborsi elettorali corrono ingenti oltre la vita del partito stesso) e poi lo "scuda" per poterlo poi impunemente utilizzare una volta ricollocato in varie forme sul territorio italiano. Al di là del caso specifico, di cui risponderà il Pd Lusi, emerge in tutta evidenza la necessità di introdurre la responsabilità giuridica dei partiti (che sono associazioni non riconosciute!) nella legislazione italiana. Il concetto di "mela marcia" non regge più perchè comunque la gestione illecita di un finanziamento pubblico deve poter configurare una responsabilità oggettiva del partito con le relative sanzioni. Tra cui la revoca retroattiva del finanziamento stesso. Ma su questo avremo modo di ritornare. Anche perchè le proporzioni del fenomeno sono enormi.

 

Lo strano caso delle ciminiere ex-Borma: il commento di Italia Nostra Livorno

31.01.2012 11:06

Il caso Romano e il mondo che cambia.

25.01.2012 22:54

"Chiedere la testa di Romano" è la più assurda delle sciocchezze che potrebbe fuoriuscire dal cilindro di un Sindaco in evidente difficoltà e dai suoi epigoni di maggioranza. Oltretutto, lo abbiamo sempre sostenuto, Romano non ha mai "deragliato" dagli accordi di maggioranza, ma si è limitato a "fare politica" sui temi che una Giunta Locale non può sottoscrivere dal Notaio. Siti energetici, politica dei rifiuti, gestione delle aziende e quant'altro risulti il frutto di una difficile interazione tra  norme di diritto pubblico  e mercati, specie in una fase (Monti docet) in cui al pubblico sarebbe chiesto di controllare di più e  gestire di meno. Sappiamo come il Pd diretto da Cosimi (già diga antiberlusconiana come Presidente Anci) ha declinato in modo pilatesco questa esigenza. Rimettendo alla Regione (per il trasporto pubblico) o ad organismi regionali come Ato (per quanto riguarda i rifiuti, il gas e l'acqua) il compito di guidare questa fase di transizione. Sia in termini di affidamento del servizio a soggetti pubblico-privati. (da esperire tramite gare o bandi regionali, appunto), sia in termini di regolazione del prezzo del servizio. Un elemento che ovviamente influisce sulla formazione e la  riscossione delle tariffe al consumo destituendo di fatto le assemblee locali di ogni potere di controllo e di regolazione politica. Un  repentino trasferimento di poteri che ha ovviamente allertato i sostenitori del referendum di giugno. O meglio alcuni di essi, come lo stesso Romano, che da li' in poi, come esponente di maggioranza, ha sostenuto temi diretti e derivati storicamente appannaggio delle culture di sinistra e dei movimenti civici di opposizione. Vediamoli a spanne: acqua e gas come risorse comuni, un piano energetico comunale che escluda lo sfruttamento commerciale delle biomasse (a Livorno appannaggio di aziende e terminal portuali), il rigetto preventivo di ogni discarica (sia di mare che di terra) che mimetizzi dietro comodi alibi normativi (la cosiddetta rinaturalizzazione delle cave ad esempio) l'occultamento di rifiuti speciali quando addirittura non tossici in aree che dovrebbero essere tutelate. Romano, insomma, solleva alcuni problemi di governance che un Pd ultra maggioritario come quello di Livorno dovrebbe sostenere a spada tratta. E invece