EX GIOLFO & CALCAGNO:
Comunicato Comitato Borgo di Magrignano .
Si prega voler pubblicare.
"Il comitato Borgo di Magrignano esprime la propria solidarietà nei confronti dei lavoratori della Società Bellabarba, che hanno sempre dimostrato la loro professionalità e disponibilità alle nostre richieste. Ci dispiace constatare che una realtà locale che da lavoro a molte persone sia oggi in crisi, vuoi per la discarica di Limoncino, ma anche per, argomento che abbiamo a cuore, la situazione in cui versa il quartiere di Borgo di Magrignano. A fine agosto sembrava che la Società potesse ripartire a lavorare all'interno del quartiere, ma così non è stato. Il mancato credito (900.000 € circa) contratto con il Consorzio Edilporto sicuramente non allevia la situazione già difficile della società stessa. Intanto all'interno del Borgo da settembre 2011 l'abbandono regna sovrano, così come sembra esserci un abbandono da parte della politica Livornese. Il giorno 27/03/2012 a seguito di una nostra audizione alla IV° Commissione consiliare del Comune di Livorno, spinta anche da un precedente incontro con l'ex Sindaco Lamberti, il presidente della stessa, sollecitato anche da più capigruppi dell'opposizione, si prese carico di una successiva convocazione (45 giorni max) con risposte da parte dell'amministrazione comunale non presente alla stessa audizione. Successivamente si ebbe una audizione in monologo del Consorzio Edilporto nella figura del suo presidente Tognotti Roberto senza contraddittori e nuovamente senza la presenza di alcun assessore. Crediamo che il termine di 45 gg a suo tempo fosse abbastanza lungo, ma a nostro buoncuore avremo aspettato anche due mesi... sei mesi incominciano ad essere troppi !!! Tanto più che nel mezzo c'è stata anche un’interruzione di energia elettrica per morosità di Edilporto e l'intervento del Vice Sindaco e del Prefetto a momentanea garanzia di una non interruzione dei servizi. Che l'immobilismo dell'Amministrazione Comunale di cui si parla in questi giorni sia vero?! Noi ci auguriamo di no sperando a breve in una convocazione ufficiale in commissione in presenza non solo dell'opposizione, ma anche di chi governa questa città e vigila affinchè vengano tutelati i legittimi diritti dei cittadini e lavoratori, così da poter avere rassicurazioni, per 500 famiglie, in merito al proseguimento dei lavori all'interno del quartiere."
Comitato Borgo di Magrignano
Lucarelli Michele
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ECCO COME E' ANDATA A FINIRE ...
Pubblichiamo il testo della lettera inviata dagli ex lavoratori della Giolfo e Calcagno al Sindaco di Livorno al presidente della Provincia, agli Assessori allo sviluppo ed alle varie Commissioni per il lavoro.
“Gli ex lavoratori della Giolfo e Calcagno vogliono con questa lettera ricordare a tutti Voi che alla fine del percorso non è stato fatto assolutamente niente di concreto per loro: ancora circa 40 persone si ritrovano ad oggi senza un lavoro e molti senza nessun ammortizzatore sociale; tra noi c’è che si è trovato costretto a vivere in un camper e chi purtroppo dalla disperazione è arrivato al punto di fare gesti inconsulti; il sito è lì nell’area portuale abbandonato a se stesso affogato nella steppaglia che a guardarlo fa venire voglia di piangere, i vari progetti sono rimasti sulla carta o ancor meglio nell’aria e gli ipotetici imprenditori interessati si sono dileguati. Cosa ne sapete Voi di cosa voglia dire lottare tutti i santi giorni per la sopravvivenza, di fare i salti mortali per riuscire a pagare tutte le tasse che fra tutti siete solo buoni ad aumentare. Ici, imu, addizionale comunale, regionale, bollette, iva ….. ma come dobbiamo fare ? Ditecelo voi come dobbiamo fare visto che ci avete sempre promesso impegno……
È vero si che la crisi è generale e che tante misure di Austerity sono state prese dal Governo, ma è anche vero che voi rappresentate qui a Livorno coloro che devono occuparsi del territorio e dei cittadini, è vero che dovreste adottare politiche per aiutare i cittadini, per tutelarli, a maggior ragione quando ci si ritiene “di sinistra”. Ci dovete spiegare perché le Aziende da Livorno ‘scappano’, perché nessuno vuole investire in questo territorio, perché non Vi preoccupate un po’ del welfare, perché tendente a privatizzare e poi quando il privato se ne va lasciando i lavoratori senza futuro, Voi dite che nel privato ci potete fare ben poco!!!!!
In tre anni di tempo non siete stati capaci di reinserire una ed una sola persona nel mondo del lavoro: una politica programmata per reinserire al lavoro anche un solo lavoratore non è stata fatta. Siamo abbandonati a noi stessi: cavoli nostri se non possiamo più pagare il mutuo e le banche ci levano le case, cavoli nostri se Equitalia ci viene a pignorare le cose perché non ce la facciamo a pagare le tasse, cavoli nostri se non possiamo garantire una vita dignitosa ai nostri figli … Beh, ma se non vi decidete a preoccuparvi di queste problematiche dando più spazio al welfare e al pubblico (e non alle opere pubbliche ”cattedrali nel deserto”), beh presto o tardi saranno anche cavoli Vostri.
Con tanta rabbia,
gli ex lavoratori della Giolfo e Calcagno”.
Livorno, 6 aprile 2012
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Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Italia Nostra Onlus
Sezione di Livorno
Livorno, 3 marzo 2012
Spett.le Dott. Paul Kyprianou - Responsabile
Relazioni Esterne GRIMALDI GROUP spa
Via Campodisola Marchese, 13
80133 NAPOLI (NA)
Buongiorno Dott. Kiprianou,
le scrivo in qualità di Presidente di ” Italia Nostra” Livorno, in quanto il lungo tratto del litorale labronico che corre dalla Provincia di Pisa fino alla provincia di Grosseto, ci vede territorialmente coinvolti come territorio costiero.
Devo dire che il grave incidente verificatosi, a prescindere da ogni responsabilità penale la cui attribuzione è oggetto di indagine da parte degli Organi competenti, rappresenta motivo di grande ansia per la società civile locale della quale ”Italia Nostra”, insieme ad altre valide Associazioni, rappresenta una delle espressioni più significative sul piano nazionale. Questa ansia è dettata da preoccupazioni di tipo ambientale sui danni che possono essere arrecati sia all’eco-sistema marino del nostro tratto costiero, sia di tipo sanitario per la nocività del pericoloso contenuto dei fusti, che alimenta vive preoccupazioni per la salute dei cittadini, anche in considerazione della imminente stagione balneare.
