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Nella terra dei conflitti di interesse (non solo quello berlusconiano) e dei sottrattori di bene pubblico (oltrechè dei simulatori di verità)..., dove lo spreco si confonde con la miseria, dove non sai mai quello che ti capita... ma ormai ci sei abituato... e se capita non ti meravigli più, dove per vincere una battaglia non occorre coraggio ma capacità economica.... abbiamo deciso (vestendo tutto il coraggio possibile) di andare contro corrente e di mettere a nudo realtà spesso soffocate dai giochi di potere in grado di pilotare l'informazione direzionandola un po' qua, un po la, ma mai dove realmente e in maniera trasparente dovrebbe andare.

La nostra esperienza nel mondo civile ci ha permesso di affrontare varie argomentazioni e documentarle con video, immagini e commenti audio.

 

In questo sito potrete rendervi conto personalmente di quanto possa essere facile "non dire" cose sconvenienti e sostituirle con frasi di eccellenza che attirano popolarità e deviano l'attenzione.

 

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Articoli

Il fantomatico deposito ATL

12.03.2012 20:18

 

Le carte che restano: Aamps ultimo atto, i sogni e i business della stagione cosimiana.

12.03.2012 10:20

E' notizia di queste ore che l'ultimo segmento della controversa (e per certi versi misteriosa) vicenda di Aamps è giunto a un punto di non ritorno. Angelo Rosi diventerà l'amministratore unico dell'Azienda, dopo un periodo di anticamera durante il quale ha potuto "scartabellare" (il termine quasi disneyano è ovviamente del Tirreno) quelle carte che per troppo tempo sono state negate all'utenza pubblica dell'Azienda e agli stessi consiglieri comunali. Molto meno alle organizzazioni sindacali che in questa vicenda, come peraltro in altre circostanze, hanno giocato un ruolo tragicamente consociativo collaborando di gran lunga con il "silenzio governato" della direzione aziendale. Ci giungono al riguardo notizie incredibili, coperte da ovvia riservatezza, che ci riserviamo di verificare ed eventualmente di portare all'attenzione degli organi competenti. Rosi, che si è detto disponibile a "gestire un'azienda in crisi" ha negato di essere tornato a Livorno per fare "il liquidatore", ma intanto ha chiesto e ottenuto di assumere anche le funzioni di Direttore Generale, di fatto esautorando quel Ceccarelli di provenienza confindustriale che dal 2004 ha ininterrottamente esercitato le funzioni dirigenziali. Quanto rimaneva del precedente Cda (presieduto da certo Massimo Cappelli) è stato contestualmente azzerato.Rosi dovrà ovviamente usare il machete, ma soprattutto far dimenticare (o eventualmente attualizzare) le grandi promesse di Cosimi all'atto della nomina degli ultimi amministratori. Il Sindaco, che ancora ieri definiva brillante la condizione economica dell'Azienda, si poneva nel 2009 una serie di specifici e concreti obiettivi:

1) incrementare la percentuale della raccolta differenziata ad almeno il 50%  nel 2010(!) per poi raggiungere i limiti di legge entro il 2014. (sappiamo che ad oggi la raccolta incrementa di un punto percentuale su base annua ed è ferma al 45%, ma senza verifiche probatorie degne di questo nome)
2) attuare la "raccolta porta a porta" per le utenze non domestiche nei quartieri La Leccia, Scopaia, Montenero e Borgo Cappuccini. (mah!)
3) costruire un "digestore anaerobico" per la parte organica di rifiuti che avrebbe dovuto consentire la produzione di compost e la produzione di energia elettrica (un investimento da 7milioni di euro di cui si parla da una decina d'anni). Altro sogno nel cassetto è il "bioessiccatore "(un altro investimento da 7,5 milioni di euro di cui all'articolo qui sotto)
4) realizzare una terza stazione ecologica per utenze non domestiche (effettivamente realizzata, ma con esiti deludenti) e, previo accordo con l'Autorità Portuale, una mista all'interno del Porto.
5) realizzazione della terza linea del termovalorizzatore.