assistiamo il più delle volte a un confronto spasmodico fra lo stesso Romano e un ceto dirigente Pd- Ds (trasversalmente collocato in Consiglio Comunale) che si nutre delle direttive politico-energetico-ambientali diramate dalla Presidenza regionale di Rossi per l'area di Livorno. Quando poi Romano ha convocato una Commissione Ambiente per riportare la discussione sui bidoni tossici in Consiglio Comunale, apriti cielo. Delitto di lesa Maestà. Cosimi assente e avvio di cordate trasversali per delegittimare la puntualizzazione di Romano sull'accaduto.
Che la Commissione presieduta dallo stesso Romano aveva cominciato ad attenzionare con l'acquisizione di evidenze documentali sui misteri e le omissioni che ancora circondano quell'episodio. Destinato, come altri, a finire nel dimenticatoio. Ma Romano è anche il sintomo che il quadro politico generale nel quale si ostina da operare la Giunta Cosimi numero 2 è completamente mutato. L'alleanza tripartita Pd Idv Sel ha ormai perso l'elemento di coesione anti berlusconiano e deve semmai interrogarsi sull'iperattivismo del governo Monti in materia di provvedimenti anti crisi e di liberalizzazioni. Con i relativi effetti sociali, sui quali però non viene fatto alcun investimento politico. Camionisti, pescatori, farmacisti, notai, avvocati e benzinai sono infatti "padroncini" o autonomi e non interessano l'alleanza di centro sinistra. Che continua a spartirsi quanto resta del tradizionale banchetto portuale e immobiliare. E a rappresentare in modo diligente la costituency del pubblico impiego locale (amministrativi ed esecutivi  Asa, Aamps, Atl) e dei sindacati scolastici. Il Pd sostiene Monti (magari controvoglia), Di Pietro non sa cosa fare e Sel pare rimpiangere i bei tempi delle barricate. Lo stesso Vendola ipotizza un nuovo "fronte democratico" che non ha nulla a che fare con gli accordi "di Vasto". A Livorno il Pd temporeggia afflitto da una stasi mortale e dalla crisi del suo gruppo dirigente inebetito anche dalla grave crisi della Clp, l'Idv appare diviso e disorientato dopo avere reclutato parti significative dell'elettorato anti berlusconiano di sinistra, Sel appare fiaccato dalla paralisi della Giunta Cosimi. In questo quadro la tentazione delle mani libere è forte e Romano la coglie sovrapponendosi ad un quadro politico decaduto con sortite (individuali) che si nutrono delle campagne (di sinistra) dell'Italia dei Valori post manettara. Una partita di scacchi, insomma, dove chi muove per secondo rischia di perdere la faccia. Cosimi in primis, stretto com'è tra la tentazione autoritativa di un monocolore e la nostalgia per un'alleanza (quella di Vasto) che ormai non ha più ragione di essere. Può la Città permettersi due anni di queste inevitabili tensioni nello stato di crisi raggelante in cui si trova? Secondo noi ovviamente no. E ora il rischio è che un ondivago, ma astuto Cosimi, faccia un tardivo appello "alle responsabilità di tutti" (Pdl compreso, mentre il Lamberti terzopolista di oggi è di fatto un cultore della maggioranza montiana), al riparo delle quali si plani in una rischiosa logica di scambio consociativo sulle partite che restano (in primis quella urbanistico portuale) di qui al 2013/2014.
 

