Piani di recupero, Rossignolo, Aamps; le strategie del silenzio.

25.02.2012 17:42

UNA COMMISSIONE UTILE

Uno squarcio di luce nel quadro di una opacità sistemica preoccupante. La Commissione Comunale numero 1, rivalutata dalla Presidenza di Marco Cannito di Città Diversa, consente di far luce sui misteri del Piano di Recupero di Fiorentina. Non tanto sul quadro urbanistico, che per molti aspetti dovrebbe essere delineato, quanto sui ritardi che stanno accompagnando il trasferimento delle famiglie dell'isolato di Via Giordano Bruno, 14 nei cosiddetti alloggi parcheggio di Viale Città del Vaticano, quartiere La Scopaia.

IL RISIKO DEI PIANI DI RECUPERO

Prassi vuole infatti, specie a Livorno ma anche altrove, che non si possa battere il chiodo delle opere di demolizione e ripristino di un immobile degradato se non liberando quegli appartamenti (alcuni dei quali da espropriare) e trasferendo i legittimi occupanti in alloggi pubblici sostitutivi. Insomma, il piano non parte se gli inquilini non se ne vanno, ma dove vanno? Il problema sta qui. Ci sono 91 alloggi (di cui al Pro Memoria 2012), realizzati da Casalp, il braccio operativo del Comune, che per un motivo o per un altro non si riescono ad assegnare nel quadro di una emergenza abitativa complessiva peraltro drammatica. Pare che 55 di questi (blocco di Scopaia) siano stati completati e accatastati a tutti gli effetti, mentre altri 24, sui quali gravano le aspettative dei fuoriusciti di Fiorentina, ma non solo di essi, risulterebbero di fatto bloccati a causa di un contenzioso giudiziario fra l'Associazione Temporanea d'Impresa appaltatrice e alcune aziende fornitrici. Un quadro che ricorre molto spesso a questi livelli, complicato da un procedimento ingiuntivo che vede il Comune nella scomoda posizione di terzo debitore (delle somme contrattuali dovute al costruttore convenuto in giudizio); per questo motivo il Comune sarebbe stato diffidato dall'organo giudiziario ad effettuare  ogni pagamento al suo creditore per opere peraltro non ancora completate. Mancherebbe infatti, limitatamente a quei 24 appartamenti, un tre per cento di avanzamento lavori da definire.(installazione di sanitari e di caldaia condominiale).

DICHIARAZIONI DI RESPONSABILITA' E IL GIOCO DEL SILENZIO

Non lo afferma un complottista, ma lo dice Picchi, assessore multiservice del Comune di Livorno, che finalmente, nel corso di un'audizione degna di questo nome, squaderna di fronte ai commissari e ai preassegnatari degli alloggi sostitutivi la vera situazione. Ma Picchi non si ferma qui e forse approfittando dell'assenza dei giornalisti sistemici disegna un quadro delle opere ancora da realizzare tra Shangai e Corea quanto meno preoccupante. "Da solo il Comune non ce la può fare", afferma l'Assessore in modo perentorio, gettando qualche ombra sui Piani di Recupero in corso da anni nei Quartieri Nord basati sul trade off demolizione/ricostruzione e contestuale transumanza dei nuclei familiari interessati dagli interventi di riqualificazione. Un processo di mobilità che avviene sempre nel silenzio filtrato del "partito" e delle Circoscrizioni.. Il documento filmato che pubblichiamo qui sotto attesta come qualche mese fa le cose sembrava si mettessero per il meglio, con i residenti soddisfatti dell'iter di adozione/approvazione della variante urbanistica "abitare sociale" di zona (estesa al Piano di Recupero di Fiorentina) e gonfi di soddisfazione per la solita promessa a cuor leggero del Sindaco: "A Dicembre farete il Natale con lo sgombero". Possibile che non fosse nota, all'epoca di quella dichiarazione, la complicata situazione di una parte dei 91 alloggi, destinati ad accogliere la "sosta abitativa" dei residenti di Fiorentina? E se non ci fosse stata la Commissione, con le oneste ammissioni dell'Assessore in campo, per quanto tempo ancora avrebbe aleggiato il silenzio su questa operazione?

LA DIMENSIONE RASSICURANTE DEL SILENZIO "GOVERNATO" 

E' una strategia, questa del silenzio "governato", che vediamo operare con sistematica ritualità sul territorio livornese ogni volta si verifichino un fatto o una situazione che mettano a rischio il compromesso "non informato" fra amministratori, lavoratori, utenti, residenti in occasione di fattispecie socialmente rilevanti.(casa, lavoro, territorio). Quel circuito consensuale che consente di annullare la rilevanza di eventi talvolta drammatici attraverso la negazione del principio di responsabilità per amministratori o gestori di processo. Negazione che viene perseguita e attuata, con il sostegno "informato" dei media", utilizzando lo strumento straniante del vittimismo nei confronti di "un sistema più grande" di noi e con la raffinata tecnica del defilamento e della menzogna.

LE PROMESSE DI ROSSIGNOLO E LO SHOW DOWN DI AAMPS

Paradigmatiche sono sotto questo aspetto le vicende legate alla De Tomaso di Rosignolo (una scommessa "coccolata" da Sindacati e Enti Locali)  e più recentemente a quella per molti aspetti annunciata della "liquidazione" di Aamps. Su entrambe ritorneremo visto l'incalzare degli eventi, ma tanto basta per capire che la presunta ricapitalizzazione di un'azienda automobilistica priva di mercato e con dipendenti fantasma in cassa integrazione fino al 31.12.2011 (si attende ad oggi un problematico rinnovo) e la pubblica liquidazione di un'azienda "politica" che ha inutilmente praticato il sistema tariffario più esoso d'Europa maturando un debito finanziario al limite degli 80 milioni di euro con banche e fornitori, siano le facce di una stessa medaglia. Una dimensione prismatica che può mantenersi, appunto, solo col silenzio sistemico e in assenza di chiari percorsi di responsabilità. E, sullo sfondo, una politica autoconservativa e reticente.