Collesalvetti / Area Vasta

Perché non si secchi il fiore e il frutto...

pubblicata da Lorenzo Bacci il giorno sabato 7 gennaio 2012 alle ore 21.54 (facebook)

"Che brutta musica che sento..."

Penso che questo commento potrebbe essere più che sufficiente per esprimere il mio pensiero.

Oppure, prendendo a prestito un concetto espresso da altri prima di me, “sembra di guardare un film dell'orrore: hai mai provato a togliere la musica e a guardare soltanto le immagini? Ti accorgi che non fa più paura, anzi, quasi quasi diventa ridicolo...”.

Ma andiamo per ordine:

1. in questi giorni ho ricevuto una quantità di attestazioni di stima e di sostegno da… “far paura”!! Voglio ringraziare chi si è esposto pubblicamente nel condividere la mia esternazione pubblicata martedì sera su Facebook quando, a seguito del TG de La7 condotto da Mentana, ho provato – e qui lo ribadisco – SCHIFO nel sentire come le posizioni dominanti a livello di politica romana in seguito ai non-risultati della Commissione Giovannini fossero quelle di:

a) negare l’evidenza (è certo che ogni cittadino italiano spende il doppio di un cittadino francese, quasi il triplo di un inglese, per mantenere il Parlamento)

b) trovare escamotage per dilatare il più a lungo possibile i tempi delle non-decisioni (non dimentichiamoci che nel dilatare i tempi, si è consentito ad esempio ad alcuni onorevoli di dimettersi proprio prima che finisse il 2011 perché se si fossero dimessi in gennaio avrebbe avuto la pensione a 60 anni, mettendo così al sicuro quasi otto anni di vitalizio d'oro).

Mi sbaglio, o quando invece si tratta di intervenire su tagli agli enti locali, pensioni e diritti dei lavoratori, si riescono a prendere decisioni enormi per peso e portata, in gran fretta e furia?

Peraltro, apro una parentesi, Monti è stato molto intelligente: provando a inserire nel cosiddetto “Decreto Salva-Italia” quello che non poteva, ha fatto uscire allo scoperto chi sperava che nel baillame di queste settimane passasse inosservato il fatto che mentre tutti fanno sacrifici, mentre la benzina aumenta ogni giorno, questi signori continuano a godere di privilegi degni dell’età medievale. I parlamentari hanno infatti detto: “Alt, questo è un compito che spetta a noi, non al governo”. Bene: visto che vi spetta, ora muovetevi.

E se la maggioranza si oppone, voglio vedere i “miei” che gridano la loro contrarietà, si indignano e arrivano a gesti eclatanti. Questo mi aspetto. Questo si aspettano i cittadini che rappresento.

2. torno ai ringraziamenti, veri, sentiti, in alcuni casi accompagnati veramente dalla commozione che ho provato nel leggere molti dei vostri commenti e messaggi: grazie perché se è vero che non mi sono mai sentito solo in questi due anni e mezzo di servizio da amministratore comunale, ora poi sì che mi sento in grande (e ottima!) compagnia. Molti mi hanno detto “tu sei stato scelto dalla gente, non dalla segreteria di un Partito”. Verissimo, sottoscrivo. Però io ho sempre pensato, e continuo a pensarlo, che con la scelta delle Primarie del Febbraio 2009 si sia innescato un grosso contributo a favore del PD, così come dimostrato anche dai dati (le percentuali prese dal PD, dal mio partito, alle amministrative del 2009 furono nettamente superiori a quelle della vicina Livorno). Dunque ho creduto di essere protagonista di un percorso nel quale finalmente un partito, il mio partito, non calava più decisioni dall’alto, ma si apriva, come da DNA originario, alla reale partecipazione della gente comune. Evidentemente, tirando le somme di questi due anni e mezzo di esperienza, acuite da vicende pesantissime e dai commenti dei vertici locali in questi ultimi giorni, posso ben dire che non sono… “ricambiato”.

Come mai il Partito non è intervenuto sulle vicende recenti delle piscine, o sugli attacchi della CNA a questa Amministrazione, che è espressione di questo Partito?

