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Nella terra dei conflitti di interesse (non solo quello berlusconiano) e dei sottrattori di bene pubblico (oltrechè dei simulatori di verità)..., dove lo spreco si confonde con la miseria, dove non sai mai quello che ti capita... ma ormai ci sei abituato... e se capita non ti meravigli più, dove per vincere una battaglia non occorre coraggio ma capacità economica.... abbiamo deciso (vestendo tutto il coraggio possibile) di andare contro corrente e di mettere a nudo realtà spesso soffocate dai giochi di potere in grado di pilotare l'informazione direzionandola un po' qua, un po la, ma mai dove realmente e in maniera trasparente dovrebbe andare.
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Articoli
Autunno 2011: il sapore agro del Limoncino.
13.10.2011 11:00postato in "Fatti... in dieci giorni"
Sono trascorsi solo due mesi da quando l’ormai ex segretario territoriale del Pd Di Rocca invitava tutte le parti in causa a prendersi una pausa di riflessione sulla questione “Discarica Limoncino Monte la Poggia”. Un invito che Di Rocca rivolgeva attraverso la stampa più che altro per esorcizzare gli esiti di una partita, già da allora imprevedibili, che poi nelle settimane successive avrebbero messo in discussione la sua segreteria. Oggi Di Rocca dichiara candidamente di essersene andato “per non avere riunito il Partito” di fronte alle emergenze dell’ultimo anno vissuto pericolosamente, fra cui appunto quella legata alla discarica di speciali inerti nella cava limitrofa agli insediamenti provvisori (gli annessi agricoli mai regolarizzati) dei cosiddetti frontisti. E’ vero che il Pd si è clamorosamente spaccato in almeno tre tronconi su questa vicenda, ma è altrettanto vero che Di Rocca si è trovato a gestire una polpetta avvelenata rifilatagli dal Trio Cosimi Kutufà Toncelli (l’ex Assessore Idv all’Ambiente in Comune) quando a livello politico istituzionale fu deciso di attendere su questa partita il “pronunciamento della Magistratura”. Si perché intanto, Comune e Provincia, nonostante le rassicurazioni di partenza date al Comitato dei residenti, mai e poi mai hanno ritenuto di intervenire operativamente sulla ditta concessionaria della Discarica per chiedere un “ridimensionamento” della tabella dei rifiuti ammessi in discarica. Mai e poi mai Cosimi e Kutufà (capaci di autentiche “lezioni magistrali” nel corso della crisi finanziaria internazionale, e in particolare Cosimi di atteggiamenti addirittura profetici nel corso della sua Presidenza Anci)) hanno ritenuto invece di farsi garanti di un accordo di conciliazione fra i frontisti e la Ditta Bellabarba per condizionare in senso positivo e non conflittuale tra le parti gli atti autorizzativi della Discarica. Magari nell’ambito di uno dei tanti percorsi consensuali evocati dallo stesso Cosimi quando teorizza ex cathedra l’urbanistica partecipata. Nulla di tutto questo, dicevamo. In mancanza, è partita una raffica di esposti da parte dei frontisti (cioè comproprietari con Bellabarba della strada di conduzione al Monte La Poggia) che hanno a fatica messo in moto la lentissima macchina della Procura Livornese. Nulla a che fare con la creatività del duo Lepore Woodcock, naturalmente; tuttavia c’è stato un Sostituto, tale dr Maffeo, che ha ritenuto di mettere in trasparenza il procedimento autorizzativo e i suoi responsabili comunali e provinciali per lo più in concorso. Il Pm nell’estate scorsa ha spiccato numerosi avvisi di reato nei confronti dei progettisti dell’opera, dei dirigenti amministrativi provinciali e comunali competenti e della stessa Ditta Bellabarba assumendo che non