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Nella terra dei conflitti di interesse (non solo quello berlusconiano) e dei sottrattori di bene pubblico (oltrechè dei simulatori di verità)..., dove lo spreco si confonde con la miseria, dove non sai mai quello che ti capita... ma ormai ci sei abituato... e se capita non ti meravigli più, dove per vincere una battaglia non occorre coraggio ma capacità economica.... abbiamo deciso (vestendo tutto il coraggio possibile) di andare contro corrente e di mettere a nudo realtà spesso soffocate dai giochi di potere in grado di pilotare l'informazione direzionandola un po' qua, un po la, ma mai dove realmente e in maniera trasparente dovrebbe andare.
La nostra esperienza nel mondo civile ci ha permesso di affrontare varie argomentazioni e documentarle con video, immagini e commenti audio.
In questo sito potrete rendervi conto personalmente di quanto possa essere facile "non dire" cose sconvenienti e sostituirle con frasi di eccellenza che attirano popolarità e deviano l'attenzione.
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Articoli
Il tunnel di Aamps Livorno: Angelo Rosi e i due bestioni.
07.06.2012 07:22Sembra di rivivere i bei tempi (si fa per dire) della crisi del Cantiere F.lli Orlando. Nella circostanza il liquidatore Angelo Rosi rimise in pista il bestione tramortito dal mercato e da una conduzione manageriale a dir poco irresponsabile spuntando condizioni di favore presso i creditori dell'azienda (per lo più ditte dell'indotto cantieristico e portuale). Il sistema Livorno, pur di evitare il fallimento commerciale di quanto rimaneva del Cantiere, indusse piccole e medie aziende dell'area portuale a rinunciare obtorto collo al 50% dei crediti esigibili. Fu una scelta dolorosa, che per molti operatori significò la chiusura dell'Azienda e il forzoso trasferimento verso altri lidi. Quanto accadde dopo, compresa la strampalata invenzione delle tre gambe della Porta a Mare (su cui peraltro planò con toni entusiastici l'intero Consiglio Comunale nell'atto di indirizzo del 10.04.2002 e, in parte, sul conseguente Piano Particolareggiato), non fece altro che approfondire, e in modo doloroso, la distanza fra la fantasia e la realtà. Tant'è che dieci anni dopo le riparazioni restano un punto interrogativo conficcato in una prateria di sterpaglie accarezzata dai gabbiani e poco più. E i creditori di allora a stento hanno potuto sintonizzare la propria rabbia sul sentimenti di una città che iniziava ad avere la testa altrove. Molti di loro si sono persi, talvolta assumendo debiti ingenti verso il Comune e lo Stato, al pari di quanti, riorganizzandosi sotto altre vesti, hanno sperato che in qualche modo venisse ripristinata la funzionalità dei bacini di carenaggio. Mission impossible per una realtà ferita dalla crisi e atrofizzata dal nanismo della sua classe politica. Oggi il bestione di Angelo Rosi si chiama Aamps, un carrozzone gestito in house dal Comune di Livorno che in questi anni, a fronte di investimenti irrilevanti e una politica tariffaria devastante, ha macinato quasi settanta milioni di debiti accertati, almeno venti dei quali, come sappiamo, determinati da un impressionante volume di crediti non riscossi. Di questo avrebbe dovuto parlare il vecchio capitano umbro nella Commissione Consiliare convocata da mesi per fare il punto sull'opera di risanamento. Ma Rosi ha subito manifestato insofferenza nei confronti dei commissari comunali, prendendone prudentemente le distanze anche dal punto di vista spaziale. L'unico salamelecco è stato riservato, non senza sorprese, all'ex sindaco Lamberti (chiamato "Gianfranco"), con il quale dieci anni fa gestì la difficile transizione del Cantiere dallo stato prefallimentare all'amministrazione controllata mentre Cosimi operava da Segretario Provinciale dei Ds..Su quella vicenda probabilmente Rosi, che all'epoca dei fatti non fu prodigo di confidenze con nessuno, potrebbe avere molte cose da dire, visto che il piano di salvataggio di un'azienda che i più davano per spacciata fu concertato con molti degli stessi operatori che oggi si stracciano le vesti per la sopravvenuta crisi delle riparazioni aggravata