Politica Locale - le nostre idee

28.10.2011 15:07

27/09/2011 - Domandare è lecito... rispondere è fantasia

La Sinistra livornese e il "Metodo Cosimi"

 

Non ci pare ci sia stata la corsa per rispondere alle 10 domande poste da uno dei più acuti analisti del sito Senza Soste alla “sinistra” livornese dopo i fuochi d’artificio della cosiddetta crisi di Giunta. L’analista (Nique La Police) ovviamente non si rivolge alla “sinistra dei partiti” in quanto tale, ma a un ambito di riferimento in qualche modo riconducibile a quello schieramento politico, se non altro per empatia o a sintonie personali o di gruppo. Risposte, come dicevamo, col contagocce, ove si faccia eccezione per i postumi di una polemica non da capogiro legata al corteggiamento (ricambiato?) che Cosimi , sotto crisi, ha cercato di manifestare nei confronti di quanto resta della Federazione della Sinistra. Sempre Cosimi infatti nel suo primo coupe de foudre “tirrenico”, quando dichiarò che mai e poi mai avrebbe fatto il Gabelliere per conto dello Stato, fece outing e ammise platealmente (dopo operazioni non proprio socialiste come Nuovo Centro, Variante Ospedaliera, Variante Gran Guardia e con tutta probabilità Variante Ceschina) il proprio strabismo politico culturale nei confronti di quella nicchia di movimento. Solo l’intervento “duo gambo” di De Filicaia (il nuovo astro nascente della politica livornese), ha impedito a Cosimi di volare alto vanificando il vero risultato politico delle sue personalissime consultazioni. Cioè quello di vendere al migliore offerente i frutti della sua campagna referendaria “per i quattro si’” e la martellante sceneggiata posta in essere nella sua qualità di Presidente Regionale Anci contro i ”tagli” del Governo agli Enti Locali. Una campagna che doveva servire ad “allargare” la compagine di maggioranza trasponendo il piano nazionale al piano locale (tutti, ma proprio tutti contro Berlusconi) e, contestualmente, ridurre il potere d’interdizione dell’Italia dei Valori all’interno della maggioranza d’origine composta da Pd Idv e Sel. La stessa formazione triadica che, verosimilmente, costituirà l’ossatura del Nuovo Ulivo Allargato (alla sinistra?) alle prossime elezioni politiche (ci auguriamo in tutta sincerità anticipate) con o senza primarie di coalizione. Ora, sarebbe ingeneroso affermare che Cosimi è uscito “limitato” dalla vicenda della crisi, tant’è che le deleghe del Vice Sindaco sono state neutralizzate, l’Idv è stato normalizzato e nei due Assessorati strategici (Urbanistica e Ambiente) è stato insediato “non a caso” un burocrate privo di relazioni con il territorio e dunque sciolto da quasiasi forma di condizionamento ambientale al momento di pianificare (il fioretto) e contrastare i Comitati (la spada). Ma certo da ora in poi le spinte autoritative del Sindaco, che convoca le Giunte e incontra i riottosi cittadini del Quartiere Fiorentina tra le 8 e le 9 della mattina per sottrarsi ad eccessive lungaggini, saranno oggetto di vigilanza speciale da parte di quelle stesse forze che hanno sottoscritto il documento programmatico “verso il 2014” (senza crono programmi) e che, per forza di cosa, dovranno legittimare l’eventuale candidatura dello stesso Cosimi ad uno dei due rami del Parlamento in caso di elezioni anticipate. Sono quelle stesse forze a cui si rivolge l’acuto Nique la Police su Senza Soste quando domanda “è possibile pensare a una forma di class action per le classi dirigenti che hanno portato Livorno verso il baratro?”, e poi “la crisi livornese non è quella di una formula di maggioranza politica, ma di sistema; quale formula politica e legale è adatta, e sostenibile, per devolvere il potere reale del Sindaco e dei funzionari castali del Comune verso il basso?” Terminando con un “il potere politico deve essere collettivo e reso, in quest’ottica, funzionale e funzionante”. Domande di non poco, specie per una “sinistra” al momento nominale e in buona parte assoggettata alle spigolature e agli spigoli del “metodo Cosimi”.