... Poco male. Non credo proprio di dover essere io a fare le valigie da questo Partito. Anzi…

3. venendo al combinato disposto prodotto dal maggior quotidiano locale in abbinamento coi vertici livornesi del mio partito…che dire: passatemi la battuta, ma il cosiddetto “killeraggio mediatico” che tanto ha prodotto su scala nazionale (Belpietro e Feltri docet), ha fatto scuola! Sorvolando sulla facilità con la quale devi essere per forza di cose incasellato (e non essendo incasellabile a livello di correnti di partito, se Dio vuole, allora divento un “renziano-indignato”) ieri leggo che il mio segretario provinciale mi accusa di aver “offeso le Istituzioni”.

Io non credo di aver offeso nessuno, ma se l’ho fatto, chiedo scusa.

Se scrivendo quello che ho pensato, quello che continuo a pensare, ho offeso un’Istituzione fondamentale come il Parlamento della Repubblica Italiana, chiedo scusa.

In primis ai nostri padri costituenti. A chi ha pagato prezzi altissimi perché in Italia potessimo contare su una reale democrazia parlamentare, dopo gli anni del regime dittatoriale fascista.

Però, vedi caro Samuele, io non sono assolutamente convinto di aver offeso questa Istituzione.

Le Istituzioni si offendono in altri modi: si offendono non rispettandole quando le si rappresentano, e si offendono quando si contribuisce col proprio comportamento a farle diventare qualcosa di enormemente distante dal sentire delle persone.

In concreto, in questi ultimi anni, oltre ad essere state offese platealmente da comportamenti beceri e volgari (chi dimentica le fette di mortadella, i ridicoli travestimenti, le continue risse, i cori da stadio), sono state offese dal loro essere violentate continuamente, asservite ad uso e consumo di pochi, quando non di uno solo (non dimentichiamoci che la maggioranza del Parlamento italiano ha VOTATO che Ruby era realmente la nipote di Mubarak!) in una sorta di auto-consunzione dove il risultato finale è stato che, al fallimento della politica, si è dovuto porre rimedio con un governo tecnico. Più evidente di così… A questo si aggiunga che siamo in presenza di un Parlamento di “nominati” e non di “eletti”, il che, a mio modo di vedere, dovrebbe accrescere il senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, verso quella politica dell’esempio, del servizio e della testimonianza di cui tanto questo Paese avrebbe bisogno. In sintesi: riscuoto migliaia e migliaia di euro ed ho privilegi di ogni sorta? Forse è il caso che mi chieda CHI mi consente di avere questi privilegi. È certo che se la risposta non è “i cittadini”, ma “la segreteria del mio partito”, cade ogni proposito. Perché se invece la risposta fosse la prima, cioè “i cittadini”, che sono i reali datori di lavoro miei, così come del più anziano dei senatori, allora sarebbe automatico, naturale e scontato che di fronte alla “peggiore crisi dal 1929 ad oggi”, chi presta un servizio per la propria comunità di riferimento dia l’esempio, portando il proprio compenso ad essere al passo dei tempi, consentendogli peraltro di essere credibile nel momento in cui si deve andare a chiedere sacrifici su sacrifici.

La politica è una splendida opportunità per sentirsi orgogliosi del proprio essere al SERVIZIO della comunità (locale, nazionale… umana).

Avere questa opportunità passa dalla fiducia di chi ti ha dato direttamente (come nel mio caso) o indirettamente (come nel caso dei Parlamentari) un voto.

Se chi ti ha dato fiducia ti guarda, ancor prima che giudicarti se lavori bene o male, deve potersi sentire in empatia con te, non tanto sul profilo ideologico, ma percependo che il ruolo che ricopri non è “per te stesso”, ma “per gli altri”.

Guardate che non mi sogno una politica fatta con i sandali ai piedi e il saio! Ma sicuramente una politica che riparta dall’empatia. Ecco perché mi arrabbio!

Siamo in piena crisi! Ci saremo ancora per molto tempo!

Se chi fa politica vuole essere a SERVIZIO della propria comunità, la quale gli riconosce un corrispettivo economico per lo sforzo che è chiamato a profondere, che questo corrispettivo sia al passo coi tempi!

Da lì passa molta, se non tutta, la credibilità di un Parlamento che, in quanto Istituzione, mi guardo bene dall’insultare!