dalla inutilizzabilità dei bacini di carenaggio. Oggi il bestione di Rosi è interamente pubblico e lui stesso afferma candidamente di non saperci fare con la "monnezza", ma quello che importa al suo committente (il Sindaco) è che il tagliatore sia in grado di confezionare un'azienda "leggera", buona per essere ospitata con i gioielli di famiglia nel grande contest omologatore dell'Ato Regionale. Una commissione secca, che non lascia spazio all'immaginazione. E neanche al controllo istituzionale. Tant'è che Rosi afferma di aver già portato a termine la sua fulminea opera di risanamento, dopo avere negoziato con i fornitori "ripetitivi" un piano di rientro a tasso zero nel medio periodo e con quelli occasionali una modulazione dei pagamenti a trenta giorni. Non solo, il 91% dei creditori (di cui non si conoscono i nomi) avrebbe già aderito al Piano di Rientro, compresa la ditta Appaltatrice del servizio di nettezza urbana (la Cooplat) che nei confronti dell'Azienda vanta un credito di quasi tre milioni di euro, in pratica il costo dell'appalto. Ne consegue che, ad oggi, Aamps non avrebbe mai pagato le prestazioni di Cooplat. Incredibile, da questo punto di vista, la capacità di persuasione di Rosi. Il vecchio capitano si muove bene,ma questa volta il machete non lo può utilizzare con i titolari del cosiddetto "passivo esigibile", così come avvenne, grazie ad un colossale accordo sistemico, nella vicenda "protetta "del Cantiere. La sua attenzione si sposta, inesorabilmente, sulle operazioni immobiliari, alcune di queste bloccate sul nascere, da cui la precedente gestione riteneva si potessero ricavare le disponibilità per finanziare fuori tempo massimo i cosiddetti investimenti nell'impiantistica. E poi sul trattamento economico, prevalentemente accessorio, legato alle prestazioni di operai, impiegati e dirigenti con una strategia di "autoriduzione" che pare essere stata concordata con le organizzazioni sindacali per contenere il rischio conclamato di esodi anticipati. Non è tanto la strategia che fa sbarrare gli occhi, quanto la motivazione. "E' giusto che i dipendenti si privino delle proprie competenze a scomputo dei crediti vantati da banche e fornitori". In pratica, una sorta di espiazione economica democratica (della quale però restano sconosciuti gli automatismi) a fronte delle sofferenze patite dai creditori (oltretutto aggravate dalla crisi). Una sorta di capro espiatorio collettivo in punto di insolvenza che però solleva gli amministratori di questi anni (compreso ovviamente il Sindaco) da ogni responsabilità di ordine patrimoniale e finanziaria. Ma basterà tutto questo per rimettere in carreggiata il secondo bestione di Rosi? I contribuenti della tariffa di igiene ambientale (comprensiva di Iva) osservano allibiti.
Le carte che restano. Il misterioso mondo di Aamps Livorno
07.06.2012 07:20AAMPS PARTECIPAZIONI
TRED LIVORNO S.P.A. (situazione al 27/05/11) |
Capitale Sociale € 978.193,26 |
REFRI SRL | QUOTA € 488.998,81 |
CENTRO SERVIZI AMBIENTE SPA | QUOTA € 5.217,68 |
AAMPS LIVORNO | QUOTA € 483.976,77 |
Scopo sociale: Stoccaggio, trattamento recupero e smaltimento beni durevoli. Trattamento recupero e smaltimento rifiuti industriali, pericolosi e non prodotti da terzi. Attività connessa alla principale
SELECOM S.R.L. (in liquidazione) Data cancellazione: 16/01/12 Data domanda: 30/12/11 |
Capitale Sociale € 12.750,00 |
AAMPS LIVORNO | QUOTA € 6.502,50 |
LONZI METALLI SRL | QUOTA € 3.045,75 |
RARI SRL | QUOTA € 3.045,75 |
SO.SV.IND SRL | QUOTA € 156,00 |
Scopo sociale: Gestione impianto di preselezione rifiuti urbani e speciali assimilati di origine industriale presso sede di Aamps (Via dell’Artigianato). Commercializzazione e intermediazione di rifiuti speciali assimilabili agli urbani
PIATTAFORMA BISCOTTINO SPA (situazione al 26/05/11) |
Capitale Sociale € 6.139.990,00 |
AAMPS LIVORNO | QUOTA € 2.308.635,00 |
COMUNE DI COLLESALVETTI | QUOTA € 2.296.355,00 |
ECO ETRUSCA SRL | QUOTA € 1.535.000,00 |
Scopo sociale: Progettazione, costruzione e gestione di impainti di stoccaggio, trattamento, recupero, riutilizzo e riciclaggio di rifiuti speciali, civili e industriali, pericolosi e non pericolosi.