Come”Italia Nostra” prendiamo atto delle operazioni di ricerca intraprese e della disponibilità manifestata dalla v.s. Società in qualità di armatrice del cargo incriminato. Dobbiamo però altresì rilevare dai più recenti articoli di stampa che la costituzione della Commissione della quale fanno parte anche rappresentanti delle Istituzioni locali, non è sufficiente a rasserenare gli animi dei cittadini che mantengono alta la guardia mostrandosi diffidenti nei confronti delle notizie che, attraverso gli organi di stampa locali gli pervengono da varie fonti, spesso discordanti tra loro.
Credo che il piano di recupero che codesta Società sta elaborando e che dovrà essere attuato attraverso una vostra Società specializzata, evidenzi un interesse a noi comune e cioè far si che le operazioni vengano effettuate con successo e trasparenza, garantendo la salvaguardia dell’ambiente marino e la salute dei nostri cittadini, attraverso il recupero di tutti i fusti integri, nonché del pericoloso contenuto fuoriuscito dai fusti danneggiati, contenuto che come riportato dai giornali sembrerebbe essere riversato sul fondale sabbioso a nord della Gorgona.
Riteniamo che in base a questo interesse comune, potrebbe giovare non certo una infruttuosa contrapposizione che ritengo non abbia ragione di esistere, ma una collaborazione sinergica che potrebbe essere attuata da parte della Società Grimaldi autorizzando due membri professionalmente qualificati del nostro Consiglio Direttivo a partecipare al recupero e a visionare l’attività di bonifica del fondale marino, permettendo così una piena trasparenza dell’operazione nell’interesse della vostra Società (che dimostrerebbe la propria serietà e sensibilità ambientale, della quale, al momento, non abbiamo motivi di dubitare) e nel contempo nel nostro interesse che è quello di tutelare il territorio e i cittadini, che si sentirebbero garantiti dai comunicati che potrebbero essere rilasciati durante le varie fasi del recupero a parte della nostra Associazione, se formalmente autorizzata senza riserve, a partecipare e visionare tutte le fasi dell’intervento.
In attesa di un Vs. cortese riscontro, la saluto con Cordialità.
IL PRESIDENTE
(Dott. Claudio Carbone)
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Abitare Sociale, come e perché: le nostre osservazioni.
a cura di Simona Corradini
Il presente contributo ha per oggetto la variante “Abitare sociale Coteto” e si inserisce all’interno della procedura di Valutazione Integrata e VAS Valutazione ambientale strategica disciplinate dalla legge regionale 10-2010 e dalla Lr 1/2005 della Toscana e relativo regolamento.
Il presente contributo riguarda la coerenza sotto il profilo procedurale per quanto riguarda gli aspetti sociali e ambientali in relazione ai seguenti temi su cui si auspica un maggior dettaglio e approfondimento al fine di valutare al meglio la sostenibilità della Variante stessa, che si inserisce in un ambito in cui sono già state attuate e sono state previste trasformazioni urbane di rilievo, sia di carattere residenziale che commerciale.
In linea generale trattandosi di una variante al Regolamento Urbanistico è necessario che sia dimostrata la coerenza con gli strumenti di governo del territorio ed in particolare con il Piano Strutturale per quanto concerne gli obiettivi, il quadro conoscitivo, il dimensionamento, che oltre a livello comunale, deve prevedere una valutazione a scala di ambito urbano, che secondo la legge regionale è costituito dalle UTOE secondo quanto disposto dal Regolamento 3/R/2007, art. 8 c.1, e dall’art. 53 comma 2c LR 1/2005.
La variante in oggetto ha come riferimento procedurale e normativo il dimensionamento della funzione residenziale e degli standard per abitante a livello esteso a tutto il territorio comunale e come tale trova i suoi presupposti entro una visione che comprende l’intero territorio comunale in relazione a procedure di riclassificazione normativa di aree poste al di fuori del comparto oggetto della Variante e in rapporto al processo di revisione dell’intero Piano Strutturale.
Anche per quanto riguarda la questione degli standard urbanistici la Variante ha come presupposto il dimensionamento degli standard per abitante, che viene considerato sull’intero territorio comunale, senza ulteriori approfondimenti a scala di circoscrizione e di quartiere o UTOE.
Su tali questioni si auspica una maggiore attenzione anche al fine di una maggiore coerenza con il Piano Strutturale che rappresenta lo strumento con il quale calibrare l’attuazione del RU e soprattutto valutare la sostenibilità del nuovo consumo di suolo come nel caso della Variante in oggetto. In questo caso per Piano Strutturale si intende sia quello vigente che la revisione del Piano Strutturale avviata nel 2009 (avvio del procedimento).
Rispetto alle suddette argomentazioni si propongono le seguenti osservazioni.
1. Il dimensionamento generale e la coerenza interna ed esterna
La VAS ha il compito di verificare la coerenza procedurale, sia interna (con il PS e con la revisione del PS) che esterna (con LR1/2005 e Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della L.R. n.1/2005, DPGR del 9.02.2007 n. 3/R e gli strumenti di governo sovraordinati PIT e PTC).
Trattandosi di variante al Regolamento Urbanistico con previsione di nuova edificazione è necessaria la coerenza con quanto previsto dal Piano Strutturale e dal regolamento Urbanistico vigenti, dal punto di vista del dimensionamento, secondo quanto stabilito dalla LR 1/2005 e dal Regolamento attuativo 3/R.
La Variante in oggetto comporta una variazione nella distribuzione delle quantità residenziali decise dal Piano regolatore e localizzate dal Regolamento Urbanistico (vedi tabella pag. 21-22 del rapporto ambientale).
Il rapporto ambientale risulta carente sotto il profilo della verifica di coerenza interna con il Piano Strutturale, in cui ci si limita ad indicare l’inquadramento delle aree (vedi 8.2 del rapporto).
E’ opportuno procedere ad integrare l’inquadramento con l’indicazione dell’UTOE cui appartengono le aree oggetto di variante. L’UTOE infatti è il riferimento per dimensionare le funzioni.
