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Nella terra dei conflitti di interesse (non solo quello berlusconiano) e dei sottrattori di bene pubblico (oltrechè dei simulatori di verità)..., dove lo spreco si confonde con la miseria, dove non sai mai quello che ti capita... ma ormai ci sei abituato... e se capita non ti meravigli più, dove per vincere una battaglia non occorre coraggio ma capacità economica.... abbiamo deciso (vestendo tutto il coraggio possibile) di andare contro corrente e di mettere a nudo realtà spesso soffocate dai giochi di potere in grado di pilotare l'informazione direzionandola un po' qua, un po la, ma mai dove realmente e in maniera trasparente dovrebbe andare.

La nostra esperienza nel mondo civile ci ha permesso di affrontare varie argomentazioni e documentarle con video, immagini e commenti audio.

 

In questo sito potrete rendervi conto personalmente di quanto possa essere facile "non dire" cose sconvenienti e sostituirle con frasi di eccellenza che attirano popolarità e deviano l'attenzione.

 

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Articoli

Porta a mare 2013

24.12.2012 23:11

 

Giunta Cosimi, (pen)ultimo atto: le incognite del futuro.

24.12.2012 17:34

In una atmosfera surreale si è consumato nella sala delle cerimonie del Comune di Livorno il tradizionale rito della conferenza stampa di fine anno della Giunta Comunale. Protagonista assoluto della comunicazione il Sindaco Cosimi che in poco meno di un'ora ha tracciato la storia di questo sofferto anno di mandato. Chiaro che i numeri della crisi hanno finito per spazzare via le dichiarazioni iperboliche degli scorsi anni. Tuttavia Cosimi ha voluto evidenziare come il Comune di Livorno batta ancora dei colpi importanti sul fronte della casa (77 alloggi consegnati in corso d'anno a fronte però di una emergenza sfratti di proporzioni bibliche) e soprattutto sul fronte del Welfare scolastico. Silenzio totale sulle scommesse perse (in primo luogo quella della De Tomaso), sugli 11 milioni di euro intermediati l'anno scorso da Regione e Comune a favore di De Tomaso, Trw (anch'essa in chiusura) e Wass, sulla convulsa situazione dell'Ippodromo Caprilli e sull'effettivo stato di salute delle controllate e partecipate, prossime a scorpori e dismissioni patrimoniali. Non presente in sala Angelo Rosi, l'uomo di sintesi delle Amministrazioni Lamberti e Cosimi, a cui con un colpo di mano è stato recentemente prorogato il mandato mangeriale di Aamps di ulteriori sei mesi. Un anno, il 2012, che dovrebbe essere il penultimo della gestione Cosimi, anche se il quadro nazionale e le recenti vicende legate alle parlamentarie del Pd (svoltesi a Livorno con modalità indecorose) stanno mettendo a dura prova la continuità funzionale dell'Amministrazione. Nelle prossime ore, infatti, si dimetterà dall'incarico l'Assessore all'Urbanistica e all'Ambiente Mauro Grassi, il super tecnico di osservanza renziana con una gran voglia di smanettare su Facebook e diventare il policy maker di una città imbalsamata, che Cosimi richiamò espressamente da Firenze per cicatrizzare il memorabile rimpasto del 2011. Verosimilmente Cosimi riassumerà le deleghe di Grassi, mentre gli Assessori Bernardo e Bettini si contenderanno l'altro spicchio delle competenze di Grassi nel quadro di una situazione che ricorda molto quella di un albergo con ampie porte girevoli. In condizioni normali, di fronte a questa vergogna, una Giunta dovrebbe prendere atto della sua stazione terminale. E invece niente, come se nulla fosse accaduto. Tanto l'ordinaria amministrazione viene garantita dai voti di Lamberti e di qualche buontempone della destra. Stiamo parlando del famoso Co,Ta.La, che intanto continua a lavorare sotto traccia per servire i comitati d'affari sparsi in una città avvilita dalla crisi. I giornali locali, da parte loro, hanno scelto una strategia di "straniamento" dalle questioni reali affinchè il lettore cessi definitivamente di pensare sull'argomento. Il Tirreno ha totalmente astratto la politica dalle dinamiche conflittuali della città dopo avere contribuito a liquidare la maggioranza che governava il Comune. La Nazione da tre mesi si occupa delle primarie del Pd con una applicazione professionale che ricorda molto quella di "Sorrisi e Canzoni" dei tempi d'oro. Lo stesso Grassi, in questo contesto, è diventato agli occhi de "La Nazione" un piccolo divo della democrazia, lui che è stato cooptato dal Sindaco con una procedura che ha ricordato molto da vicino le investiture personali del principe. Salvo poi dimettersi quando ha capito che un conto è fare l'assessore su nomina regia e un conto è riscuotere consenso popolare sia pure in un contesto da urlo di Much come quello delle parlamentarie. PD Oltretutto le dimissioni di Grassi, sollecitate dalla severissima componente bersaniana della Giunta Cosimi, gettano un cono d'ombra sulla prosecuzione dell'iter di adozione e approvazione del Piano Strutturale. Preoccupazione anche per la definizione del Piano regolatore del Porto, il cui lunghissimo iter, secondo il Sindaco, dovrebbe concludersi entro e non oltre il 2013. In conclusione il Sindaco, che a nostro giudizio avrebbe comunque meritato la candidatura parlamentare, vista la statura deficitaria dei candidati usciti dall'imbarazzante frullatore delle primarie democratiche, ha ricordato come i numeri della Città nei settori educativo e culturale siano al di sopra della media nazionale nonostante i limiti di bilancio. Ben 25 milioni di tagli complessivi alla spesa corrente, nel corso degli ultimi tre anni, non avrebbero comunque impedito, secondo la vulgata di Cosimi, di assecondare la spesa storica nell'Istruzione e nel Sociale, mentre i vincoli del Patto di Stabilità (lo vedremo col Cosimometro 2012) avrebbero per converso mortificato l'80% degli investimenti pubblici programmati. Cosimi ha infine confermato (andando ben oltre le proprie competenze) che l'Ospedale Nuovo si farà, tant'è che nel mese di Marzo 2013, ricorsi amministrativi permettendo, dovrebbero essere assegnate le progettazioni esecutive del maxi appalto. esperito con gara europea. Silenzio mediatico invece su stato di avanzamento dei Piuss (a parte lo Scoglio della Regina), sulla riqualificazione delle Terme del Corallo e dello Chalet di Ardenza.