La sindrome Schettino, naufragi sottocosta e bidoni tossici.

18.01.2012 20:23

Il caso Schettino, peraltro ancora da verificare sotto il profilo circostanziale e probatorio, dimostra che lo stato di prolungato lusso psicologico in cui può trovarsi un comandante con sogni di grandezza, alla fine finisce per indebolire nella stessa persona la percezione della gravità dei fatti una volta che si profila di li' a poco una condizione di emergenza. Tanto più se questa emergenza finisce per riguardare l'oggetto del comando, cioè lo strumento attraverso il quale quel soggetto (il comandante) esercitava il proprio potere dispositivo su persone e cose. Schettino non risponde alle sollecitazioni imperative della Guardia Costiera (l'Ufficiale De Falco) non perchè sia strutturalmente infedele, ma perchè è rimasto prigioniero della propria immaginazione, circostanza che probabilmente gli ha impedito di valutare la necessità di proclamare lo stato di emergenza a bordo e, una volta atterrato sullo scoglio "traditore, di provvedere al coordinamento dei soccorsi di fronte ad una nave che si stava pericolosamente inclinando. Naturalmente non sono in discussione la vigliaccheria e il cinismo dell'uomo (effetti collaterali del suo plateale superomismo), ma certamente questi aspetti del comportamento del comandante sono, in particolare, frutto di una impostazione autoconservativa che deforma completamente (al punto di non sentirlo) il principio di responsabilità del titolare del comando verso l'equipaggio e i passeggeri. Due categorie ritenute rilevanti quando legittimano il timone e i lustrini delle funzioni di governo, ma del tutto inessenziali, per converso, quando l'emergenza rompe l'incantesimo del comando e si tratta di portare la pellaccia a casa. Da qui in poi la menzogna diventa un esercizio quasi fisiologico per un comandante cui una fedele ricostruzione dei fatti (oggi fortunatamente visibile e udibile attraverso i media informali) può evidentemente rovinare la carriera e dunque vanificare i propri sogni di grandezza. In sedicesimo, e fatte le debite proporzioni, questo può capitare anche a quei Sindaci abituati al tempo infinito del proprio mandato, esercitato in una sorta di dimensione extratemporale, che stentano a realizzare la gravità di un evento emergenziale determinatosi al centro della propria giurisdizione territoriale. Tipico il caso del discusso Cosimi, per il quale dà più lustro alla città un incarico ai vertici dell'Anci, che il generoso onere organizzativo di informare la cittadinanza sui possibili effetti collaterali di un evento pericoloso per lo stato del mare e per la salute delle popolazioni costiere. Magari assumendosi la responsabilità di costituire una unità di crisi (prevista dal Piano Comunale per la Protezione Civile) con una semplice comunicazione agli Uffici preposti. Siamo convinti che se lo avesse fatto sarebbe stato convocato in Prefettura. E invece è prevalsa la sindrome Schettino. Di fronte ad una palese omissione, evidenziata dai dodici giorni di assoluto silenzio nei confronti di "irrilevanti" cittadini, Cosimi ha addebitato alla Capitaneria condotte astrattamente burocratiche e frasari incomprensibili scritti nelle comunicazioni di emergenza. Quelli pervenuti al Comune nell'immediatezza dell'accaduto. Poi addirittura si è spinto oltre e ha recriminato contro gli altri Comuni "che non avrebbero fatto niente". Insomma, anche qui l'imprevisto consumatosi nel mare territoriale rischia di sgretolare sogni di grandezza. Tan, gassificatore, rapporti con la Campagnia Grimaldi, bagni gratis d'inverno. Dove la cittadinanza serve per affollare i tagli del nastro e fare da sponda ai sogni di grandezza del comandante. Proprio mentre a Livorno rischia di inclinarsi definitivamente, dopo l'ultimo Consiglio Comunale, la nave della democrazia.