Poco o nulla di tutto questo, ovviamente, è giunto a concretezza, tant'è che la produzione dei rifiuti è costantemente aumentata (e con essa il costo del servizio all'utenza) aggravando le esauste casse dell'azienda (già deprivate da una pessima organizzazione aziendale e dai costi gestionali dei servizi esternalizzati, tipo quello del servizio di raccolta) con gli oneri riflessi delle economie da smaltimento (solo nel 2011 questo mercato ha fruttato ai privati quasi tre milioni di euro) Ma come funziona la filiera Aamps secondo i dati ufficiali:

Ecco uno schema orientativo :

Preselezione al Picchianti: 47% materiale riciclabile, 39% inceneritore, 14% in Discarica (la quota che si vorrebbe abbattere con il digestore anareobico).

Smaltimento; invio alle piattaforme autorizzate per il trattamento e recupero.

Carta (10.124 ton): Lonzi Metalli di Livorno
Plastica e Alluminio (5.920 ton): Revet di Pontedera
Biodegradabile (11.512 ton): Publiambiente Empoli, Cermec Massa, Asiu Piombino
Legno (3.210 ton): Lonzi Metalli di Livorno
Telefonini e apparecchi (4.647) elettronici: un pool di aziende ad hoc
Metalli e imballaggi: Lonzi Metalli di Livorno.

Le carte che restano: Gli investimenti impossibili di Aamps

08.03.2012 08:40

Ecco i faraonici investimenti annunciati da Aamps solo  pochi mesi fa (secondo semestre 2011) di fronte ad una commissione comunale convocata "ad acta" da alcuni consiglieri  nel tentativo, peraltro vano, di fare preventivamente luce sul bilancio economico e finanziario dell'Azienda. Al centro della mission di Aamps, lo sviluppo dell'"impiantistica". Obiettivo sbandierato (ma incredibilmente mai realizzato) che all'epoca fu giudicato pregiudiziale per un ingresso "alla pari" dell'Azienda di Via Bandi nel gran concerto delle Aziende Toscana che daranno vita alla newco di Rete Ambiente nel contesto di Ato. A quelle dichiarazioni, fatte nel quadro di una crisi finanziaria di dimensioni ciclopiche che per anni non è stata nè monitorata, nè resa pubblica, è seguita poi due settimane dopo la modifica statutaria (votata dalla stessa  maggioranza che in questi anni ha espresso il Consiglio di Amministrazione) per l'insediamento di un amministratore unico e l'incarico conferito dal Sindaco al"liquidatore" Angelo Rosi (che dal 17 febbraio "scartabella" le carte dell'Azienda) per una "due diligence" di quanto resta di Aamps. Ecco la mappa dei fantomatici investimenti:
 
A) Bioessiccatore: 7,5 milioni di euro per investimento (finanziamento a carico di Ato Toscana Costa), costi cessanti attesi pari a 815 mila Euro l'anno con tempi di realizzazione di due anni. Le risorse collegate all'attuazione del progetto, precisava l'allora Presidente Cappelli, "sono collegate alla ristrutturazione del patrimonio immobiliare dell'Azienda".

 
B) Impianto fotovoltaico presso la discarica bonificata: 5 milioni di euro di investimento per la trasformazione di energia solare in energia elettrica, ricavi attesi di 500 milioni di euro, tempi di realizzazione di 6 mesi.

 
C) Ricicleria: 2,5 milioni di euro di investimento per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel Comune di Livorno e raccolti in forma differenziata. Ricavi attesi: 650.000 euro l'anno e tempi di realizzazione 18 mesi. 

 
D) Terza linea del termovalorizzatore: 90 milioni di euro di investimento a supporto dell'Ambito nella gestione residuale del rifiuto indifferenziato tramite il raddoppio della potenzialità attuale del TVR. Ricavi attesi: 15 milioni di euro l'anno e tempi di realizzazione di cinque anni.

 
E) Digestore anaerobico: 7 milioni di euro di investimento a supporto della raccolta differenziata della frazione organica, garantendo la produzione di energia elettrica da biogas e compost di qualità da collocare sul mercato, costi cessanti 2 milioni di euro l'anno e due anni per la realizzazione. Costi cessanti 2 milioni di euro l'anno e due anni per la realizzazione.