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21/09/2011 - Non sia questo Sindaco a promuovere gli Stati Generali della Città

In una atmosfera  quasi crepuscolare, spaccata da due o tre sortite di taglio cabarettistico, si è concluso il lunghissimo atto della crisi di Giunta. Una crisi apparentemente senza padri, priva di uno specifico e chiaro elemento di rottura, che gli stessi organi di stampa hanno avuto a distanza di giorni difficoltà a dirimere e portare in trasparenza. Abbiamo sufficiente esperienza per capire che i documenti programmatici enciclopedici, come quello presentato dal Sindaco Cosimi, assomigliano molto alla Lampada di Aladino, tanto più se proiettati per forze di cose in un orizzonte temporale così limitato. Non ce l’abbiamo col Sindaco, per carità, che fra le altre cose riteniamo anche un amabile conversatore, ma certo avremmo preferito una più rigorosa e realistica selezione degli obiettivi di fine mandato. Sappiamo anche che questo non è stato possibile perché ad un certo punto la sovraesposizione del Mayor (“forse qualcuno non ha capito che è cambiato il mondo”) è stata rintuzzata dal marcamento stretto delle forze di maggioranza , che come tali hanno chiesto di “esserci” nel documento. Con una presenza e una serie di richieste a nostro giudizio tardive e comunque inversamente proporzionali alla effettiva capacità operativa di questa Giunta. Le domande che avevamo posto come dirimenti  per comprendere le vere ragioni di questa crisi anomala sono state eluse dal Sindaco, come era nelle previsioni. Ci ha provato qualche giornale con tentativi di analisi anche interessanti, che riconducono l’origine della crisi ad un diverso parere tra il Sindaco e l’ex Assessore Ritorni sul tema del risanamento ormai forzoso delle Aziende controllate e partecipate. La miccia è stata probabilmente innescata dall’esito del referendum sulla ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico e più in generale sugli affidamenti dei servizi di pubblica utilità (che avrebbero valorizzato la partecipazione del privato), quando Cosimi si è messo alla testa dei sindaci toscani (nella sua qualità di Presidente patriottico e anti berlusconiano Anci) per chiedere che votassero disciplinatamente si all’abrogazione anche di quella norma che garantiva all’investitore una remunerazione convenzionale sulla formazione della tariffa del servizio. Crediamo che Ritorni, di fronte a una esposizione così plateale, si sia sentito morire. Lui che, di fatto, aveva salvato Aamps (azienda peraltro gestita “in house”, cioè al 100% del Comune) dalla bancarotta intermediando come assessore e come direttore di banca la moratoria di un mutuo  per liquidità di ben 13 milioni di euro,lui che che avrebbe dovuto governare la virata di Asa semi-pubblica sul privatissimo progetto del gassificatore. Un progetto appetito più che altro dal socio privato Iren spa (socio al 40%), alla cui fideiussione si deve il piano di bancabilità (73 milioni di euro) che ha consentito all’Azienda di pagare fornitori e dipendenti in questi ultimi due anni, nonostante una esposizione finanziaria di qualche centinaio di milioni di euro nei confronti dei creditori privilegiati e ordinari. Su questa graticola incendiaria la Variante del Parco Pubblico della Ceschina ha evidentemente fatto il resto, con implicazioni di non poco conto anche sul piano urbanistico. Un grumo di problemi che, dopo una chirurgica redistribuzione delle deleghe, Cosimi (nuovo plenipotenziario delle partecipate), e le altre forze politiche nel Documento risolvono in perfetto stile dalemiano evocando “lavoro e occupazione” dentro le previsioni (ad oggi sconosciute) del nuovo Piano Strutturale e con una  “valorizzazione dell’area dell’ippodromo funzionale alla realizzazione di una (non meglio definita) Cittadella dello Sport”. Quanto basterebbe per fare scorrere i titoli di coda su una esperienza amministrativa di cortissimo respiro che, stando al documento, dovrebbe “confermare gli impegni già sottoscritti con la Regione per la realizzazione del Nuovo Ospedale“ (non si capisce quali e come e soprattutto con i soldi di chi), l’esclusione di impianti a biomasse (ma a filiera lunga) e poi un non meglio identificato “adeguamento” dell’area di Vallin Buio come insediamento di attività connesse alla raccolta e allo smaltimento di rifiuti industriali. Stupisce infine che a distanza di una decina d’anni si rinnovino i vincoli urbanistici in aree della Porta a Terra non ancora completate in piani attuativi scaduti.Insomma, un pacchetto già confezionato e per molti aspetti insindacabile sui cui il Sindaco vorrebbe aprire gli “Stati Generali” della Città dopo avere agito in perfetta solitudine prima e dopo la frattura da lui stesso provocata per venire a capo di una normalissima verifica di mandato. Si avvicina intanto la scadenza del 30 di Settembre, la dead line che Lamberti e Sel avevano imposto al Sindaco quale termine ultimativo per fornire il quadro degli interventi a sostegno delle aree del centro storico interessate dalla trasformazione dell’ex Cinema Teatro Gran Guardia  e, richiesta di Sel, per licenziare il bando pubblico di affidamento della progettazione del nuovo Piano Strutturale. Vedremo come risponderà la Giunta “del fare”. Cui chiediamo di non promuovere Stati Generali, ma di traghettare questa fase politica verso una conclusione non traumatica ,fosse anche anticipata per assecondare l’eventuale disimpegno di un Sindaco ormai psicologicamente proiettato verso altri livelli istituzionali. Dopodichè dovrebbe essere l’intera Città a mettersi completamente in discussione.