 

Comunicato WWF Italia sul mare

17.01.2012 14:22

WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”
Il WWF scrive al ministro dell’Ambiente e chiede un tavolo di confronto
con tutti gli operatori del mare
Ogni anno nel Santuario dei Cetacei 10.000 transiti commerciali
e 70 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi
Con una nota inviata al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il WWF solleva con forza il problema del controllo delle rotte all’interno del Santuario internazionale dei Cetacei e chiede un atto di verità e coerenza perché venga avviata una gestione reale, e non puramente formale, in un’area marina preziosa per la biodiversità, interessata ogni anno da oltre 10.000 transiti commerciali (non considerando quindi le imbarcazioni private), senza alcun obbligo di rotte certe e senza alcun riscontro satellitare costante, mentre l’unica attività ad alto impatto veramente vietata è quella delle gare motonautiche offshore.
In assenza di regole basilari che sono state troppe volte rinviate, il Santuario dei Cetacei, istituito nel 1999, non è in grado di tutelare adeguatamente i propri beni ambientali e paesaggistici, e perde totalmente la sua ragion d’essere, tanto da poter essere dichiarato un sostanziale fallimento. Ne sono gli esempi più recenti il drammatico incagliamento della Costa Concordia al Giglio e quanto accaduto all’alba del 17 dicembre 2011, quando l’Eurocargo Venezia della Grimaldi Lines, ha perso due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti tonnellate di un catalizzatore al cobalto-nichel estremamente inquinante a sud dell'isola di Gorgona, a una ventina di miglia dalla costa e a una profondità variabile tra i 120 e 600 metri, per un totale di 198 fusti metallici non ancora recuperati.
Alla luce di questi eventi, il WWF ribadisce la necessità di mantenere un dialogo strutturato con gli operatori del mare e chiede l’istituzione di un tavolo di confronto, che riprenda l’impostazione di quello del 2001 sul traffico marittimo pericoloso, per prevenire che incidenti di tale natura possano compromettere gli ecosistemi marini.
Allo stesso tempo il WWF si appella a Costa Crociere perché, nell’ambito delle azioni messe in atto in questa delicata fase delle operazioni di recupero, continui a garantire la massima attenzione per scongiurare ogni tipo di impatto ambientale potenzialmente annesso alla tragedia, a partire dal rischio di sversamento di carburante che fino ad ora è stato mantenuto sotto controllo.
Nella nota inviata al Ministro dell’Ambiente, il WWF ricorda anche che nell’alto Tirreno insistono aree di enorme pregio come i parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, della Maddalena, delle Cinque Terre, come l’Argentario, il Golfo dei Poeti, Lerici, Portofino, come la Corsica, le Bocche di Bonifacio o il ponente ligure. Un immenso patrimonio di bellezza e biodiversità, di paesaggi mozzafiato e natura, di cultura e tradizioni oltre che di lavoro, che viene quotidianamente messo a rischio dal traffico petrolifero: 49 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi vengono movimentate dal porto di Genova, 14 da quello si Savona, quasi 5 da quello di Livorno.
Il WWF chiede di fare il punto anche sull’applicazione dell’accordo volontario sul traffico marittimo pericoloso sottoscritto nel giugno del 2001, su iniziativa dei Ministri dell’Ambiente e dei Trasporti, con Confindustria (anche per conto di Confitarma, Unione Petrolifera, Assocostieri e Federchimica), l'Assoporti, le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL e UGL) e le maggiori associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF Italia). L’accordo prevedeva un articolato programma di interventi concreti finalizzati a prevenire i rischi connessi al trasporto marittimo di sostanze pericolose, innanzitutto mediante la più rapida messa al bando dalle nostre acque delle navi petroliere monoscafo, oltre ad altre misure per evitare il lavaggio delle cisterne in mare, per una più calibrata formazione professionale degli equipaggi, per la rapida ratifica della Convenzione internazionale “bunker oil”, per la tutela di particolari aree quali le bocche di Bonifacio e la laguna di Venezia. Secondo il WWF non solo è fondamentale avere a 10 anni di distanza un bilancio condiviso, ma anche rilanciare su altri settori quali ad esempio lo stato di applicazione della Bunker Oil Convention in vigore dal novembre 2008. Inoltre il WWF chiede per questo settore una particolarissima attenzione anche al cosiddetto doppio bunker per i serbatoi delle navi da crociera che, come la vicenda della Costa Concordia dimostra, potenzialmente possono creare elevate criticità ambientali per le grandi quantità di combustibile trasportate.
Secondo il WWF il problema della delicatezza del Mediterraneo dev’essere assunto nel suo complesso al di là delle situazioni puntuali. Infatti sulle coste del Mediterraneo non solo insistono 750 porti turistici e 286 porti commerciali, ma anche 13 impianti di produzione di gas e 180 centrali termoelettriche. Questo sistema interessa la movimentazione di oltre 2000 traghetti, 1500 cargo, 300 navi cisterna, centinaia di imbarcazioni commerciali; stime delle Nazioni Unite attestano che il Mediterraneo ogni anno è attraversato da oltre 200.000 transiti. La sicurezza nasce dunque non solo dal fissare regole, ma anche dal farle rispettare garantendo i necessari controlli.
Roma, 16 gennaio 2012
Ufficio Stampa WWF Italia, 06 84497213/265; 02 83133233; 349 0514472, 329 8315718

Le carte che restano

13.01.2012 21:28

17 dicembre 2011, bidoni tossici in mare, a sud della Gorgona: NON POTEVANO NON SAPERE

leggi la versione integrale (Omissis...)

Le carte che restano / I 15 pretendenti al Piano Regolatore di Livorno

13.01.2012 09:58

Questi i nominativi dei 15 soggetti che hanno presentato domanda di partecipazione alla gara di progettazione urbanistica per il Piano Regolatore di Livorno. Nei prossimi giorni la speciale Commissione Tecnica comunale incaricata di selezionare l'offerta più congrua in relazione al disciplinare del Bando di Gara per il conferimento della progettazione si riunirà per iniziare a valutare le "offerte" pervenute. Ricordiamo che il prezzo base per l'aggiudicazione è di poco superiore a 1.100.000,00 euro e che il finanziamento complessivo stanziato dal Comune di Livorno per finanziare il progetto e la correlata "partecipazione" (che dovrebbe essere attivata da un Bando separato) è di 1.400.000,00 Euro. Accanto a ogni concorrente abbiamo segnalato una scala crescente da 1a 3 in relazione alla probabilità di selezione. La procedura dovrebbe concludersi entro sei mesi.
 
ATI "ASSOCIAZIONE TEMPORANEA D'IMPRESA".
 