BISCOTTINO TRATTAMENTO TERRENI “B.T.T. SPA” (situazione al 26/05/11) |
Capitale Sociale € 1.500.000,00 |
ECOTEC CHEMIE SRL | QUOTA € 525.000,00 |
ECOMAR ITALIA SPA | QUOTA € 525.000,00 |
AAMPS LIVORNO | QUOTA € 300,000,00 |
REA ROSIGNANO AMBIENTE | QUOTA € 150.000,00 |
Scopo sociale: Costruzionee gestione di impianti di stoccaggio, trattamento, smaltimento, recupero, riutilizzo e riciclaggio di rifiuti speciali, civile e industriali, pericolosi e non. Costruzione egstione di impianti che utilizzano fonti di energia rinnovabili, di produzione combinata, distribuzione e cessione di calore ed energia elettrica
TOSCANA RICICLA SOCIETA’ CONSORTILE SRL (in liquidazione dal 28/05/11) |
Capitale Sociale € 70.200,00 |
AAMPS LIVORNO | QUOTA € 2.600,00 |
Al pari diverse società tra cui: AISA SPA AREZZO, AMIA SPA CARRARA, ASCIT CAPANNORI, ASM PRATO, ASMIU MASSA, REA AMBIENTE ROSIGNANO |
Il Cosimometro 2012: Quello che (non) ho...
25.05.2012 07:59Punti di riferimento:non abbassare la guardia
25.05.2012 07:58
Il RISCHIO ACCETTABILE
25.05.2012 07:43“RISCHIO ACCETTABILE“ da quando le ho lette queste parole mi angosciano, a pronunciarle sarebbe stato l’AD delle Ferrovie dello Stato, al recente vertice sulla sicurezza.
Che significato hanno i termini RISCHIO e ACCETTABILE, visto che erano riferite alla Tragedia di Viareggio quanti morti servono perché un rischio sia accettabile?
Nessuno dimentichi che quotidianamente le cronache ci raccontano di Morti sul lavoro, morti bianche le chiama qualcuno, io preferisco il termine Omicidi, perchè dietro spesso c’è il risparmio sulla sicurezza, la precarietà, le scarse nozioni sulle norme, la carenza di controlli, le connivenze, le omissioni….
Il moby prince lo ha dimostrato far viaggiare mezzi di trasporto senza le necessarie condizioni di sicurezza è sicuramente concausa di una tragedia evitabile, e negli anni successivi altre tragedie lo hanno confermato, si risparmia e si muore, gli imprenditori, i datori di lavoro risparmiano e i lavoratori perdono la vita, una semplice e terribile equazione.
Ma c’è il RISCHIO ACCETTABILE che ricordava l’AD Moretti e quello ci deve far accettare qualche decesso perchè si è risparmiato miliardi, ma mi chiedo per voi quale valore ha una Vita Umana, un valore numerico, un valore assicurativo, forse nemmeno quelli.
I nostri Familiari sono morti in tragedie che potevano essere evitate, allora lo ripeto quale è il RISCHIO ACCETTABILE, quanti corpi devono essere distesi sotto i lenzuoli bianchi perché si accetti la perdita.
Io credo che una società civile moderna non possa accettare che si continui a morire sul lavoro, soprattutto se e mi ripeto accade perché si è voluto risparmiare sulla sicurezza.
