Tempi cupi/2 Un Paese commissariato dai prefetti.

07.11.2015 12:36

Abbiamo ascoltato l'ex Presidente del Consiglio Comunale di Roma Valeria Baglio parlare di una "scossa" per la città di Roma. Lo ha detto poco prima di sottoscrivere l'atto di morte della sindacatura Marino, su commissione di Palazzo Chigi previa autorizzazione di quell'uomo politico dalla vista lunga che è Matteo Orfini. Ora, la Baglio, nella sua veste istituzionale prima che politica, avrebbe dovuto astenersi dal gesto se non altro perché le Istituzioni locali appartengono a tutti i cittadini e non ad una sola parte politica. Quella parte politica che oltretutto ha utilizzato i propri eletti, con la collaborazione bipartisan di altri, per consumare il delitto Marino, sindaco forse discutibile e naif, ma comunque proiettato in Campidoglio da una primaria del Pd e poi dal voto diretto dei cittadini. Per noi Marino si doveva dimettere molto prima, come descrive Ingroia qua sotto. Semplicemente perchè quando sulla amministrazione pubblica incombe il "mondo di mezzo", il sistema politico deve potersi mettere in discussione per un principio elementare di precauzione e di rispetto nei confronti dei cittadini che rischiano di finanziare la mafia/le mafie pagando in buona fede fior di tributi e tariffe. Ma Marino è stato tenuto a galla dalla stessa forza politica che poi in modo spettacolare e cinico lo ha scaricato. Verrebbe da dire che in poche mosse Renzi ha sconfessato se stesso, lui che al premierato illegittimo di oggi è arrivato sul Frecciarossa delle primarie aperte del Pd dopo essersi celebrato come incontrastato podestà (anche contabile) di Firenze. Ma si sa, Renzi mal sopporta il controllo amministrativo e forse sarà per questo che, paradossalmente, indica in Prefetti e Commissari di nomina governativa (con i relativi dream team) gli unici artefici possibili di una "scossa" benefica per le illusioni di un Paese tecnicamente borderline.. Confondendo una volta di più le acque con successi sportivi individuali, Expo di dubbia utiilità (4,2miliardi il costo complessivo delle opere pari a quello del taglio dell'Imu 2015, del costo annuo degli sgravi contributivi del  jobs act  e del prestito di Monti alla sopravvivenza del Monte dei Paschi), candidature alle Olimpiadi e addirittura Giubilei  di estrazione papale di cui francamente in pochi (anche alla luce degli scandali di area vaticana) sentivano il bisogno.