Appare necessario integrare la verifica di coerenza interna con le informazioni cartografiche e conoscitive e di inquadramento a livello di Piano Strutturale – avvio procedimento (cartografia e localizzazione delle aree soppresse e riclassificate, cartografia delle aree a servizi rispetto all’UTOE di appartenenza, tabelle di dimensionamento residenziale, tabelle relative a standard urbanistici) e con il Regolamento Urbanistico a scala di UTOE Fabbricotti-Coteto.
Occorre esplicitare maggiormente il quadro conoscitivo da cui sono stati desunti i dati relativi all’andamento demografico dal 1998 ad oggi, alla dotazione di standard urbanistici complessiva, alle aree di trasformazione per servizi non attuate e ai criteri della loro ri-classificazione normativa, in modo che le conoscenze siano visibili su di una cartografia a scala di Sottosistema insediativo di pianura e dell’UTOE in cui è inserita la Variante.
La verifica di tale coerenza, è fondamentale affinchè la Variante sia conforme al PS e all’avvio del procedimento di revisione e di conseguenza al R.U. ( Reg. 3/R art.8 c.3)
Tale verifica estesa almeno all’UTOE o alla circoscrizione, sulla base dei dati conoscitivi relativi al consumo di suolo realizzato fino ad oggi e alla dotazione di standard (relativi all’UTOE), consente di stabilire se tale nuovo consumo di suolo residenziale è sostenibile.
2. Stima del fabbisogno abitativo
Come si evince dal rapporto di sintesi si tratta di una Variante anticipatrice, che è finalizzata a dare, a breve termine, risposte concrete alla domanda di edilizia e nello specifico di edilizia sociale.
A tal fine la Variante fa riferimento ad un bilancio complessivo di abitanti dal 1998 ad oggi.
Appare quindi opportuno che la Variante in oggetto verifichi la rispondenza tra il quadro conoscitivo del PS – vedi anche avvio del procedimento, per quanto riguarda l’indagine socioeconomica e l’andamento demografico, con riferimento a dati non aggregati, per tutto il territorio, ma soprattutto per UTOE o per la circoscrizione rispetto ai seguenti parametri:
- residenti attuali
- residenti futuri proiettati
- movimenti migratori
- saldo demografico
- abitazioni occupate da residenti
- abitazioni non occupate
- abitazioni da recuperare
- numero di famiglie attuali
- numero di famiglie future
La stima dei residenti attuali dovrà tener conto dei residenti già previsti nella Variante Nuovo Centro e negli interventi attuati di recente, sia tramite comparti che tramite permessi a costruire e per tutte le previsioni vigenti non attuate in generale.
3. la coerenza degli obiettivi
E’ opportuno che nel rapporto ambientale sia meglio esplicitata la coerenza esterna degli obiettivi specifici della Variante rispetto agli obiettivi degli strumenti urbanistici costituiti dal Piano d’indirizzo territoriale, approvato con DCR n°72 del 24.07.2007, con la Implementazione paesaggistica del PIT adottata con DCR n°32 del 16.06.2009 per quanto riguarda la Scheda di
paesaggio relativa all’area della Variante, con il PTC.
Inoltre l’area su cui insiste la variante è stata oggetto di numerose trasformazioni – Salviano 2, Nuovo Centro – area industriale Coteto - Salviano. Tali varianti hanno condotto ad una modifica della strategia complessiva del Piano per l’intero Sistema insediativi.
Appare quindi opportuno verificare come i nuovi obiettivi della variante Coteto si conciliano con le varianti già approvate.
4. Verifica standard e dotazione verde
In base alla riduzione di popolazione la variante in oggetto deduce che gli standard, essendo superiori a 18 mq per abitante (21,10 mq/ab) non necessitano di essere implementati e pertanto non vi è la necessità di realizzare alcune delle aree a servizi previste.
Rispetto alla scelta di non prevedere un aumento degli standard, tra cui rientrano oltre al verde e ai parcheggi anche le scuole e le attrezzature civiche, si auspica un maggiore approfondimento, anche alla luce della revisione del PS, in cui l’aumento degli standard dovrebbe essere un obiettivo primario.
Si consideri a tale proposito il Piano Insolera (1977), altrimenti definito anche piano delle qualità, in cui si attribuiva un ruolo centrale alle circoscrizioni come ambiti di riferimento e si fissavano gli standard a 30 mq/ab.
Tale considerazione è connessa al presupposto su cui si fonda la variante in oggetto, ovvero il
dimensionamento degli standard a livello comunale.
Sarebbe auspicabile parametrare lo standard attuale, quello previsto dal PS vigente, dal PS in revisione al primo PRG della città, al fine di non abbassare, ma semmai, aumentare tale dotazione, al fine di verificare non solo lo standard residenziale ma anche quello territoriale, che comprende tra le altre, 15mq/abitante destinate ai “parchi urbani”.
5. Localizzazione dei servizi e degli standard urbanistici
Gli “standard residenziali” che, comprendono le attrezzature scolastiche, fino alla scuola media, non possono essere calcolati a livello comunale, al fine di dimensionare una porzione specifica di territorio quale quella della variante.
Al fine di rendere maggiormente coerente tale passaggio di scala è auspicabile un approfondimento e quindi appare necessario integrare il dimensionamento a scala di UTOE e riferire la scelta della variante in rapporto all’avvio del procedimento di revisione del PS riguardo alla dotazione complessiva di standard esistenti al 2011 per UTOE.
Si auspica la verifica degli standard urbanistici “residenziali” (istruzione, verde pubblico, verde sportivo, attrezzature d’interesse collettivo, parcheggi pubblici) e degli standard urbanistici territoriali (parchi urbani, istruzione superiore, attrezzature sanitarie).
In tal modo si potrà stabilire se nell’UTOE Coteto-Fabbricotti il rispetto degli standard urbanistici è coperto, se vi sono previsti gli standard per i residenti futuri in relazione al nuovo avvio del procedimento, così da rendere sostenibile la scelta della Variante in oggetto.
