NUOVO E VECCHIO CENTRO

 

15 AGOSTO 2013- FERRAGOSTO

Buongiorno!

Si fa per dire…

Pronta per andare al mare, di fronte all’ennesima implosione di rabbia, demordo e dopo avere versato qualche lacrima di amarezza, non mi vergogno a dirlo,  sconfortata mi metto a scrivere e resto a casa. Abito in via Mentana, le mie finestre si affacciano su quella che fu la Piazza xx Settembre, teatro umano. La gente che ha popolato questo quartiere sa quello che voglio dire. Il mio è un basta, un basta di fronte alla delinquenza che si sta spargendo a macchia d’olio, un basta di fronte alla malvagità e all’abbrutimento della via. L’uomo non è nato per stare in mezzo a tanto male e psicologicamente arriva un giorno che non assorbe più e non è più in grado di elaborare  con il buon senso. Quello che sto dicendo precede i fatti che vado ad esporre.

La via Mentana negli ultimi mesi è stato un susseguirsi di fatti incresciosi. Solo tre giorni fa nel cuore della notte ci siamo svegliati da urla che provenivano dalla strada. Affacciarsi alla finestra e vedere delle fiamme che avvolgevano un intero palazzo è uno scenario a dir poco terrificante. Per mano dell’uomo è stato dato fuoco ad alcuni motorini, tredici per esattezza, è seguita un’esplosione con conseguenze che potevano essere disastrose. Una famiglia che viveva al terreno: marito, moglie, e due bambini piccoli, erano intrappolati in casa, hanno trovato un punto di fuga attraverso un giardino sul retro, la donna incinta è stata condotta in ospedale per le conseguenze di quanto respirato. È andata bene questa volta per queste vite umane, se così non fosse stato? C’è mancato poco alla tragedia cari signori! E coloro che si sono trovati privati del loro mezzo? Gente che va a lavorare, che ha da finire di pagare le rate con sacrificio del loro unico mezzo di trasporto: chi li risarcirà? Dentro ogni storia c’è una microstoria, ci sono nomi e facce, gente onesta e perbene che paga le tasse della spazzatura, le bollette, che non arriva a fine mese. Lo vogliamo capire?

C’è Maria che cardiopatica ha sfiorato l’infarto.

C’è Anna che si alza alle quattro di mattina e con le scope e il secchio  va a pulire gli uffici per dare da mangiare ai figli.

C’è Gina che si divide tra il lavoro, la famiglia e i genitori anziani, non tutti si possono permettere la badante!

C’è Franca che non ce la fa a camminare a piedi sotto il sole per raggiungere l’ospedale per andare a fare la chemio.

C’è anche chi in sella al suo motore aveva la settimana di ferie e andava al mare, troppo lusso forse dopo un anno di lavoro? Ogni giorno ci sono segni di scasso per tentata rapina ad alcuni negozi. Ogni giorno ti alzi con il patema d’animo di scendere per strada e non trovare lo scooter, ogni giorno qualcuno piange perché glielo hanno rubato. Per non parlare di quando ci sono episodi di tentata violenza alle donne che rientrano a casa di notte. Sembra lo scenario di un Far West, no! È  la nostra bella Livorno! Nel Far West, almeno ognuno si faceva giustizia per conto proprio, oggi non si può… siamo persone civili, civilizzate! Fino a quando? Se domani  un abitante di questa via trova un personaggio sospetto: un ladro, un piccolo delinquente o grande che sia, che reazione può scaturire dopo avere assimilato tutta la rabbia di questi tempi? Ci potrebbero essere conseguenze esasperate, e se il malcapitato resta tra le mani di qualcuno forse paga un prezzo troppo alto per tutti.

Allora, cosa facciamo? Stiamo a guardare?

Occorre con la massima urgenza istallare telecamere.

Non si accettano scuse! Non vogliamo che chi ci deve tutelare si aggrappi a cavilli burocratici! Signori, siamo alla frutta e urge tempestivamente una soluzione! Diteci cosa dobbiamo fare, volete firme? Ci attiviamo. Aspetto una risposta seria e risolutiva, siamo persone “Civili”!

 

p.s. Brutto sentire dire ogni giorno, me ne vado da Livorno.

 

Stefania D’Echabur

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L'EPOPEA DEL NUOVO CENTRO:NUOVI INDENNIZZI PER UNA NUOVA FASE

Quando in sede di Bilancio preventivo 2008 l'Assessore al Bilancio e alla Programmazione Fabio Del Nista deve ricorrere ad un impegno straordinario (che comporterà l'accertamento di un debito fuori bilancio) di quasi 8 milioni di euro per risarcire in contanti la Proprietà Fremura, si consuma di fatto il primo atto del cosiddetto Lodo Fremura, una sorta di intesa stragiudiziale in progress che l'Amministrazione e il privato chiudono in assoluta segretezza intorno al Marzo 2007 definendo una ipotesi di accordo sulle aree ex Peep di Coteto Livorno Est in parte trasformate e in parte no.Del Nista, cui nel breve volgere di qualche mese subentrerà il collega di partito e di Istituto di Credito Nebbiai, deve infatti liquidare a favore delle Società del Gruppo Fremura la quota differenziale di esproprio relativa a mq. 54.310 di aree su buona parte delle quali oggi insistono strutture di proprietà statale. La Giunta Cosimi "primo mandato" decide di cristallizzare la Stu Nuovo Centro di epoca lambertiana per mettere in sicurezza il bilancio e avviare una più tradizionale distribuzione delle aree da trasformare secondo il dispositivo del "Lodo Fremura". I Fremura's perdono cosi lo status di partners competitivi all’interno dell’area di trasformazione per servizi Nuovo Centro UTOE 4C18 e assumono quella di controparte di un contenzioso che per anni si è giocato sulle zolle più contese della città periferica. Fremura fa infatti valere un credito risarcitorio sospeso di 46 milioni di euro comprensivo di rivalutazione e interessi nei confronti del Comune di Livorno in relazione a indennità di esproprio che dovevano essere rivalutate ora per allora. Lo aveva stabilito una sentenza della Corte d Appello di Firenze dell'Agosto/Settembre 2001 dopo avere recepito al riguardo varie pronunce della Consulta. In un altro contesto, quello che non a caso partorì la Stu Nuovo Centro con il partenariato fondiario degli stessi Fremura, il Comune aveva resistito ricorrendo in Cassazione. Ma ora il Comune di Livorno agitava lo spauracchio di una pronuncia sfavorevole della Cassazione perchè, in caso di mancato accoglimento del ricorso, la sentenza della Corte d'Appello sarebbe diventata esecutiva e pertanto avrebbe potuto determinare la rivalsa dei Fremura sul bilancio comunale con effetti devastanti per l'equilibrio finanziario. 46 milioni su un bilancio che normalmente si attesta sui 175/180 milioni di euro non sono pochi. E' dunque la prospettiva del potenziale dissesto economico finanziario per cause endogene, agitata dalla maggioranza di Centro Sinistra, e non l'esecutività della sentenza del 2001 come tale, a sparigliare le carte del quadro politico, urbanistico e finanziario consolidatosi nel quinquennio 2001/2007. I Fremura's infatti non avrebbero mai azionato quella sentenza se il "nuovo" Comune fosse venuto segretamente a patti con loro. Patti che avrebbe semplificato le relazioni fondiarie con il privato, ma inciso profondamente nella struttura contabile dei bilanci che il Comune, in piena stretta finanziaria e messo alle corde dal deficit delle partecipate, avrebbe dovuto chiudere negli anni successivi non senza imbarazzi e una crescente conflittualità verso i Governi nazionali.

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L’aggressione verbale di cui sono stato fatto oggetto  ieri mattina nel corso  dell’audizione in  VI commissione da parte dei consiglieri della destra ha dell’incredibile. Più che per un motivazione personale, per il significato con cui questi signori intendono il ruolo delle istituzioni nella partecipazione alla discussione democratica su temi di importanza fondamentale quali la salute pubblica e la vivibilità della città. Infatti le prime parole con cui ha esordito il forzista Tamburini dopo la mia relazione non è stato un appunto sul merito di quello che ho esposto, che ognuno è libero di interpretare come meglio crede o confutarlo attraverso controdeduzioni ma, con un “a che titolo”, in altre parole come ti permetti di esprimere opinioni (magari hai fatto la 5° elementare). Cui sono seguite espressioni rinsaldate da Capuozzo (e in tono soft da Ciacchini) che tradotte al presente sono state: terrorista, allarmista, antipoliticista, confusionista,populista (hanno dimenticato sovversivo). Che sono abbastanza immeritevoli di commenti. La ciliegina sulla torta però l’ha voluta mettere l’ex alleato nazionale alla fine del suo secondo intervento e prima che il sottoscritto avesse diritto alla replica: “la gente come te andrebbe portata in un deserto del Nevada e rinchiusa in un recinto”, che mi sembra perfettamente in linea con  la sua cultura politica. Alla mia (abbastanza) prevedibile risposta : “siete degli ignoranti” riferito dal fatto che non sono mai entrati nel merito della discussione : origine della nube maleodorante, inquinamento da traffico e attività portuali, si  e sono scatenati e l’ex sindaco Lamberti rimasto sempre silenzioso ha pensato bene di allontanarsi con un gesto nei miei confronti.  Perfetto.

