Relazione fine mandato Cosimi: due o tre cose da ricordare.

23.03.2014 16:06

Tempo 1

L'enfasi con cui il Sindaco uscente Cosimi ha sdoganato gli atti di fine mandato non deve sorprendere più di tanto. Un modo come un altro per rivendicare la difesa dell'esistente mentre tutto intorno era un inferno di calcinacci e di occasioni perdute. Potremmo dire che con il Piano regolatore Portuale ancora in cerca d'autore e le Varianti connesse (tra cui Porta a Mare e Stazione Marittima) prossime alle osservazioni in Consiglio Comunale, la Giunta uscente sia infatti determinata a"stare dentro" il confronto elettorale, ben oltre lo schema burocratico della relazione di fine mandato e lo stesso ruolo politico del Pd, il soggetto che ha eternizzato il monocolore Cosimi quando erano venute meno le condizioni di un'alleanza tripartita con Sel e Idv. Tutto questo, ovviamente, nell'indifferenza generale di coloro i quali si pongono oggi il problema di una ricomposizione delle forze "di sinistra" per una alternativa al Pd e militano contro il "particolarismo" delle liste civiche e comitati. Gli unici soggetti che in questi anni hanno alimentato la massa critica della città spostando sul territorio la vera ragione del conflitto fra amministratori autosufficienti e cittadini deprivati di informazione ,diritti,accettabili stili di vita.

 

Tempo 2

Ci pare comunque che le criticità delineate dagli uffici (o da chi per essi) costituiscano tuttora un'emergenza complessivamente irrisolta. E confermino quanto noi sostenuto da tempo. Il Comune, dove operano 20 dirigenti, ben 88 posizioni organizzative (con relative indennità retributive di posizione e di risultato) e 1223 dipendenti (posizioni organizzative comprese, circa il 7,20 % dell'intero) è stato imbrigliato dalle conseguenze finanziarie della crisi senza riuscire ad opporre una risposta mirata e veloce alla dispersione della risorsa pubblica e all'impoverimento progressivo della popolazione. La politica (intesa come Amministrazione Cosimi) ha corrisposto nel modo peggiore alle attese dei cittadini. Cioè dividendosi, generando spese improprie, distribuendo deleghe secondo criteri irrazionali e uniformi alla visione personale del Sindaco, che ad un certo punto ha "chiamato" la fiducia sui singoli provvedimenti per raggiungere maggioranze di tipo numerico e non politico. All'eccesso di personalizzazione è corrisposta ovviamente l'iperfetazione degli assessorati (ben 16) nell'ambito di un turn over che ha risentito delle fibrillazioni determinatesi nella gestione delle crisi. Da parte sua, Giunta e Consiglio Comunale hanno rispettivamente formalizzato in cinque anni la miseria di 21 e 39 atti normativi e regolamentari, due dei quali peraltro proposti con voto pressochè unanime dal consigliere di opposizione Marco Cannito di Città Diversa. L'impegnativa sui "rifiuti zero", che ha aperto la "grande" stagione della raccolta differenziata in Aamps, e le riprese del Consiglio Comunale in streaming si devono sostanzialmente a lui. Tutto il resto ha riguardato la regolamentazione delle aliquote Imu (fra le più alte in Italia), quella della Tares (con il voto determinante dell'ex sindaco Lamberti) e il nuovo regime delle autorizzazioni in deroga alle Ztl del piano del traffico urbano. Un atto di competenza della Giunta reiterato per ben cinque volte in cinque anni. Nonostante che il Piano del Traffico Urbano non abbia mai visto la luce.

 