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Dibattito Aperto
Se dovessimo rappresentare metaforicamente, ma non troppo, la classe dirigente livornese, sceglieremmo un'icona, che fosse una via di mezzo fra Hieronymus Bosch e George Grosz. Una rappresentazione a metà tra l'orfico e il grottesco di tradizione medievale e il satirico-politico novecentesco. La si potrebbe figurare come una gigantesca palla di gomma dotata di organi sensoriali umani, una bocca perennemente atteggiata a una risata che ne deforma le labbra verso l'alto e ne amplifica la sonorità. E che come un satellite dallo spazio o da un angolo dell'orizzonte, sovrasta sudditi amministrati e informi. Una risata vi seppellirà si potrebbe concludere. Ma la risata o l'alzata di spalle in questo caso sono saldamente eterodiretti e finalizzati. Scegliendo una postazione ottimale ci si accorgerebbe che la risata ha movimenti spontanei e connaturati come un tic genetico. Tutta questa importanza figurativa e simbolica nei confronti di brave persone regolarmente elette o riciclate sui loro scranni, ai vertici delle categorie settoriali e nei cosiddetti gangli della società cittadina? Bosch evidenziava le superstizioni e i retaggi della sua epoca con una visione iconoclasta della chiesa e del potere. Grosz metteva a nudo gli appetiti della borghesia e delle classi politiche sue alleate connotandole con denti di squalo, che sarebbero sfociati nel fascismo e nella guerra. In realtà anche nell'era dei social network questo ritratto retrodatato corrisponde ai poteri consolidati e alle borghesie di tutte le epoche. La caratteristica anamnestica di quella livornese è che si distingue per una massiccia dose di ignoranza.
distinti saluti
Paolo Cascinelli
postato su "NUOVO E VECCHIO CENTRO"
LETTERA APERTA A TUTTI I CONSIGLIERI DEL COMUNE DI LIVORNO dal “ COMITATO DI VIA GRANDE ”
Livorno 13 febbraio 2012
OGGETTO: Richiesta del “ Comitato di Via Grande” alla vostra particolare attenzione sulle motivazioni della variante Gran Guardia e viabilità della Via Grande alla luce del voto favorevole per la Variante Gran Guardia in IV Commissione Comunale:
ALLEGATI: 1- Istanza del “Comitato di Via Grande del 27/10/2011”
2- Richiesta di incontro con gli assessori di Bernardo e Bettini del
17/01/2012
In data 27-10-2011 il Comitato di via Grande ha inviato e protocollato, presso il Comune di Livorno, una istanza tesa a rilevare gli aspetti critici della VIA GRANDE, richiedendo un incontro con l'Amministrazione Comunale. ( Protocollo N. 97596 con Oggetto: Richieste/considerazioni e valutazioni per valorizzazione della Via grande e Pentagono Buontalenti).
In data 17/01/2012 ha avviato un'altra richiesta d'incontro con l'assessore Bernardo con l'assessore Bettini e con il Sindaco senza ricevere risposta. Vogliamo oltresì ricordare che “ Il Comitato di Via Grande”,dal giorno 27/10/2011 aspetta l'audizione presso la Terza Commissione (Economia e lavoro) , come fu promessa dal Presidente Luca Fiordi .
PREMESSE
le ragioni del nostro dissenso, esplicitate nell'istanza in allegato, vogliamo sottolineare la preoccupazione che ci pervade nei riguardi del rapporto fra la Variante Gran Guardia e l'eliminazione dei parcheggi a pagamento di Via Grande e all'interno del Pentagono.
Molte sono le domande che vogliamo fare agli assessori, soprattutto perché l'effetto di tali decisioni ci coinvolge personalmente, ma ci viene impedito persino il colloquio e il confronto. Ecco perché, abbiamo compilato questa lettera aperta a tutti i consiglieri comunali, al fine di avere informazioni chiare su decisioni penalizzanti per le nostre attività.
ABBIAMO NOTATO CHE In riferimento alla Variante Ex Gran Guardia adottata con delibera di Consiglio comunale n. 100 del 29.7.2011 e non ancora approvata emerge quanto segue:
PUNTO 1: Nella delibera di adozione non si parla mai di nuova struttura di vendita ma solo di intervento di recupero funzionale, senza citare esplicitamente il cambio di destinazione d'uso e la realizzazione di una media struttura di vendita.
PUNTO 2: Per consentire tale intervento si modifica l'Attuale Regolamento Urbanistico come segue:
L'Amministrazione propone di aggiungere al comma 5 dell'Art. 53 del Regolamento Urbanistico la frase in rosso:
art. 53 c.5
“L'inserimento di strutture commerciali deve avvenire nel rispetto delle condizioni esplicitate nelle norme delle aree normative e nelle schede allegate, ."che per quanto di diverso prevedano rispetto al quadro sinottico che precede, prevalgono su quest'ultimo".
Il quadro sinottico regola l'ammissibilità delle strutture di vendita in tutto il territorio, a seconda dell'area normativa in cui si trova l'immobile. Approvando una dicitura simile si ammette la deroga per la Gran Guardia e si apre la strada per la deroga alla normativa vigente per qualsiasi altro intervento.
PUNTO 3 - PARCHEGGI: I parcheggi per la sosta di relazione e la sosta stanziale sono obbligatori per legge ( testo Unico della Regione Toscana sul Commercio) e da quanto disposto dal Regolamento Urbanistico:
“Gli spazi a parcheggio attinenti gli esercizi di vendita in sede fissa devono essere realizzati in conformità a quanto previsto dall'Art. 10 delle direttive regionali di cui alla deliberazione consiliare N. 137 del 25 Maggio 1999 e successive modifiche e integrazioni. Tale disciplina si applica anche nel caso di modifica alla destinazione d'uso di edifici esistenti che vengano destinati ad attività commerciale escludendo, comunque, gli esercizi di vicinato con superficie di vendita uguale o inferiore a mq. 250”. Ciò significa che, grosso modo, per ogni 1000 mq di superficie commerciale di vendita occorrono 80/100 parcheggi.
PUNTO 4 - DEROGA PARCHEGGIO: Il Codice del Commercio della Regione ammette che il Comune possa applicare anche nel caso di nuove medie strutture di vendita una deroga in base alle seguenti caratteristiche della zona.
Il Comune disciplina le ipotesi e le modalità di riduzione o annullamento delle superfici destinate a sosta di relazione, nei seguenti casi:
a- Ubicazione dell'esercizio in zone a traffico limitato o escluso ( ZSC O ZTL)
b – prevalente carattere pedonale dell'utenza;
etc..etc...
Il Regolamento Urbanistico vigente di Livorno, è chiaro a tale proposito poiché il comma 8 dell'art.53 del RU afferma che la dotazione obbligatoria per i parcheggi per la sosta di relazione si applica anche nel caso di modifica alla destinazione d'uso di edifici esistenti che vengano destinati ad attività commerciale escludendo, comunque gli esercizi di vicinato con superficie di vendita uguale o inferiore mq. 250.