 

Paolo Cascinelli

x vivere il centro

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ZTL e risposta Confcommercio

Il centro cittadino si salverà dal degrado se ci sarà una vera attenzione alle esigenze delle migliaia di imprese che vi lavorano. Ci pare che, in Consiglio Comunale, che all'unanimità ha deciso sulla ZTL fino alle 24 nel quartiere Venezia, non si sono preoccupati di trovare parcheggi tali da consentire ai consumatori di poter accedere ai bar e ristoranti così tipici del quartiere, che creano  reddito e posti di lavoro. Perché e sempre si favoriscono i residenti? Certamente, qualsiasi beneficio al bacino d'utenza residenziale crea consenso politico, ma non si può pensare che nelle vie centrali della città ci sia la possibilità di avere un posto auto a residente e non ad unità immobiliare come in quasi tutte le città d'Italia. In Piazza Unità d'Italia c'è un parcheggio di 20 posti auto ad uso esclusivo della Compagnia portuale. Nessuno ha mai pensato di trasformarlo, ad esempio, in parcheggio ad uso motorini per favorire i ristoranti e i bar della zona? Ci domandiamo anche perché non si discuta mai sulla rotazione mista delle auto come avviene a Pisa. Al residente dell'unità immobiliare il permesso di sosta, ma dalle 8 alle 20 il posto lasciato libero del residente diventa a pagamento per coloro che vengono nelle aree centrali. Il Consiglio Comunale dovrebbe avere maggiore consapevolezza dell'importanza che ha l'impresa, seppur piccola, nel sostenere la capacità lavorativa. In questi anni di profonda crisi occupazionale, dovrebbe esserci un maggior coinvolgimento di tutti coloro che rappresentano le imprese per creare un clima di concertazione sereno e costruttivo. La presunzione di Confcommercio che si erge a grande rappresentante del commercio cittadino, ci fa sorridere, soprattutto se si considerano i numeri delle tessere che la Confcommercio rappresenta nel Pentagono del Buontalenti. Sono troppi anni che i sindacati del commercio e turismo, troppo indaffarati a sostenersi, hanno perso la fiducia dei commercianti nei riguardi della politica sindacale. In tutta Italia i sindacati rappresentano più la loro sigla, in finta contrapposizione con la casta politica, che la base dei piccoli imprenditori. E' del tutto naturale il veder sorgere ovunque comitati o associazioni di base per la difesa di diritti in merito a questioni specifiche. Le associazioni riconosciute dal Cnel nei tavoli istituzionali non hanno fatto sufficiente pressione  sindacale, per esempio, sulla liberalizzazione degli orari. Mentre categorie quali quelle dei tassisti, scisse a suo tempo dalle confederazioni, hanno inciso maggiormente per modificare l'impianto iniziale della legge Monti. Il comitato di Via Grande, in effetti, si è costituito proprio perché non esistono più sindacati strutturati a livello nazionale che  rappresentino le istanze a livello locale. Invitiamo il sig. Cesari  presidente della Confcommercio di Livorno, che non era presente alla Commissione della variante Gran Guardia, a darci i numeri con nome e cognome delle tessere di via Grande e del Pentagono del Buontalenti per verificare se ha diritto di rappresentanza rispetto al numero delle imprese nei tavoli comunali.

Il Presidente e il portavoce

Il Comitato di Via Grande

Paola Nucci  e Mariateresa Talarico

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Il silenzioso blitz della variante Gran Guardia

E così anche Livorno avrà il suo Grande Magazzino per abbigliamento giovanile in pieno Centro Storico, là dove sorgevano gli stabilimenti del Cinema teatro La Gran Guardia. Oltre al Grande Magazzino una parte della storica struttura verrà edificata (si parla di una palazzina con almeno una ventina di appartamenti ricavati dal retro del vecchio Cinema), mentre lo schermo cinematografico, sia pure in sedicesimo, dovrebbe riapparire per non più di 150 appassionati a proiezione dove un tempo insisteva l'elegante galleria della formidabile struttura culturale. Il supermercato H&M, dunque, ora ha le cubature spianate e potrà sviluppare le sue superfici di vendita (pari a 1500 mq di area commerciale) in deroga al regolamento comunale, che fino ad oggi limitava l'espansione delle aree di vendita situate all'interno del Pentagono del Buontalenti entro il prudenziale limite dei 999 mq. Un limite stabilito non per gioco, ma per favorire la nascita e la crescita di iniziative commerciali di piccola e media dimensione che non fossero esclusivamente frutto di scalate internazionali o di marchi in franchising. Per attuare questa deroga è occorsa una variante urbanistica di tipo commerciale, la cui discussione con approvazione  è stata accelerata (con uno scorrimento incredibile degli argomenti all'O.d.g.) grazie alle manovre del capogruppo del Pd livornese, certo Massimo Gulì, un fedelissimo d'apparato che normalmente non sbaglia una mossa. Ma questo Gulì ha agito altresì su ispirazione del Piccolo Samurai fiorentino Mauro Grassi, assessore acquisito all'Urbanistica, uno che notoriamente va per le spicce e non si pone il problema molto veltroniano "delle compatibilità" con i commercianti della zona o con i residenti. Grassi aveva ricevuto in eredità la pratica dalla pragmatica Paola Bernardo, avvocatessa molto progressive che nella sua veste temuta di "governatrice urbana" (prima del declino di Cosimi) aveva tessuto i rapporti con la proprietà della Gran Guardia disponendo di una delega molto ampia e soprattutto riservata. Per molto tempo la triangolazione tipicamente lobbistica tra Comune di Livorno, proprietà immobiliare e soggetto attuatore della trasformazione commerciale (la maxi catena urbanistica H&M che aveva pressato per la deroga) è stata fasciata dalla tradizionale coltre di silenzio. Lo sdoganamento fu avviato dal giornale locale "Il Tirreno" che improvvisamente squadernò il protocollo post cinematografico rappresentandolo da par suo come un fenomeno rooseveltiano capace di "creare trenta posti di lavoro", un'autentica goccia nel mare della disoccupazione tendenziale di settore. Lo stesso argomento, quello dei trenta posti di lavoro, sollevato peraltro dal Piccolo Samurai Grassi per relativizzare ogni problematica di tipo urbanistico legata alla effettiva natura della struttura multifunzionale e alle dotazioni obbligatorie di standard (verde e  parcheggi) che la collocazione del fabbricato commerciale e residenziale dovrebbe comportare nel quadro di un'area peraltro prossima alla semipedonalizzazione. Ne' il Piccolo Samurai, nè l'avvocatessa dunque, prestano più di tanto attenzione al tema dei carichi urbanistici, con i relativi oneri per la proprietà, certi che l'ennesima regalia alla rendita immobiliare possa essere venduta come una operazione di recupero funzionale gradita un po' a tutti. Un modo di tornare a "Pensare in Grande", insomma" tra i misteri dell'Odeon e la demolizione dello storico ex Cinema Moderno. C'è posto per tutti in centro, ragazzi miei.