Insomma, un piano industriale ambizioso che, al netto della terza linea, avrebbe comportato un volume di investimenti decisamente contenuto in rapporto alla rendita posizionale dell'Azienda. In realtà in questi anni, durante i quali il livello di produzione dei rifiuti è costantemente aumentato piuttosto che diminuire come sarebbe dovuto essere nei programmi di un'azienda monopolista, il costo del servizio è incrementato in misura esponenziale e non ha consentito di abbassare la Tariffa di Igiene Ambientale, (che copre il costo del servizio secondo parametri peraltro discutibili). Uno snodo, dunque, "aggravato" dalla crisi di liquidità (che ha molteplici cause e non sempre cristalline), ma non certamente determinato da essa.

Le carte che restano. Tutti gli uomini di Aamps

02.03.2012 20:50

2004/2007    AAMPS Azienda ambientale di Pubblico Servizio (Ciclo Integrato dei rifiuti). Società Controllata dal Comune di Livorno. (Gestione in house)
Sindaco di Livorno (Ente controllante):  Cosimi Alessandro
Presidente Cda             Di Rocca Filippo
Vice Presidente Cda     Ciucci Alessandro
Amm.re Delegato         Chimenti Massimo

Consiglieri
Braccini Cesare
Toncelli Cristiano

Direttore Generale: Ceccarelli Claudio
Presidente Collegio Sindacale: Ferracci Vinicio
Sindaco Revisore: Scardigli Juri
Sindaco Revisore: Gianluca Risaliti

2007/2009
Sindaco di Livorno (Ente Controllante)  Cosimi Alessandro
Presidente Cda             Di Rocca Filippo
Vice Presidente Cda     Braccini Cesare
Amm.re Delegato         Chimenti Massimo  (poi dimissionario nel corso del mandato)

Consiglieri
Ciucci Alessandro
Toncelli Cristiano

Direttore Generale: Ceccarelli Claudio
Presidente Collegio Sindacale: Verugi Giovanni
Sindaco Revisore: Tamberi Stefano
Sindaco Revisore: Rusciano Alessandra

2009/2012
Sindaco di Livorno (Ente Controllante): Cosimi Alessandro
Presidente Cda           Cappelli Massimo
Vice Presidente Cda   Braccini Cesare
 

Consigliere
Ristori Marco

Direttore Generale: Ceccarelli Claudio
Presidente Collegio Sindacale: Verugi Giovanni
Sindaco Revisore: Tamberi Stefano
Sindaco Revisore: Rusciano Alessandra

Nel corso dei tre mandati il capitale sociale, interamente versato dal Comune di Livorno, è rimasto invariato ed attualmente ammonta ad Euro 16.476.400,00

Secondo le stime ufficiali un anno tariffario di Aamps (indicizzato ai valori attuali) dovrebbe valere 32 milioni di Euro
Ammonterebbe a circa 20 milioni di euro il credito esigibile(?) e non riscosso da Aamps in questi anni.
-4 milioni di euro il risultato economico netto per l'annualità 2011
Circa 2 milioni di euro il costo del debito bancario.

2012
Sindaco di Livorno (Ente controllante): Cosimi Alessandro
Amministratore Unico: Rosi Angelo
Direttore Generale: Ceccarelli Claudio
Oggetto:  Le carte che restano. Tutti gli uomini di Aamps

 

Il silenzioso blitz della variante Gran Guardia

28.02.2012 21:52

postato in: "Dibattito Aperto/NUOVO E VECCHIO CENTRO"