ci sarebbero stati gli estremi per concedere la/le autorizzazioni e che i pareri favorevoli emessi in sede amministrativa sarebbero stati viziati da gravi illegittimità. Al Dirigente dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Livorno Gianfranco Chetoni, in particolare, sono stati contestati i reati di abuso d’ufficio e di falso per avere certificato la “conformità urbanistica” del progetto di discarica contravvenendo alle prescrizioni dell’art.34 del regolamento urbanistico. Chetoni in sostanza, fatta salva naturalmente la buona fede, avrebbe interpretato e autorizzato la discarica in collina come “intervento di rinaturalizzazione”, mentre le norme di attuazione del Regolamento Comunale prevedono soltanto operazioni finalizzate alla riduzione del “rischio idrogeologico”. Una interpretazione che avrebbe tratto in inganno il dirigente omologo della Provincia di Livorno Reginaldo Serra, anch’egli inquisito per concorso in abuso d’ufficio. Coinvolto nell’inchiesta anche Andrea Rafanelli, all’epoca dei fatti funzionario dell’Ufficio Rifiuti e bonifiche della Provincia, cui la Procura ha addebitato lo stesso reato di concorso in abuso d’ufficio contestandogli di avere omesso di rilevare l’illegittimità urbanistica del progetto della discarica. La Procura infine ha ipotizzato il reato di abuso edilizio a carico di Federico Bellabarba (come parte richiedente l’autorizzazione, gestore dell’impianto e committente del Progetto) e per Antonio Rafanelli, zio di Andrea Rafanelli, il funzionario di cui sopra, nella sua qualità di progettista e Direttore dei Lavori. Ad entrambi la Procura ha contestato di avere eseguito le opere e gli impianti della discarica senza un valido titolo. Ad un certo punto, eravamo intorno al 12 Agosto, si era sparsa la notizia che la stessa Procura della Repubblica avrebbe chiesto il sequestro della Discarica. Ma a questa richiesta non è mai conseguita, come sappiamo, alcuna ordinanza esecutiva da parte del Giudice competente. Che è successo? Il quadro è evidentemente drammatico e complesso ad un tempo. E comunque questo “pronunciamento della Magistratura” che avrebbe dovuto liberare “da impegni” tutti i livelli della politica locale, tarda ad arrivare. Nell’incertezza di questo momento, come sappiamo, molte cose sono cambiate. Di Rocca non ha retto alla pausa di riflessione da lui stesso invocata e se ne è andato dopo avere denunciato tensioni con Cosimi. Cosimi, da parte sua, ha sostituito Toncelli con Grassi, nel quadro del riassetto di Giunta di fine estate. Grassi ha fama di decisionista e da bravo ex “mandarino” della Regione Toscana ha le idee chiare e già vellica una prospettiva nella quale Aamps cesserà di essere gestita in house dal Comune e verrà sussunta da un unico gestore regionale dei Rifiuti con la partecipazione di una newco privata al 40%.; sarà poi attivata la “terza linea” dell’inceneritore del Picchianti e, contestualmente, verrà implementato il cosiddetto Piano Cave di Comune e Provincia di Livorno per attuare il conferimento indiscriminato di “speciali” nelle ex cave del Territorio secondo lo schema autorizzativo di Chetoni già contestato dal Pm Maffeo. Si sta insomma profilando, con il nuovo Trio Cosimi Kutufà Grassi, la prospettiva di una piattaforma energetica livornese al servizio per la Toscana (con un maxi inceneritore di Ato) concepita dal Presidente Rossi durante la campagna elettorale per le elezioni regionali. Inseriamoci anche il gassificatore e il gioco è fatto. Attendendo il “pronunciamento lento “ della Magistratura e lo stress test disposto dalla Provincia di Livorno sulla sostenibilità della cava. Verrebbe da ridere.