1) Metrogramma SRL Milano SRL - 1.
2) ATI Tecnicoop Soc. coop, di Bologna - 2.
3) ATI Coop Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia  - 2.
4) COPRAT Soc. di Mantova - 1.
5) OIKOS Ricerche SRL Bologna - 1.
6) ATI Federico Oliva Associati / Arch.Silvia Viviani - 3.
7) Oriol Bohigas Guardiola (Barcellona) - 2.
8) ATI IDOM Ingegneria y Sistemas (Barcellona) - 2.
9) ATI Gregotti Associati / Sintesis SRL Livorno - 3.
10) ATI Ambiente Italia Srl di Milano (De Lucia / Dal Piaz) - 2.
11) Arch Giuseppe Santi di Cascina - 1.
12) ATI Veneto Progetti / Simurg Snc di Livorno - 2.
13) ATI Ove Arup Milano  - 2.
14) Silvano Buzzi e Associati di Brescia - 1.
15) ATI Carlo Gasparrini / Nomisma Società Studi Economici - 2.

Ceschina Story

12.01.2012 11:39

1998: L'Amministrazione Lamberti acquisisce la Ceschina al patrimonio comunale.
La Soc. Labronica Corse (allora partecipata al 50% dal Comune) deposita un progetto firmato da Mazzanti e Bertocchini per realizzare alla Ceschina:
a) un campo di equitazione (per ippoterapia e lezioni)
b) uno chalet  (servizi)
c) un'arena all'aperto e giochi.(non parco divertimenti)
 
1999: La Giunta approva, il progetto viene approvato dall'Unire che stanzia 2.800.000 Euro.
Secondo D'Alesio non sarebbero servite varianti (tutto quanto sopra rientrava nelle previsioni nel RU/PS), il progetto era "esecutivo" e pronto a partire. Secondo D'Alesio "ci sarebbero state" le concessioni edilizie.
 
Nel 2004 scoppia la crisi dell'ippica (cambiano sostanzialmente le convenzioni fra l'Unire e le società di Gestione).
Il Progetto finanziato con delibera del 99 (che intanto era stata congelata per la riduzione del monte trasferimenti Unire Ippodromi) si "sblocca" nel 2008 quando cambiano i vertici dell'Unire mentre D'Alesio è Assessore allo Sport.
D'Alesio sostiene di avere ripresentato tutto all'Unire nel 2009 quando torna ad assumere il ruolo di direttore della Soc. Labronica Corse Cavalli. Secondo D'Alesio l'Unire (ora Agenzia Nazionale per l'ippica, Assi) avrebbe di nuovo messo a disposizione il finanziamento.
 
Ma all'inizio del 2010 la Società Labronica Corse Cavalli vede diminuire il proprio patrimonio netto a 20.000 euro (nel 2004 era 1.700.000 euro circa) dopo avere accumulato, a causa della riduzione del trasferimento centrale in relazione al monte delle corse sostenute, un debito finanziario di 500.000 euro. Il Comune decide di acquisire la partecipazione totalitaria della Società acquisendo al prezzo simbolico di un euro l'ulteriore 50% detenuto dalla parte privata (in realtà politica).
Contestualmente, "si accolla" il costo di gestione dipendenti a libro paga all'atto dell'acquisizione senza smaltire il debito ereditato.
In questa fase la Labronica Comunale (Ritorni) abbandona il  progetto D'Alesio per la Ceschina trascurando la necessità di promuovere il relativo finanziamento (2.800.000), nonostante che il piano finanziario fosse stato depositato presso la nuova Agenzia, titolare del finanziamento.
 
Più avanti la Giunta deciderà la messa in liquidazione della Società e il licenziamento dello stesso D'Alesio.
 
In costanza di atti di liquidazione(!!) la Giunta, dopo un anno e mezzo di nulla, decide di affittare il ramo d'azienda alla Soc. Alfea.
Ritorni tenta senza successo di fare approvare una variante edificatoria in Giunta. La variante si renderebbe necessaria per modificare la destinazione d'uso dell'area.

Ritorni (già Assessore allo sport e alle partecipate) si dimette
Il 15 dicembre scade il contratto di affitto di Alfea.
Prima di Natale la Giunta licenzia il bando per l'affidamento della Gestione dell'Ippodromo.
Le offerte saranno aperte il 31 Gennaio.

Con atto separato il neo Assessore Grassi, (Urbanistica e Ambiente), istruisce la procedura di evidenza pubblica per la selezione  un progetto preliminare e di un piano di fattibilità  legati alla nuova utilizzazione del Parco.
Parametri di riferimento: Remuneratività dell'insediamento, Edilizia sostenibile di m. 7,5 per un'area edificabile di 5000 mq, area di sosta interrata di 400 posti auto.

Le dichiarazioni di Attilio D'Alesio, qui ricostruite, sono state tratte da un'intervista resa dal dirigente al Quotidiano "Il Tirreno".
 