E così anche Livorno avrà il suo Grande Magazzino per abbigliamento giovanile in pieno Centro Storico, là dove sorgevano gli stabilimenti del Cinema teatro La Gran Guardia. Oltre al Grande Magazzino una parte della storica struttura verrà edificata (si parla di una palazzina con almeno una ventina di appartamenti ricavati dal retro del vecchio Cinema), mentre lo schermo cinematografico, sia pure in sedicesimo, dovrebbe riapparire per non più di 150 appassionati a proiezione dove un tempo insisteva l'elegante galleria della formidabile struttura culturale. Il supermercato H&M, dunque, ora ha le cubature spianate e potrà sviluppare le sue superfici di vendita (pari a 1500 mq di area commerciale) in deroga al regolamento comunale, che fino ad oggi limitava l'espansione delle aree di vendita situate all'interno del Pentagono del Buontalenti entro il prudenziale limite dei 999 mq. Un limite stabilito non per gioco, ma per favorire la nascita e la crescita di iniziative commerciali di piccola e media dimensione che non fossero esclusivamente frutto di scalate internazionali o di marchi in franchising. Per attuare questa deroga è occorsa una variante urbanistica di tipo commerciale, la cui discussione con approvazione  è stata accelerata (con uno scorrimento incredibile degli argomenti all'O.d.g.) grazie alle manovre del capogruppo del Pd livornese, certo Massimo Gulì, un fedelissimo d'apparato che normalmente non sbaglia una mossa. Ma questo Gulì ha agito altresì su ispirazione del Piccolo Samurai fiorentino Mauro Grassi, assessore acquisito all'Urbanistica, uno che notoriamente va per le spicce e non si pone il problema molto veltroniano "delle compatibilità" con i commercianti della zona o con i residenti. Grassi aveva ricevuto in eredità la pratica dalla pragmatica Paola Bernardo, avvocatessa molto progressive che nella sua veste temuta di "governatrice urbana" (prima del declino di Cosimi) aveva tessuto i rapporti con la proprietà della Gran Guardia disponendo di una delega molto ampia e soprattutto riservata. Per molto tempo la triangolazione tipicamente lobbistica tra Comune di Livorno, proprietà immobiliare e soggetto attuatore della trasformazione commerciale (la maxi catena urbanistica H&M che aveva pressato per la deroga) è stata fasciata dalla tradizionale coltre di silenzio. Lo sdoganamento fu avviato dal giornale locale "Il Tirreno" che improvvisamente squadernò il protocollo post cinematografico rappresentandolo da par suo come un fenomeno rooseveltiano capace di "creare trenta posti di lavoro", un'autentica goccia nel mare della disoccupazione tendenziale di settore. Lo stesso argomento, quello dei trenta posti di lavoro, sollevato peraltro dal Piccolo Samurai Grassi per relativizzare ogni problematica di tipo urbanistico legata alla effettiva natura della struttura multifunzionale e alle dotazioni obbligatorie di standard (verde e  parcheggi) che la collocazione del fabbricato commerciale e residenziale dovrebbe comportare nel quadro di un'area peraltro prossima alla semipedonalizzazione. Ne' il Piccolo Samurai, nè l'avvocatessa dunque, prestano più di tanto attenzione al tema dei carichi urbanistici, con i relativi oneri per la proprietà, certi che l'ennesima regalia alla rendita immobiliare possa essere venduta come una operazione di recupero funzionale gradita un po' a tutti. Un modo di tornare a "Pensare in Grande", insomma" tra i misteri dell'Odeon e la demolizione dello storico ex Cinema Moderno. C'è posto per tutti in centro, ragazzi miei.

Piani di recupero, Rossignolo, Aamps; le strategie del silenzio.

25.02.2012 17:42

UNA COMMISSIONE UTILE

Uno squarcio di luce nel quadro di una opacità sistemica preoccupante. La Commissione Comunale numero 1, rivalutata dalla Presidenza di Marco Cannito di Città Diversa, consente di far luce sui misteri del Piano di Recupero di Fiorentina. Non tanto sul quadro urbanistico, che per molti aspetti dovrebbe essere delineato, quanto sui ritardi che stanno accompagnando il trasferimento delle famiglie dell'isolato di Via Giordano Bruno, 14 nei cosiddetti alloggi parcheggio di Viale Città del Vaticano, quartiere La Scopaia.