La Cittadella dello Sport
11.10.2011 09:38UN PERICOLOSO VUOTO POLITICO
04.10.2011 15:02Il 30 settembre doveva essere la dead line di questa Amministrazione su molte questioni di prospettiva. Sapevamo che non sarebbe stato così, perché non ci sarebbero stati tempo, volontà e capacità politica di mandare chiari segnali alla Città su Mobilità Urbana e Piano Regolatore. C’è, in questo senso, una responsabilità politica grossa come una casa del Sindaco Cosimi, che ha scelto la strada della “normalizzazione” pur di non mettere in discussione la propria posizione di dominus solitario della politica cittadina. Ma c’è, obiettivamente, la complicità parossistica di quanto rimane di un Pd credibile a Livorno (peraltro orfano per motivi ad oggi incomprensibili della segreteria di Di Rocca) e soprattutto delle due forze collaterali, IDV e SEL, ormai ancillari rispetto all’inverosimile scadenziario del programma/rattoppo “VERSO IL 2014” imposto dal Sindaco dopo la crisi sceneggiata del post Ferragosto. Vorremmo soffermarci in particolare su SEL, che rischia di perdere sul territorio tutto il capitale di fiducia derivatogli dalla leadership di Vendola sul piano nazionale. Una forza politica che dovrebbe scuotere il Sindaco e metterlo di fronte alle proprie responsabilità (tipo quella di non avere saputo ottemperare all’affidamento tempestivo del Prg) fino alla estrema richiesta delle dimissioni, ma che invece preferisce galleggiare in Consiglio Comunale con un Giannini che ormai è stato costretto (dall’immobilità dei suoi dirigenti) a prendere la strada del disincanto e dell’istrionismo. Unico serio antidoto al rapporto bergmaniano con l’enigmatico Assessore Bettini, anche lui di SEL ma organico a Cosimi per ragioni di spartito istituzionale. In questo quadro si sta creando un pericoloso vuoto politico nel quale stanno venendo una serie di nodi al pettine. Primo fra tutti quello del Centro Storico, per troppo tempo sballottato tra la prospettiva laboratoriale e favolistica di Pensiamo in Grande, il degrado e le petizioni popolari di Piazza Garibaldi e Piazza della Repubblica e l’accelerazione impressa, nel Palazzo, alla prospettiva di “alleggerire” il traffico veicolare nella stessa Via Grande senza prospettare ausili e infrastrutture di sostegno per gli operatori commerciali. Una operazione fatta a tavolino senza consultare preventivamente seri indicatori ambientali ed econometrici per come vanno configurandosi oggi dopo l’ubriacatura della città policentrica che ha generato, negli ultimi anni, la moltiplicazione dei centri di vendita nelle periferie di questa città incredibile dove nonostante tutto è stata evocata l’Ikea come “volano di sviluppo e di posti di lavoro”. Detto questo, siamo altrettanto severi con quelle categorie e con quegli operatori (oggi sul piede di guerra) che in questi due anni di nulla hanno cercato un posto al sole facendosi rassicurare dalle belle parole dell’Assessore di Turno o, in occasione della Variante La Gran Guardia, se ne sono stati in silenzio immaginando che entro il 30 di settembre venissero depositati i progetti sui parcheggi a rotazione o adottati provvedimenti per razionalizzare il traffico in Centro. Nulla di tutto questo è accaduto, tant’è che il finanziamento a sostegno delle opere di riqualificazione del Pentagono del Buontalenti è stato traslato al 2012 insieme a molti altri interventi già annunciati in modo plateale come la stessa Manutenzione Straordinaria del Parco delle Terme della Salute. Un modo come un altro (ancora) per giocare sapientemente con l’opinione pubblica.
ULTIMORA
04.10.2011 14:59Ikea: 500 posti di lavoro
Azimut Benetti: di qui al 2015, 450 posti di lavoro esterni +180 diretti, in arrivo lo scafo più grande del mondo
Rossignolo: al via la formazione aziendale dopo due anni (dato da verificare)
Livorno Nord - Quartiere Fiorentina
03.10.2011 00:00E' QUASI TUTTO FIN(I)TO
30.09.2011 08:25postato in "Giocare con l'opinione pubblica"
Stiamo ormai assistendo, da diverse settimane, ad un continuo susseguirsi di avvenimenti destabilizzanti, che creano un altalenante conflitto di certezze agli occhi dell’opinione pubblica sul futuro (“parte del tempo che ancora non ha luogo - wikipedia”) di Livorno, futuro che però sembra ripetersi in continuazione.
Da quando la crisi, latente ma omni presente, si è manifestata in tutta la sua palesaggine, i colpi di scena si sono abbattuti sulle teste di tutti, (il dolore verrà sentito durante l’approssimativo futuro di cui sopra), dando alla cittadinanza una grandissima responsabilità: CAPIRE CHE COSA STA SUCCEDENDO.