Una società più giusta e umana non ha bisogno ne di RISCHI ACCETTABILI ne di signori che di mestiere fanno gli AD e non si rendono conto di essere causa e concausa di dolore
Loris Rispoli
Associazione “140”
Familiari Vittime moby prince
La sanatoria regionale dei sottotetti
13.05.2012 17:10
Pro Memoria 2010
La sanatoria regionale dei sottotetti
La vicenda dei sottotetti e delle tavernette surrettizi, ma abitabili, realizzati all’interno di alloggi e villette uso civile abitazione di assoluto pregio nelle aree più disparate di Livorno, ha infiammato per alcuni anni il dibattito politico locale; se non altro perchè il regolamento edilizio allora vigente accompagnava bonariamente la realizzazione di cubature fantasma (le cosiddette pertinenze) all’interno di specifici piani attuativi che fecero la fortuna di costruttori e proprietari (la cosiddetta filiera immobiliare) in pieno clima bipartisan. Quelle costruzioni caratterizzarono l’espansione edilizia di Livorno ed assolsero, nell’età dell’oro del mattone labronico, ad una originale funzione perequativa. Quella del consenso sociale e, contestualmente, dell’elusione fiscale. Ovviamente la cementificazione del territorio (da Montenero a Salviano passando per Antignano e Collinaia) generò anche l’epopea dei frazionamenti e quanto ne conseguì sotto il profilo della speculazione e della convivenza civile. Con un colpo d’ala, nel gennaio 2004 in piena discussione sul Piano attuativo di Salviano 2, quella tolleranza regolamentare fu moderata insieme ad un inquadramento più razionale delle superfici frazionate. Oggi, in pieno clima pre elettorale e pur prossimi ad un esito politicamente plebiscitario per il centro-sinistra, la Regione Toscana, già sollecitata nel recepire gli indirizzi del Pian di Casa di Berlusconi, interviene con una sanatoria che dovrebbe consentire di trasformare i sottotetti e quant’altro in vere e proprie abitazioni. L’impatto su Livorno potrebbe essere paradossale. Conviene sanare oggi ciò che è stata storicamente tollerato e politicamente sottovalutato in un periodo relativamente recente? Se la sanatoria dovesse essere accolta ed applicata ad una pratica di estensione sconosciuta, e per ciò stesso inestimabile, quali sarebbero le conseguenze per il territorio? Vedremo se e come il Comune di Livorno, che ha recentemente varato un regolamento edilizio molto severo e improntato al controllo selettivo degli abusi, recepirà questa incredibile sanatoria elettorale.
Il commento di Massimo:
“Il Comune ed i tecnici preposti più che alle sanatorie dovrebbero pensare a controllare sul posto i progetti realizzati e contestare sul nascere le violazione che i tecnici e ingegneri compiacenti compiono continuamente. Volete un esempio? Nella prima ristrutturazione viene fatto il cambio d’uso di garage in civile abitazione, poi si demolisce e si costruisce una nuova villetta, magari anche due; visto che la zona ville e giardini prevede un garage, ne viene costruito uno nuovo che chiaramente sarà occupato non dalla macchina (che rimane per strada) ma da una lussuosa cucina (senza le misure consentite e previste per legge) e per finire sul tetto viene realizzata una terrazza andando oltre l’altezza consentita per il garage di 2,50 - 3 metri. Questo è quanto avviene comunemente a scapito dei confinanti, di altri cittadini e tecnici onesti pagando oneri ridotti e realizzando cubature ben al di spora di quanto previsto. Chiaramente del Comune, del catasto e degli organi di controllo non si presenta mai nessuno. Questa è l’Italia, il bel paese dove i potenti fanno ciò che vogliono”.
Il commento di Giovanni:
“Senza controlli le leggi sono nulle. Inutile fare il controllo quando viene richiesta l’abitabilità. I lavori di “modifica dello stato d’uso” hanno inizio proprio dopo questo tipo di verifica”.