Elezioni politiche 2013: Cosimi, ora o mai più.

14.12.2012 08:10

Non avevamo dubbi che la situazione politica esplodesse. Gli inneschi sono stati indubbiamente le primarie del centrosinistra, con il successo a denti stretti dell'inossidabile Bersani, lo stato obiettivamente disastroso del Paese, la resistibile ascesa di Grillo e la deflagrazione del Pdl, dopo i casi Polverini, Fiorito, Formigoni. Tre colpi al cuore del centro destra, dopo che già la Lega e lo stesso Di Pietro erano finiti per cause diverse sotto le forche caudine delle inchieste e del pubblico dileggio. Stiamo parlando, in questi ultimi due casi, degli unici oppositori reali di Monti, progressivamente desertificati dal napalm della grande stampa e della corporazione neo centrista. In questo mutevolissimo contesto Berlusconi rischiava di rimanere con il cerino in mano se non si fosse smarcato da Monti prima della scadenza elettorale di Aprile, mentre un Pd deliberatamente afasico nei confronti del bocconiano iniziava a lucrare oltre misura sull'effetto primarie. Monti, da parte sua, prima ancora del corteggiamento berlusconiano dell'ultima ora,iniziava a sfogliare la margherita del suo impegno diretto in una tornata elettorale che si annuncia paradossale. Paradossale perchè potrebbe rivelarsi comunque interlocutoria e non decisiva per il futuro del Paese. Con espressioni di voto ancora troppo limitate in uno schieramento e l'altro perchè in Parlamento (soprattutto in Senato) si possa formare una maggioranza coesa in carenza di un significativo bonus maggioritario. Parte da qui  allora la "migrazione" verso Monti da parte di componenti del centro destra e la spasmodica attenzione prestata dai ventriloqui di Scalfari e dagli scrivani di De Bortoli alle ragioni dei "mercati"e al connesso rischio dello "spread". Tutto questo fa pensare ad una torsione del sistema verso l'ipotesi del Monti-Bis, magari su indicazione nominativa a urne aperte da parte di Napolitano. Un contesto del tutto "irrituale" che consegue alla nomina "octroi" dell'uomo più amato da Repubblica e dal Corriere della Sera. Monti infatti non si è ancora formalmente dimesso e non ha informato della sua volontà (o delle sue volontà) il Parlamento. Per questo, forse, nonostante Scalfari e la Merkel, da quando è ricominciato il cupio dissolvi andante di Berlusconi, lo spread, stabilizzato comunque dal Fondo Salva Stati, non ha avuto l'impennata tendenziale che molti temevano e altri (Repubblica e Corriere) speravano. Tutto questo mentre il debito pubblico si aggrava e gli altri indicatori economici fanno segnare l'era glaciale. Berlusconi può dunque tornare a far politica, rincuorato dalla fine di Di Pietro e dalle fragilissime norme sull'incandidabilità dei condannati, categoria di cui è formalmente entrato a far parte sia pure in primo grado. Cosa farà il centrosinistra in questo contesto? Riuscirà a valorizzare le primarie del centro sinistra o si accoderà anch'esso all'ipotesi neo centrista di Monti contesa (forse per disperazione) dall'ultimo Berlusconi? Difficile prevederlo, come non certamente facile appare la "decodifica" dell'Agenda Sociale di Monti, quella che Bersani vorrebbe imporre ai salotti buoni, in fuga dal centro destra. L'obiettivo di Bersani e soci è in realtà quello di tentare la scalata ai voti potenziali di Grillo per assicurarsi una cospicua dote parlamentare. I Democratici post renziani inseguono Grillo sul terreno della democrazia diretta arrampicandosi per l'ennesima volta sullo strumento delle primarie, questa volta  per selezionare i propri parlamentari. Con il rischio che in così poco tempo prevalgano comunque i candidati d'apparato. E Grillo? Rischia di non potersi presentare, vanificando la caccia dei benpensanti di destra e di sinistra alla cosiddetta "antipolitica" Sul piano locale (Livorno," la capitale del centro sinistra"), si prospettano conseguenze assai curiose. Con un segretario comunale Pd, liquidatore dell'intesa Pd Idv Sel in Consiglio Comunale, che ora avrà difficoltà ad invocare il fronte antiberlusconiano dopo avere sovraesposto il Sindaco ad accordi operativi con l'area montiana ed il centro destra su provvedimenti simbolo in materia urbanistica. (varianti che anticipano di solo un anno l'adozione del Piano regolatore Generale). Ma soprattutto con un Sindaco, già Presidente di Anci regionale e coordinatore nazionale dei sindaci associati, nonchè titolare di altri incarichi in materia idrica e sanitaria, che dopo una lunghissima navigazione amministrativa potrebbe/dovrebbe rivendicare la candidatura per il Parlamento senza passare per le forche caudine delle primarie. Ma le primarie sono già scritte e dunque il destino di Cosimi è segnato. Ora o mai più. Candidarsi (ma le primarie diventerebbero un referendum su di lui) oppure rimanere vincolato per un altro lunghissimo anno ad una Giunta in evidente affanno sui temi economici e sociali, circondata da un nugolo di alleati interessati (dalla destra all'estrema sinistra) e oltretutto gravata da almeno un paio di flagranti conflitti d'interesse. (Edilizia Privata, Formazione e Università). L'esito non è per niente scontato. Con il serio rischio che la mediocrità prevalga una volta di più sull'esperienza.

Il lungo gioco delle primarie è finito... e ora?