Tutto parte (almeno è quello che vogliono farci credere) dalla rinuncia alla delega, e quindi del posto in giunta, dell’ormai ex assessore Claudio Ritorni, per motivi talmente importanti, che sono tutt’ora sconosciuti ai più, visto che ancora nessuno ha dato una versione ufficialmente credibile (neanche il “capo giunta”)
Da qui si scatena il putiferio. Qualcun altro (assessore) esprime un emotivo malessere tale da far presagire altre rinunce alla carica, nel frattempo una parte della maggioranza (IDV) incalza con la richiesta di verifica di metà mandato. Durante questa fase, breve ed intensa, all’interno della solita parte della maggioranza (IDV) si discute animatamente sulla posizione (non tanto istituzionale quanto, a nostro avviso, ideologica) dell’allora vice Sindaco Cristiano Toncelli.
L’opinione pubblica è preoccupata.
Ma ecco che prontamente, scampato il pericolo di verifica di mandato per sopraggiunti impegni più importanti… (cioè quelli di ricomporre la struttura tecnico-amministrativa), il nostro Primo Cittadino riesce a lenire i disappunti e prepara un documento che trova consenso in tutta la maggioranza (e non solo). Poi però, succede che il vice Sindaco Toncelli (sempre IDV, sempre maggioranza) si dimette… (ma allora, forse, non erano proprio tutti tutti d’accordo).
L’opinione pubblica vorrebbe stupirsi, e una piccola parte di essa ci riesce anche, ma non c’è tempo, perché già circolano i nomi della nuova formazione, anche se non immediatamente confermata da chi di dovere, si sa da subito chi si metterà a sedere accanto al sindaco.
Siamo quasi all’epilogo, forse, è quasi tutto finito?
No, in realtà è quasi tutto finto, siamo ancora lontani…
Proprio nel giorno in cui Nebbiai presenta con energica soddisfazione un documento in merito alla Esercizio di Bilancio 2011, i quotidiani locali annunciano una sorprendente notizia… (sembra che nessuno se lo immaginava): il segretario di partito Filippo Di Rocca (interpellato a suo tempo dal sindaco in persona per l’eventuale sostituzione in giunta dei rinunciatari), rassegna le proprie dimissioni…, i motivi sono i più usati in questi casi: personali…
Vogliono farci credere che la crisi di giunta sia finita… giocando con l’opinione pubblica, ma noi sappiamo che il bello (o il brutto) deve ancora venire
R.C.
Domandare è lecito... rispondere è fantasia
27.09.2011 00:00postato su "Fatti... in dieci giorni","Politica Locale"
La Sinistra livornese e il "Metodo Cosimi"
Non ci pare ci sia stata la corsa per rispondere alle 10 domande poste da uno dei più acuti analisti del sito Senza Soste alla “sinistra” livornese dopo i fuochi d’artificio della cosiddetta crisi di Giunta. L’analista (Nique La Police) ovviamente non si rivolge alla “sinistra dei partiti” in quanto tale, ma a un ambito di riferimento in qualche modo riconducibile a quello schieramento politico, se non altro per empatia o a sintonie personali o di gruppo. Risposte, come dicevamo, col contagocce, ove si faccia eccezione per i postumi di una polemica non da capogiro legata al corteggiamento (ricambiato?) che Cosimi , sotto crisi, ha cercato di manifestare nei confronti di quanto resta della Federazione della Sinistra. Sempre Cosimi infatti nel suo primo coupe de foudre “tirrenico”, quando dichiarò che mai e poi mai avrebbe fatto il Gabelliere per conto dello Stato, fece outing e ammise platealmente (dopo operazioni non proprio socialiste come Nuovo Centro, Variante Ospedaliera, Variante Gran Guardia e con tutta probabilità Variante Ceschina) il proprio strabismo politico culturale nei confronti di quella nicchia di movimento. Solo l’intervento “duo gambo” di De Filicaia (il nuovo astro nascente della politica livornese), ha impedito a Cosimi di volare alto vanificando il vero risultato politico delle sue personalissime consultazioni. Cioè quello di vendere al migliore offerente i frutti della sua campagna referendaria “per i quattro si’” e la martellante sceneggiata posta in essere