Da Sindaco, con la dedizione, la passione, l’impegno e lo spirito di servizio che ci metto, penso intanto a rispettare al massimo l’Istituzione che rappresento.

I cittadini di Collesalvetti, soprattutto le persone a me più vicine, chi realmente conosce Lorenzo Bacci sanno che non mi muovo in funzione di un interesse personale, né tantomeno di un interesse superiore deciso altrove, ma che le scelte prese, a partire da quel difficile e sofferto 12 agosto 2009 nel quale ho fatto ciò che mai avrei creduto di dover fare, sono e saranno sempre prese nell’interesse della mia comunità di riferimento, in base ad un principio di trasparenza e legalità piena.

Questo sono, questo sempre sarò.

Fuori o dentro un’Istituzione.

Fuori o dentro un Partito.

Vede, caro Onorevole Susini, io non sono solo.

Lei dice che “mi troverò in difficoltà quando dovrò cercare il senatore Filippi o l’onorevole Velo”? Se la ripagassi con la sua stessa moneta potrei dirle che se così fosse (ma stimo Filippi e Velo, e non ci credo) gli stessi si troverebbero in difficoltà qualora un domani decidessero di proseguire il proprio servizio a livello politico, poiché avrebbero molti meno consensi, almeno a Collesalvetti e dintorni.

Il mio linguaggio, dice lei, “appartiene a movimenti di contestazione”…

Invece il suo come lo classificherebbe?

4. Il quarto punto, collegato al precedente. Oggi esce un interessantissimo articolo dove si dice “Bacci dimentica i contributi al Pd” e si aggiunge “Sembra che il primo cittadino di Collesalvetti non abbia regolarizzato la sua posizione economica”. Che bellezza… Veramente qui il dossieraggio rasenta livelli da paura. Intanto aggiungerei anche che… ebbene sì, mi capita spesso di pagare le bollette dell’Asa uno o due giorni dopo la loro scadenza. Mi rimetto alla comprensione del buon Del Nista: non si tratta di una volontà ma è proprio che tra tutte le cose, quella me la dimentico. Comunque, ho recentemente posto rimedio mediante l’addebito automatico sul conto corrente! Poi, cos’altro? Sono single e mi piacciono le donne… quindi scoop a sfondo sessuale vi saltano in automatico.

Fatta chiarezza sui miei scheletri nell’armadio, devo correggere il puntuale Posarelli che, bontà sua, “nomi non ne fa”, però…

Caro Posarelli, il giorno 27 dicembre 2011 ho versato il mio “contributo volontario ex Legge n.2 del 2.1.1997” al Partito.

Comunque invito tutti a riflettere sul fatto che si chiama “contributo volontario”…un motivo ci sarà?

Certo attaccarsi a questo, rende proprio merito al livello a cui siamo, pardon “siete”, arrivati…

Niente nel merito della mia, sì, incazzatura, ma una reprimenda perché non avrei regolarizzato la mia posizione economica a livello di “contributo volontario” al partito?

Sarà mica il caso di avvisare Equitalia???

Sorrido, ancora una volta.

E a questo punto aggiungo anche: ma i Partiti (tutti) hanno bisogno davvero del nostro misero contributo di amministratori di piccole comunità?

Oltre ai rimborsi elettorali, usufruiscono di finanziamenti ai gruppi parlamentari di Camera e Senato pari a 75 milioni di euro all'anno e finanziamenti ai gruppi consiliari regionali che si possono stimare nello stesso ordine, senza dimenticare lo sgravio fiscale del 19% che lo Stato concede a chi dona soldi ai partiti (per ogni 100 milioni che vanno ai partiti, ben 19 li mette lo Stato, cioè...i cittadini).

Io, stando ad un regolamento interno di Partito, dovrei versare al PD qualcosa di più di un’intera mia mensilità. Poco più quindi di 2000 euro l’anno.

Per cosa, per ricevere poi questi trattamenti?

Per essere attaccato politicamente quando dovrei (forse mi sbaglio) essere sostenuto, o magari per non essere tutelato quando la situazione lo richiederebbe (ogni riferimento alla questione delle piscine è puramente voluto).

Dunque io verso meno, molto meno.