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LETTERA  APERTA  A TUTTI  I CONSIGLIERI DEL COMUNE DI LIVORNO dal “ COMITATO DI VIA GRANDE ”
Livorno 13 febbraio 2012
OGGETTO: Richiesta del “Comitato di Via Grande” alla vostra particolare attenzione sulle motivazioni della variante Gran Guardia e viabilità della Via Grande alla luce del voto favorevole per la Variante Gran Guardia  in IV Commissione Comunale:
ALLEGATI:  1-   Istanza del “Comitato di Via Grande del 27/10/2011”
                  2-  Richiesta di incontro con gli assessori di Bernardo e Bettini del 17/01/2012  
In data 27-10-2011il Comitato di via Grande ha inviato e protocollato, presso il Comune di Livorno, una istanza tesa a rilevare gli aspetti critici  della VIA GRANDE, richiedendo un incontro con l'Amministrazione Comunale. (Protocollo N. 97596 con Oggetto: Richieste/considerazioni e valutazioni per valorizzazione della Via grande e Pentagono Buontalenti).
In data 17/01/2012 ha avviato un'altra richiesta d'incontro con l'assessore Bernardo con l'assessore Bettini e con il Sindaco senza ricevere risposta. Vogliamo oltresì ricordare che “Il Comitato di Via Grande”, dal giorno 27/10/2011aspetta l'audizione presso la Terza Commissione (Economia e lavoro), come fu promessa dal Presidente Luca Fiordi.
PREMESSE
le ragioni del nostro dissenso, esplicitate nell'istanza in allegato, vogliamo sottolineare la preoccupazione che ci pervade nei riguardi del rapporto fra la Variante Gran Guardia e l'eliminazione dei parcheggi a pagamento di Via Grande e all'interno del Pentagono.
Molte sono le domande che vogliamo fare agli assessori, soprattutto perché l'effetto di tali decisioni ci coinvolge personalmente, ma ci viene impedito persino il colloquio e il confronto. Ecco perché, abbiamo compilato questa lettera aperta a tutti i consiglieri comunali, al fine di avere informazioni chiare su decisioni penalizzanti per le nostre attività.
ABBIAMO NOTATO CHE In riferimento alla Variante Ex Gran Guardia adottata con delibera di Consiglio comunale n. 100 del 29.7.2011 e non ancora approvata emerge quanto segue:
PUNTO 1: Nella delibera di adozione non si parla mai di nuova struttura di vendita ma solo di intervento di recupero funzionale, senza citare esplicitamente il cambio di destinazione d'uso e la realizzazione di una media struttura di vendita.
PUNTO 2: Per consentire tale intervento si modifica l'Attuale Regolamento Urbanistico come segue:
L'Amministrazione propone di aggiungere al comma 5 dell'Art. 53 del Regolamento Urbanistico la frase in rosso:
art. 53 c.5
“L'inserimento di strutture commerciali deve avvenire nel rispetto delle condizioni esplicitate nelle norme delle aree normative e nelle schede allegate, "che per quanto di diverso prevedano rispetto al quadro sinottico che precede, prevalgono su quest'ultimo".
Il quadro sinottico regola l'ammissibilità delle strutture di vendita in tutto il territorio, a seconda dell'area normativa in cui si trova l'immobile. Approvando una dicitura simile si ammette la deroga per la Gran Guardia e si apre la strada per la deroga alla normativa vigente per qualsiasi altro intervento.
PUNTO 3 - PARCHEGGI: I parcheggi per la sosta di relazione e la sosta stanziale sono obbligatori per legge (testo Unico della Regione Toscana sul Commercio)  e da quanto disposto dal Regolamento Urbanistico:
“Gli spazi a parcheggio attinenti gli esercizi di vendita in sede fissa devono essere realizzati in conformità a quanto previsto dall'Art. 10 delle direttive regionali di cui alla deliberazione consiliare N. 137 del 25 Maggio 1999 e successive modifiche e integrazioni. Tale disciplina si applica anche nel caso di modifica alla destinazione d'uso di edifici esistenti che vengano destinati ad attività commerciale escludendo, comunque, gli esercizi di vicinato con superficie di vendita uguale o inferiore a mq. 250”. Ciò significa che, grosso modo, per ogni 1000 mq di superficie commerciale di vendita occorrono 80/100 parcheggi.
PUNTO 4 - DEROGA PARCHEGGIO: Il Codice del Commercio della Regione ammette che il Comune possa applicare anche nel caso di nuove medie strutture di vendita una deroga in base alle seguenti caratteristiche della zona.
Il Comune disciplina le ipotesi e le modalità di riduzione o annullamento delle superfici destinate a sosta di relazione, nei seguenti casi:
a-  Ubicazione dell'esercizio in zone a traffico limitato o escluso ( ZSC O ZTL)
b – prevalente carattere pedonale dell'utenza;
 etc..etc...
Il Regolamento Urbanistico vigente di Livorno, è chiaro a tale proposito poiché il comma 8 dell'art.53 del RU afferma che la dotazione obbligatoria per i parcheggi per la sosta di relazione si applica anche nel caso di modifica alla destinazione d'uso di edifici esistenti che vengano destinati ad attività commerciale escludendo, comunque gli esercizi di vicinato con superficie di vendita uguale o inferiore mq. 250.
Il Comune dovrà dotarsi di uno studio che consenta di valutare i flussi di traffico come prescritto per legge, comma 4 art. 28 Codice Commercio.
Il Comune può applicare l'articolo 28, comma 2 , del Regolamento qualora disponga di elementi circostanziati sui flussi di utenza e tenendo conto della situazione dei luoghi
In assenza di tale studio d'impatto sul traffico non è ammissibile alcuna deroga alle quantità di parcheggio richieste per legge, come specificato anche dal Regolamento urbanistico vigente.
Lo studio dei flussi d'utenza e sulla situazione dei luoghi si trova all'interno del progetto
“Pensiamo in Grande" ?
PUNTO 5 - LOCALIZZAZIONE DEI PARCHEGGI: Indipendentemente dalla superficie di vendita vicinato o media, e dalla localizzazione dei parcheggi (sottosuolo, sul tetto, entro i 500 mt) nella variante si dovranno indicare esplicitamente per ogni tipologia di vendita la dotazione di parcheggi necessari.
L’indicazione dei parcheggi necessari dovrà essere fatta nella variante e non successivamente, poiché si tratta di standard urbanistici, ovvero di  quantità minime da definire in sede di variante al R.U. poiché è lo strumento urbanistico e non il progetto definitivo che stabilisce gli standard da realizzare.
NE DERIVA CHE
Sorge il dubbio che l'eliminazione dei parcheggi a pagamento di Via Grande e all'interno del Pentagono del Buontalenti siano funzionali alla realizzazione della variante Gran Guardia e che la scheda finale del progetto “Pendiamo in Grande” dove si ipotizzava una grande area ZTL di tutto il Pentagono sia stata ideata per la stessa finalità, dato che ad oggi non si intravede nessun parcheggio che possa servire l'area di via Grande e del Buoantalenti.
Tutti i progetti di “Pensiamo in Grande”, qualificazioni mercatali, qualificazioni urbane etc. non sono stati realizzati, mentre la Variante Gran Guardia e l'eliminazione dei parcheggi da Via Grande stanno avendo sollecite accelerazioni.
Nell’ottica di una corretta pianificazione del commercio infatti si auspica che il Consiglio valuti l’opportunità di dotarsi di un Piano Integrato che definisca obiettivi e azioni e faccia da guida ai singoli interventi nel Pentagono.
Ci sorge un altro dubbio riguardo alla relazione tra i progetti: Nasce prima Pensiamo in Grande e poi la Variante Gran Guardia o viceversa?
La trasformazione del Cinema La Gran Guardia in appartamenti e commerciale è proprio la prima cosa importante da qualificare rispetto al degrado del centro in generale?
Chiediamo a voi Consiglieri Comunali che vi dovrete pronunciare sulla Variante Gran Guardia, di poter chiarire i nostri dubbi e di considerare il danno che potrebbe provocare l'eliminazione dei parcheggi. Essi servono per far attrarre un po' di clientela che ormai è dirottata verso le aree periferiche. Le imprese di Livorno e soprattutto quelle del centro, sono in grave difficoltà per sostenere le aziende e i loro dipendenti.
                                                           IN FEDE
                                                                       Il Comitato di Via Grande
ALLEGATI:  1-   Istanza del “Comitato di Via Grande del 27/10/2011”
                  2-  Richiesta di incontro con gli assessori di Bernardo e Bettini del 17/01/2012
Allegato N. 1
ISTANZA DEL “COMITATO DI VIA GRANDE”
                                               Al Sindaco del comune di Livorno

Ai sensi dell’Ordinamento delle Autonomia Locali (L. 59/97 e 127/97 e succ.modif.ni), della Legge 7 agosto 1990 n.241 e succ. modif.ni, noi sottoscritti cittadini di LIVORNO, nonchè componenti e rappresentanti del “comitato di via grande” chiediamo cortesemente di voler rispondere al quesito qui di seguito articolato.=
Il Comitato di Via Grande si è costituito per contribuire al coinvolgimento di un percorso progettuale e metodico che valorizzi l'area di Via Grande e del cosiddetto “Pentagono del Buontalenti” al fine di sostenere l'economia delle imprese esistenti.
PREMESSO CHE da una ricerca presso il Centro Studi della Camera di Commercio, si evidenzia che all'interno dell'area suddetta, esistono  N. 1835 fra sedi di impresa e unità locali e che per difetto si contano 4874 lavoratori dipendenti, e che sempre nell'area vi sono n. 112 studi di commercialisti, 184 avvocati, con i loro dipendenti e così per i medici, dentisti, studi professionali, farmacisti, promotori finanziari, impiegati bancari, notai, ingegneri, architetti, geometri, psicologi,  consulenti del lavoro, giornalisti, impiegati degli enti  etc.,
NE DERIVA  che all'interno dell'area oggetto delle rilevazione della stima lavorano ad oggi, in via di approssimazione per difetto, non meno di 7000 cittadini livornesi.  
PERTANTO La ragione costitutiva di questo Comitato è stata la presa d'atto di scelte e indirizzi operativi che il Comune di Livorno si accinge a determinare con grave pregiudizio per le prospettive economiche e professionali delle categorie qui ricordate. L''Amministrazione Comunale con la decisione di Giunta N. 246 del 26/07/2011 mostra infatti, fra l'altro, la volontà di eliminare i micro parcheggi diffusi nel centro suddetto. Intervento che con ragionevole certezza finirebbe per recare enormi danni alle aziende che operano nell'area. Il progetto “Pensiamo in Grande”, da parte sua, ha la finalità di eliminare il traffico privato, ovvero auto e motorini, in  una enorme area ZTL. Noi riteniamo che occorra invece un nuovo progetto che crei le condizioni di penetrabilità gestita all'interno dell'area, al pari di quanto avviene in altre aree urbane storiche, come quella di Pisa. L'area del Pentagono è troppo grande e con moltissime imprese, che hanno la necessità di fare entrare la clientela anche per un brevissimo tempo. I parcheggi micro diffusi, non sono nati a caso,  ma per sopperire a questa esigenza, e nonostante ciò, la clientela si lamenta sempre perché non  c'è un numero di parcheggi limitrofi tali da soddisfare le esigenze. L'ex parcheggio di P.zza Barontini ( che inspiegabilmente fu eliminato per soddisfare i residenti) era invece un parcheggio a pagamento comodissimo per la cittadinanza livornese. Il Parcheggio dell'Ex Moderno poteva essere a pagamento e non pertinenziale. Il futuro parcheggio “ex Odeon”, cui peraltro questa Amministrazione ha condizionato ogni futuro provvedimento in materia di mobilità senza pervenire ad oggi ad alcun risultato verificabile, non servirà affatto la via Grande e il Pentagono del Buontalenti. L'”Ex Odeon” è infatti troppo distante dai siti commerciali del Centro, al pari del Parcheggio di via M Terreni, palesemente troppo lontano dal Centro della Città.
SI OSSERVA IN CONCLUSIONE
La difficoltà delle imprese provocate dalla chiusura al traffico privato di via Magenta costituiscono l'esempio piu' illuminante di una fase di crisi aggravata da opzioni urbanistiche assai poco lungimiranti. Abbiamo constatato tutti il degrado di Piazza XX Settembre, dopo la decisione di delocalizzare il “mercatino americano”  in un'area  a destinazione portuale, e la chiusura delle luci dei negozi di Borgo Cappuccini, come risultato del progetto Pir “Borgo”.
Non esiste nessun supermercato o ipermercato costruito con parcheggi a un 1km di distanza o servito solo da mezzi pubblici. Perché mai il supermercato naturale di tutta l'area del Buontalenti invece dovrebbe servirsi solo dei mezzi pubblici?. Ci sono città, che da anni hanno dovuto sopportare la desertificazione quotidiana con le chiusure ampie dei centri, in evidente stato di default identitario ed economico. Sono quelle stesse città che hanno, giocoforza scontato, la chiusura degli esercizi commerciali o lo spostamento degli stessi nei centri commerciali. Tutte circostanze che hanno favorito il degrado e la criminalità. Vogliamo che accada tutto questo questo al nucleo storico della nostra città? Stiamo vivendo, tempi non facili e di giorno in giorno drammatici sotto il profilo occupazionale ed economico, i fatturati sono calati in 2 anni del - 45%, perciò decisioni di questo tipo sono veramente incomprensibili. Incomprensibile è per giunta la frase contenuta nella decisione di Giunta Comunale che dice: “di apprezzare le proposte contenute nel rapporto, dando mandato all'Ass. Bettini e Ass. Bernardo, con il supporto dei competenti uffici, di attivare il percorso di dialogo e di confronto con la città, con l'indirizzo che vengano garantiti - in ogni caso – gli obiettivi fondamentali dell'intervento, ossia di procedere al progressivo alleggerimento del traffico veicolare privato e di incrementare le aree pedonali e quelle di verde pubblico.”
Se avete deciso su tutto a cosa serve il dialogo?