nella sua qualità di Presidente Regionale Anci contro i ”tagli” del Governo agli Enti Locali. Una campagna che doveva servire ad “allargare” la compagine di maggioranza trasponendo il piano nazionale al piano locale (tutti, ma proprio tutti contro Berlusconi) e, contestualmente, ridurre il potere d’interdizione dell’Italia dei Valori all’interno della maggioranza d’origine composta da Pd Idv e Sel. La stessa formazione triadica che, verosimilmente, costituirà l’ossatura del Nuovo Ulivo Allargato (alla sinistra?) alle prossime elezioni politiche (ci auguriamo in tutta sincerità anticipate) con o senza primarie di coalizione. Ora, sarebbe ingeneroso affermare che Cosimi è uscito “limitato” dalla vicenda della crisi, tant’è che le deleghe del Vice Sindaco sono state neutralizzate, l’Idv è stato normalizzato e nei due Assessorati strategici (Urbanistica e Ambiente) è stato insediato “non a caso” un burocrate privo di relazioni con il territorio e dunque sciolto da quasiasi forma di condizionamento ambientale al momento di pianificare (il fioretto) e contrastare i Comitati (la spada). Ma certo da ora in poi le spinte autoritative del Sindaco, che convoca le Giunte e incontra i riottosi cittadini del Quartiere Fiorentina tra le 8 e le 9 della mattina per sottrarsi ad eccessive lungaggini, saranno oggetto di vigilanza speciale da parte di quelle stesse forze che hanno sottoscritto il documento programmatico “verso il 2014” (senza crono programmi) e che, per forza di cosa, dovranno legittimare l’eventuale candidatura dello stesso Cosimi ad uno dei due rami del Parlamento in caso di elezioni anticipate. Sono quelle stesse forze a cui si rivolge l’acuto Nique la Police su Senza Soste quando domanda “è possibile pensare a una forma di class action per le classi dirigenti che hanno portato Livorno verso il baratro?”, e poi “la crisi livornese non è quella di una formula di maggioranza politica, ma di sistema; quale formula politica e legale è adatta, e sostenibile, per devolvere il potere reale del Sindaco e dei funzionari castali del Comune verso il basso?” Terminando con un “il potere politico deve essere collettivo e reso, in quest’ottica, funzionale e funzionante”. Domande di non poco, specie per una “sinistra” al momento nominale e in buona parte assoggettata alle spigolature e agli spigoli del “metodo Cosimi”.
Non sia questo Sindaco a promuovere gli Stati Generali della Città
21.09.2011 00:00Postato su "Politica Locale"
In una atmosfera quasi crepuscolare, spaccata da due o tre sortite di taglio cabarettistico, si è concluso il lunghissimo atto della crisi di Giunta. Una crisi apparentemente senza padri, priva di uno specifico e chiaro elemento di rottura, che gli stessi organi di stampa hanno avuto a distanza di giorni difficoltà a dirimere e portare in trasparenza. Abbiamo sufficiente esperienza per capire che i documenti programmatici enciclopedici, come quello presentato dal Sindaco Cosimi, assomigliano molto alla Lampada di Aladino, tanto più se proiettati per forze di cose in un orizzonte temporale così limitato. Non ce l’abbiamo col Sindaco, per carità, che fra le altre cose riteniamo anche un amabile conversatore, ma certo avremmo preferito una più rigorosa e realistica selezione degli obiettivi di fine mandato. Sappiamo anche che questo non è stato possibile perché ad un certo punto la sovraesposizione del Mayor (“forse qualcuno non ha capito che è cambiato il mondo”) è stata rintuzzata dal marcamento stretto delle forze di maggioranza , che come tali hanno chiesto di “esserci” nel documento. Con una presenza e una serie di richieste a nostro giudizio tardive e comunque inversamente proporzionali alla effettiva capacità operativa di questa Giunta. Le domande che avevamo posto come dirimenti per comprendere le vere ragioni di questa crisi anomala sono state eluse dal Sindaco, come era nelle previsioni. Ci ha provato qualche giornale con tentativi di analisi anche interessanti, che riconducono