Il Comune dovrà dotarsi di uno studio che consenta di valutare i flussi di traffico come prescritto per legge, comma 4 art. 28 Codice Commercio.
Il Comune può applicare l'articolo 28, comma 2 , del Regolamento qualora disponga di elementi circostanziati sui flussi di utenza e tenendo conto della situazione dei luoghi
In assenza di tale studio d'impatto sul traffico non è ammissibile alcuna deroga alle quantità di parcheggio richieste per legge, come specificato anche dal Regolamento urbanistico vigente.
Lo studio dei flussi d'utenza e sulla situazione dei luoghi si trova all'interno del progetto
“ Pensiamo in Grande" ?
PUNTO 5 -LOCALIZZAZIONE DEI PARCHEGGI: Indipendentemente dalla superficie di vendita vicinato o media, e dalla localizzazione dei parcheggi (sottosuolo, sul tetto, entro i 500 mt) nella variante si dovranno indicare esplicitamente per ogni tipologia di vendita la dotazione di parcheggi necessari.
L’indicazione dei parcheggi necessari dovrà essere fatta nella variante e non successivamente, poiché si tratta di standard urbanistici , ovvero di quantità minime da definire in sede di variante al R.U. poiché è lo strumento urbanistico e non il progetto definitivo che stabilisce gli standard da realizzare.
NE DERIVA CHE
Sorge il dubbio che l'eliminazione dei parcheggi a pagamento di Via Grande e all'interno del Pentagono del Buontalenti siano funzionali alla realizzazione della variante Gran Guardia e che la scheda finale del progetto “Pendiamo in Grande” dove si ipotizzava una grande area ZTL di tutto il Pentagono sia stata ideata per la stessa finalità, dato che ad oggi non si intravede nessun parcheggio che possa servire l'area di via Grande e del Buoantalenti.
Tutti i progetti di “Pensiamo in Grande” , qualificazioni mercatali, qualificazioni urbane etc. non sono stati realizzati , mentre la Variante Gran Guardia e l'eliminazione dei parcheggi da Via Grande stanno avendo sollecite accelerazioni .
Nell’ottica di una corretta pianificazione del commercio infatti si auspica che il Consiglio valuti l’opportunità di dotarsi di un Piano Integrato che definisca obiettivi e azioni e faccia da guida ai singoli interventi nel Pentagono.
Ci sorge un altro dubbio riguardo alla relazione tra i progetti: Nasce prima Pensiamo in Grande e poi la Variante Gran Guardia o viceversa?
La trasformazione del Cinema La Gran Guardia in appartamenti e commerciale è proprio la prima cosa importante da qualificare rispetto al degrado del centro in generale?
Chiediamo a voi Consiglieri Comunali che vi dovrete pronunciare sulla Variante Gran Guardia, di poter chiarire i nostri dubbi e di considerare il danno che potrebbe provocare l'eliminazione dei parcheggi. Essi servono per far attrarre un po' di clientela che ormai è dirottata verso le aree periferiche. Le imprese di Livorno e soprattutto quelle del centro, sono in grave difficoltà per sostenere le aziende e i loro dipendenti.
IN FEDE
Il Comitato di Via Grande
ALLEGATI: 1- Istanza del “Comitato di Via Grande del 27/10/2011”
2- Richiesta di incontro con gli assessori di Bernardo e Bettini del 17/01/2012
Allegato N. 1
ISTANZA DEL “COMITATO DI VIA GRANDE”
Al Sindaco del comune di Livorno
Ai sensi dell’Ordinamento delle Autonomia Locali (L. 59/97 e 127/97 e succ.modif.ni), della Legge 7 agosto 1990 n.241 e succ. modif.ni, noi sottoscritti cittadini di LIVORNO, nonchè componenti e rappresentanti del “comitato di via grande” chiediamo cortesemente di voler rispondere al quesito qui di seguito articolato.=
Il Comitato di Via Grande si è costituito per contribuire al coinvolgimento di un percorso progettuale e metodico che valorizzi l'area di Via Grande e del cosiddetto “Pentagono del Buontalenti” al fine di sostenere l'economia delle imprese esistenti.
PREMESSO CHE da una ricerca presso il Centro Studi della Camera di Commercio, si evidenzia che all'interno dell'area suddetta, esistono N. 1835 fra sedi di impresa e unità locali e che per difetto si contano 4874 lavoratori dipendenti, e che sempre nell'area vi sono n. 112 studi di commercialisti, 184 avvocati, con i loro dipendenti e così per i medici, dentisti, studi professionali, farmacisti, promotori finanziari, impiegati bancari, notai, ingegneri, architetti, geometri, psicologi, consulenti del lavoro, giornalisti, impiegati degli enti etc. ,
NE DERIVA che all'interno dell'area oggetto delle rilevazione della stima lavorano ad oggi, in via di approssimazione per difetto, non meno di 7000 cittadini livornesi.
PERTANTO La ragione costitutiva di questo Comitato è stata la presa d'atto di scelte e indirizzi operativi che il Comune di Livorno si accinge a determinare con grave pregiudizio per le prospettive economiche e professionali delle categorie qui ricordate. L''Amministrazione Comunale con la decisione di Giunta N. 246 del 26/07/2011 mostra infatti, fra l'altro, la volontà di eliminare i micro parcheggi diffusi nel centro suddetto. Intervento che con ragionevole certezza finirebbe per recare enormi danni alle aziende che operano nell'area. Il progetto “Pensiamo in Grande”, da parte sua, ha la finalità di eliminare il traffico privato, ovvero auto e motorini, in una enorme area ZTL . Noi riteniamo che occorra invece un nuovo progetto che crei le condizioni di penetrabilità gestita all'interno dell'area, al pari di quanto avviene in altre aree urbane storiche,come quella di Pisa.. L'area del Pentagono è troppo grande e con moltissime imprese, che hanno la necessità di fare entrare la clientela anche per un brevissimo tempo. I parcheggi micro diffusi, non sono nati a caso, ma per sopperire a questa esigenza, e nonostante ciò, la clientela si lamenta sempre perché non c'è un numero di parcheggi limitrofi tali da soddisfare le esigenze. L'ex parcheggio di P.zza Barontini ( che inspiegabilmente fu eliminato per soddisfare i residenti ) era invece un parcheggio a pagamento comodissimo per la cittadinanza livornese. Il Parcheggio dell'Ex Moderno poteva essere a pagamento e non pertinenziale. Il futuro parcheggio “ex Odeon”, cui peraltro questa Amministrazione ha condizionato ogni futuro provvedimento in materia di mobilità senza pervenire ad oggi ad alcun risultato verificabile, non servirà affatto la via Grande e il Pentagono del Buontalenti . L'”Ex Odeon” è infatti troppo distante dai siti commerciali del Centro,al pari del Parcheggio di via M Terreni, palesemente troppo lontano dal Centro della Città.