SI RICHIEDE PERTANTO
CON LA PRESENTE ISTANZA
AL SINDACO E AGLI ASSESSORI COMPETENTI



di sospendere tutte le determinazioni connesse al progetto Pensiamo in Grande
di riaprire i termini di  reale consultazione con gli imprenditori e i professionisti qui rappresentati
di avviare una programmazione d'area sensibile alle esigenze logistiche e professionali delle imprese e dei residenti per salvaguardare il tessuto esistente e valutare una prospettiva di sviluppo anche in relazione allo scenario determinato dai nuovi flussi turistici.
Si chiede infine cortesemente, ai sensi della Legge 8 giugno 1990 n.142 e succ. modif.ni e della Legge 7 agosto 1990 n.241 e succ. modif.ni, di avere notizia delle fasi salienti dell’iter relativo alla presente richiesta mediante comunicazione scritta a:
“Comitato di Via Grande” presso  “Bar Mori” via Grande, 237 - 57123 Livorno
La presente istanza è ad Ella rivolta, fatto salvo il Suo diritto di reindirizzo all’Ufficio identificato come competente, e costituisce anche formale diffida dal mancato rispetto dei termini di legge per la risposta (sessanta giorni).
Con l'occasione ringraziamo per l'attenzione
e, mentre restiamo in attesa
della Vs. risposta, porgiamo distinti
Saluti.

Allegato N. 2
COMITATO DI VIA GRANDE
Sede Legale.
Bar Mori - Via Grande, 237
57123 Livorno

Al Sindaco di Livorno
All'Assessore al Commercio e turismo Paola Bernardo
All'Assessore Bettini
Livorno 17-01-2012
OGGETTO:   richiesta di incontro per viabilità e problematiche Via Grande
In data 27-10-2011  il Comitato di via Grande ha inviato e protocollato, presso il Comune di Livorno, una istanza  tesa a rilevare  gli aspetti critici della VIA GRANDE, richiedendo un incontro con l'Amministrazione Comunale. ( Protocollo N. 97596 con Oggetto: Richieste/considerazioni e valutazioni  per valorizzazione della Via grande e Pentagono Buontalenti).
Dopo oltre 2 mesi, non avendo ricevuto risposta, richiediamo un incontro con l'Assessore in indirizzo in indirizzo,  al fine di avere un confronto  verbale diretto.
Vi comunichiamo, inoltre che il Comitato di Via Grande, dal giorno 27/10/2011aspetta l'audizione presso la Terza Commissione (Economia e lavoro), come fu promessa dal Presidente Luca Fiordi .
Nell'attesa, porgiamo distinti saluti,
Per il Il Comitato di Via Grande

Il portavoce  Mariateresa Talarico

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Mobilità immobile

E’ il caso di dire che su “Nuovo Centro” e piano della mobilità Livorno si conferma immobile, attestandosi su posizioni di estrema arretratezza. Convinzione rafforzata dall’intervento nel dibattito sul blog, di amministratori in servizio, o ex. L’allusione è estensibile a un’intera classe dirigente, disinteressata a un modello di città refrattario alle esigenze contemporanee, che ormai assumono il carattere di emergenze. Allora, prima risolviamo le emergenze e in un secondo tempo parleremo di esigenze. Chiarendo che non possono essere le stesse del commercio, del turismo e del PRA,  riferite agli anni 60. Addentrandoci nel contesto, qualcuno dovrebbe precisare quali, tra i soggetti partecipanti a  “Pensiamo in Grande” aveva ipotizzato la chiusura totale o parziale del traffico in v. Grande, senza prevederne la riapertura di p.za Cavour. La risposta è nessuno, ad eccezione di un comitato di cittadini, che non è esatto definire residenti, perché domiciliati nelle più disparate zone della città, che non si sono limitati  a denunciare l’anomalia di un’autostrada a scorrimento lento che spartisce l’apotema del Pentagono e lo avvelena. Ma ha proposto soluzioni per una tipologia diversificata di assetto urbano. Soluzioni o suggerimenti che avrebbero contribuito a limitare il degrado generalizzato nel contesto di tutta l’area. Un degrado, riferito alla vivibilità, accentuato dalla sottovalutazione dell’abnorme proliferazione delle due ruote, dall’ occupazione dello spazio residuo normalmente destinato alle auto, cui vanno aggiunte, anch’esse in una percentuale tra le più alte d’Italia. Nella media degli  incidenti stradali compresi nella “cerchia urbana” che si attesta sui 15 morti e c.a. 200 feriti all’anno, le 2 ruote contribuiscono nella misura del 70%. Non è per caso che i motorini siano il mezzo preferito per gli scippi, di cui Livorno detiene saldamente il primato regionale, proprio per la possibilità incontrollata che hanno, di accesso in tutti gli spazi.
L’occupazione irrazionale degli spazi  da parte dei mezzi privati è da considerarsi un’emergenza per il centro quale area maggiormente antropizzata, che infatti scoppia. Lungo il perimetro dei fossi su entrambe i lati e all’interno del Pentagono, le aree riservate ai pedoni si restringono ai marciapiedi spesso chiusi alle estremità da veicoli di tutti in tipi in sosta selvaggia, tra cui furgoni e mezzi da lavoro, scooter e auto, le cui dimensioni dettate dalle esigenze di un mercato in crisi, rende sempre più ingombranti, in un evidente ossimoro con le dimensioni delle strade. L’assenza di un modello organico di città, produce una quantità di emissioni inquinanti e di decibel, imprecisata, che unite alla omissione dei controlli costituiscono il carattere distintivo del dna locale. Specie nelle ore mattutine il centro di Livorno richiama analogie di contesti  levantini.
Dell’ordinario caos quotidiano i nostri amministratori non sembrano accorgersi, per un consolidato atteggiamento accidioso e per l’incrollabile logica di partito che non prevede di apparire impopolari, verso categorie ritenute serbatoi di consensi. Spesso individualmente si comportano di conseguenza con esempi tutt’altro che virtuosi in materia di civismo stradale. Il risultato è un mix di  sottovalutazione o assenza totale di una cultura della sostenibilità. Ormai non si tratta di essere teorici della decrescita, ma di dare una configurazione a un insediamento abitativo socializzante. Invece si insiste su Benamozegh potenziale bomba accanto alle scuole e si allude all’ex Moderno quale toccasana post Odeon. Nessuno che si interroghi sullo stato di salute di una città inserita a pieno titolo nel picco in discesa dell’aspettativa integra di vita. Nessuno che mostri di conoscere la terminologia di “parcheggio di scambio” come soluzione ottimale alla decongestione dei flussi, mentre si continua a blandire le categorie settoriali con progetti obsoleti, tendenzialmente improntati alla ricerca di uno sviluppo improponibile nelle accezioni del passato Con un trasporto pubblico riservato ai parìa degli anziani dei disabili e dei non abbienti. Eppure la Toscana ha fatto da apripista per alcune soluzioni anticipatrici: Firenze da anni è la città con l’area pedonale più estesa d’Europa. Siena è stata la prima città europea a chiudere al traffico: anno 1966.
 
distinti saluti
 
Paolo Cascinelli di Vivere il Centro
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COMITATO DI VIA GRANDE
Liberalizzazione degli orari commerciali