l’origine della crisi ad un diverso parere tra il Sindaco e l’ex Assessore Ritorni sul tema del risanamento ormai forzoso delle Aziende controllate e partecipate. La miccia è stata probabilmente innescata dall’esito del referendum sulla ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico e più in generale sugli affidamenti dei servizi di pubblica utilità (che avrebbero valorizzato la partecipazione del privato), quando Cosimi si è messo alla testa dei sindaci toscani (nella sua qualità di Presidente patriottico e anti berlusconiano Anci) per chiedere che votassero disciplinatamente si all’abrogazione anche di quella norma che garantiva all’investitore una remunerazione convenzionale sulla formazione della tariffa del servizio. Crediamo che Ritorni, di fronte a una esposizione così plateale, si sia sentito morire. Lui che, di fatto, aveva salvato Aamps (azienda peraltro gestita “in house”, cioè al 100% del Comune) dalla bancarotta intermediando come assessore e come direttore di banca la moratoria di un mutuo per liquidità di ben 13 milioni di euro,lui che che avrebbe dovuto governare la virata di Asa semi-pubblica sul privatissimo progetto del gassificatore. Un progetto appetito più che altro dal socio privato Iren spa (socio al 40%), alla cui fideiussione si deve il piano di bancabilità (73 milioni di euro) che ha consentito all’Azienda di pagare fornitori e dipendenti in questi ultimi due anni, nonostante una esposizione finanziaria di qualche centinaio di milioni di euro nei confronti dei creditori privilegiati e ordinari. Su questa graticola incendiaria la Variante del Parco Pubblico della Ceschina ha evidentemente fatto il resto, con implicazioni di non poco conto anche sul piano urbanistico. Un grumo di problemi che, dopo una chirurgica redistribuzione delle deleghe, Cosimi (nuovo plenipotenziario delle partecipate), e le altre forze politiche nel Documento risolvono in perfetto stile dalemiano evocando “lavoro e occupazione” dentro le previsioni (ad oggi sconosciute) del nuovo Piano Strutturale e con una “valorizzazione dell’area dell’ippodromo funzionale alla realizzazione di una (non meglio definita) Cittadella dello Sport”. Quanto basterebbe per fare scorrere i titoli di coda su una esperienza amministrativa di cortissimo respiro che, stando al documento, dovrebbe “confermare gli impegni già sottoscritti con la Regione per la realizzazione del Nuovo Ospedale“ (non si capisce quali e come e soprattutto con i soldi di chi), l’esclusione di impianti a biomasse (ma a filiera lunga) e poi un non meglio identificato “adeguamento” dell’area di Vallin Buio come insediamento di attività connesse alla raccolta e allo smaltimento di rifiuti industriali. Stupisce infine che a distanza di una decina d’anni si rinnovino i vincoli urbanistici in aree della Porta a Terra non ancora completate in piani attuativi scaduti.Insomma, un pacchetto già confezionato e per molti aspetti insindacabile sui cui il Sindaco vorrebbe aprire gli “Stati Generali” della Città dopo avere agito in perfetta solitudine prima e dopo la frattura da lui stesso provocata per venire a capo di una normalissima verifica di mandato. Si avvicina intanto la scadenza del 30 di Settembre, la dead line che Lamberti e Sel avevano imposto al Sindaco quale termine ultimativo per fornire il quadro degli interventi a sostegno delle aree del centro storico interessate dalla trasformazione dell’ex Cinema Teatro Gran Guardia e, richiesta di Sel, per licenziare il bando pubblico di affidamento della progettazione del nuovo Piano Strutturale. Vedremo come risponderà la Giunta “del fare”. Cui chiediamo di non promuovere Stati Generali, ma di traghettare questa fase politica verso una conclusione non traumatica ,fosse anche anticipata per assecondare l’eventuale disimpegno di un Sindaco ormai psicologicamente proiettato verso altri livelli istituzionali. Dopodichè dovrebbe essere l’intera Città a mettersi completamente in discussione.