SI OSSERVA IN CONCLUSIONE
La difficoltà delle imprese provocate dalla chiusura al traffico privato di via Magenta costituiscono l'esempio piu' illuminante di una fase di crisi aggravata da opzioni urbanistiche assai poco lungimiranti. Abbiamo constatato tutti il degrado di Piazza XX Settembre, dopo la decisione di delocalizzare il “mercatino americano” in un'area a destinazione portuale, e la chiusura delle luci dei negozi di Borgo Cappuccini, come risultato del progetto Pir “ Borgo ”.
Non esiste nessun supermercato o ipermercato costruito con parcheggi a un 1 km di distanza o servito solo da mezzi pubblici. Perché mai il supermercato naturale di tutta l'area del Buontalenti invece dovrebbe servirsi solo dei mezzi pubblici?. Ci sono città ,che da anni hanno dovuto sopportare la desertificazione quotidiana con le chiusure ampie dei centri, in evidente stato di default identitario ed economico. Sono quelle stesse città che hanno, giocoforza scontato, la chiusura degli esercizi commerciali o lo spostamento degli stessi nei centri commerciali. Tutte circostanze che hanno favorito il degrado e la criminalità. Vogliamo che accada tutto questo questo al nucleo storico della nostra città? Stiamo vivendo, tempi non facili e di giorno in giorno drammatici sotto il profilo occupazionale ed economico, i fatturati sono calati in 2 anni del - 45%, perciò decisioni di questo tipo sono veramente incomprensibili. Incomprensibile è per giunta la frase contenuta nella decisione di Giunta Comunale che dice: “ di apprezzare le proposte contenute nel rapporto, dando mandato all'Ass. Bettini e Ass. Bernardo, con il supporto dei competenti uffici, di attivare il percorso di dialogo e di confronto con la città, con l'indirizzo che vengano garantiti- in ogni caso – gli obiettivi fondamentali dell'intervento, ossia di procedere al progressivo alleggerimento del traffico veicolare privato e di incrementare le aree pedonali e quelle di verde pubblico.”
Se avete deciso su tutto a cosa serve il dialogo?
SI RICHIEDE PERTANTO
CON LA PRESENTE ISTANZA
AL SINDACO E AGLI ASSESSORI COMPETENTI
di sospendere tutte le determinazioni connesse al progetto Pensiamo in Grande
di riaprire i termini di reale consultazione con gli imprenditori e i professionisti qui rappresentati
di avviare una programmazione d'area sensibile alle esigenze logistiche e professionali delle imprese e dei residenti per salvaguardare il tessuto esistente e valutare una prospettiva di sviluppo anche in relazione allo scenario determinato dai nuovi flussi turistici.
Si chiede infine cortesemente, ai sensi della Legge 8 giugno 1990 n.142
e succ. modif.ni e della Legge 7 agosto 1990 n.241 e succ. modif.ni, di avere notizia delle fasi salienti dell’iter relativo alla presente richiesta mediante comunicazione scritta a:
“Comitato di Via Grande” presso “Bar Mori” via Grande, 237 - 57123 Livorno
La presente istanza è ad Ella rivolta, fatto salvo il Suo diritto di reindirizzo all’Ufficio identificato come competente, e costituisce anche formale diffida dal mancato rispetto dei termini di legge per la risposta (sessanta giorni).
Con l'occasione ringraziamo per l'attenzione
e, mentre restiamo in attesa
della Vs. risposta, porgiamo distinti
Saluti.
Allegato N. 2
COMITATO DI VIA GRANDE
Sede Legale.
Bar Mori - Via Grande, 237
57123 Livorno
Al Sindaco di Livorno
All'Assessore al Commercio e turismo Paola Bernardo
All'Assessore Bettini
Livorno 17-01-2012
OGGETTO: richiesta di incontro per viabilità e problematiche Via Grande
In data 27-10-2011 il Comitato di via Grande ha inviato e protocollato , presso il Comune di Livorno, una istanza tesa a rilevare gli aspetti critici della VIA GRANDE, richiedendo un incontro con l'Amministrazione Comunale. ( Protocollo N. 97596 con Oggetto: Richieste/considerazioni e valutazioni per valorizzazione della Via grande e Pentagono Buontalenti).
Dopo oltre 2 mesi, non avendo ricevuto risposta, richiediamo un incontro con l'Assessore in indirizzo in indirizzo, al fine di avere un confronto verbale diretto.
Vi comunichiamo , inoltre che il Comitato di Via Grande,dal giorno 27/10/2011 aspetta l'audizione presso la Terza Commissione (Economia e lavoro) , come fu promessa dal Presidente Luca Fiordi .
