Un Paese Borderline
Se sullo sfondo di questo quadro un po' sfuocato che è il nostro Paese non ci fossero i dati inequivocabili del crollo del gettito Iva, di prestazioni pensionistiche al limite del minimo vitale che interessano ormai 8 milioni di cittadini, di trattamenti di sostegno al reddito in debito cronico di copertura, della perdita del potere d'acquisto delle famiglie crollato del 10% dal 2008 al 2012, di aziende costrette a svendere merci e macchinari pur di permettersi le operazioni di chiusura delle attività, potremmo dire di vivere in una situazione surreale. Con il rischio sopravvenuto, dopo i fatti di questi giorni, che vengano a mancare anche i fondamentali della democrazia. Che il sistema politico fosse in apnea e la Costituzione (almeno dal 2009) sospesa, lo avevamo anticipato da tempo. Sarebbe francamente da ipocriti ritenere che il breack even point sia stato determinato dalla recente pronuncia della Corte Costituzionale sulla illegittimità della legge elettorale. Ma certo qualche interrogativo resta. A iniziare dal fatto comunque la Consulta non sarebbe mai intervenuta come tale se non in forza di un ricorso promosso da un professionista(!) e, paradossalmente, dopo avere dichiarato inammissibili nel gennaio 2012 i quesiti di un referendum che avrebbe voluto abrogare lo stesso Porcellum e reintrodurre per via normativa la legge elettorale precedente (Il Mattarellum). Quesiti che, appunto, intendevano annullare gli effetti del super bonus maggioritario (di cui hanno goduto tutti) e il micidiale meccanismo delle liste bloccate. Cosa è accaduto di tanto rilevante per ribaltare concettualmente quella decisione? E perché riconsegnare ai teatranti della politica (compresi quelli legittimati dal voto plebiscitario delle primarie Pd) un Porcellum "smontato" con un impianto di natura essenzialmente proporzionale? Perchè somministrare l'amara medicina senza un dispositivo e soprattutto una serie di motivazioni che indirizzassero l'attività del pur confuso e inaffidabile legislatore parlamentare? Perchè Letta, forte delle Grandi Intese, non ha avuto la forza di proporre subito l'abrogazione del Porcellum con atto di sua iniziativa? Forse per lasciare l'interpretazione autentica di quanto sta accadendo al Presidente della Repubblica, garante non della Costituzione, ma di questa fase politica transeunte almeno finchè un giorno quella sentenza non avrà prodotto i suoi effetti giuridici paralizzanti per l'intero sistema istituzionale? Per guadagnare ulteriore tempo insomma in vista del rilegittimante Semestre Europeo? E come la mettiamo con quei quasi 150 parlamentari del centro sinistra in quota maggioritario le cui nomine sono tuttora pendenti presso gli organi di validazione perchè sussisterebbero altri ricorsi avverso il Porcellum presso la Corte Costituzionale? E come potranno operare i parlamentari non convalidati quando la Corte avrà ufficializzato le motivazioni dell'illegittimità della Legge che ha conferito loro lo status di deputati? Tutto da rifare, dunque, ma in un contesto di estrema difficoltà dove un Parlamento virtualmente delegittimato secondo alcuni politologi, ma legittimo in base al principio tempus regit actum secondo altri sapientoni di ambiente quirinalizio, dovrebbe provvedere all'approvazione della Legge di Stabilità anche per dare risposte alle categorie sociali di cui abbiamo tracciato un profilo all'inizio. Illusorio ora evocare una situazione di cui potrebbe farsi carico mahatma Renzi forte dell'investitura popolare ottenuta con modalità irrituali (altra circostanza paradossale di una situazione di impazzimento generale), così come era propagandistico affermare che la decadenza di Berlusconi (validata dalla ratifica palese di un Senato a sua volta delegittimato) avrebbe "liberato" il quadro politico dal problema che in questi anni ne avrebbe determinato il condizionamento assoluto. Le larghe intese, frutto dell'anomalia elettorale, ma anche della crisi di rappresentanza dei partiti, stavano li' a dimostrare che il baricentro del sistema politico, da Monti in poi, si era già spostato da un'altra parte. Al pari di quanto sta avvenendo oggi con un governo di "risulta", frutto della deberlusconizzazione dolce garantita da Napolitano. Un governo evidentemente limitato dalla protesi di una folta rappresentanza di ministri ex Pdl che consegna alla mediazione infinita di Letta e dello stesso Napolitano le ragioni stesse della propria sopravvivenza alla guida di alcuni dicasteri strategici per il Paese. Ma mentre accade tutto questo, non si trovano le coperture per finanziare la Cassa Integrazione in deroga e prevenire la beffa della Mini Imu. Mentre il sistema previdenziale rischia il collasso e con assoluta certezza Mps non rimborserà il prestito di quattro miliardi di euro concessogli dallo Stato in uno dei pochi momenti di generosità della gestione Monti. Ma di questo, ovviamente, non si deve parlare.