Cementificazione a Montenero: le immagini di uno scempio annunciato
06.05.2012 18:05Queste immagini risalgono a due anni fa. Le registrammo per documentare il saccheggio progressivo di un'area collinare di pregio costantemente esposta al rischio idrogeologico che da quasi un decennio forma oggetto di una speculazione edilizia autorizzata. Non sapevamo, in tutta sincerità, che fosse in essere un procedimento penale a carico di alcuni fra gli attori dello scempio. In una parola, tutti gli esponenti della filiera immobiliare (dal progettista, al proprietario, al costruttore) a vario titolo implicati nella realizzazione o nella ristrutturazione di fabbricati (con i relativi ampliamenti) elevati in violazione del vincolo paesaggistico e con volumetrie abnormi (in difformità dalle previsioni contenute nella complessa e mutevole regolamentazione urbanistica del Comune di Livorno che disciplina la realizzazione e/o l'ampliamento di edifici in delicati comparti collinari come questo). Ovvio che tutto questo non può essere frutto del caso, se il Pm Mannucci ha contestato ai 23 indagati nel procedimento un "concorso" nella commissione degli abusi contestati. In taluni casi per potere procedere con l'abuso sarebbe stata anche presentata falsa documentazione (secondo quanto scrivono le cronache) attestante la conformità delle opere ai requisiti urbanistici e ambientali. Il perito del Pm ha questa volta (differentemente da quanto accadde per il disastro di Salviano 2) svolto una ricognizione inequivocabile e indipendente dopo avere esperito la natura delle particelle catastali su cui è stata autorizzata la costruzione degli immobili. Il Pm, da parte sua, non poteva non emanare l'ordinanza di sequestro preventivo dei fabbricati in questione. Da verificare, ovviamente, il ruolo che ha giocato in questa vicenda l'Ufficio Edilizia Privata del Comune di Livorno. Al momento risultano quattro indagati, verosimilmente funzionari istruttori (non risulta al momento implicato il responsabile di procedimento) incaricati di predisporre atti concessori e/o autorizzativi rispetto ai fabbricati in questione. Con un tratto di penna si può, evidentemente, determinare il destino di un'area territoriale e nella specie la sua trasformazione, come risulta dalle immagini. Ma qui le responsabilità non sono solo tecniche, ma anche politiche. Tra revoche, congelamenti e scongelamenti intervenuti con leggerezza in questi anni, per lo più nell'indifferenza generale, non ricordiamo chi, allo stato di quegli atti, fosse il responsabile dell'Assessorato di competenza. Registriamo solo le dichiarazioni dell'attuale Assessore Paola Bernardo, sollevata alla constatazione che ai quattro funzionari sarebbe stato contestato "solo" il reato di falso ideologico. Incredibile. Chiediamo ovviamente chiarezza sulla vicenda anche in sede politica e soprattutto che non ci siano ruspe di serie A e ruspe di serie B.
Concordia: parte la Mission.Ode a Rossi, Gallanti, Cosimi (e il Pdl)
03.05.2012 20:44
Le carte che restano: un cavallo di Troia nella Porta a Mare di Livorno
29.04.2012 21:50PROGETTO PORTA A MARE / Fasi di sviluppo
FASE | SUB-COMPARTI | SLP-mq | INCIDENZA |
1 | Mazzini - Officine Storiche | 38.766 | 54,9% |
2 | Lips e Molo Mediceo | 24.079 | 34,1% |
3 | Arsenale | 7.771 | 11,0% |
TOTALE | 70.616 |
PROGETTO PORTA A MARE / Consistenze e destinazioni d’uso
DEST. | MAZZINI |
OFF. STORICHE |
LIPS | MOLO MEDICEO |
ARS. |
TOTALE |
COMM.LE | 3.427 | 9.600 | 2.665 | 4.291 | 588 | 20.571 |
TERZIARIO | 9.597 | 1.466 | 765 | 1.641 | 13.469 | |