 

Il "Pacco" della Ceschina

07.01.2012 13:21

"Forse qualcuno non ha capito che è cambiato il mondo", così ebbe a dire l'ex Assessore Ritorni dopo il mancato blitz estivo della Ceschina, vale a dire la variante urbanistica di iniziativa pubblica, poi rientrata nel cassetto, che avrebbe dovuto modificare i volumi e il profilo complessivo dello splendido parco pubblico contiguo agli "ettari"sportivi dell'Ippodromo Caprilli. Quella affermazione, tutta politica e macroeconomica insieme, fu poi ripresa dal Sindaco quando intorno a Ferragosto, raccolte le dimissioni di Ritorni, decise di fare chiarezza intorno a sè congelando la Giunta con il retropensiero di affidare urbanistica e ambiente (praticamente il core business di una Giunta Comunale) al tecnico fiorentino Grassi, l'uomo di facebook e delle scommesse impertinenti sul futuro del Piano regolatore. Ora, da mesi aspettavamo di capire per quale motivo si fosse dimesso Ritorni, ma soprattutto il significato di quel "Forse qualcuno non ha capito che..." Nulla da fare, nella città del vedo/non vedo, del detto/non detto e delle carte troppo spesso imboscate, non è stato possibile decodificare quella affermazione. Nonostante i numerosi magazine che circolano per la città, Tirreno compreso, che dovrebbero far luce sulle cose ignote e nascoste ad arte, piuttosto che fare da insopportabile grancassa alla solita corte istituzionale. Ora sul fronte della decodificazione dei misteri estivi qualcosa si muove. Abbiamo scoperto che così l'Ippodromo non può tirare avanti, che i 20 dipendenti diretti della  Soc. Labronica Corse Cavalli in liquidazione (ex Società mista no profit già terminale di finanziamento pubblico, non dimentichiamolo) non possono essere impegnati su cicli di lavoro tradizionali perchè l'ippica è in crisi, e che soprattutto il maxi Bando intentato dal Comune di Livorno per affidare la gestione sportiva dell'Impianto è assolutamente "spaziale", nel senso che propone la concessione trentennale del Caprilli a condizioni economicamente insostenibili per quelle poche società di gestione che sopravvivono alla crisi irreversibile degli ippodromi nazionali. Ecco "il mondo che è cambiato", dunque, ecco la dimensione liquidatoria di un mondo che rischia di scomparire, cioè quello dell'ippica finanziata con le scommesse totalizzate dallo Stato biscazziere. Che oggi crede più nei videopoker, nelle sale "virtuali" e nel calcio truccato che nella costosissima gestione dei troppi cavalli da corsa in circolazione, tristemente destinati alla macellazione spesso abusiva e controllata dalla mafia. C'è il rischio che quel bando vada deserto, dunque, e che, di riflesso, assuma evidenza il vero obiettivo del duo Cosimi-Grassi (già di Ritorni), d'intesa con i sindacati di settore. Quello cioè di creare un'attività "produttiva" complementare (o addirittura alternativa) a quella dello specifico ippico. Non più scuderie, concorsi estivi, garrese, vip, coppe e gelati estivi con relativa grancassa televisiva, ma... la Ceschina, cioè un ex Parco pubblico vincolato che potrebbe fare la fortuna di qualche finanziaria interessata a mixare l'impiego pubblico del Parco con una gestione immobiliare di tipo turistico recettiva. Una "azienda" dove dipendenti della ex Labronica Corse Cavalli potrebbero essere ricollocati nelle vesti di Uomini di Servizio. Per fare digerire questa prospettiva ora l'astuto Grassi licenzierà un concorso di idee (prontamente sponsorizzato dal fedele Tirreno) per "socializzare" la progettazione preliminare di un'area dove insisteranno edifici residenziali e un maxi parcheggio da 400 posti auto. Così tutti saranno contenti: i dipendenti accetteranno serenamente la cassa integrazione, i Sindacati smetteranno di fare la voce grossa, l'area dell'Ippodromo dopo la diserzione del Bando verrà restituita al Comune, la Ceschina sarà edificata, l'astuto Grassi perfezionerà col puntiglio di un Mazzarino le sue varianti "sociali", e Cosimi in vista delle elezioni si riconcilierà con ordini professionali, costruttori e forse con lo stesso Ritorni dopo avere fatto finalmente prendere atto un po' a tutti che il mondo "è inesorabilmente cambiato".

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