05.12.2012 10:36

Finalmente è finita. Lo diciamo con rispetto per chi ci ha creduto e chi, come molti amici nostri, ci ha voluto mettere la faccia. Ma l'invasione mediatica delle primarie del centrosinistra ci ha ricordato un po' la discesa degli ultracorpi sulla Terra. Un rito marziale e marziano che soltanto uno come Ennio Flaiano avrebbe potuto disegnare da par suo. Per mesi non si è parlato d'altro, senza distinzioni per il livello nazionale e locale. Chi si ricorda più della Legge di stabilità? Della riduzione dei costi della politica, del dimezzamento dei parlamentari, della cosiddetta delega fiscale con riforma del catasto connessa? Tutti provvedimenti rinviati sine die da un Supergoverno nei confronti del quale sia Bersani che Renzi hanno mostrato una straordinaria generosità. Soprattutto Bersani ha nicchiato, da astuto conoscitore di un popolo affamato dalla tassazione sui redditi (una patrimoniale che ha colpito il ceto medio), ma sostanzialmente appagato dalla cacciata di Berlusconi. C'è forse qualche coraggioso che si avventura nella lettura della busta paga di un cassintegrato suo malgrado coinvolto nelle nelle spire dell'Imu prima casa? Per non parlare del Decreto Salva Ilva, un autentico mostro giuridico circondato dalla sostanziale indifferenza di costituzionalisti e giuristi democratici solo perchè Monti e Napolitano sono (sarebbero) "due galantuomini, altro che Berlusconi". Inutile poi, sempre sotto il profilo costituzionale, ogni riferimento all'incredibile situazione degli esodati, comunque da riaffrontare nel quadro di una riforma della riforma che valorizzi, quanto meno, un minimo di flessibilità in uscita e si connetta anche in via transitoria con la situazione economica reale del Paese. Nessuno discute che occorre garantire la "solvibilità" del sistema pensionistico indicizzando le uscite alla longevità, ma poi?Come conciliare l'aspettativa di vita con la ristrutturazione del sistema industriale, qui e ora? La recessione morde. Magari nel silenzio, ma morde, ed è per questo che il Codice Ichino e l'adesione incondizionata di Renzi alla Legge Fornero -non parliamo delle cento euro nette al mese promesse in base a un delirio televisivo- finiscono per disorientare l'opinione pubblica. C'è gente che non arriva alla seconda settimana. Allo stesso modo non possiamo dimenticare l'invito che Bersani (prima di scoprire Vendola) fece a Fornero di entrare nel futuro Governo di Centro Sinistra. Tralasciando ovviamente i ripetuti peana per Monti, uomo dalle mille coperture mediatiche. Qui non si discute il fervore partecipativo del popolo del centrosinistra quanto la para-istituzionalizzazione e il sequel mediatico di una procedura che in teoria dovrebbe restare nei confini discreti di un partito. Se proprio le primarie devono diventare la discriminante tra l'indifferenza e la partecipazione, allora entrino negli statuti di un Paese ad oggi commissariato dai tecnici e orientato dai network televisivi. Ci sia qualche soggetto terzo che le governi, stabilendone il campo d'applicazione (per livelli istituzionali, ad esempio, come sindaci e parlamentari) e impedendone la tracimazione oltre il senso comune di una scelta politica "di campo" che ormai (nel centro sinistra) non va comunque oltre i due milioni e mezzo di potenziali elettori. Non esattamente un grande risultato. Tenuto conto che gli altri 500.000 con tutta probabilità provenivano da un campo diverso. Non dimentichiamo che sul piano squisitamente civilistico i partiti rimangono associazioni di fatto, cioè non riconosciute, e quindi diventa stupefacente come una consultazione interna, autodeterminatasi peraltro con regole assai discutibili, possa diventare così impegnativa e seduttiva anche per chi non ne condivide il vincolo associativo di partenza. Un vincolo fortemente rivendicato da Bersani, al momento in cui ha stabilito con la consueta astuzia le "regole" d'apparato, e largamente relativizzato da Renzi, quando quest'ultimo si è messo in caccia (con parziale successo al primo turno) del voto grillino e del centro destra chiamando all'adesione incondizionata anche chi non avesse maturato in realtà nessuna intenzione di trasferirsi armi e bagagli nel campo del centro sinistra. Un piede qui e un voto là. Seconda una tradizione tipicamente italiana. Da questo punto di vista Renzi, anche in realtà inossidabili come la Toscana, dove regna da anni una grigia e incommentabile dirigenza di provenienza diessina, ha polarizzato una indeterminata "voglia di cambiamento" (in assenza temporanea di altri riferimenti) che non potrà certamente essere declinata a lungo all'interno dello "squadrone" di Bersani. Pena un destino simile a quello di Segni e dello stesso Veltroni. Narratori "totali", ma mai decisivi in politica. Importante allora che (Renzi o non Renzi) il nuovo voto di opinione possa liberarsi compiutamente alle amministrative di fronte ad una vera offerta politica territoriale. Sarà allora che qualche equilibrio potrebbe effettivamente rompersi.

Crozza Guccini Primarie Centrosinistra

03.12.2012 09:43

 

LIVORNO CAPOLUOGO/4

24.11.2012 13:07

Come uscire dal Tunnel

 

Ma perchè Cosimi non si candida?

