Cementificazione a Montenero: le immagini di uno scempio annunciato

06.05.2012 18:05

           Queste immagini risalgono a due anni fa. Le registrammo per documentare il saccheggio progressivo di un'area collinare di pregio costantemente esposta al rischio idrogeologico che da quasi un decennio forma oggetto di una speculazione edilizia autorizzata. Non sapevamo, in tutta sincerità, che fosse in essere un procedimento penale a carico di alcuni fra gli attori dello scempio. In una parola, tutti gli esponenti della filiera immobiliare (dal progettista, al proprietario, al costruttore) a vario titolo implicati nella realizzazione o nella ristrutturazione di fabbricati (con i relativi ampliamenti) elevati in violazione del vincolo paesaggistico e con volumetrie abnormi (in difformità dalle previsioni contenute nella complessa e mutevole regolamentazione urbanistica del Comune di Livorno che disciplina la realizzazione e/o l'ampliamento di edifici in delicati comparti collinari come questo). Ovvio che tutto questo non può essere frutto del caso, se il Pm Mannucci  ha contestato ai 23 indagati nel procedimento un "concorso" nella commissione degli abusi contestati. In taluni casi per potere procedere con l'abuso sarebbe stata anche presentata falsa documentazione (secondo quanto scrivono le cronache) attestante la conformità delle opere ai requisiti urbanistici e ambientali. Il perito del Pm ha questa volta (differentemente da quanto accadde per il disastro di Salviano 2) svolto una ricognizione inequivocabile e indipendente dopo avere esperito la natura delle particelle catastali su cui è stata autorizzata la costruzione degli immobili. Il Pm, da parte sua, non poteva non emanare l'ordinanza di sequestro preventivo dei fabbricati in questione. Da verificare, ovviamente, il ruolo che ha giocato in questa vicenda l'Ufficio Edilizia Privata del Comune di Livorno. Al momento risultano quattro indagati, verosimilmente funzionari istruttori (non risulta al momento implicato  il responsabile di procedimento) incaricati di predisporre atti concessori e/o autorizzativi rispetto ai fabbricati in questione. Con un tratto di penna si può, evidentemente, determinare  il destino di un'area territoriale e nella specie la sua trasformazione, come risulta dalle immagini. Ma qui le responsabilità non sono solo tecniche, ma anche politiche. Tra revoche, congelamenti e scongelamenti intervenuti con leggerezza in questi anni, per lo più nell'indifferenza generale, non ricordiamo chi, allo stato di quegli atti, fosse il responsabile dell'Assessorato di competenza. Registriamo solo le dichiarazioni dell'attuale Assessore Paola Bernardo, sollevata alla constatazione che ai quattro funzionari sarebbe stato contestato "solo" il reato di falso ideologico. Incredibile. Chiediamo ovviamente chiarezza sulla vicenda anche in sede politica e soprattutto che non ci siano ruspe di serie A e ruspe di serie B.