"Per un senso unico non puo' cadere una Giunta" La vera storia di Pensiamo in Grande. Prima parte

09.11.2011 15:09

postato in "Fatti... in dieci giorni"

Era il Giugno del 2010 quando il Sindaco Cosimi ipotizzò per la “Nuova Mobilità Urbana livornese” una situazione stile Monaco di Baviera, con parcheggi a cintura e il centro  progressivamente libero dal traffico veicolare privato. Erano i tempi di “Pensiamo in Grande”, il cosiddetto processo partecipativo a 360 gradi (vi parteciparono  persone fisiche, associazioni, ma anche una società per Azioni come Atl) che avrebbe dovuto indirizzare la nuove governance del centro cittadino. L’Atl, peraltro, lanciò un’OPA fortissima sull’esito della consultazione. Consapevole della disastrosa condizione patrimoniale e finanziaria, l’Azienda di Via Meyer, così tiepida sulla incredibile circostanza del mancato trasferimento del deposito nel fantomatico Nuovo Centro, cercò  la saldatura con le forze politiche rappresentate nel Cda e i sindacati  per ottenere un Piano che valorizzasse l’Azienda in vista della “gara pubblica regionale”. Fu allora che l’Assessore alla Mobilità Urbana, Bettini, ebbe modo di segnalare non a caso i quattro contenuti portanti di quella consultazione. Una maggiore accessibilità al Centro sia con mezzi privati e mezzi pubblici, una  riduzione sostanziale del traffico e dell’inquinamento, la realizzazione di infrastrutture per la sosta (a corollario e a rotazione) e infine un concetto abbastanza sofisticato, la specializzazione per correnti di traffico. Un indirizzo, quest’ultimo, che avrebbe dovuto necessariamente comportare una selezione dei mezzi ammessi a circolare lungo l’asse terra mare e mare terra di Via Grande. Non solo autobus, insomma, ma anche taxi collettivi e biciclette, offerte in regime di car sharing e bike sharing. Con effetti di progressiva semi-pedonalizzazione della via centrale, di pedonalizzazione integrale di Piazza Grande, e di tutela della circolazione del mezzo pubblico, cronicamente deficitario in termini di velocità commerciale. Alcuni mesi dopo lo stesso Assessore al traffico e alla Mobilità Urbana depositava un elaborato progettuale che sarebbe stato “apprezzato” dalla Giunta Comunale (in data 26.07.2011) pochi giorni prima dell’adozione della Variante La Gran Guardia (29.07.2011). Questo atto, intitolato riqualificazione di Piazza Grande e Via Grande con riferimento ai risultati di Pensiamo in Grande, prima di diventare un caso politico (è stato prudentemente lasciato nel cassetto ben oltre il 30 settembre, termine richiesto da Lamberti, Gulì e Romano per la messa regime degli interventi sul Centro) portava a sintesi i contenuti della consultazione. Tendenzialmente, la funzione della Via Grande sarebbe  stata rappresentata dai tecnici  come “di supporto” alla parallela Via Avvalorati San Giovanni, sul quale il traffico doveva essere fatto defluire una volta ripristinato il doppio senso di circolazione e solo dopo l’adozione di alcuni accorgimenti, quali “togliere la sosta a spina e ripristinare quella in parallelo” con la prospettiva di mantenere il parcheggio per la sosta su entrambi i lati della strada. I tecnici che elaborarono lo studio su commissione dell’Assessore, a sua volta indirizzato dai risultati di Pensiamo in Grande, nell’occasione ebbero modo di aggiungere: ”considerato che si avrà una sola corsia per senso di marcia occorrerà neutralizzare gli inconvenienti delle svolte a sinistra mediante la realizzazione di due piccole rotatorie, una all’altezza di Via San Giovanni/Cogorano/Porticciolo, l’altra all’altezza di Viale Avvalorati/Via della Madonna. ”Dall’intricato meccanismo progettuale, insomma, la caotica Via degli Avvalorati/Via San Giovanni viene eletta come “avenue” fondamentale per lo scorrimento del traffico privato, anche di quello  diretto verso Piazza della Repubblica (oggi interamente a carico di Via Grande) e contestualmente di quello diretto verso il Mare (oggi interamente a carico di Via San Giovanni). Con questo intervento verrebbe soddisfatto il primo degli indirizzi “politici” di Pensiamo in Grande, quello dell’accessibilità al centro con mezzo prevalentemente privato. Un intervento che i commercianti contestano (perché si sentirebbero aggirati dalla potenziale clientela) e i residenti apprezzano (perché i valori dell’inquinamento scemerebbero). Il punto di equilibrio potrebbe essere rappresentato dai “parcheggi”, ma di questo parleremo  successivamente.