RES.LE | 6.348 | 8.328 | 14.676 | |||
RTA | 2.280 | 7.183 | 9.463 | |||
RICETTIVO | 12.437 | 12.437 | ||||
totale sub comparto |
19.372 | 19.394 | 15.867 | 8.212 | 7.771 | 70.616 |
LA SFIDA TOTALE DEL GOVERNATORE: COMPENSAZIONI E LOBBYING TERRITORIALE
Come è nostro costume, probabilmente unici in questo fronte del silenzio che è la Toscana costiera, prendiamo atto dell'impegno matto e disperatissimo del Presidente della Regione Enrico Rossi (dopo il clamoroso flop della De Tomaso) sul fronte del recupero/smantellamento del relitto della Concordia, ma non intoniamo cori di particolare approvazione. In primo luogo perchè con almeno due cadaveri ancora a bordo e altri tuttora in attesa di riconoscimento non ce la sentiamo di sovrapporre il piano operativo dello smantellamento della nave (pure doveroso) a quello dell'accertamento delle cause del sinistro in sede penale con le relative procedure risarcitorie in sede assicurativa e civile ancora in corso. Circostanza che, fra le altre, ha determinato il sequestro giudiziario del relitto ancora inclinato in prossimità delle scogliere dell'Isola del Giglio. Forse a molti (non a noi che dagli anni 90 seguiamo le vicende del Moby Prince) sfugge il significato del disastro, determinato anche dalla inaccettabile deregulation che fino al 13 gennaio 2012 ha accompagnato il traffico di quelle rotte nell'immediata prossimità delle aree costiere e portuali. C'è poi una seconda motivazione, più complessa e sicuramente impopolare, che non ci unisce al coro dei peana territoriali e alimenta una certa preoccupazione. Rossi si muove in una logica di compensazione del danno procurato dalla permanenza del Concordia tra le scogliere del Giglio preoccupandosi di suturare la ferita del disastro con la distribuzione dei carichi di lavoro relativi alla fase di post rimozione in Toscana. Lo fa con una vera e propria azione di lobbiyng territoriale interpellando soggetti (come il Ministero dell'Ambiente, lo stesso Capo della Protezione Civile e gli Enti Locali) che non sono nel caso specifico enti decisori, ma che tutti insieme (secondo la visione di Rossi) potrebbero esercitare una moral susasion decisiva su chi avrà successivamente in mano il "core business" delle operazioni e disporrà l'affidamento esterno dei lavori terminali.
"UN PO' DI LAVORO IN TOSCANA": LUCI E OMBRE DI UN GRANDE AZZARDO.
E' vero che solo poche ore dopo il disastro più di una testata iniziò a caldeggiare il trasferimento della nave a Livorno "per dare lavoro ai bacini di riparazione", ma è altrettanto vero che ll'indomani del maxi appalto privato aggiudicato dalla Compagnia Costa al prezzo di 300 milioni di dollari, la ditta americana aggiudicataria (Titan) che aveva presentato l'offerta vincente, ma in assoluto più elevata, aveva programmato soluzioni operative diverse per coniugare qualità ad efficienza del servizio. Civitavecchia per la logistica piuttosto che Piombino, Genova o Palermo per i lavori di recupero/smantellamento piuttosto che Marina di Carrara e Livorno che dunque, nel piano di Rossi, avrebbe dovuto svolgere un delicatissimo ruolo terminale, (secondi alcuni la stessa attività di demolizione, e dunque non di riparazione, che ormai nessun cantiere nazionale svolge anche per i costi molto elevati che comporta). La Titan si muove dunque in una logica di carattere economico funzionale, Rossi in una logica di carattere essenzialmente compensativo e" consensuale" che mette necessariamente in secondo piano il dettaglio relativo alla esecuzione delle opere nei