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 12/09/2011 - La crisi politica

Credo che sia salutare per chi è chiamato a risolvere una crisi politica  per molti aspetti incomprensibile dare alcuni segnali chiari all'opinione pubblica. Sarà più facile allora capire che è "cambiato il mondo" e seguire il Sindaco nella sua linea di presunta rottura col passato. Occorre pertanto a giudizio mio e dei molti cittadini che assistono senza parole a questa crisi:

 
a) Spiegare innanzitutto le "dimissioni" dell'ormai ex Assessore Ritorni e se queste ultime avessero una connessione con il dissenso dell'assessore Bernardo. Che pure aveva patrocinato l'operazione Variante Gran Guardia. Senza peraltro incontrare in apparenza alcun dissenso all'interno della Giunta. E' chiaro che ora più che mai non è possibile far finta che nulla sia accaduto ripresentando lo spartito e i ruoli che hanno preceduto questa situazione. Oltretutto il ricorso sistematico alle varianti strategiche ha letteralmente svuotato di contenuti il cosiddetto Piano strutturale in affidamento progettuale.


b) Evidenziare se la decisione di spostare "sine die" il pacchetto degli atti riconducibili al progetto" Pensiamo in Grande" sia da mettere in relazione, oltre che alla scarsità delle risorse, all'impossibilità tecnica e politica di corrispondere entro fine settembre alle verifiche richieste in Consiglio Comunale sullo stato d'attuazione dei provvedimenti di riqualificazione del Pentagono del Buontalenti. Verifiche richieste da chi peraltro votò a favore della delibera per compensare gli effetti logistici e commerciali della trasformazione del "Gran Guardia".

 
c) Conoscere l'opinione del Sindaco sulla Variante de "La Ceschina" e, più,in generale sul concetto di valorizzazione urbanistica di un'area pubblica attrezzata a verde collocata in zone di pregio. Con l'occasione sarebbe interessante capire chi dovrebbe sostenere finanziariamente l'ipotesi urbanistica de "La Cittadella dello Sport".


d) Confermare con atti e non con le parole il finanziamento regionale per la viabilità a sostegno del futuro comparto ospedaliero. (si è parlato al riguardo di 20 milioni di euro) impegnandosi contestualmente a liberare le risorse già preventivate nel bilancio comunale (circa 5 milioni di euro) per la medesima "priorità".

 
e) Provvedere ad un significativo taglio di spesa (preventivabile in qualche milione di euro)  riducendo il numero degli assessorati (innovazione e partecipate in primo luogo) e/o accorpando le deleghe in materia urbanistica.

 
sergio nieri

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 12/09/2011 - Contributo di Marco Ferrucci

 A mio avviso questi sono alcuni punti dirimenti:

- cercare di fare emergere le contraddizioni di Giunta, di Partito, di Maggioranza e fare in modo che vi sia il più possibile un dibattito cristallino e pubblico sulle stesse