La liberalizzazione degli orari commerciali era già stata affrontata dall'ex governo Bersani che aveva concesso la possibilità di aprire con una fascia oraria giornaliera di 12 ore; difatti molti commercianti sono anni che usufruiscono di questi orari secondo le convenienze, e le esigenze del consumatore.
 La liberalizzazione degli orari commerciali istituita dal governo Monti, per favorire il lavoro e la circolazione del denaro, non  tiene conto, però, della prima regola del concetto economico liberista ovvero la pari opportunità dei soggetti economici, con regole certe, nel libero mercato, nel quale gli stessi soggetti trovano un giusto equilibrio imprenditoriale.
   Inoltre la teoria liberista dice che, le diverse contrattazioni economiche, dopo le inevitabili instabilità iniziali, trovano l'equilibrio di mercato sviluppando la qualità del  lavoro, e meritocrazia negli operatori.
Nella teoria economica e in alcuni paesi anglosassoni, tutto ciò è, in parte, vero, ma in paesi come l'Italia il giusto equilibrio è difficilissimo da  raggiungere.
Vediamo il caso del commercio.
Ormai sono più di 30 anni che i modi e gli stili della distribuzione delle merci sono progressivamente andati a svilupparsi nella grande dimensione, vedi gli ipermercati, le cittadine OUTLET e tutta la serie di agglomerati organizzati alla vendita. I piccoli negozi, soprattutto gli alimentari, sono spariti. Questo processo ha inequivocabilmente sviluppato un imprinting negli Amministratori dei Comuni a far costruire GD in quartieri satelliti relativi ai centri storici, smembrando le radici sociali e storiche dei centri cittadini a favore di operazioni immobiliari spesso sovradimensionate rispetto all'utenza, e, quasi sempre legate a grandi catene di distribuzione alimentare e non. Le catene di G. D. non reinvestono gli utili nella città ma nel mercato finanziario, creando l'impoverimento del tessuto economico, mentre il commerciante è, a sua volta, un consumatore e sostiene la circolazione del denaro all'interno della comunità cittadina.  
La GD può permettersi flessibilità di orari e contratti su misura per i dipendenti, grandi parcheggi di accesso mentre il piccolo del centro storico non ha questi vantaggi ed è sfavorito dalla cronica mancanza di parcheggi di accessibilità che affligge la distribuzione dei centri storici.
La politica (di tutti i partiti) dei Comuni e delle Regioni, ha contribuito a favorire questa disparità, che, hanno sconvolto, con varianti e variantine, i piani regolatori, al fine di incrementare le perenni disgraziate casse comunali con gli oneri di urbanizzazione e altre tasse.
Casse pubbliche: voragini di denaro mal speso.  
Nella città di Livorno, questo squilibrio è ancor più evidente, in quanto il centro storico non è stato adeguatamente riqualificato, disattendendo, fra l'altro, anche finanziamenti regionali specifici per la riqualificazione dei centri storici. Mentre si sono costruite e sono costruende operazioni immobiliari, quali la Porta a terra, la Porta a mare, il Nuovo Centro, la nuova Stazione Marittima, che sono sovradimensionate nel rapporto di equilibrio fra l'offerta e la capacità di spesa dell'utenza. Una città di circa 150mila abitanti con una offerta commerciale attuale e presunta per 500.mila abitanti, e un reddito pro-capite bassissimo. Questo squilibrio accresce l'impoverimento della città. Inoltre negli ultimi 6 anni non sono state favorite iniziative, anche, urbanistiche per una economia tesa all'avanguardia e all'innovazione e alla ricerca (come a Pisa), ma soltanto operazioni destinate ad una edilizia abitativa e commerciale. Il commercio è l'ultimo anello della catena distributiva ed è anche il più flessibile. Se non ci sono comparti economici che producono reddito per gli abitanti, il commercio non potrà sostenere l'onere dell'impoverimento accresciuto dalla poca capacità di spesa e dalle tasse comunali (IMU) e centrali del nuovo governo Monti.
Il presidente della Regione Rossi dichiara: “Un minimo di regole è utile anche alla concorrenza. Tutto questo mentre bisognerebbe invece rilanciare il piccolo commercio per fini sociali, di sicurezza, vivibilità e di identità». Il monito del presidente Rossi, dovrebbe essere preso alla lettera, ma con interventi concreti e di buon senso.
Non si può spacciare la pedonalizzazione di un'area centrale come opportunità di incremento commerciale, oppure la velocizzazione delle corse degli autobus in via Grande come la risoluzione dei problemi del Bilancio in perenne deficit dell'ATL. Pensate che potrebbe sopravvivere l'Ipercoop soltanto con i mezzi pubblici? Quali pari opportunità ci offrono gli amministratori comunali?
 I problemi vengono da lontano e occorre molta buona volontà per risolverli. Inoltre la collaborazione deve avvenire con il confronto di tutte le parti sociali, non esistono commercianti buoni e commercianti cattivi, ma gente che tiene alla propria impresa e al lavoro dei propri dipendenti.
La sicurezza e il lavoro soprattutto dei dipendenti, si mantengono sostenendo le imprese, dei servizi e commerciali.
Il Comitato di Via Grande, chiede più parcheggi al centro del Buontalenti  e mantenimento della viabilità agli automezzi privati in Via Grande, e l'esistente parcheggio per contrastare la dilagante grande e media distribuzione, e per non far chiudere le luci del centro.


Il Comitato di Via Grande
Presidente Paola Nucci
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Realpolitik alla livornese

Spett. redazione 

Livorno 12/12/11

Nonostante si commenti da sola e con qualche eco ravvisabile a livello regionale, la vicenda della mancata applicazione del piano del traffico (organica al piano strutturale), necessita di alcune  considerazioni  “dall’altro punto di vista”. Come gruppo di persone che si battono per ottenere una città più vivibile, abbiamo avuto incontri con quasi tutti i gruppi politici mentre col sindaco constatato che è una pratica piuttosto complicata, ci siamo limitati a scambi di opinioni, non per questo meno illuminanti.

Cominciando dal denaro pubblico utilizzato per allestire il “Progetto di partecipazione Pensiamo in Grande”, riteniamo opportuno citare tutti quegli amministratori che in occasione dei colloqui avvenuti nelle sedi consiliari o di partito hanno rilasciato dichiarazioni di un certo tipo senza evidentemente averne l’intenzione, chiarendo che farsi prendere in giro pubblicamente non è una pratica che condividiamo. A cominciare proprio dal sindaco nell’Ottobre scorso, quando all’uscita dalla riunione di commissione sul piano strutturale, precedente a quella in cui l’assessore alla mobilità fu lasciato da solo in pasto alla platea dei commercianti, a un chiarimento del sottoscritto riferito al suo intervento, rispose: non hai sentito cosa ha detto il mio assessore? - sottendendo l’imminente avvio del progetto, - e allora cosa rompete i coglioni? - Invece il capogruppo del PD Gulì, nell’incontro del Maggio scorso definì il nostro - un progetto serio di cui condividiamo l’indirizzo - e specificò - verrete chiamati al momento opportuno - prima di definire il progetto dell’assessore (molto meno radicale del  nostro) “eccessivo”, unendosi ai franchi tiratori del suo partito (Del Corona - Tramonti). Siamo a Settembre da Yari De Filicaia, incontrato nella sede di v. Donnini: - Avete ragione vi richiamerò io, il piano del traffico sta nel programma del sindaco e poi dobbiamo rilanciare il trasporto pubblico - Anche gli assessori Bernardo e Grassi più volte interpellati sia pure informalmente ci hanno assicurato con risposte  identiche – tranquilli, questa volta chiuderemo tutto - con riferendosi al caos che caratterizza attualmente la viabilità del Pentagono.

In questo contesto, sorvolando  sulle diatribe di partito il presidente Rossi dovrebbe aggiornarsi un po’ più sulla situazione politica livornese e sui suoi riflessi nel governo della città. Forse converrebbe che le osservazioni della sig.ra Marson non sono del tutto fuori luogo,  perché sotto certi aspetti questa è una città che ha non poche analogie col terzo mondo. Non proprio come afferma lo scandalizzato Lamberti che sempre in occasione della contestazione all’assessore Bettini si sbilanciò nelle ultime parole famose - propongo in tempi brevissimi una commissione di approfondimento con tutti i soggetti in causa! - omettendo che se esiste qualcosa di politicamente incredibile più che le interferenze delle Marson, è che un'ex sindaco sieda in un consiglio comunale sotto le insegne di un  partito diverso da quello originario, dopo averne usufruito per due legislature.

Ma quello che ci stupisce anche se era sufficientemente scontato, è il rimangiarsi da parte degli amministratori di maggioranza, intenti dichiarazioni ed atti che avrebbero dovuto migliorare questa città invece di cederne il futuro alle lobbies settoriali a tutto discapito del bene collettivo e di una residua credibilità politica e personale.

Paolo Cascinelli per il comitato vivere il centro

 p.s.  Il Tirreno pur in forma succinta non  l'ha pubblicata

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Via Grande

Alessandro Guarducci coglie nel segno le criticità della proposta dell'assessore Bettini su via Grande e sulle modifiche di assetto della mobilità nell'ambito del centro, vero è che non può che essere apprezzato lo sforzo della maggioranza, seppur tardivo, di affrontare i temi della traffico e della riqualificazione di via Grande.

Certo, come  puntualmente sottolinea lo stesso Guarducci,  ci si pone inevitabilmente  la perplessità di come sia possibile affrontare i temi della mobilità urbana estrapolando, da un disegno ed un'idea complessiva della città, la soluzione per un singolo comparto e nella fattispecie quello della via Grande.

Sono alla luce del sole le tante preoccupazioni che sono emerse nell'ambito della presentazione del progetto da parte proprio di consiglieri comunali del PD a partire dal capogruppo Gulì ed analoghe perplessità sono espresse nel documento della Confesercenti e dai molti operatori, professionisti ed abitanti della zona.

Mancano di fatto atti e documenti completi ed esaurienti sui quali si possa discutere e da li svolgere, da parte di tutte le componenti, un ruolo costruttivo di critica e confronto costruttivo.

Ribadiamo che appare apprezzabile l'impianto politico sulla riqualificazione del comparto, in una logica di valorizzazione del trasporto pubblico locale all'interno di un piano aziendale di garanzia.

Ci sembra altresì vi sia grande indeterminatezza nei tempi e modi di programmazione del ruolo dei parcheggi ed in particolare per quel che concerne la funzionalità e la prospettiva per il parcheggio dell'Odeon e di piazza Benamozegh che dovrebbe entrare in forte sinergia con la riqualificazione complessive di via Grande.

Sulla stessa via Grande non si può non sottolineare come questa strada, possa interpretare emblematicamente, per la sua stessa struttura, la vocazione di “asse di attraversamento terra mare” sia per la mobilità privata che per il TPL, adeguatamente protetto, senza trascurare l'esigenza di una sosta regolamentata “ad alta rotazione”, come Guarducci sottolinea, garantendo la fruibilità dei tanti esercizi commerciali  e questo senza trascurare una “pedonalità, nel caso di via Grande  ampiamente garantita dai portici.

Ci sembra oltretutto davvero incompatibile ed improponibile, con la struttura di via Avvalorati un ipotesi come essenziale “asse di attraversamento”.

