Livorno, crisi continua: le strategie dell'azzardo

20.03.2012 07:39

Al momento in cui scriviamo pare proprio che il sofferto sodalizio tra il Pd e l'Idv livornesi sia giunto alla fine. Il Sindaco Cosimi, che nei giorni scorsi aveva utilizzato l'eco della stampa di Palazzo (Tirreno e Nazione praticamente all'unisono) per ottenere da Idv con una prassi quanto meno irrituale la sostituzione del capogruppo consiliare Romano, ha deciso di svoltare e di chiudere la partita della coalizione di governo revocando le deleghe (edilizia privata, sport, energie rinnovabili) al Vice Sindaco Bogi, sempre in quota Idv. Complesse le motivazioni del gesto sulle quali avremo modo di ritornare. La sensazione è che il Sindaco abbia cercato di risolvere il proprio isolamento politico e una certa insofferenza montante all'interno del Partito che l'aveva espresso (il Pd), richiamando l'unità d'intenti" del Partito Democratico locale su qualche provvedimento di impatto locale (come l'impressionante sequenza di varianti urbanistiche che dovrebbero anticipare l'avvio della progettazione del nuovo Prg), ma soprattutto sulle opzioni di macro politica sovra comunale che dovrebbero caratterizzare l'ultima parte del suo lunghissimo mandato. Tra queste il Progetto Ospedale (con la riconversione urbanistica del vecchio Ospedale e il project financing di 81 milioni di euro per la costruzione del nuovo Presidio di Montenero Basso), il termovalorizzatore di Ato, le discariche pubbliche e private, il gassificatore marino. A questo quadro aggiungiamo ovviamente la scelta politica di regionalizzare in chiave anche semiprivatistica le principali aziende di pubblico servizio (una delle quali, l'Aamps, recentemente commissariata a causa di una voragine determinatasi nel conto finanziario che da anni paralizzava qualsiasi strategia di ordine industriale).Tutti obiettivi che avrebbero dovuto costituire il brand del Pd labronico di questi anni e che invece, specie negli ultimi tempi, cominciavano ad essere imbrigliati dal filibusterling attuato da Romano e i suoi (in versione post berlusconiana ed anti montiana) per ridimensionare la portata complessiva degli avvenimenti.(e l'efficacia dei provvedimenti conseguenti).e portare alla luce eventuali contraddizioni tra linea pragmatica di Cosimi e le variegate sensibilità presenti nel centro sinistra in materia di conti pubblici e di politiche ambientali ed urbanistiche. Un quadro estremamente complesso nel quale peraltro si consumavano le sempre più frequenti invettive del clan cosimiano nei confronti di Monti (per l'Imu e i nuovi obblighi della fiscalità locale), di Enrico Rossi (per l'opzione favorevole alle discariche territoriali e il ruolo sempre più baricentrico dell'Assessore regionale Marson in materia di urbanistica e territorio), del sistema industriale nel suo complesso (colpevole di avere discriminato la fantasiosa ipotesi industriale di Rossignolo concepita dallo stesso Cosimi con i sindacati di riferimento). Facile capire che in questo contesto il Presidente Regionale di Anci (per di più Sindaco di una città sempre più acritica e sonnolenta) ha preferito investire sulla logica dei numeri e delle "mani libere" confidando, soprattutto per l'esercizio di bilancio più complicato degli ultimi vent'anni, nell'aiuto dei terzopolisti Lamberti (Api), Capuozzo (Udc) e Romiti (Montezemolo) e nel sostegno a tutta barra della stampa locale. Siamo curiosi di verificare cosa accadrà nell'immediato, anche perchè il clima che si respira a Livorno, vista la disastrosa situazione economica e la bassisima qualità dei servizi municipalizzati, è quella del concordato fallimentare. Ma più che di un curatore (o a limite di un giudice fallimentare, organo che peraltro a Livorno ha sempre cinguettato con la politica) riteniamo che ci sarebbe bisogno di un turno elettorale anticipato in grado di garantire la discontinuità netta con questi otto anni problematici e inconcludenti.