Perché io riscuoto 12 mensilità da 2000 euro.

Non ho tredicesime o quant’altro e quando mi capita di mangiare al volo, tra un impegno e l’altro, sul territorio del mio Comune, mi pago il pranzo.

Credo che il mio sia un corrispettivo giusto ed equo per l’impegno che ci metto.

Mi consente di vivere senza essere ricattabile.

Mi consente di vivere sentendomi, come mi sento, al pari della gente comune.

Io mi chiedo e chiedo ai parlamentari che, lo ricordo, rappresentano i cittadini ed i loro interessi: non sarebbe più semplice anche per voi capire la realtà che vi circonda, dare un’occhiata alla vita vera, se non aveste più intorno quella giungla di privilegi che vi impedisce di capire che il mondo si è capovolto?

Come ho già scritto al mio segretario comunale ed al tesoriere lo stesso 27 dicembre, sarei comunque curioso di partecipare ad un'assemblea nella quale tutti i vari componenti delle amministrazioni pubbliche locali, regionali, nazionali ed europee, si presentino con bollettini dei versamenti alla mano che comprovino il rispetto del regolamento del Partito e dove però, a quel punto, regolamento per regolamento, i componenti del Partito che siedono nei vari parlamenti (nazionale ed europeo) da più di tre mandati, si dimettano seduta stante.

Attendo fiducioso quest’assise, sapendo in cuor mio che difficilmente si terrà…

Concludo, dichiarando la mia forte emozione per la vicinanza che ancora in questi minuti continua a dimostrarmi la gente comune, e la profonda amarezza, per le posizioni di chi invece, rappresentando i vertici del mio partito, continua ad andare nella direzione opposta a quella del buon senso.

Si sappia, per chi ancora non lo avesse capito, che io punto a un Partito e ad una Politica più in generale, che sia specchio dei primi, non dei secondi…

Questo è lo spirito originario del mio Partito, il Partito Democratico, in cui pienamente mi riconosco.

Lorenzo Bacci

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Collesalvetti e oltre: titoli di coda sulle "convenzioni facili"

Non è un buon periodo per le Cittadelle dello Sport. Ce ne occuperemo specificamente nel prossimo numero di Livorno Cruciale (in edicola per Natale) dove non è stato difficile sistematizzare i troppi casi territoriali che sono finiti dritti dritti in Procura. Collesalvetti, Lucca e in parte Firenze parlano su per giù la stessa lingua. A Livorno, come sappiamo, sulle varianti aggiunte del Parco della Ceschina (computabili nel bando di aggiudicazione del disastrato ippodromo) è scoppiato un caso politco che stava per mandare a gambe all'aria la tonitruante Giunta di Alessandro Cosimi. Da lì comunque sono partite una serie di dinamiche politiche per molti aspetti incomprensibili che si sono scaricate negativamente sul progetto complessivo e sulla sostenibilità finanziaria dell'ormai fantomatico “Pensiamo in Grande” e con tutta probabilità sull'approvazione della Variante La Gran Guardia. Della Cittadella dello Sport a Livorno al momento è rimasto ben poco. Gli appassionati del genere possono rilevare come il Piano delle Opere Pubbliche attualmente vigente preveda la realizzazione di un sistema di impianti fotovoltaici applicati, appunto, alla Cittadella dello Sport per un ammontare complessivo di due milioni di euro. Operazione in sè interessante dove risulta però quanto meno singolare il fatto che ad accollarsi il costo delle opere sarebbero uno o più privati. Nessuna demonizzazione, ma è certo che proprio sulle convenzioni "pubblico privato" si registrano su questo terreno i maggiori profili di rischio amministrativo e talvolta penale. A entrare in gioco infatti sono per lo più aree pubbliche a verde dove insistono strutture sportive in palese stato di degrado (stadi, palazzetti, ippodromi) o appunto, come nel caso di Colle, aree pubbliche cedute a privati (nel caso specifico una società multiservice vicina alla Cna) che chiedono al Comune di fornire garanzie fideiussorie a sostegno dei mutui bancari accesi dal Consorzio privato per finanziare il proprio investimento. Garanzie fornite sulla base di una stima non corrispondente al valore effettivo delle opere convenzionate che intanto si sono inesorabilmente fermate. Se poi la compagnia assicuratrice con cui era stata stipulata la polizza fideiussoria a sua volta fallisce, il crack è completo anche dal punto di vista civilistico. E il fragile bilancio pubblico di un Comune rimane esposto al rischio di pignoramenti da parte del sistema bancario. Bene ha fatto la nuova Amministrazione di Colle, dimostrando trasparenza e lungimiranza, a esporre ogni atto alle giurisdizioni competenti. Abuso d'ufficio e truffa ai danni dello Stato sono i capi di imputazione più ricorrenti in questa vicenda che al momento riguarda dieci persone indagate, tra cui l'ex Sindaco di Collesalvetti (oggi Assessore all'Ambiente della Provincia di Livorno) e i vertici provinciali della Cna. Non ci permettiamo, ovviamente, di esprimere giudizi di valore sui singoli prima di uno stato di colpevolezza acclarato. Ma certo l'intera vicenda, nella sua dimensione sistemica, deve fare riflettere chi, essendo amministratore, si approccia al finanziamento delle trasformazioni territoriali con un eccesso di disinvoltura e talvolta di cialtroneria.