Se il metodo che deve caratterizzare il governo della città è, come auspichiamo, quello del confronto aperto a tutti i contributi nel rispetto delle molteplici esigenze, non si spiega davvero l'irritazione di parte della maggioranza su proposte e contributi che possano rendere il progetto più equilibrato e funzionale alle diverse esigenze. Su questioni di tale rilevanza è davvero opportuno enfatizzare, da parte della Amministrazione  Comunale, la capacità di ascolto e di confronto evitando di considerare proposte e scelte “la linea del Piave”.

Dobbiamo essere consapevoli che, in particolare sui temi della mobilità urbana si debba usare, al fine di non esacerbare e radicalizzare le posizioni, il metodo della concertazione e sopratutto dare risposte di carattere strutturale e visioni complessive per prefigurare scelte che possano efficacemente rispondere alla funzionalità e all'ambiente della nostra città.

 

Giovanni De Peppo

Confronto per Livorno

 

Livorno 31 ottobre

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Le contraddizioni e l'amara sorpresa

 

L'ennesima debacle dell'esecutivo comunale livornese ha il merito di sottolineare come nell'epoca dell'informazione con tutti i mezzi e a tutti i costi ogni forma di comunicazione venga meno proprio tra coloro che dovrebbero garantire la gestione della cosa pubblica sul territorio locale. Quando si parla di maggioranza si immagina un insieme di persone che condividono programma e azione politica e che soprattutto si confrontano prima di ogni scadenza. Pare che questo non sia avvenuto nel caso dei progetti di riqualificazione per il centro, ma che si sia verificato un dialogo tra volutamente sordi. I ripetuti smacchi che la giunta e il sistema di governo del territorio comunale e provinciale stanno riscuotendo negli ultimi tempi fanno prevedere una loro prossima caduta. Ma questa caduta non dovrebbe essere accompagnata dalla decadenza cronica della città e del suo tessuto socio economico. Mentre i partiti di maggioranza litigano, si accapigliano e si sconfessano addirittura al loro interno, sfugge che i cittadini livornesi hanno bisogno di un maggiore ascolto, peraltro attento e costante. Un progetto, che si definisca tale, deve possedere anche prospettiva, altrimenti si chiama rimedio temporaneo e con i rimedi nessuno rimarrà soddisfatto a discapito del benessere comune. Neppure possiamo valutare a pieno i termini tecnici perchè al Comune di Livorno vige il cattivo costume di divulgare i progetti della giunta comunale prima agli organi di stampa, poi ai cittadini e al consiglio comunale stesso, come accaduto anche per Pensiamo in Grande e il piano di mobilità nel centro. Per il primo rimane il dubbio di vedere realizzata la riqualificazione dei portici nei tempi prestabiliti, stante la presunta resistenza di alcuni proprietari privati  e amministratori di immobili che si affacciano sulla via.  Il piano di mobilità, nella sua presentazione sommaria (aspettiamo ancora i dettagli di progetto ad oggi non pervenuti), appare velleitario non per i contenuti ma per i presupposti, poichè punta con troppo ottimismo sul mercato dei croceristi senza considerare un evento prossimo che potrebbe scombussolare ogni positiva previsione se non affrontato adeguatamente. Si tratta di rileggere con attenzione il Nuovo Piano Regolatore del Porto, che alla voce infrastrutture sottolinea l'intenzione di ripristinare il collegamento ferroviario tra porto passeggeri e Stazione Centrale di Livorno anche in funzione della connessione con l'aeroporto di Pisa. Tale evenienza sarebbe esiziale per ogni speranza di attrazione dei turisti provenienti dal porto (non solo crociere ma anche gli utenti dei traghetti), che sarebbero giocoforza e per convenienza degli operatori marittimi e turistici, incanalati in una 'tangenziale' diretta alle città toscane e non di certo a Livorno, che perderebbe anche la 'speranza ' di nuove occasioni economiche e con questo di rivitalizzare il centro. Neppure le crociere di testa potrebbero costituire quella panacea di tutti i mali, come molti continuano a sostenere. E con le attuali prospettive di riorganizzazione del trasporto pubblico locale e l'asfittica capacità di offerta turistica organizzata, come una vera destinazione dovrebbe fare, non si prevede nulla di buono. A meno che si sposti l'asse della mobilità fissa, sottoforma di metropolitana di superficie o tramvia, da tangenziale al centro di Livorno ad un vero e proprio circuito che colleghi per esempio la futuribile stazione marittima, la via Grande e la stazione centrale, raggiungendo comunque l'interconnessione con le infrastrutture pisane ed il resto della Toscana. Si tratta di scelte a cui potrebbero compartecipare economicamente le ferrovie e la Regione Toscana. Se tutto, invece, rimarrà così, potremo dire facilmente 'croceristi addio!'.


Roberto Russo

Consigliere PDL al Comune di Livorno

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NO A VIA GRANDE = VIA MAGENTA

Le Partite Iva di Via Grande non condividono affatto le decisioni di Giunta espresse sul Tirreno di questa mattina. Il centro città è sicuramente l'area a maggiore intensità lavorativa di Livorno. Ragione per la quale le circa 7000 “Partite Iva” che lavorano all'interno del Pentagono del Buontalenti hanno il diritto di contestare iniziative che tendono a produrre effetti devastanti per le loro aziende e per i loro dipendenti, penalizzando fortemente l'economia cittadina. L'eliminazione dei parcheggi di via Grande e di altre strisce blu, (a rotazione breve) impedisce di fatto la possibilità della sosta veloce nel centro città e la possibilità della clientela dei professionisti e dei commercianti ad usufruirne. Quanti cittadini devono fare una “scappata in centro “ per una ricetta del medico, la consegna di una pratica al commercialista e all'avvocato o per un documento in Comune. Ma in base a per quale principio la città deve diventare impenetrabile al mezzo privato e favorire soltanto la sosta della casta dei residenti e dei permessi in deroga che beneficiano della possibilità di accedere e parcheggiare gratis? Il parcheggio del “ex Moderno “ è stato concesso come parcheggio pertinenziale e non pubblico. L'ex parcheggio pubblico di P.zza Barontini fu regalato ai residenti. Il Progetto del parcheggio di P.zza Magenta fu stoppato per ragioni incomprensibili. Pisa ha risolto il problema con un numero di parcheggi a raso a pagamento, integrate con i permessi concessi ai residenti ma... (un permesso ad appartamento e non uno a residente come a Livorno). Ecco perché Diciamo NO secco ad una visione penalizzante delle categorie che producono reddito e occupazione.

Impedire al cittadino di penetrare liberamente, con il mezzo che desidera nelle aree mercatali e centrali è in controtendenza con il principio dei nuovi modelli urbanistici che, dopo i fallimenti delle aree di grande distribuzione, (modelli anni '70/'80) riconsiderano la vivibilità del centro città come primaria esigenza sociale del cittadino. Il commercio, e tutte le aziende legate al mondo professionale si reggono soltanto se il numero dei loro clienti è tale da permettere la sostenibilità aziendale. Lo sanno bene quelli delle grandi distribuzioni che si preoccupano di avere un numero sufficiente di parcheggi prima di aprire un centro commerciale. Le difficoltà delle imprese provocate dalla chiusura al traffico privato di via Magenta ne è l'esempio più illuminante. Abbiamo visto tutti il degrado di Piazza XX Settembre, dopo l'infausta decisione di spostare il mercatino americano in una zona a destinazione portuale, e la chiusura delle LUCI dei negozi di Borgo Cappuccini, come risultato del progetto Borgo. SENZA LE LUCI DEI NEGOZI I QUARTIERI MUOIONO E SI PRODUCE DEGRADO SOCIALE E URBANO.

Allora chiediamo agli urbanisti del Comune un progetto che abbia come principio un respiro tale da permettere la penetrabilità in centro città, come accade nelle municipalità italiane che vedono nel mantenimento delle imprese una risorsa umana ed economica.

 

I membri dei commercianti e professionisti dell'assemblea del 5/10/2012

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Che la montagna  partorisse il topolino avevamo pochi dubbi e quanto sta avvenendo con  “Pensiamo in Grande” sembra confermarlo, con il “progetto” a recitare la  parte del topolino. Le premesse perché l’attuale classe dirigente potesse operare nel tessuto civile della città una svolta  all’insegna della vivibilità, dopo averne permesso  lo scivolamento nello stato di  degrado socio-culturale in cui si trova, non era realisticamente ipotizzabile. Da anni insistiamo che la qualità della vita a Livorno indipendentemente dalla crisi economica, avrebbe potuto essere migliorata con un atteggiamento che tendesse a superare i limiti insiti nella livornesità: eccesso di individualismo, assenza di civismo e di appartenenza alla comunità, cui avrebbero dovuto corrispondere  competenza e serietà amministrativa conseguenti. Invece per timore (anche fisico), di perdere consenso si rincorrono aprioristicamente l’indolenza, la furberia, l’aggiramento delle regole. Così si promette una città con più bus nell’aporìa di renderla sempre più garagizzata e vulnerabile, perché “il centro è di tutti” e tutti lo devono raggiungere con mezzi propri senza distinzione tra motorino o Suv, pazienza se attraverso telecamere, divieti e isole pedonali, pena “la morte” del commercio e delle attività correlate. La vita delle persone invece è altra cosa, il benessere individuale e collettivo il rispetto reciproco, lo spazio urbano da fruire invece che da subire, diluiti nella kermesse quotidiana che rende sgradevole il semplice passeggiare.

Paolo Cascinelli

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Mercoledì, 05 ottobre 2011

Si è svolta nella sede della circoscrizione 2, sugli Scali Finocchietti, l’assemblea di quartiere indetta dai commercianti del Centro per discutere sulle sempre più martellanti notizie riguardo alla semi pedonalizzazione di Via Grande, progetto da tempo ormai in cantiere ma che sembra allarmare solo ora che si sta profilando il rischio di una “veloce” realizzazione.