22.11.2012 09:09

Chiediamo scusa ai  numerosi lettori "globali" del sito se a poche ore dall'apertura delle urne delle primarie Pd ci poniamo un'interrogativo tutt'altro che amletico. Ma perchè il sindaco di Livorno, in carica da ormai 9 anni, non si candida con determinazione in Parlamento? (Qualunque sia la Camera di adozione, ovviamente). L'interrogativo, che da mesi iniziava a strutturarsi man mano che le vicende della politica cittadina si intrecciavano con le variabili della crisi e con le dinamiche punitive (per nuclei familiari, contribuenti alla fonte e piccoli proprietari) della politica di bilancio montiana, ha fatto definitivamente breccia in noi quando l'altra sera l'ex giovane Renzi, di fronte ad una platea fatta di cinefili della politica, ha affermato che Livorno è "la capitale del centro sinistra". Renzi ha poi aggiunto, da astuto conoscitore degli umori di una piazza che "brontola", ma non si espone mai, che comunque anche da queste parti ci sarebbe una montante, per quanto ancora indeterminata, voglia di cambiare pagina. Ci sarebbe, appunto. Una voglia non esattamente declinata, specie all'interno di un mondo abituato ad interiorizzare molto gli argomenti di critica locale ed a shekerarli semmai con quanto riceve ormai solo per via mediatica dagli scenari di politica regionale e/o nazionale. Il saldo di questa impostazione è, storicamente, una valutazione assolutoria delle cosiddette responsabilità locali e, semmai, una rincorsa rabbiosa e spesso consolatoria ai limiti e all'impraticabilità "politica" del quadro nazionale e globale. ("non ci vogliono a Palazzo"). Questa rincorsa è peraltro ormai praticata da pochissimi in termini squisitamente numerici, ma quei pochi sono sufficienti per garantire alcuni standard concettuali ed esistenziali, oltre che generazionali, che altrove sarebbe quasi impossibile omologare in un ragionamento politico. Come spiegarsi altrimenti alcune chicche (veri e propri ossimori) come "i giovani per Bersani", i"senegalesi per Bersani", o come quella peraltro partorita da un assessore fiorentino acquistato alla causa urbanistico ambientale livornese che si è definito un "bersaniano per Renzi", oppure ancora l'invito spassionato che alcuni ex giovani renziani di Livorno hanno fatto al sindaco Cosimi (sedicente bersaniano) di intervenire comunque alla propria kermesse, nonostante che 48 ore prima ben cinque assessori della propria Giunta (fatto probabilmente senza precedenti) avessero usato parole di particolare severità nei confronti del globe trotter fiorentino.Oltre questa rincorsa sociologicamente ridotta, ma ancora molto organizzata, a Livorno la candela della politica partecipata si è spenta da tempo. L'evacuazione collettiva dalle strutture pubbliche e dalle vecchie sezioni ha progressivamente eroso il concetto di socialità e forse anche di solidarietà, e ormai più di un 1/3 degli aventi diritto sceglie preventivamente di astenersi, rinunciando anche a selezionare una possibile alternativa. In questo quadro, per dirla con Renzi, Livorno rimane a tutti gli effetti "la capitale del centro sinistra" e il Pd, grazie anche all'autoliquidazione del Pdl, può continuare a marcare una egemonia "percentuale" vellicata dalla propensione assolutoria del suo elettorato (tendenzialmente sempre più anziano) oltrechè dal rassicurante fiancheggiamento delle due principali testate locali, il Tirreno e la Nazione, che per motivi storicamente convergenti appaiono più che mai la grancassa assolutoria di un "certo modo" di amministrare. Figuriamoci con il suk strutturato di oggi, con un Sindaco che per necessità (legata alla formazione di una maggioranza a geometria variabile su ogni singolo provvedimento) deve risultare essere suo malgrado una figura "iper politica" e "iper istituzionale". Su queste basi ci sarebbero allora tutte le condizioni perchè Cosimi interrompesse il suo mandato senza tema per la definizione delle partite che ancora restano in ballo di qui al 2014, ma di cui è stato già modellato il calco da numerose stagioni di sostanziale immobilismo. La "capitale del centro sinistra", oltretutto molto generosa verso “l'usato sicuro" di Bersani (di cui Cosimi è flebilmente sostenitore) non potrebbe essere meglio rappresentata in Parlamento che dal suo mentore amministrativo, capace peraltro, con l'aiuto dei media locali, di far dimenticare la triste avventura di Rossignolo e di mettere in sicurezza aziende comunali al limite del collasso finanziario e patrimoniale. E' vero, in nove anni sono stati perduti sul territorio migliaia di posti di lavoro, ma vogliamo scaricare tutte le colpe di un sistema fatiscente, e per certi aspetti clientelare, su un uomo solo al comando circondato per forza di cose da un nugolo di alleati di destra, di centro di sinistra e forse anche di estrema sinistra? Che diamine. Cosimi faccia il gran passo, dunque. Si dimetta e si candidi. E' vero, il grande suk potrebbe finire e molte carriere spegnersi con elezioni amministrative anticipate al 2013. Ma noi, grati per il pensiero e per il gesto, lo sosterremmo convintamente nel segreto dell'urna.