“Forse qualcuno non ha capito che è cambiato il mondo”
16.09.2011 00:00Crisi risolta e rimpasto avviato dopo 46 giorni di attesa. Questo venerdi 16 Settembre è stato il gran giorno di Alessandro Cosimi, Sindaco di Livorno dal 2004 e dal 2009 Presidente dell’Anci Regionale, che dopo un sofferto braccio di ferro di tre settimane portato avanti con gli alleati Pd Idv Sel, e assai meno, per quanto possa sembrare paradossale, con le opposizioni, ha condotto in Porto, cioè in un Consiglio Comunale non particolarmente concentrato, una delle più suggestive operazioni di politica politicante degli ultimi trent’anni. Dopo avere inaspettatamente subito la richiesta di una verifica di mandato da parte dell’Italia dei Valori intorno a Ferragosto e avere poi incassato suo malgrado le dimissioni di Claudio Ritorni in relazione alla Variante Urbanistica de La Ceschina/Cittadella dello Sport, Cosimi al ritorno dalle vacanze aveva azzerato la Giunta con una procedura giuridicamente irrituale e poi riavviato con grande freddezza il nastro della coalizione al grido di “forse qualcuno non ha capito che è cambiato il mondo”. E’ stato li’ che il
congelamento dell’intera città è stato assoluto e il Sindaco, dopo avere elaborato un corposo documento di buone intenzioni in 7 punti e quattordici azioni, ha ricompattato la maggioranza con alcune significative novità. Il passo indietro di Andrea Romano, ormai ex capo gruppo dell’Italia dei Valori, il ridimensionamento di Paola Bernardo, da oggi semplicemente al Commercio e Turismo e alla valorizzazione del Patrimonio, la sostituzione di Toncelli con Bogi nella carica di Vicesindaco con competenze su decentramento, sport, energie rinnovabili, edilizia privata e infine l’inserimento ex novo di un ex alto funzionario della Regione Toscana, l’apprezzato dr. Mauro Grassi, nelle funzioni delicatissime di Assessore all’Urbanistica e Ambiente. Al solito Nebbiai le patate bollenti dell’affidamento a privati dell’Ippodromo e del sempre più decadente Palasport di Via Condotti Vecchi con gara pubblica. Grassi si troverà alle prese con i passaggi strategici della Variante Comunale al Piano Regolatore del Porto, di cui si parla da tre anni senza molto costrutto, e dell’ancora immaginifico Piano Strutturale, su cui Cosimi si gioca indubbiamente tutta la credibilità di amministratore. In questo strano contesto il Sindaco, per non aprire il file di un altro Assessorato che sarebbe costato moltissimo, ha scelto di tenere per sé la delega strategica delle partecipate. Uno scranno decisivo per ripensare gli asset comunali dentro Spil, Atl, Aamps, Asa, tutte aziende alla vigilia di drastiche ristrutturazioni societarie e funzionali. Resta, come dicevamo, in sospeso un corposo documento programmatico che al momento però sposta le decisioni e gli atti più significativi (mobilità e riqualificazione del centro storico in primis) al 2012. Sul fronte della finanza pubblica un Cosimi più sobrio delle ultime sortite, quando aveva affermato alla stampa che non avrebbe mai fatto il gabelliere dello Stato, ha dichiarato il massimo impegno per mantenere costante il livello dei servizi, pur a fronte della probabile invarianza dell’Addizionale Irpef. Eventuali interventi compensativi, ha concluso Cosimi,si faranno sul fronte del recupero dell’evasione fiscale e qualora in caso di emergenza si dovesse rendere necessario incrementare l’addizionale Irpef, lo si farebbe con l’impegno di ridistribuirne il gettito a favore dei settori più esposti dai tagli, come la sanità, il sociale, l’istruzione, la cultura. La seduta del Consiglio proseguirà nella giornata di lunedi 19 settembre.
Cosa ne facciamo delle Terme del Corallo
15.09.2011 00:01postato su "Terme del Corallo"