IL RISIKO DEI PIANI DI RECUPERO

Prassi vuole infatti, specie a Livorno ma anche altrove, che non si possa battere il chiodo delle opere di demolizione e ripristino di un immobile degradato se non liberando quegli appartamenti (alcuni dei quali da espropriare) e trasferendo i legittimi occupanti in alloggi pubblici sostitutivi. Insomma, il piano non parte se gli inquilini non se ne vanno, ma dove vanno? Il problema sta qui. Ci sono 91 alloggi (di cui al Pro Memoria 2012), realizzati da Casalp, il braccio operativo del Comune, che per un motivo o per un altro non si riescono ad assegnare nel quadro di una emergenza abitativa complessiva peraltro drammatica. Pare che 55 di questi (blocco di Scopaia) siano stati completati e accatastati a tutti gli effetti, mentre altri 24, sui quali gravano le aspettative dei fuoriusciti di Fiorentina, ma non solo di essi, risulterebbero di fatto bloccati a causa di un contenzioso giudiziario fra l'Associazione Temporanea d'Impresa appaltatrice e alcune aziende fornitrici. Un quadro che ricorre molto spesso a questi livelli, complicato da un procedimento ingiuntivo che vede il Comune nella scomoda posizione di terzo debitore (delle somme contrattuali dovute al costruttore convenuto in giudizio); per questo motivo il Comune sarebbe stato diffidato dall'organo giudiziario ad effettuare  ogni pagamento al suo creditore per opere peraltro non ancora completate. Mancherebbe infatti, limitatamente a quei 24 appartamenti, un tre per cento di avanzamento lavori da definire.(installazione di sanitari e di caldaia condominiale).

DICHIARAZIONI DI RESPONSABILITA' E IL GIOCO DEL SILENZIO

Non lo afferma un complottista, ma lo dice Picchi, assessore multiservice del Comune di Livorno, che finalmente, nel corso di un'audizione degna di questo nome, squaderna di fronte ai commissari e ai preassegnatari degli alloggi sostitutivi la vera situazione. Ma Picchi non si ferma qui e forse approfittando dell'assenza dei giornalisti sistemici disegna un quadro delle opere ancora da realizzare tra Shangai e Corea quanto meno preoccupante. "Da solo il Comune non ce la può fare", afferma l'Assessore in modo perentorio, gettando qualche ombra sui Piani di Recupero in corso da anni nei Quartieri Nord basati sul trade off demolizione/ricostruzione e contestuale transumanza dei nuclei familiari interessati dagli interventi di riqualificazione. Un processo di mobilità che avviene sempre nel silenzio filtrato del "partito" e delle Circoscrizioni.. Il documento filmato che pubblichiamo qui sotto attesta come qualche mese fa le cose sembrava si mettessero per il meglio, con i residenti soddisfatti dell'iter di adozione/approvazione della variante urbanistica "abitare sociale" di zona (estesa al Piano di Recupero di Fiorentina) e gonfi di soddisfazione per la solita promessa a cuor leggero del Sindaco: "A Dicembre farete il Natale con lo sgombero". Possibile che non fosse nota, all'epoca di quella dichiarazione, la complicata situazione di una parte dei 91 alloggi, destinati ad accogliere la "sosta abitativa" dei residenti di Fiorentina? E se non ci fosse stata la Commissione, con le oneste ammissioni dell'Assessore in campo, per quanto tempo ancora avrebbe aleggiato il silenzio su questa operazione?

LA DIMENSIONE RASSICURANTE DEL SILENZIO "GOVERNATO" 

E' una strategia, questa del silenzio "governato", che vediamo operare con sistematica ritualità sul territorio livornese ogni volta si verifichino un fatto o una situazione che mettano a rischio il compromesso "non informato" fra amministratori, lavoratori, utenti, residenti in occasione di fattispecie socialmente rilevanti.(casa, lavoro, territorio). Quel circuito consensuale che consente di annullare la rilevanza di eventi talvolta drammatici attraverso la negazione del principio di responsabilità per amministratori o gestori di processo. Negazione che viene perseguita e attuata, con il sostegno "informato" dei media", utilizzando lo strumento straniante del vittimismo nei confronti di "un sistema più grande" di noi e con la raffinata tecnica del defilamento e della menzogna.

