Porta a Mare e bacini: il festival dell'ipocrisia
Tratto da: https://www.senzasoste.it/livorno/porta-a-mare-e-bacini-il-festival-dellipocrisia
C'è da rimanere attoniti di fronte a questo can can sui bacini. Un problema indiscutibilmente reale, frutto dei clamorosi errori di governance amministrativa e portuale maturati nel corso di questi anni, trattato strumentalmente come oggetto di polemica politica secondo le convenienze del momento.
L'ex Sindaco Lamberti si duole del mancato rispetto degli accordi relativi alla famosa terza gamba (le riparazioni, oltre alle costruzioni e alla diportistica) determinati con il famoso atto di indirizzo sulla Porta a Mare assunto dal Consiglio Comunale nell'Aprile del 2002, mentre An strepita dimenticando forse il ruolo avuto dal duo Matteoli-Lenzi nella vicenda legata alla trasformazione del Cantiere. Il primo ebbe la regia dell'intera operazione, facendo "dimenticare, da Ministro dell'Ambiente, la necessità di presdisporre da subito una valutazione di impatto ambientale per l'insediamento del Porto Turistico nel quadro della trasfromazione urbana dell'area; l'altro, da Commissario del Porto appena insediato, prima ancora di incamerare opere d'arte e gioiellame per la sua corte, dispose la concessione di aree e beni demaniali a favore di un Vitelli fresco del contratto preliminare d'acquisto del vecchio stabilimento (circostanza verificatasi nel giugno 2003, quindi, ancor prima che nel dicembre 2003 Azimut e Angelo Rosi, già liquidatore della Cooperativa F.lli Orlando, sottoscrivessero l'atto di compravendita definitiva).
L'atto fu condizionato, peraltro, all'approvazione del Piano Attuativo "Porta a Mare" (adottato il 14 luglio 2003 e approvato il 12 Docembre 2003), che sanciva la ben nota trasformazione dell'area non più produttiva in un distretto multiservice caratterizzato da una edificabilità complessiva di 57.000 mq. di superficie lorda di pavimento. Fra quei beni demaniali (cioè dello Stato) erano ricomprese ovviamente la dotazione del bacino piccolo e del bacino grande (in muratura) e quella in via di completamento del grande bacino di carenaggio galleggiante (regalo dell'Autorithy al Cantiere Orlando). Beni destinati alla vasta economia dei riparatori e concessionati ad Azimut Benetti in base alle prescrizioni del famoso Protocollo Marcucci (ex Presidente dell'Autorithy) secondo il quale chi fosse subentrato nella titolarità delle concessioni dei bacini avrebbe dovuto provvedere da subito alla loro manutenzione ed alla conseguente messa in esercizio secondo la governance istituzionale vigente. Quel protocollo, ovviamente, non fu mai rispettato e non fu mai fatto rispettare. Oggi il bacino galleggiante è inservibile anche a causa del sopravvenuto collasso dello ship lift, l'attrezzo che Vitelli si era fatto costruire dall'Autorithy (con soldi dello Stato) per sollevare gli scafi nella fase di carenatura, mentre il bacino in muratura (quello grande) che da anni rimane pressochè inutilizzato, secondo stime recenti abbisognerebbe di lavori per almeno 35 milioni di euro (che Azimut, ovviamente, non tirerà mai fuori pur avendo quasi recuperato per intero il proprio investimento iniziale dopo avere realizzato la vendita dell' l'80% del comparto immobiliare a favore di Igd immobiliare).
Quel protocollo non fu mai rispettato, anche perchè con lo sdoganamento politico della Porta a Mare (aprile 2002) di fatto Azimut si sarebbe sostituita al Comune nell'attuazione dello strumento urbanistico generale (il piano strutturale), potendo in tal modo progettare, trasformare e commercializzare aree dichiarate "di pubblica utilità" dall'Amministrazione Comunale, iscrivendo una seria ipoteca tecnica e politica sul futuro utilizzo dei bacini. Non è un caso che nella famose 11 richieste pervenute all'attenzione del gabinetto del Sindaco in data 5 aprile 2003 per ottenere significative variazioni al Piano Particolareggiato (quindi un anno dopo l'atto di indirizzo comunale) Azimut al punto 10 scrivesse: "Assegnazione delle concessioni complessive del Porto Turistico e delle nuove concessioni da rilasciare relativamente alle banchine, ai moli, bacino galleggiante e di quanto necessario alla realizzazione delle opere relative al nuovo sistema urbanistico e industriale. Cessione da parte della Stu alla Azimut Benetti delle aree di competenza del Porto Turistico e delle strutture di servizio e ricettive associate". Una richiesta più che mai vincolante che alcuni anni dopo (esattamente nell'agosto 2007) avrebbe impedito alle parti (Governo ed Enti Locali) di prevedere in modo esplicito un disciplinare per la collocazione e la gestione dei bacini. Il festival dell'ipocrisia, appunto.
Sergio Nieri
16 giugno 2008