Allagamenti & Villette: una giornata particolare

15.11.2012 11:37

Co.Ta. La (Cosimi, Tamburini, Lamberti), come previsto, decisamente a bersaglio nella seduta blitz del Consiglio Comunale di lunedì 12 Novembre. Neanche le bombe d'acqua di due giorni prima, con relativo maxi allagamento della viabilità cittadina di superficie, hanno fermato o quanto meno condizionato la pratica operativa del patto trasversale che, salvo sorprese legate alla scadenza elettorale nazionale, accompagnerà Cosimi fino alla scadenza naturale del mandato (aprile/maggio 2014). Così, mentre la Regione Toscana affonda colpevolmente sotto le sue contraddizioni urbanistiche e strutturali, anche il Comune di Livorno si uniforma in extremis alla sanatoria regionale dei sottotetti del 2010. Lo fa per le motivazioni espresse nell'articolo qui sotto ("Prove tecniche di Suk") e in una giornata obiettivamente particolare. Quella del default idrogeologico toscano aggravato dall'edilizia fluviale, dalle villette i cui volumi ipetrofici gravano sulle zone collinari e dalle seconde case in ambito costiero (da Campiglia Marittima fino all'aggressione di cemento della Porta a Mare livornese, improvvide torri a tre piani che insistono sulle fragilissime fondamenta del Porto Labronico lato Piazza Mazzini). Il Tirreno, da parte sua, introduce la giornata con un autorevole editoriale regionale dal titolo "Si costruisce troppo ", mentre in cronaca di Livorno lo stesso giornale si accanisce incredibilmente contro i cittadini livornesi (i propri lettori) che gettano gli "estathe" nei tombini determinandone l'ineluttabile intasamento in caso di  pioggia tropicale. Ma i cittadini verranno prontamente compensati con una intervista a otto colonne al centrocampista Luci del Livorno il giovedì successivo. Il giorno dopo il j'accuse è dell'Aamps (azienda al limite del dissesto finanziario) che accusa i livornesi di indisciplina, mentre l'Asa (depurazioni acque) mette le mani avanti e dice che non c'è nulla di male se i commercianti provvedono in autonomia alla salvaguardia dei propri negozi contro l'alluvione. Pazzesco. Intanto il Co.Ta.La continua a ruminare la propria strategia della "composizione orizzontale degli interessi" (definita dal virato seppia di Lamberti "una nuova fase politica") e mette a segno tre colpi grossi nella seduta antelucana di lunedì. Il riassetto autoritativo delle Commissioni Comunali (dopo l'espulsione di Sel e Idv dalla maggioranza), la modifica del regolamento edilizio e l'adozione della Variante Urbanistica per il riutilizzo dei sottotetti a qualche mese dall'adozione del nuovo Piano Strutturale. Una tripletta che negli ultimi due casi si gioca incredibilmente in zona Cesarini, tra le 14 e le 15 di una giornata particolare in assenza o quasi di osservatori esterni e soprattutto di validi e competenti giornalisti. In entrambi i casi il voto del centro destra risulterà determinante, ovviamente con quello di un Lamberti "alla Tabacci" (sottile teorico   degli "obiettivi condivisi"), per raggiungere due maggioranze risicate (19 voti per i sottotetti, 23 per il regolamento edilizio) che di fatto spalancano le porte ad altre, succose e imprevedibili varianti  del suk alla livornese. Buone primarie a tutti.

Le carte che restano. Montenero e Regolamento Edilizio: prove tecniche di suk immobiliare

