Il Cosimometro: gli impegni da qui all'eternità

30.12.2011 16:13

A grande richiesta

Lasciamo questo anno 2011 (un anno durissimo e non certamente solo per le banche)con un occhio preoccupato al futuro e, almeno per l'immediato, con non molti margini di speranza che la situazione possa evolvere per il meglio. Le preoccupazioni riguardano ovviamente la blindatura politico istituzionale conseguita alla fine dell'epoca berlusconiana. Una situazione invocata per riconquistare la fiducia dei mercati che per il momento ha generato solo aggravi per il contribuente, incertezze nel mondo del lavoro e un differimento dei diritti pensionistici non bilanciato da interventi contro le storiche nicchie di privilegio economiche e generazionali di questo Paese. A rischio anche le prestazioni sociali (che da sempre si cumulano improvvidamente con quelle previdenziali) e lo stesso ruolo che gli Enti Locali possono assumere su questo terreno di fronte ad una popolazione che invecchia impoverendosi. Inutile dire che in una situazione lacrime e sangue di questo tipo i costi della politica devono rientrare negli standard europei e le troppe carriere politico sindacali strutturatesi in Enti inutili dopo la scadenza naturale dei mandati debbano essere cessate con le relative strutture di riferimento. Ovvio che poi la valutazione si estende alla necessità di riformare un sistema istituzionale onerosissimo basato sulla doppia lettura legislativa degli atti dove il Parlamento (iperaffollato) ha perso qualsiasi potere d'iniziativa reale. E dove da anni attendiamo, inutilmente, che si provveda a legiferare seriamente contro la corruzione pubblica, si introduca il reato di corruzione privata (che spesso riguarda manager ricchissimi e senza scrupoli) e si ritorni a sanzionare penalmente il falso in bilancio. Nei Comuni (compreso il nostro) assistiamo al "decisionismo dei Sindaci", legittimati da mandati infiniti e maggioranze blindate. Una dimensione extratemporale di consenso, come l'abbiamo chiamata, che non consente verifiche di rendimento e attribuisce al Sindaco la possibilità di eludere agevolmente il principio di responsabilità politica in ordine agli atti dichiarati o proposti in un lunghissimo arco di tempo. Un Sindaco che a Livorno si permette il lusso di cambiare sistematicamente spartito (si torna a parlare di tramvia) dimenticando di portare a buon fine o di stabilizzare gli atti che aveva annunciato. Anche per questo abbiamo voluto proporre una rappresentazione ragionata di quanto si prospetta nel prossimo biennio rispetto ad impegni (le cosiddette spese per investimento pur ingiustamente limitate dal Patto di Stabilità) che hanno tracciato le scelte di questi ultimi anni di mandato. Oltre agli impegni abbiamo elencato anche qualche "dichiarazione" che avrebbe dovuto aprire il campo a trasferimenti finanziari in entrata (come nel caso dell'accordo con la Sat) o al finanziamento di aziende industriali, come per i fantomatici 11 milioni destinati a De Tomaso, Wass e Trw per l'"innovazione tecnologica" su cui chiediamo che si faccia chiarezza. E non solo in sede politica. C'è poi il capitolo dei Piuss (finanziamenti regionali esclusi dal Patto di Stabilità) relativi a Dogana d'Acqua e Scoglio della Regina concepiti per realizzare di qui all'eternità un Polo per la Logistica e la Ricerca. Un impegno finanziario notevole che ha indotto il Comune ad accendere mutui di cofinanziamento nella successione indicata in tabella. Ora che la progettazione di queste opere viene aggiudicata ad un valore inferiore all'entità del finanziamento complessivo di Regione e Toscana, chiediamo che quei mutui vengano ridotti o destinati ad altri interventi, come la riqualificazione dei poli espositivi (Fortezza Nuova e Forte San Pietro in primis o la stessa Piazza XX SETTEMBRE) a rischio di copertura finanziaria perchè non valutati come operazioni portanti per il rilancio fieristico monumentale della Città di Livorno. In ultimo un cenno per le Terme del Corallo, che dopo tre anni attendono ancora gli interventi di messa in sicurezza con gli oneri di urbanizzazione versati dal costruttore Bottoni, e per il pasticcio di Pensiamo in Grande, l'estenuante progetto di restiyling del Pentagono del Buontalenti finanziato con 1.250.000 di euro alimentati da un mutuo e da oneri di urbanizzazione. Troppo pochi, come dimostrato in tabella, per assorbire anche i costi preventivati dall'Assessore competente per modificare gli assi di mobilità veicolare su Via Grande e dintorni. Ma su questo, come sull'incredibile progetto edificatorio della Ceschina, avremo modo di tornare.