porti toscani (di cui non si sa nulla), alle strutture e alle professionalità richieste (c'è differenza fra carpenteria, riparazione, smantellamento), al regime contrattuale che dovrà regolamentare l'affidamento dei lavori, alla effettiva copertura finanziaria degli interventi che saranno poi verosimilmente subappaltati sulla Toscana in una miriade di ditte. Non è utopistico, da questo punto di vista, pensare ad uno scenario nel quale la nave verrà rimossa dalle scogliere del Giglio in tempi rapidissimi (nonostante le 40 osservazioni prescrittive presentate dal ministro Clini alla Titan), mentre la fase successiva, di cui peraltro non conosciamo alcun dettaglio, potrebbe richiedere un certo numero di anni perchè, fra l'altro, la corsa per assicurarsi segmenti di lavoro da parte di soggetti sottocapitalizzati potrebbe essere fatta al massimo ribasso e le stesse strutture del Porto di Livorno necessitano di ingenti ristrutturazioni promesse e mai realizzate dal concessionario delle banchine (Azimut Benetti)
LIVORNO: LA CONCORDIA NEL RISIKO DELLA PORTA A MARE
Con quali conseguenze per gli assetti della cosiddetta Porta a Mare di Livorno è facile intuirlo, nonostante le perentorie rassicurazioni di un sindaco notoriamente ottimista come Cosimi, qui in versione garante territoriale ("la nave resterà nei bacini solo 12 mesi dopo avere sostato per un tempo indeterminato su una banchina del porto di Livorno", "in fondo si tratta solo di segmentare la chiglia"). La realtà è ben diversa e può essere letta attraverso un indicativo capoverso dei Lineamenti di Piano Regolatore del Porto (capitolo relativo a "La nuova organizzazione delle funzioni") presentati un anno fa dall'Autorità Portuale che così recita: "Le nuove previsioni di funzioni urbane sul Molo Mediceo hanno evidenziato incompatibilità con le funzioni industriali di riparazione navale e di allestimento rispettivamente dei limitrofi bacini di carenaggio e della banchina 75 del Molo Mediceo stesso. D'intesa con il Comune di Livorno e con la Regione Toscana si provvederà ad una modificazione di tali previsioni, per rendere possibile il rilancio delle attività di riparazione navale nel comparto dei Bacini, comprensivo della banchina 75 e delle aree a terra in radice dei bacini stessi,strettamente funzionali alla loro operatività. Appena terminata la perizia che stabilirà l'entità degli interventi necessari al Bacino Grande, l'Autorità Portuale procederà ad una Gara per l'affidamento in gestione dei bacini di carenaggio" (gara che non si è ancora svolta n.d.r.). In altre parole, gli stessi promotori dell'operazione Concordia a Livorno (Rossi, Gallanti, Cosimi per quanto di rispettiva competenza) si preparano a rimodulare Porta a Mare (con le relative destinazioni d'uso e i complementari carichi urbanistici) per venire a capo della storica incompatibilità tra trasformazione urbana e aree destinate ai bacini di riparazione/demolizione. Un conto è farlo, naturalmente, con la Concordia in Porto e un conto è farlo senza. Con l'incognita di Azimut Vitelli (il terzo incomodo) che dopo il salvataggio del Cantiere cedette per 50 milioni di euro la quota immobiliare alla Lega delle Cooperative, ma (grazie all'allora Commissario Portuale Bruno Lenzi) nel 2003 assunse la titolarità delle concessioni dei bacini di riparazione (che non ha mai manutenuto) con la prospettiva di ottenere finanziamenti ministeriali per la realizzazione di un Porto Turistico ormai caduto dopo ben nove anni nel dimenticatoio. Su questo aspetto avremo modo di tornare.