05.11.2012 11:14

Quando il Co.Ta.La. (il patto di sopravvivenza della legislatura firmato da Cosimi, Tamburini, Lamberti) nella seduta del Consiglio Comunale di Livorno del primo ottobre gettò il guanto di sfida alla Magistratura inquirente sui "sequestri delle villette di Montenero", mai avrebbe potuto immaginare che a stretto giro di posta sarebbero stati sfornati dagli Uffici competenti del Comune di Livorno il progetto di variante al regolamento urbanistico per la cosiddetta sanatoria dei sottotetti e soprattutto l'incredibile articolato espressamente richiesto da alcuni consiglieri per fornire modifiche "interpretative" al regolamento edilizio di Livorno in presunta conformità alle norme urbanistiche fissate ben  tredici anni prima in età solennemente lambertiana. Tutto casuale? Lo stupore nasce anche dal fatto che questa effervescenza normativa (compresa quella relativa al Parco Urbano delle Colline con la improvvisa proposta di regolamentazione ex nunc degli annessi agricoli) si produce in termini di variante mentre è in corso di elaborazione il nuovo impianto di Piano Strutturale. Uno strumento che a Livorno manca dal 1998. Il tempo per potere calibrare aggiustamenti urbanistico-edilizi ci sarebbe stato ancor prima che una autentica alluvione di concessioni edilizie e di autorizzazioni addizionali interessasse la zona collinare di Livorno nel corso di questi lunghi anni fatti di "opportuni silenzi". Ma la politica è stata inerte, per poi risvegliarsi di fronte ai sequestri del maggio scorso. E ora, mentre assumono evidenza mediatica altri clamorosi suk immobiliari come Salviano 2, Scali delle Macine, Località Ghiaccioni (con i profili di insolvenza civile  che stanno maturando in capo ai rispettivi soggetti attuatori con gravissimo danno per  gli aspiranti proprietari), la politica del Co.Ta.La. ha deciso di anticipare le risoluzioni del Piano Strutturale a pochi mesi dalla conclusione della legislatura. Chi avrà pazienza potrà addentrarsi nelle pieghe dei due provvedimenti che sono stati urgentemente concepiti per circoscrivere eventuali ulteriori azioni della Magistratura sui permessi di costruire in corso di definizione amministrativa e offrire un paracadute all'operato degli Uffici Edilizia Privata di fronte alla reiterata prospettiva di dovere autorizzare i cosiddetti "volumi accessori" con surretizia destinazione residenziale. Tutto questo ovviamente per le costruzioni elevate in tutte le aree residenziali della Città. I due provvedimenti sono attualmente in osservazione (si fa per dire) presso le Circoscrizioni cittadine. A breve (e in pieno clima elettorale, figuriamoci) saranno all'attenzione del Consiglio Comunale. Più veloci della luce.

reg_edilizio.pdf (2,8 MB)

sottotetti_articolato.pdf (2,6 MB)