LE PROMESSE DI ROSSIGNOLO E LO SHOW DOWN DI AAMPS

Paradigmatiche sono sotto questo aspetto le vicende legate alla De Tomaso di Rosignolo (una scommessa "coccolata" da Sindacati e Enti Locali)  e più recentemente a quella per molti aspetti annunciata della "liquidazione" di Aamps. Su entrambe ritorneremo visto l'incalzare degli eventi, ma tanto basta per capire che la presunta ricapitalizzazione di un'azienda automobilistica priva di mercato e con dipendenti fantasma in cassa integrazione fino al 31.12.2011 (si attende ad oggi un problematico rinnovo) e la pubblica liquidazione di un'azienda "politica" che ha inutilmente praticato il sistema tariffario più esoso d'Europa maturando un debito finanziario al limite degli 80 milioni di euro con banche e fornitori, siano le facce di una stessa medaglia. Una dimensione prismatica che può mantenersi, appunto, solo col silenzio sistemico e in assenza di chiari percorsi di responsabilità. E, sullo sfondo, una politica autoconservativa e reticente.

 

 

Il Cosimometro

23.02.2012 17:53

TORRE DELLA CIGNA: L'impossibile incanto

20.02.2012 22:15

 

SALVIANO 2: Urla dal silenzio

17.02.2012 22:08

 

Livorno: iniziato lo shopping immobiliare della Sanità Pubblica

15.02.2012 15:20

Da alcune ore ha preso politicamente forma il progetto finanziario del Nuovo Ospedale di Livorno. La strategia è concentrica. Da un lato, opere infrastrutturali a sostegno della viabilità del comparto Sud (sono stati messi in cassa comunale ben 15 milioni di finanziamenti comunali per la bisogna come opere di urbanizzazione cui dobbiamo aggiungere i tre milioni e mezzo di provenienza regionale), dall'altro smantellamento e relativa alienazione (per realizzare il ricavo della vendita) - previa modifica delle destinazioni  d'uso - (in senso verosimilmente residenziale e commerciale) delle strutture sanitarie distrettuali dismesse che hanno cessato di svolgere una funzione socio sanitaria. E tutto questo grazie alla adozione di una variante urbanistica al Piano Regolatore vigente (mentre è in corso di affidamento la progetazione di quello nuovo!). Strutture che nonostante l'ampiezza, l'accessibilità, la consuetudine logistica con l'utenza, non sarebbero più "accreditabili" per il servizio sanitario regionale, come sostiene da tempo la Direttrice Asl 6 Calamai all'unisono con i Sanitari di riferimento, il Pd, le Associazioni della Consulta del Volontariato di cui è incredibilmente Presidente e, ultimo ma non per ultimo, quel personaggio ormai Kunderiano  che risponde al nome dell'ex sindaco Lamberti, già acceso promotore di istanze referendarie e oggi al fianco del suo ex Assessore Picchi (già mediatore di fiducia nelle vicende tutte da rileggere di Porta a Mare e Salviano 2) nel  dare i tempi di questa spregiudicata operazione. Se le cronache non ci ingannano, stiamo parlando di una decisione destinata ad ipotecare il futuro urbanistico e socio-assistenziale dell'area livornese  senza che vi sia certezza sul reimpiego dei fondi ricavati (e sulla loro stessa consistenza economica) nella realizzazione di una rete assistenziale sostitutiva. Le mozioni che sono state votate al riguardo per impegnare la Dirigenza della Asl di Livorno hanno il sapore della beffa, se non dell'insulto. Non una buona notizia mentre in città impennano le fasce di povertà e il bisogno sociale e sanitario (spesso estremo) si aggrava in misura tale da determinare aggravi finanziari sulle famiglie e il trasferimento dell’utenza con acuzie presso altre realtà ospedaliere della Regione. Intanto pubblichiamo in questo schema  il valore patrimoniale degli immobili (incrementato delle manutenzioni e al netto degli ammortamenti) destinabili alle aste immobiliari. La rilevazione è ovviamente fatta prima di mettere nel conto gli effetti della valorizzazione urbanistica.

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