Tutto Piuss - Livorno minuto per minuto
20.04.2012 08:10
A circa 990 giorni dal 31.12.2014, il giorno in cui scadrà di fatto il termine di ultimazione delle opere autorizzate dalla Regione Toscana nell'ambito dei Programmi Urbani di Sviluppo Sostenible, pena revoca dei finanziamenti erogati, è giunto il momento di fare il punto sullo stato di attuazione dei progetti ammessi nel 2009 al monte dei finanziamenti disponibili su base regionale. La
considerazione non è di poco conto perchè lo sviluppo esecutivo di questo piano ambizioso (la cosiddetta "Città delle Opportunità") traguarda la scadenza naturale del mandato di Cosimi (fissata nella tarda primavera del 2014) per interessare la primissima fase del nuovo mandato. Il nuovo Sindaco sarà presto chiamato ad occuparsi dello stato dei cantieri non solo in previsione della scadenza di cui abbiamo parlato all'inizio (il 31.12.2014) ma anche in funzione del fatto che i contributi disposti a livello regionale (che pescano in un fondo europeo) sono stati puntualmente allocati in bilancio negli esercizi di questi ultimi anni (come trasferimenti in conto capitale) mentre il Comune, da parte sua, ha dovuto assumere mutui particolarmente onerosi per concorrere alla
cosiddetta quota di cofinanziamento (come da tabella). Allo stato, come sappiamo, le cosiddette opere portanti o fondamentali sono state aggiudicate nei termini previsti dal programma (Dogana d'Acqua - l'unico contratto effettivamente operativo - Scoglio della Regina, Polo civico dell'Arte Contemporanea del Logo Pio) ad un prezzo inferiore al valore delle spese ammissibili. A margine della tabella abbiamo indicato le quote differenziali tra l'impegno finanziario ripartito tra Regione Toscana e Comune di Livorno e il valore dell'aggiudicazione (avvenuta al ribasso, ma osservando criteri di relativa congruità qualità/prezzo). Si rileverà come l'ammontare dei mutui assunti dal Comune di Livorno, cumulato con il finanziamento esterno, in taluni casi ecceda il costo effettivo dell'appalto. Quanto alle opere cosiddette funzionali (tra cui Fortezza Nuova, Piazza XX Settembre, Accesso al Mercatino Americano ) è tuttora incerta la disponibilità della copertura finanziaria, pur a fronte di progetti preliminari autorizzati. Chiaro che se tale copertura non dovesse venire autorizzata a breve, incertissimi sarebbero allora i termini di definizione delle opere entro il termine ghigliottina del 2014. E allora in tal caso per il nuovo Sindaco di Livorno potrebbero spalancarsi le porte della
Corte dei Conti e degli Enti vigilanti. Anche perchè tra l'aggiudicazione e il contratto di esecuzione intervengono non meno di sette mesi. Quanto agli interventi minori già aggiudicati (Borgo dei Cappuccini e Asili Notturni) sono indicate in tabella le situazioni in essere. Nel primo caso i cantieri
dovrebbero chiudere non prima del giugno del 2012, nel secondo caso gli interventi risultano invece sospesi a causa di un cedimento della struttura.
TITOLO OPERAZIONE |
SPESE AMMISSIBILI VERIFICATE |
CONTRIBUTO REGIONE |
COFINANZIA- MENTO COMUNALE |
TOTALE AGGIUDICATO |
QUOTA DI DIFFERENZA |
---|---|---|---|---|---|
LUOGO PIO POLO CULTURALE |
€ 7.119.964,00 |
€ 4.250.726,00 |
€ 2.869.238,00 |
€ 4.907.072,00 |
€ 2.212.892,00 |
SCOGLIO REGINA |
€ 7.019.918,00 |
€ 4.211.950,00 |
€ 2.807.968,00 |
€ 3.996.180,00 |
€ 3.023.738,00 |
DOGANA D’ACQUA |
€ 6.858.522,00 |
€ 3.515.039,69 |
€ 3.343.482,31 |
€ 4.945.338,00 |
€ 1.913.184,00 |
RECUPERO EX ASILI NOTTURNI |
€ 575.000,00 |
€ 207.000,00 |
€ 368.000,00 |
Attività sospese a causa di cedimento strutturale |
|
RIVITALIZ-ZAZIONE DEI BORGHI |
€ 2.100.347,00 |
€ 1.254.312,95 |
€ 846.034,05 |
In corso di esecuzione secondo lotto. Fine prevista 06/12 |
|
RIQUALIFICA- ZIONE P.ZZA XX SETTEMBRE |
€ 962.000,00 |
€ 577.200,00 |
€ 384.800,00 |
|
|
ACCESSO NUOVO MERCATINO AMERICANO |
€ 809.920,00 |
€ 485.952,00 |
€ 323.968,00 |
|
|
RECUPERO FORTEZZA NUOVA |
€ 972800,00 |
€ 583.680,00 |
€ 389.120,00 |
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totale |
€ 26418471,00 |
€ 15.085.861,44 |
€ 11.330.745,00 |
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