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La Corte d'Appello di Firenze conferma il fallimento di Sesport.
"Chiara conferma della fondatezza delle azioni intraprese dall'Amministrazione Bacci nella vicenda della Cittadella dello Sport".
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Il Sindaco Lorenzo Bacci, a seguito della sentenza della Corte d’Appello di Firenze che conferma il fallimento della società Sesport s.r.l., peraltro già dichiarato dal Tribunale di Livorno, sta valutando di intraprendere ulteriori azioni risarcitorie nei confronti delle società collegate alla stessa e dei relativi amministratori, all’interno della vicenda della Cittadella dello Sport.
 
Gli avvocati di fiducia dell’Ente Giuseppe Toscano e Paolo Oliva del Foro di Pisa, rilevano come "la sentenza in questione abbia accolto in toto le ragioni dell’Ente, validandone l’azione intrapresa".
 
La Corte d’Appello di Firenze sottolinea che Sesport non può vantare alcun diritto nei confronti del Comune: nella mole delle carte bollate con cui sta procedendo la vicenda giudiziaria intrapresa dal Comune, emerge infatti come la Sesport abbia addirittura sostenuto di aver realizzato opere per circa 6 milioni di euro, di cui solo 4 finanziati col mutuo garantito dal Comune di Collesalvetti. Secondo la tesi di Sesport, la differenza, pari a 1,8 milioni, sarebbe stata finanziata con fondi della società stessa e questo l’avrebbe indotta a chiederne la restituzione al Comune sotto forma di risarcimento danni (Comune diventato nel frattempo proprietario degli impianti a seguito della dichiarazione di decadenza della convenzione pronunciata dall’Ente).
La Corte d’Appello afferma invece che è “mera fantasia della Sesport quella di attribuire al Comune la mira di lucrare la differenza tra il costo del mutuo di circa 4 milioni di euro e il preteso valore del complesso” peraltro tutto da dimostrare, in quanto le stime ufficiali ad oggi effettuate parlano di cifre che non superano i 2,5 milioni di euro. Quanto alla pretesa di essere risarciti degli ulteriori costi legati alla risoluzione della convenzione la sentenza si esprime con altrettanta perentorietà affermando come appaia “evidente l’evanescenza della pretesa non essendo in alcun modo identificabile una responsabilità giuridicamente riferibile al Comune”.
 
Di fronte al risultato di questa sentenza, prima forte conferma della fondatezza delle azioni intraprese dall’Amministrazione Comunale di Collesalvetti, il Sindaco Bacci dichiara di essere fiducioso negli ulteriori sviluppi della vicenda che vedono da un lato andare avanti l’iter amministrativo della gara per l’individuazione del nuovo gestore, dall’altro la prospettiva di intraprendere ulteriori azioni risarcitorie nei confronti delle società collegate a Sesport, il tutto in un quadro nel quale si attende con estrema fiducia l’esito delle indagini della Magistratura, scaturite in seguito all’esposto presentato dall’Amministrazione Bacci poche settimane dopo l’insediamento del giugno 2009.



Riccardo Demi