Pompieri e incendiari nel tempo della supplenza.

02.10.2012 09:15

Via Gherardi del Testa, Livorno, poco distante dal Fosso Mediceo che nel 1984 fu teatro della Beffa di Modigliani. Ad un certo momento il magazzino di uno stabile piuttosto anonimo, ma dalle cubature importanti, prende improvvisamente fuoco. La prima domanda sorge spontanea: cosa ci faceva un magazzino costruito con materiale combustibile all'interno di uno stabile condominiale come quello? Poteva essere un disastro. Non lo è stato grazie alla supplenza di alcuni cittadini  che, alla vista della nube nera che ha cominciato ad avvolgere la città e in particolare quel groviglio di strade e di vite umane,  sono intervenuti nella struttura condominiale con destrezza straordinaria. Introdursi nello stabile in fiamme e maneggiare i mezzi antincendio per prestare il primo livello di soccorso ai condomini bloccati da fiamme, incredulità e paura, non è al giorno d'oggi un fatto ordinario. Ma nell'immediato futuro potrebbe diventarlo. Troppo incombente il pericolo per chiedere e ottenere soccorso per le vie ordinarie. Troppo problematica l'accessibilità dell'area per immaginare corsie preferenziali per l'emergenza. Anche di questo dovrà tenere conto un ipotetico piano per la mobilità urbana. I Vigili del Fuoco hanno fatto il possibile, ma gli organici ridotti all'osso da carenze organizzative e dai tagli progressivi ai corpi e ai mezzi di pronto intervento del Ministero dell'Interno e della Protezione Civile  non hanno consentito ai mezzi di soccorso di essere li'  prima di una ventina di minuti. Siamo arrivati per commentare l'accaduto quando lo spiegamento dei soccorsi istituzionali era pressochè completo. Tensione palpabile, mentre dallo stabile ancora fumante ad una ad una fuoriuscivano persone anziane trasportate in barella dai militi della Svs mentre li' intorno Guardia di Finanza e Carabinieri delimitavano l'area presidiata dagli idranti dei Vigili del Fuoco. Persone anziane, dicevamo. Che da tempo non uscivano da quello stabile. Una teoria di uomini e donne "tecnicamente invisibili", spinti fuori dal loro guscio interminabile e forse povero di protezioni ignifughe dall'incalzare di un evento imponderabile. Il fuoco, che ha il potere di asfissiarti senza ghermirti. Loro, gli anziani, non hanno temuto di morire, ma ad un certo punto hanno barattato la propria riservatezza con l'atto dovuto del soccorso, l'occultamento sociale con il desiderio ancora forte della sopravvivenza. Scene drammatiche e bellissime, ad un tempo. Stemperatesi sotto gli androni del Mercato Centrale, dove gli spazi delle vendite erano state per l'occasione requisite per il soccorso. Abbiamo atteso ancora un poco, prima che la piazza dell'evento tornasse ad una progressiva normalità. Ci avvicina un giovane protetto da grandi occhiali scuri. Un tipo tosto, insomma. Ci dice che è stato il primo ad intervenire, che insieme ad un altro ha sfidato fumo e detriti, ha impugnato gli estintori e scongiurato che le fiamme si impossessassero del blocco condominiale. Tutto vero. Ce lo dimostra sottoponendoci le immagini immortalate da un telefonino. Il suo. Come dire che nessun intervento di utilità sociale al giorno d'oggi non avrebbe senso se non venisse documentato da un video ad uso familiare. "Sei un eroe" gli diciamo "il Comune dovrebbe premiarti. "Macchè" ci risponde "non ci penso neanche e neppure mi interessa". Lo lasciamo mentre dall'androne affumicato del palazzo continua la teoria degli anziani strappati a quella cronica guarnizione domiciliare. Ci voleva una calamità per strapparli di li', come in parte accadde anche per la bomba post bellica di Viale Caprera. Quartiere Venezia, Livorno. Una città invisibile che riappare suo malgrado a scadenze del tutto involontarie. Lasciamo definitivamente l'area e il pensiero, chissà perchè, ci va ai giovani piromani che incendiano i cassonetti dell'immondizia, ma anche ai piccoli e grandi piromani della politica che annunciano tagli alla spesa sociale dimenticandosi dei propri appannaggi o mai rendicontando gli impegni già assunti. Nel tempo zero della politica (per dirla con Sua Maestà Ferruccio De Bortoli) crescono, di necessità, sussidiarietà e supplenza. La crisi insegna anche questo. Altro che Monti bis.