Nell'attesa , porgiamo distinti saluti,
Per il Il Comitato di Via Grande
Il portavoce Mariateresa Talarico
postato su "NUOVO E VECCHIO CENTRO"
Figurandoci una città come un organismo umano potremmo estrapolare il noto adagio, “dimmi che centro hai e ti dirò chi sei”. In un contesto riferito alla qualità ambientale del centro urbano di Livorno il confronto con le altre città toscane è impietoso. La città sembra essere ferma agli anni 60, quando il tema della sostenibilità non suscitava dibattiti in relazione alla crescita economica. I pochi provvedimenti presi contro l’invasività del traffico privato a tutela del centro risalgono al piano di pedonalizzazione del 1986, seguito a un referendum popolare per la chiusura di alcune strade (mai reso veramente operativo) e che ora si vorrebbe rivisitare in senso restrittivo. Ma in un quarto di secolo i flussi sono aumentati in maniera progressiva, le ordinanze sono sempre più disattese, la proliferazione incredibile delle due ruote è il grimaldello per penetrare tutti gli spazi e i controlli sono inversamente proporzionali al caos attuale. Non è improprio affermare che per i livornesi il piano del traffico è una pratica ad personam a causa di una classe dirigente ignorante e disinteressata a trasmettere la cultura – sensibilità - necessaria per migliorare la qualità della vita. Quì in tema di mobilità voci come: parcheggi di scambio, uso del mezzo pubblico, distribuzione merci, decentramento dei capolinea, provvedimenti in materia di inquinamento atmosferico e acustico (che raggiunge livelli impressionanti), sono lessico sconosciuto. Qui si demoliscono teatri storici trasformandoli in parcheggi, concretizzando la metafora di città-garage. Ma il capolavoro amministrativo di questa “arte del vivere” è la v. Grande, emblema della città, usata come asse di collegamento tra i comparti mare-terra. Con le limitrofe ZTL, oltre al degrado infrastrutturale-ambientale è la sagra quotidiana, dell’infrazione al codice della strada nell’ordinaria noncuranza degli addetti ai lavori. Essendo porticata i gas di tutti gli autobus urbani extraurbani, da crociera e di tutte le migliaia di veicoli (persino Tir) in perenne ingorgo, ne rinforzano l’esemplarità del modello urbanistico sullo sfondo ravvicinato delle ciminiere del porto, i cui traffici sono al centro del dibattito politico-economico ma il cui impatto sulla città è del tutto sottaciuto. Aggiungiamo a questo quadro le industrie a ridosso della città, il polo petrolchimico dell’Eni con le sue quotidiane emissioni maleodoranti, la vicina centrale dell’Enel, l’Inceneritore quasi in zona residenziale, le costruende centrali a biomasse, e uniamole al traffico in libero ingorgo, con un libeccio che solo i forestieri ignorano che non soffia più e sembra disperdere solo residui di buon senso.
Paolo Cascinelli
comitato Vivere Il Centro
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postato su "NUOVO E VECCHIO CENTRO"
Le Partite Iva del (vecchio) Centro di Livorno
La piazza Cavallotti, già piazza delle Erbe è nata all'incirca nel 1600 nella piazza prospiciente alla chiesa di S. Omobono, per la compravendita delle mercanzie alimentari provenienti dalle campagne pedecollinari dell'area livornese. Aveva una splendida tettoia a forma di croce e nel mezzo un pozzo per l'uso dell'acqua. Il mercato era diviso in 4 quadrati ognuno destinato alle carni, alle verdure, al pesce e alle altre mercanzie. All'incirca nel 1860 quando fu costruito il nuovo e bellissimo Mercato Centrale, l' Amministrazione cittadina spostò i banchi della Piazza delle Erbe e li trasferì all'interno del Mercato Centrale. Ma dopo alcuni anni, in maniera del tutto naturale, la Piazza delle Erbe si ripopolò dei banchi, e questa naturale posizione è vissuta ancora ai giorni d'oggi. I livornesi sono sempre stati propensi a comprare nelle aree facilmente raggiungibili. Ancora oggi si prova più fatica entrare nel Mercato Centrale per comprare un formaggio, piuttosto che in un banco lungo la via di scorrimento dell'area Cavallotti. L'abitudine ad acquistare dove è più facile arrivare, oppure dove il venditore è più simpatico o per altri mille motivi, è la peculiare caratteristica della vendita di prossimità che soddisfa appieno il consumatore. Non è vero che il prezzo più basso vince. Alla lunga l'abitudine quotidiana prevale come scelta all'acquisto. Con la crisi economica anche la Grande Distribuzione soffre per la defezione del consumatore innamorato del carrello color arancio pieno, spesso, di inutili acquisti. Tutto quanto sopra descritto, per suggerire una riflessione, sulle scelte urbanistiche che l' Amministrazione Comunale ha fatto nei riguardi del commercio cittadino.
La costruzione del Nuovo Centro stravolgerà completamente gli usi quotidiani della (purtroppo) vecchia popolazione livornese. L'intenzione dell'urbanista nella creazione di un nuovo polo abitativo commerciale fa sembrare Livorno una città di almeno 4 o 500 mila abitanti. Ma, non siamo così tanti e la popolazione giovane soprattutto in età reddituale dei cittadini di 30/40 anni, se lavora, è fuori città, perciò anche la capacità di spesa per il consumo si abbassa notevolmente, considerato, anche, l'alto numero dei pensionati. Questi dati, che, credo l'A.C. conosca bene, non sono stati presi in considerazione in quanto, mi pare, ci sia in atto una politica rivolta unicamente a sostenere coloro che hanno investito nel Nuovo Centro ( ma lo ha detto anche benissimo il consigliere Gulì in una intervista a Tele Centro) tralasciando la verifica degli effetti di questa, a mio parere, tragica scelta. Dico tragica scelta, perché nell'area del Buontalenti vivono più di 1000 Partite Iva e circa 5000 lavoratori. Un vecchio proverbio dice che “Per quanto tiri sai che la coperta è corta“. Se apre il Nuovo Centro Il Vecchio Centro sparirà. Mi chiedo se “i ventisettini” ovvero coloro che in Comune prendono ogni mese lo stipendio, spesso anche lauto, si rendano conto di cosa significa la mancanza di incasso in una azienda, che, magari ha mutui per la riqualificazione in essere, dipendenti da pagare ogni mese con le relative liquidazioni, tasse di ogni specie, etc.,etc., etc... Ma è incredibile la superficialità con la quale si decide il macabro destino economico di intere famiglie, di cittadini che hanno avuto la colpa di avere una Partita Iva, invece di un comodo posticiello all'ombra del potere politico. Ci dimentichiamo, per esempio, quale ammortizzatore sociale fu il commercio negli anni '60/70 quando chiusero la maggior parte delle industrie in città? Molti piccoli imprenditori sono i figli di questo processo economico. Non è un caso che oltre all'Unione del Commercio e del Turismo nacque la Confesercenti (sindacato di ex operai diventati imprenditori) nato sulle ceneri delle industrie di Stato, per tutelare i diritti dei nuovi esercenti di sinistra.
Visione futurista:
Nella visione futurista dei nostri amministratori, al fine di alleggerire l'impatto traumatico del N.C, qualcuno ha pensato di inventarsi un gazzabuglio di mini progettini non coordinati dal nome “Pensiamo in grande”. L'insieme di idee, è stato concepito al contrario di qualsiasi logica urbanistica. Non esiste un piano di parcheggi per la penetrazione nel Pentagono. Il parcheggio Odeon servirà soltanto le strade fuori dal Pentagono che a sua volta verrà completamente isolato con l'attraversamento della piazza Cavour. Non esisterà la possibilità né alle macchine, né ai motorini (mezzo usatissimo dai livornesi) di accedere al centro per accedere non solo all'area mercatale, ma agli innumerevoli studi professionali, e a tutti i Palazzi dei pubblici servizi. Nessun servizio di autobus potrà sopperire all'accessibilità che abbiamo al momento attuale. I parcheggi lungo i fossi verranno eliminati per far transitare le macchine e i motorini, perciò vorrei sapere come farà una mamma con carrozzina e un bambino ad accedere comodamente al centro città, per fare la spesa al mercato. Le altre città (vedi Pisa) costruiscono parcheggi in pieno centro. Inoltre a Livorno esiste una grande anomalia rispetto alle altre città italiane nel rapporto fra posti auto e abitanti.
