Le carte che restano: Gli investimenti impossibili di Aamps

08.03.2012 08:40

Ecco i faraonici investimenti annunciati da Aamps solo  pochi mesi fa (secondo semestre 2011) di fronte ad una commissione comunale convocata "ad acta" da alcuni consiglieri  nel tentativo, peraltro vano, di fare preventivamente luce sul bilancio economico e finanziario dell'Azienda. Al centro della mission di Aamps, lo sviluppo dell'"impiantistica". Obiettivo sbandierato (ma incredibilmente mai realizzato) che all'epoca fu giudicato pregiudiziale per un ingresso "alla pari" dell'Azienda di Via Bandi nel gran concerto delle Aziende Toscana che daranno vita alla newco di Rete Ambiente nel contesto di Ato. A quelle dichiarazioni, fatte nel quadro di una crisi finanziaria di dimensioni ciclopiche che per anni non è stata nè monitorata, nè resa pubblica, è seguita poi due settimane dopo la modifica statutaria (votata dalla stessa  maggioranza che in questi anni ha espresso il Consiglio di Amministrazione) per l'insediamento di un amministratore unico e l'incarico conferito dal Sindaco al"liquidatore" Angelo Rosi (che dal 17 febbraio "scartabella" le carte dell'Azienda) per una "due diligence" di quanto resta di Aamps. Ecco la mappa dei fantomatici investimenti:
 
A) Bioessiccatore: 7,5 milioni di euro per investimento (finanziamento a carico di Ato Toscana Costa), costi cessanti attesi pari a 815 mila Euro l'anno con tempi di realizzazione di due anni. Le risorse collegate all'attuazione del progetto, precisava l'allora Presidente Cappelli, "sono collegate alla ristrutturazione del patrimonio immobiliare dell'Azienda".

 
B) Impianto fotovoltaico presso la discarica bonificata: 5 milioni di euro di investimento per la trasformazione di energia solare in energia elettrica, ricavi attesi di 500 milioni di euro, tempi di realizzazione di 6 mesi.

 
C) Ricicleria: 2,5 milioni di euro di investimento per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel Comune di Livorno e raccolti in forma differenziata. Ricavi attesi: 650.000 euro l'anno e tempi di realizzazione 18 mesi. 

 
D) Terza linea del termovalorizzatore: 90 milioni di euro di investimento a supporto dell'Ambito nella gestione residuale del rifiuto indifferenziato tramite il raddoppio della potenzialità attuale del TVR. Ricavi attesi: 15 milioni di euro l'anno e tempi di realizzazione di cinque anni.

 
E) Digestore anaerobico: 7 milioni di euro di investimento a supporto della raccolta differenziata della frazione organica, garantendo la produzione di energia elettrica da biogas e compost di qualità da collocare sul mercato, costi cessanti 2 milioni di euro l'anno e due anni per la realizzazione. Costi cessanti 2 milioni di euro l'anno e due anni per la realizzazione.

Insomma, un piano industriale ambizioso che, al netto della terza linea, avrebbe comportato un volume di investimenti decisamente contenuto in rapporto alla rendita posizionale dell'Azienda. In realtà in questi anni, durante i quali il livello di produzione dei rifiuti è costantemente aumentato piuttosto che diminuire come sarebbe dovuto essere nei programmi di un'azienda monopolista, il costo del servizio è incrementato in misura esponenziale e non ha consentito di abbassare la Tariffa di Igiene Ambientale, (che copre il costo del servizio secondo parametri peraltro discutibili). Uno snodo, dunque, "aggravato" dalla crisi di liquidità (che ha molteplici cause e non sempre cristalline), ma non certamente determinato da essa.