Livorno, autunno 2012: Il rischio del Suk

24.10.2012 14:34

Quella che doveva essere la legislatura del rinascimento civile pare diventare, inesorabilmente, un suk arabo di proporzioni elastiche. Messi prudentemente in un angolo i sogni di grandezza, la Città del Sole evocata a più riprese da Cosimi e dal suo cerchio magico sta evolvendo in una sorta di nebulosa stagnante di cui è difficile intuire il senso di marcia. Implosa la maggioranza di centro sinistra "Pd Idv Sel" sotto i colpi della nuova direzione comunale Pd, Cosimi non ha mai voluto dichiarare, come sarebbe stato di prassi, uno stato di crisi della maggioranza che nel 2009 lo aveva accompagnato al replay del primo mandato. Ne è scaturita una situazione ibrida, con il Pd costretto a blindare ogni provvedimento (nella remota ipotesi che venisse portato allo stato di delibera)  con una maggioranza di natura essenzialmente  numerica  di tanto in tanto integrata  dal voto o dall'astensione di alcuni "volenterosi dell'area centrista", quando non addirittura dalla componente più consociativa del Pdl. Probabilmente questa piccola e non entusiasmante palude che ogni tanto inclina a farsi arcipelago rappresenta lo specchio del quadro politico nazionale, dove Monti balla sull'impotenza dei partiti  grazie anche al sostegno di finanza e carta stampata. Tuttavia la scelta del Sindaco di non delimitare alcun campo e di accettare ogni contributo giustificato dalla salute pubblica del patto di stabilità e della ineludibilità del presunto taglio di 5 milioni alla spesa corrente (generato dalla spending review governativa e dalla difficoltà di gestire la riscossione dell'Imu per cassa)  produce effetti tutti specifici al quadro locale. Chi collabora (tanto più se proveniente da un campo diverso) lo fa con riconosciuto "senso di responsabilità", chi decide di non farlo si colloca automaticamente in una condizione di opposizione non politica, ma sistemica. Tanto da far dire a Lamberti, Gran Maestro dei nuovi equilibri comunali, che l'Idv di Romano è di destra, esattamente come quei "populisti" che chiedono di partecipare le delibere e non di farle uscire da qualche cilindro riservato. In particolare quando si tratta di autorizzare discariche di speciali o "rimappare" gli insediamenti industriali di aree fortemente inquinate o storicamente consegnate al degrado tipo la Cigna o Via del Limone. In questo contesto l'urbanistica  diventa il teatro designato delle operazioni. Non tanto per "ripensare il territorio", quanto per  tutelare i costruttori (e i proprietari di terreni e di impianti) nella relazione sempre complicata con l'Ufficio Edilizia Privata del Comune, il vero cuore strategico, insieme all'Ufficio Contenzioso, della politica locale. Chi oggi controlla queste due consolle è non a caso un unico Assessore che nella vita professionale "associa" il mentore politico di Lamberti, un legale molto influente (anche politicamente) che da tempo  ha assunto la tutela di molti esponenti della cosiddetta filiera immobiliare livornese. Da questo nodo nerboruto di interessi convergenti (astutamente contrabbandato per "orgoglio amaranto" ) scaturisce il patto posizionale tra Pd Pdl e satelliti che punta ad alimentare con il sondino il ciclo di Cosimi