Presenti vari commercianti storici, ma anche cittadini della zona e rappresentanti istituzionali, anche se in veste di semplici residenti, per un totale inferiore alle 100 unità, a fronte dei 5000 soggetti potenzialmente interessati come riportano i dati dello schema utilizzato per il confronto.

Si nota, ovviamente, la preoccupazione da parte degli intervenuti, che la pedonalizzazione, o la conversione in ZTL, della Via Grande, possa determinare un ulteriore abbattimento dei già risicati volumi d’affari dei commercianti stessi, con la tragica conseguenza che tutti possiamo immaginare.

Tra i portavoce dell’evento, Mariateresa Talarico, notissima orefice di Via Grande, Roberto Nannipieri, dell’adiacente negozio di dischi Piccadilly Sound, Maurizio Fantozzi della gelateria L’Orizzonte.

Non si fa attendere l’intervento di Cesare Trucchia, consigliere della circoscrizione ospitante, e grande tessitore delle relazioni fra commercio e politiche interne del Mercato Centrale ed esponente di  “CONFRONTO PER LIVORNO”. Cesare Trucchia, nella veste aggiunta di commerciante, (e di residente), relaziona l’assemblea facendo il punto della situazione: “c’è un piano di mobilità di tutta la città, ma nessuno parlava della chiusura di Via Grande”, poi continua facendo una inconcludente cronistoria, che lo porta direttamente ad affermare di essere “stanco di sentire sempre gente…che dice a me piace il modello tedesco, mi piace il modello inglese…e poi mangiarsela (la parola? – n.d.a.) quando c’è qualcosa che non gli calza addosso”. Conclude il suo intervento proponendo di evitare di fare un comitato dei commercianti, “perché la gente è stanca”, ma deve essere un insieme di persone di buona volontà, che traslino quanto emerso nella presente assemblea direttamente in consiglio comunale: “fare la stessa riunione e apriamo un confronto”.

Interviene anche Salvatore Capuozzo, capogruppo in consiglio comunale per il gruppo UDC, in veste di residente, (specifica lui), anche se poi propaganda la sua posizione di battagliero per rendere “più vivibile e sicuro” il (vecchio) Centro: “Io sono venuto qui in veste di abitante del centro, di chi ha sostenuto…sempre le battaglie in consiglio comunale per far rivivere questo centro”, poi entra nel vivo dell’intervento ed afferma: “Il vero problema di  questa amministrazione è che la giunta purtroppo è in grave pericolo e il sindaco galleggia e cerca di rimanere a galla, perché ci sono i vari estremisti, c’abbiamo l’IDV, c’abbiamo SEL, Rifondazione Comunista che hanno chiesto con forza la chiusura del centro” poi sottolinea la propria posizione affermando che “io personalmente, io, chiudere Via Grande, sono contrario in questo momento”.

Direi che siamo d’accordo, allora… a parole.

Parole concitate, recitate di fronte ad un’assemblea di manifestanti d’eccezione. Ma se riavviassimo il nastro dall’inizio, rileveremmo come “CONFRONTO” avesse di fatto sostenuto l’Amministrazione Comunale di Livorno votando a favore della Variante La Gran Guardia, pur condizionandola ad una serie di interventi sulle soste e sulle mobilità realisticamente impraticabili entro il 30 settembre. Un’apertura di credito presto superata dai fatti e comunque naufragata di fronte alla stasi operata dagli assessori competenti. Stessa musica, ovviamente, per Capuozzo, che dopo aver sostenuto il Comune sulle pratiche commerciali del Cinema Teatro, oggi decide di consumare il suo risveglio smettendo i panni del politico e assumendo, di fronte ai commercianti, quelli di residente.

Diciamo la verità

Al di la di ciò che vuole la città, sia esse persone fisiche o giuridiche, il destino di un evento è sempre vincolato alla capacità di presentarlo sotto la giusta luce. Il problema grosso è che, anche chi sa, e potrebbe intervenire, diventa complice nello stringere “nodi storici” per poter entrare senza grosse difficoltà in un “cerchio magico”, grande come la via che, involontariamente, lo sta aiutando a crescere.

 

p.s. Mentre scriviamo queste note leggiamo la maxi intervista rilasciata dal Sindaco sul Tirreno. Nulla di nuovo. Si torna a parlare, dopo 12 anni, di “alleggerimento del traffico veicolare”, ma in una prospettiva di lungo periodo (2020), cercando nello stesso tempo di accontentare le richieste del commercio. Si torna a parlare, dopo 12 anni, del mitico parcheggio di piazza Benamozegh, (non sappiamo se a “raso” o in “ipogeo”) e di una prossima apertura di Piazza Cavour e del Parcheggio Ex Odeon.

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Tra i pericolosi estremisti che nella riunione dei commercianti sfociata nel “triumvirato”, il sig. Guastalla indica nei rappresentanti di IDV e SEL ha omesso il più pericoloso: il sottoscritto. Noto comunista e portavoce di comitato. E fa piacere che a queste dichiarazioni facciano eco (forse per un gioco stabilito delle parti), quelle del consigliere Del Corona membro della commissione ambiente. Il quale ribadisce che Livorno non essendo un polo culturale?! si merita da polo di ignoranti  il destino cha ha, cioè quello di essere assediata da un traffico senza regole  portatore di veleni e di incidenti, che lo rendono più simile a un'autorimessa che a una città. Ad entrambe vorremmo  ricordare che i polmoni le orecchie e la vita dei livornesi (in centro con loro disappunto ne vivono c.a. 25000), anche se meno acculturate dei fiorentini dei pisani e dei senesi, sono fatte della stessa materia come del resto per i concittadini  di v. Ricasoli. Quanto alla sig.ra Talarico, (che vagheggia di trasformare le scuole Benci in parcheggio), ha ragione: l’inquinamento di v. Grande è una favola. Infatti nessuno, nemmeno gli amministratori che si sono sempre rifiutati di misurare la concentrazione delle PM10, ci crede nonostante la segnaletica indichi il contrario. A conferma della sua inconfutabile tesi, anche il colore di portici facciate e davanzali e le conversazioni  sottovoce dei passanti per non disturbare il relax circostante.

Paolo Cascinelli

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Primo: pensare

Più che “Pensare in grande”, sarebbe opportuno pensare; cosa che sembra fare difetto alla nostra amministrazione comunale e che è all’origine della rabbia dei commercianti, dei professionisti, di tutti coloro che lavorano in centro. Per il Comune sembra che nel centro ci siano due attori: i commercianti e gli abitanti. E invece gli attori di questa scena sono di più; ai commercianti e agli abitanti (il cui comitato capeggiato da qualche Masaniello di turno andrebbe analizzato per capire da chi è manovrato e per quali scopi) si aggiungono i proprietari degli immobili, i dipendenti, i professionisti degli studi, i cittadini delle zone periferiche e residenziali, coloro che in città vengono da fuori per lavoro o turismo. E’ una platea vasta portatrice di interessi “legittimi” con la quale ci si deve confrontare seriamente per realizzare il bene comune di Livorno e contemporaneamente evitare di creare situazioni di grave disagio e di danno per il loro interessi che al contrario l’amministrazione deve tutelare. E invece negli ultimi tempi sembra che il sindaco e la giunta vivano alla giornata senza un piano “sistemico” della città, urbanistico, sociale, culturale, economico e di riqualificazione del centro storico. Si fanno studi, spesso approssimativi e si prendono poi decisioni affrettate e intempestive. Non esiste un piano dei parcheggi, si è proceduto a realizzare un parcheggio all’Odeon il cui costo esorbitante rispetto alle previsioni (ma nessuno pagherà per gli errori?) ne impedisce al momento l’utilizzazione, l’arredo urbano del centro è in condizioni pietose, si disloca l’attività commerciale prima alla Porta a terra e alla Porta a mare e si insiste poi con il Nuovo Centro, di cui nessuno sente e sempre meno in futuro sentirà la necessità, senza pensare al centro commerciale naturale che è il centro storico della città. L’insediamento al centro di multinazionali del commercio come Zara, H&M, e tanti altri è senz’altro positivo perché convoglia verso il centro nuovi flussi di consumatori, impedisce la desertificazione e i rischi per la sicurezza e riequilibra la situazione con i centri commerciali periferici; ma molti commercianti ne vedono solo il pericolo in termini di concorrenza. Da ultimo uno scellerato patto di scambio vorrebbe che al permesso per l’apertura di H&M seguisse la pedonalizzazione di Via Grande; ma che c’entra un atto che ritengo positivo, anche se dà vantaggi a mio parere legittimi e a costo zero alla comunità oltre ché al proprietario ( a differenza del Goldoni e dell’Odeon a suo tempo) con la pedonalizzazione di una strada che è già stata progettata pedonale dal grande architetto Piacentini nel dopoguerra, con i portici e che rimane un asse attrezzato di scorrimento così come è sempre stata sin da quando si chiamava “Via Ferdinanda” all’epoca dei Granduchi e della progettazione della “città moderna” come Livorno veniva chiamata nel ‘600. Se è chiedere troppo al novello Robespierre giacobino dell’IDV la cui cultura generale e politica desta molte perplessità, almeno l’assessore-intellettuale alla mobilità, nutrito di buoni studi di storia economica, dovrebbe riflettere più pacatamente: peccato che sia anche lui in preda a furori estremistici sul piano ideologico e politico. Ci domandiamo, in questo frangente dove è la maggioranza riformista e moderata che ci ha, nonostante tutto amministrato dal dopoguerra: quella dei Diaz, dei Badaloni, dei Raugi, dei Nannipieri, dei Torrigiani, dei Giachini. Che sia al rimorchio della sinistra estrema? Sarebbe davvero preoccupante e ci sarebbe da ripetere con i vecchi pescatori: “Che Dio ce la mandi buona e senza vento”.

