I cittadini e il Porto oltre le chiacchiere: il Bando Livorno delle Diversità

03.10.2017 09:01

Simona Corradini, architetto con molteplici interessi che muovono intorno alla riqualificazione urbana della città di Livorno, è una fra i promotori del progetto Livorno Città delle diversità. Una iniziativa di spessore, animata da operatori ed esperienze della società civile livornese, che intende rivalutare il principio non conformista della "diversità livornese", intesa come inesorabile ripopolamento del territorio livornese da parte di genti provenienti da diverse culture e talvolta nazioni. Simona, con quale spirito avete affrontato questa sfida e quale obiettivo concreto vi siete proposti.

 - Un percorso di lavoro intrapreso a partire dal marzo 2015, periodo in cui abbiamo inoltrato la richiesta di concessione all’Autorità Portuale della piccola porzione di banchina all’altezza del ponte dei Francesi, circa 200 mq lungo gli scali Cialdini. Un impegno non piccolo, portato avanti dall’Associazione con il supporto di molti sia soci che sostenitori dall'esterno, verso un obiettivo molto concreto e innovativo per la città, una sfida culturale di promozione di valori di laicità e diversità, insiti nel dna di Livorno come ispiratori della riqualificazione contemporanea del piccolo spazio all’interno del porto vecchio, tramite un concorso di idee progettuali aperto a tutti gli artisti e progettisti le cui tappe sono tutte consultabili sul sito https://livornodellediversita.eu/. -

Ad oggi, il Bando Livorno città delle Diversità ha riscosso un buon successo di adesioni da parte dei progettisti, ma voi della Commissione Giudicatrice vorreste che in ultima analisi a decidere fossero i cittadini. Perchè è importante realizzare una installazione  simbolica in un'area demaniale, concessionata dall'Autorità Portuale, a pochi passi dal Porto Mediceo. Forse per far capire che il Porto non è solo uno scalo tecnico, ma anche un sistema di relazioni?

 - Dopo l’ottenimento della concessione da parte dell’Autorità portuale, abbiamo definito il bando per il Concorso di idee per la realizzazione dell’opera, con la collaborazione dell’ordine degli Architetti PPCC di Livorno nella persona del presidente arch. Daniele Menichini, che approfitto per ringraziare. La commissione giudicatrice ha terminato i propri lavori nei primi di luglio 2017 e durante l’estate sono state organizzate mostre itineranti in città - villa Fabbricotti, Fortezza Vecchia, Stabilimenti balneari...- poiché l’ultimo passo del concorso spetta ai cittadini, che con il loro voto possono scegliere fino a tre progetti di arredo urbano che meglio interpretano Livorno, la diversità e la laicità. E’ sempre più importante parlare del porto e soprattutto viverlo come parte della città, la questione portuale è complessa e averla ridotta in questi ultimi anni ad un problema di logistica e infrastrutture legato alla gestione delle merci è stato fortemente penalizzante per la valorizzazione in chiave turistico-culturale del porto storico che è una lezione vivente di storia della città in ogni suo centimetro. La città portuale a mio parere deve riuscire a sviluppare una strategia per mantenere vive tutte le sue diverse anime attraverso un'urbanistica che dia equilibrio, favorendo una molteplicità di opportunità, come stanno dimostrando molti esempi di città portuali medie e grandi europee. -

Tu Simona sei da sempre una puntuale osservatrice dei potenziali equilibri che potrebbero sorgere dal quartiere di Porta a Mare. Ritieni che il Comune di Livorno possa fare ancora qualcosa, d'intesa con il soggetto attuatore trasformazione urbana, per ridurre l'edificato e prevedere un incremento degli spazi di pubblica utilità? In fondo il vostro Bando va in questa direzione.

 - Momenti di partecipazione come il concorso di Livorno delle Diversità creano contatti e relazioni virtuose tra cittadini attivi, professionisti e istituzioni locali, che, attraverso un progetto che riguarda lo spazio pubblico, mettono in rete le loro competenze e i loro saperi per un obiettivo comune. L’esperienza che speriamo possa concludersi anche con la realizzazione del progetto vera e propria è una piccola lezione di perseveranza e lavoro trasparente per la valorizzazione di uno spazio pubblico, che può applicarsi all’enorme patrimonio di spazi pubblici esistenti e in fase di realizzazione. I moli storici e le nuove aree pubbliche della Porta a Mare, ceduti all’amministrazione dalla società realizzatrice a scomputo degli oneri di urbanizzazione, devono diventare l’ossatura portante di un diverso progetto porto-città più vicino ai valori storici fondanti di Livorno e accessibile a tutti nel quotidiano. -