Nelle principali città simili a Livorno i posti auto sono concessi in relazione all'abitazione. Ovvero un posto ad appartamento. A Livorno abbiamo un posto a residente. Perciò se una famiglia ha 3 figli adulti + padre e madre, gode della possibilità di avere gratis e sotto casa, in pieno centro di 5 permessi per parcheggiare le proprie autovetture. Queste regole, che sono in vigore da moltissima anni, permettono di accontentare i residenti privilegiandoli rispetto all'uso naturale che un centro città merita. Privilegi che non hanno coloro che lavorano all'interno del Pentagono.
La via Grande (non è un caso il nome) è una strada di grande scorrimento con doppie file di portici spaziosi che accoglie agevolmente il traffico cittadino. Il traffico negli ultimi anni è notevolmente diminuito dopo l'apertura dell'area di Porta a Terra e la costruzione di aree dormitorio quali la Leccia, Salviano etc. Perciò l'insistenza dell'assessore al traffico di chiudere la strada ad auto e motorini, e lasciare il transito soltanto ad autobus e biciclette, mi pare una enorme forzatura che non crea benefici a nessuno, se non a coloro che hanno la speranza di vedere il vecchio centro morire per fare scintillare di luci soltanto il NUOVO CENTRO (scusate, mi sono sbagliata, adesso è stato rinominato Quartiere San Martino) .
Mariateresa Talarico
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postato su "STATI GENERALI"
Un paese, come una città, o una qualsiasi comunità della società civile ha bisogno di una classe dirigente. Quando questa classe non c'è o è insufficiente o non esiste un metodo per selezionarla correttamente si entra in una fase di declino e poi di decadenza. E' quello che accade all'Italia nel suo complesso, alla Toscana e a Livorno in particolare; ed è proprio nei momenti di crisi che l'importanza di una classe dirigente che sa indirizzare la rottura verso esiti positivi di sviluppo e di nuovi orizzonti diviene decisiva.
Il precedente vescovo di Livorno, Mons. Diego Coletti, ebbe modo di dirlo, dopo un anno circa dalla sua venuta: "Livorno non ha una classe dirigente", suscitando grande scandalo per una presunta, e indebita ingerenza nella sfera pubblica, quasi che una istituzione importante della società civile, come la Chiesa, non avesse oltre che il diritto anche il dovere di intervenire.
Oggi ci domandiamo: "Questa classe dirigente manca o la classe poltica non è in grado di valorizzarla ai fini della crescita culturale, civile e dello sviluppo economico della città? E se questa seconda ipotesi è quella più corretta che cosa significa proporre di convocare gli Stati generali, per riprendere una idea della Francia pre-rivoluzionaria,? A mio parere l'unico significato positivo è quello di individuare, oltre alle istituzioni ufficiali (partitipolitici, parti sociali etc.) quelle realtà intermedie dell'associazionismo religioso e laico, e quelle personalità individuali che possano concorrere alla formazione di proposte utili per un futuro di crescita complessiva della nostra comunità locale. Sono ottimista? Purtroppo no. Questa proposta è possibile in una "società aperta" cosa che non credo che si possa dire di Livorno, ancora diretta da un gruppo dirigente legato ad una vecchia concezione post-sovietica e in casa cattolica ad una visione sociale della Chiesa rispetto alla politica (si veda la lettera del Presidente della Provincia Kutufà a Bagnasco di pochi giorni fa che chiedeva al presule di pronunciarsi sulle cattive frequentazioni di Berlusconi, ma non sulla questione morale in generale o sui conflitti d'interesse che affliggono gli organi del Consiglio Provinciale di Livorno n.d.r.). Ma comunque non bisogna mai disperare e penso che il solo proporre una cosa del genere sia già meritorio.
Guido Guastalla
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postato su "ROTONDA D'ARDENZA"
Nella riunione del 27 settembre il Forum Rotonda ha preso atto che la crisi spinge gli enti pubblici adun migliore rapporto pubblico-privato - a parole -. L'operazione Rotonda sarebbe in linea perchè l'intervento lascerebbe comunque tutto in proprietà pubblica.Vedremo il prossimo 8 novembre a che punto siamo e nel frattempo ognuno cercherà di invitare i privati a formulare proposte per la riqualificazione dell'area.Prossima riunione 8 novembre 2011 ore 18 al circolo S.Pizzi Ardenza
salutiRuggero Morelli
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postato su "STATI GENERALI"
Ho letto, nel resoconto dell'ultimo Consiglio Comunale pubblicato dal Tirreno, che il Sindaco Cosimi ha proposto di convocare "gli stati generali della città". Me ne rallegro, perché sono convinto che per uscire dalla crisi che attraversa, Livorno abbia bisogno di una mobilitazione di idee e di energie di carattere eccezionale e che non possa bastare qualche documento o qualche conferenza programmatica di ordinaria amministrazione. Il Tirreno ha pubblicato, il giorno 8 novembre 2007 un mio articolo che si concludeva proprio con la proposta della convocazione degli stati generali della città, un evento peraltro già posto in essere, in passato, da altre città, in circostanza simili a quelle che caratterizzano Livorno, non da oggi, ma da qualche tempo. L'idea, quindi, non è fantapolitica, né particolarmente originale in sé, ma fortemente innovativa per la politica livornese, tanto è vero che nessuno, prima di quell'articolo, l'aveva proposta per la nostra città.
Rileggendo l'intero l'articolo di allora emergono la sua complessiva attualità ed, in particolare, le motivazioni di quella proposta, assolutamente valide anche oggi.
Se un percorso aperto, non solo formalmente, ma sostanzialmente, alle forze economiche e sociali, alla ricerca e alla cultura, senza steccati partitici, fosse stato adottato prima, oggi, forse, staremmo meglio o meno peggio. Ma, si sa, non è mai troppo tardi!
Claudio Frontera