fino alla tarda primavera del 2014 e, nel contempo, stabilizzare alcune situazioni complicate. Sul Porto (con lunghissime discussioni consiliari) nel difficile tentativo di orientare la nuova ripartizione zonale delle concessioni (che dovrebbe preludere a un cambio di fisionomia aziendale di quanto rimane della Clp), sul territorio, con l'eterna missione (incompiuta) di regolare per norme la sovrapposizione mai riuscita  fra regolamento urbanistico e regolamento edilizio, sulle politiche energetiche e dei rifiuti, dove operano storicamente soggetti molto abili a contrattare le rispettive concessioni e autorizzazioni con amministratori e partiti di riferimento in una dimensione tendenzialmente bipartisan. Non è un caso che i protagonisti del suk transizionale siano i soliti vecchi  arnesi dello scenario aziendale livornese, in buona parte presenti nella storica seduta del Consiglio Comunale del primo ottobre dove Cosimi, Lamberti, Tamburini e compagnia bella gettarono il guanto di sfida alla Magistratura in relazione ai 24 avvisi di garanzia che avrebbero bloccato la filiera immobiliare livornese delle colline. Non è un caso che in costanza di una inchiesta penale della Magistratura qualche "manona" abbia consegnato ai giornali (Tirreno e Nazione) le perizie "rassicuranti" (elaborate da un consulente del Tribunale in relazione ad un vecchio contenzioso non penale, ma civile) sulla funzione stabilizzante della Discarica del Limoncino per orientare il dibattito che l'indomani (su iniziativa del Pdl Tamburini) il Consiglio avrebbe dovuto affrontare sulla sorte dei dipendenti della Ditta Bellabarba, orfana di liquidità e di Discarica, pur mantenendone comunque la titolarità dell'autorizzazione. Fa onestamente venire i brividi il pensiero che in questo quadro "aperto" al suk dell'interesse meglio rappresentato debbano approvarsi fondamentali strumenti di pianificazione come la Variante urbanistica al Prg del Porto e lo stesso Piano Strutturale, affidato ai colloqui riservati del renziano Grassi con l'eterno architetto Cagnardi. In questo contesto, Cosimi, ha continuato ad alternare impegni di carattere nazionale e regionale con puntate chirurgiche sul territorio, che avrebbero dovuto garantirgli sul piano intenzionale una visibilità giocoforza appannata dalle circostanze e dai vincoli finanziari del Governo Tecnico. C'è chi, nella totale inconsistenza del Partito di riferimento, ha cercato di aiutarlo, facendogli giocare, alternativamente, la carta dei diritti civili o quella scanzonata del sindaco progressista vicino alla cultura di base. I risultati non sono stati esaltanti. Ultimamente gli ex giovani di Livorno Città Aperta (un gruppo vicino all'Arci che lo aveva sostenuto alle elezioni) lo hanno generosamente affiancato a Don Gallo sul tema "comunicazione e politica", ma l'ottantaquattrenne prete di strada genovese lo ha sovrastato, mentre lui si accaniva contro le distorsioni della Rete e con quelli che vogliono la "rottamazione delle idee". Magari anche di quelle che determinano la trasformazione commerciale dei luoghi di cultura e la regolarizzazione ora per allora di ampie e gradevolissime mansarde. In cuor nostro lo vogliamo sperare.

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