Tempo 3

Mentre un po' tutti i settori rubricati nella Relazione subivano gli effetti recessivi del Patto di Stabilità e del connesso obbligo di riduzione dell'indebitamento finanziario (diminuito del 22,6% rispetto ai livelli del 2009 solo grazie all'estinzione anticipata di alcuni mutui contratti nel biennio con la CC.DD.PP), il Comune di Livorno creava due assessorati di spesa ( i "saperi" e "l'innovazione tecnologica") che oltre a generare spesa corrente introducevano due criticità strutturali. Nel primo caso si interveniva pesantemente sulla struttura delle spese in conto capitale (investimenti) vincolando il Comune di Livorno al cofinanziamento dei Piuss con effetti bloccanti sul conto del Patto di Stabilità.(vedi pagina 27 paragrafo spese in c/c con un decremento del 90,03 per cento rispetto al primo anno e un trend praticamente negativo tra il 2011 e il 2013) Nel secondo caso (innovazione tecnologica), la struttura amministrativa dell'assessorato è stata mantenuta per garantire le relazioni commerciali con i fornitori nazionali dei servizi di wi fi, ma ha fallito l'obiettivo di stabilizzare le crisi industriali e soprattutto quello di fornire servizi di assistenza e consulenza a favore della piccola e media impresa. Fino alla paradossale chiusura del Bic (con le dipendenti prossime al licenziamento dopo un lungo periodo di cassa integrazione) che si accompagna alla evoluzione privatistica del Compolab, organismo di consulenza aziendale a sostegno delle imprese territoriali e delle multinazionali con unità aziendali locali. A questi due assessorati deve essere aggiunto quello appositamente creato per lo Sport e le Aziende (di cui all'ex Assessore Ritorni), cui devono essere fatte risalire, oltre che la generazione di spese improduttive, anche criticità connesse alla gestione in house dell'Aamps e la ritardata liquidazione della Livorno Sport (con le implicanze anche penali del basket Livorno) e della stessa Soc. Labronica Corse Cavalli di cui il Comune, al costo di un euro, scelse di diventare socio totalitario "per valorizzare il patrimonio" degli impianti sportivi. Con le conseguenze che tutti conosciamo.

 

Tempo 4

Il Comune ha in sostanza subito la crisi fiscale dello Stato senza predisporre nel medio termine alcuna strategia di difesa. Ha dovuto incrementare la pressione tributaria oltre misura assumendo la titolarità impositiva di Tares e imposta di soggiorno e facendo impennare come detto l'aliquota sulla prima casa. Ha svolto una discutibile azione di contenimento delle spese (ammontante a circa un milione di euro) intervenendo sulla formazione professionale e sugli incarichi professionali (azzerati) dopo avere corrisposto un milione e quattrocentomila euro allo Studio Gregotti per la redazione di uno studio preliminare al Piano Strutturale. Sul piano degli investimenti ha subito oltremisura i vincoli del Patto impiccandosi per scelta politica alla costosa missione del Nuovo Ospedale di Montenero Basso (per 15 milioni di urbanizzazioni) e alla strategia, come visto, delle grandi opere da realizzare in regime di cofinanziamento con la Regione. Per sua stessa ammissione è stato deficitario nella gestione degli interventi sulla mobilità (riconducibili al comparto Boccaccio Viale della Libertà/Viale Nazario Sauro e solo ultimamente al residuale progetto Modi'), nella manutenzione programmata degli edifici scolastici e del patrimonio stradale (dove non è stato individuato alcun criterio funzionale nella allocazione stagionale delle risorse), addirittura nella gestione "fiore all'occhiello" delle strutture educative dove è stato fatto ampio ricorso ai contratti di somministrazione in carenza di un piano assuntivo degno di questo nome e.a fronte di selezioni pubbliche già definite.

 

Tempo 5

Non è riuscito altresì a valorizzare il patrimonio immobiliare in tempo utile (solo nell'ultimissimo anno finanziario si è posto il problema di valorizzare Chalet, Villa Morazzana e Area di Banditella, in questo caso con il dubbio escamotage del campo da Golf), nè ha avviato accordi per utilizzare in modo redditivo beni del demanio statale da destinare all'uso civico con gestioni di tipo imprenditoriale. Ha fallito la mission delle partecipazioni comunali nelle aziende di pubblica utilità (dove immobilizza ingenti capitali), che in più di una circostanza generano addirittura perdite, dovendo per questo rinunciare ad entrate anticicliche come quelle degli utili societari. In alcuni casi (come Spil) errori gestionali clamorosi come quello del parcheggio ex Odeon hanno determinato addirittura una riduzione del patrimonio netto della società controllata. Riduzione che ovviamente assume nel tempo tecnico dimensioni pre fallimentari nei casi Livorno Sport e Labronica e si manifesta in modo preoccupante anche nel caso di Casalp (a fronte dell'emergenza abitativa). Declinante anche il valore di produzione di Aamps (gestita in house) che ha recentemente ceduto i crediti, con la mediazione dell'Ac, ad una Banca privata per potere gestire l'ordinaria amministrazione e, grazie ad ulteriori contributi reperiti sul mercato finanziario dall'azionista totalitario (Comune), avviare politiche di raccolta differenziata. Solo 8.150 euro l'utile distribuito da Aamps nell'ultimo anno di mandato. Per una gestione pubblica e oltretutto monopolistica in un campo potenzialmente virtuoso come quello del ciclo integrato dei rifiuti davvero un risultato deludente.