Guido Guastalla

 

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Figurandoci  una città  come un organismo umano potremmo estrapolare il noto adagio, “dimmi che centro hai e ti dirò chi sei”.  In un contesto riferito alla qualità ambientale del centro urbano di  Livorno il confronto con le altre città  toscane è impietoso. La città sembra essere ferma agli anni 60, quando il tema della sostenibilità non suscitava dibattiti in relazione alla crescita economica. I pochi provvedimenti presi contro l’invasività del traffico privato a tutela del centro risalgono al piano di pedonalizzazione del 1986, seguito a un referendum popolare per la chiusura di  alcune strade (mai reso veramente operativo) e che ora si vorrebbe rivisitare in senso restrittivo. Ma in un quarto di secolo i flussi sono aumentati in maniera progressiva, le ordinanze sono sempre più  disattese, la proliferazione incredibile delle due ruote è il grimaldello per penetrare tutti gli spazi  e  i controlli sono inversamente proporzionali al caos attuale. Non è improprio affermare che per  i livornesi il piano del traffico è una pratica ad personam a causa di una classe dirigente ignorante e disinteressata a trasmettere la cultura – sensibilità - necessaria per migliorare la qualità della vita. Quì in tema di mobilità voci come: parcheggi di scambio, uso del mezzo pubblico, distribuzione merci, decentramento dei capolinea, provvedimenti in materia di inquinamento atmosferico e acustico (che raggiunge livelli impressionanti), sono lessico sconosciuto. Qui si demoliscono teatri storici trasformandoli in parcheggi, concretizzando la metafora di città-garage. Ma  il capolavoro amministrativo di questa “arte del vivere” è  la v. Grande,  emblema della città, usata come asse di collegamento tra i comparti mare-terra. Con le limitrofe ZTL, oltre al degrado infrastrutturale-ambientale è la sagra quotidiana, dell’infrazione al codice della strada nell’ordinaria noncuranza degli addetti ai lavori. Essendo porticata i gas di tutti gli autobus urbani extraurbani, da crociera e di tutte le migliaia di  veicoli (persino Tir) in perenne ingorgo, ne rinforzano l’esemplarità del modello urbanistico sullo sfondo ravvicinato delle ciminiere del porto, i cui traffici sono al centro del dibattito politico-economico ma il cui impatto sulla città è del tutto sottaciuto. Aggiungiamo a questo quadro le industrie a ridosso della città, il polo petrolchimico dell’Eni con le sue quotidiane emissioni maleodoranti, la vicina centrale dell’Enel, l’Inceneritore quasi in zona residenziale, le costruende centrali a biomasse, e uniamole al traffico in libero ingorgo, con un libeccio che solo i forestieri ignorano che non soffia più e sembra disperdere solo residui di buon senso.

Paolo Cascinelli

comitato Vivere Il Centro

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Le Partite Iva del (vecchio) Centro di Livorno

La piazza Cavallotti, già piazza delle Erbe è nata all'incirca nel 1600 nella piazza prospiciente alla chiesa di S. Omobono, per la compravendita delle mercanzie alimentari provenienti dalle campagne pedecollinari dell'area livornese. Aveva una splendida tettoia a forma di croce e nel mezzo un pozzo per l'uso dell'acqua. Il mercato era diviso in 4 quadrati ognuno destinato alle carni, alle verdure, al pesce e alle altre mercanzie. All'incirca nel 1860 quando fu costruito il nuovo e bellissimo Mercato Centrale, l' Amministrazione cittadina spostò i banchi della Piazza delle Erbe e li trasferì all'interno del Mercato Centrale. Ma dopo alcuni anni, in maniera del tutto naturale, la Piazza delle Erbe si ripopolò dei banchi, e questa naturale posizione è vissuta ancora ai giorni d'oggi. I livornesi sono sempre stati propensi a comprare nelle aree facilmente raggiungibili. Ancora oggi si prova più fatica entrare nel Mercato Centrale per comprare un formaggio, piuttosto che in un banco lungo la via di scorrimento dell'area Cavallotti. L'abitudine ad acquistare dove è più facile arrivare, oppure dove il venditore è più simpatico o per altri mille motivi, è la peculiare caratteristica della vendita di prossimità che soddisfa appieno il consumatore. Non è vero che il prezzo più basso vince. Alla lunga l'abitudine quotidiana prevale come scelta all'acquisto. Con la crisi economica anche la Grande Distribuzione soffre per la defezione del consumatore innamorato del carrello color arancio pieno, spesso, di inutili acquisti. Tutto quanto sopra descritto, per suggerire una riflessione, sulle scelte urbanistiche che l' Amministrazione Comunale ha fatto nei riguardi del commercio cittadino.

La costruzione del Nuovo Centro stravolgerà completamente gli usi quotidiani della (purtroppo) vecchia popolazione livornese. L'intenzione dell'urbanista  nella creazione di un nuovo polo abitativo commerciale fa sembrare Livorno una città di almeno 4 o 500 mila abitanti. Ma, non siamo così tanti e la popolazione giovane soprattutto in età reddituale dei cittadini di 30/40 anni, se lavora, è fuori città, perciò anche la capacità di spesa per il consumo si abbassa notevolmente, considerato, anche, l'alto numero dei pensionati. Questi dati, che, credo l'A.C. conosca bene, non sono stati presi in considerazione in quanto, mi pare, ci sia in atto una politica rivolta unicamente a sostenere coloro che hanno investito nel Nuovo Centro ( ma lo ha detto anche benissimo il consigliere Gulì in una intervista a Tele Centro) tralasciando la verifica degli effetti di questa, a mio parere, tragica scelta. Dico tragica scelta, perché nell'area del Buontalenti vivono più di 1000 Partite Iva e circa 5000 lavoratori. Un vecchio proverbio dice che “Per quanto tiri sai che la coperta è corta“. Se apre il Nuovo Centro Il Vecchio Centro sparirà. Mi chiedo se “i ventisettini” ovvero coloro che in Comune prendono ogni mese lo stipendio, spesso anche lauto, si rendano conto di cosa significa la mancanza di incasso in una azienda, che, magari ha mutui per la riqualificazione in essere, dipendenti da pagare ogni mese con le relative liquidazioni, tasse di ogni specie, etc.,etc., etc...  Ma è incredibile la superficialità con la quale si decide il macabro destino economico di intere famiglie, di cittadini che hanno avuto la colpa di avere una Partita Iva, invece di un comodo posticiello all'ombra del potere politico. Ci dimentichiamo, per esempio, quale ammortizzatore sociale fu il commercio negli anni '60/70 quando chiusero la maggior parte delle industrie in città? Molti piccoli imprenditori sono i figli di questo processo economico. Non è un caso che oltre all'Unione del Commercio e del Turismo nacque la Confesercenti (sindacato di ex operai diventati imprenditori) nato sulle ceneri delle industrie di Stato, per tutelare i diritti dei nuovi esercenti di sinistra.

Visione futurista:

Nella visione futurista dei nostri amministratori, al fine di alleggerire l'impatto traumatico del N.C, qualcuno ha pensato di inventarsi un gazzabuglio di mini progettini non coordinati dal nome “Pensiamo in grande”. L'insieme di idee, è stato concepito al contrario di qualsiasi logica urbanistica. Non esiste un piano di parcheggi per la penetrazione nel Pentagono. Il parcheggio Odeon servirà soltanto le strade fuori dal Pentagono che a sua volta verrà completamente isolato con l'attraversamento della piazza Cavour. Non esisterà la possibilità né alle macchine, né ai motorini (mezzo usatissimo dai livornesi) di accedere al centro per accedere non solo all'area mercatale, ma agli innumerevoli studi professionali, e a tutti i Palazzi dei pubblici servizi. Nessun servizio di autobus potrà sopperire all'accessibilità che abbiamo al momento attuale. I parcheggi lungo i fossi verranno eliminati per far transitare le macchine e i motorini, perciò vorrei sapere come farà una mamma con carrozzina e un bambino ad accedere comodamente al centro città, per fare la spesa al mercato. Le altre città (vedi Pisa) costruiscono parcheggi in pieno centro. Inoltre a Livorno esiste una grande anomalia rispetto alle altre città italiane nel rapporto fra posti auto e abitanti.

Nelle principali città simili a Livorno i posti auto sono concessi in relazione all'abitazione. Ovvero un posto ad appartamento. A Livorno abbiamo un posto a residente. Perciò se una famiglia ha 3 figli adulti + padre e madre, gode della possibilità di avere gratis e sotto casa, in pieno centro di 5 permessi per parcheggiare le proprie autovetture. Queste regole, che sono in vigore da moltissima anni, permettono di accontentare i residenti privilegiandoli rispetto all'uso naturale che un centro città merita. Privilegi che non hanno coloro che lavorano all'interno del Pentagono.

La via Grande (non è un caso il nome) è una strada di grande scorrimento con doppie file di portici spaziosi che accoglie agevolmente il traffico cittadino. Il traffico negli ultimi anni è notevolmente diminuito dopo l'apertura dell'area di Porta a Terra e la costruzione di aree dormitorio quali la Leccia, Salviano etc. Perciò l'insistenza dell'assessore al traffico di chiudere la strada ad auto e motorini, e lasciare il transito soltanto ad autobus e biciclette, mi pare una enorme forzatura che non crea benefici a nessuno, se non a coloro che hanno la speranza di vedere il vecchio centro morire per fare scintillare di luci soltanto il NUOVO CENTRO (scusate, mi sono sbagliata, adesso è stato rinominato Quartiere San Martino) .

Mariateresa Talarico