- puntare l'attenzione su alcune delle più gravi emergenze cittadine (lavoro, porto, casa, degrado città, mobilità), evidenziare lo stallo e proporre soluzioni a breve, medio e lungo termine. Sul centro in particolare, bisogna partire subito in zona Garibaldi, p Repubblica, via e piazza Grande, largo Duomo, ad interventi di recupero e contenimento della microcriminalità e del degrado, migliorando la socialità e le occasioni di vivibilità. Nn si possono aspettare progetti che non verranno mai, se nn si pongono argini tracima l'intolleranza, gli abitanti scappano, le attività chiudono, il centro muore!
 - linea del Piave contro Rigassificatore, Termovalorizzatore, Biomasse, Discarica Limoncino, Riapertura al traffico di Piazza Cavour e dei già dissestati Scali; linea del Piave in quanto sono soluzioni che allontanerebbero la città da un modello di civiltà e vivibilità sperabile nordeuropeo, per avvicinarla all'interessi di pochi e a parametri assai vetusti non altrimenti riscontrabili nel centroitalia e neanche nel sud evoluto.

 

Linea del Piave però anche sulle operazioni relative al nuovo ospedale, altro che finanziamenti regionali per nuovo cemento, c'è da spiegare ai livornesi l'inutilità di un'opera da 400 e passa milioni di euro che non ci darà maggiori specializzazioni né sanità migliore.

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Due o tre suggerimenti al Sindaco Cosimi

Due o tre suggerimenti al Sindaco Cosimi per rilanciare l’azione di governo e conseguentemente la sua credibilità.

a) Non confondere l’azione sindacale che svolge per conto di Anci con quella di amministratore di una città di 160.000 abitanti. Nella quale anche il più trascurato dei punti di vista deve essere ascoltato e rappresentato. Al pari dei bisogni più elementari,che spesso rimangono mascherati dalla polemica politica.

b) Uscire quanto prima dal bunker che si è costruito intorno a sé da qualche mese a questa parte cercando di infilarci dentro anche la città. E’ vero che la manovra è iniqua, ma, come dice l’economista Tito Boeri, non è sufficiente drammatizzare la questione dei tagli. Soprattutto se il sistema tariffario praticato dalle Aziende locali (che dovrebbe distribuire utili sociali) risulta essere uno dei più esosi d’Italia. Peraltro con l’Iva al 21% rincarerà ulteriormente anche la Tia.

c) Sottoporre a referendum (nelle forme di sondaggi on line) le scelte da effettuare sulle opere pubbliche, tenuto conto della scarsità delle risorse e della tempistica di attuazione. Dedicare per ciascuna tipologia di intervento una sessione annuale di bilancio senza ipotizzare inutili finanziamenti a pioggia.

d) Non esorcizzare a priori la questione fiscale, se lo Stato è orientato a trasferire ai Comuni potestà di natura impositiva o competenze in materia di accertamento tributario. C’è molto da fare a Livorno sul fronte delle aree edificabili e delle aree portuali. Vincolare, se del caso. le risorse acquisite a piani di recupero edilizio o al finanziamento agevolato di nuove attività imprenditoriali, riservando una quota di reddito al sostegno del volontariato sociale.

e) Ridurre a max 7/8 il numero degli assessorati revocando definitivamente quello all’Innovazione (inutile), quello alle partecipate (già costruito su misura per Ritorni) e accorpando per quanto possibile le deleghe relative all’Urbanistica. Il risparmio in tre anni sarebbe di oltre un milione di euro.

f) Avviare una operazione verità sul fronte delle Aziende controllate e partecipate. Mettendo in trasparenza situazioni di indebitamento strutturale, esposizioni bancarie, strategie operative a medio termine, ipotesi di fusione, cessione trasformazione. Anche attraverso tavoli di consultazione con l’utenza.

g) Convocare gli organi di stampa (tutti) e fornire i dati esatti dell’operazione Odeon mettendo in assoluta trasparenza la posizione di Spil. Restituire a quest’ultima la propria vocazione originaria (promozione industriale) mettendo on line le richieste pervenute al Comune di Livorno delle imprese che intendono investire o valorizzare settori interessati dallo stato di crisi.

h) Non partecipare, anche se invitato, a manifestazioni di massa promosse da sindacati o partiti mentre è in essere una crisi istituzionale di Giunta. E soprattutto, non presentarsi di fronte a folte platee di militanti sindacali e politici insieme ad amministratori interessati da delicati provvedimenti giudiziari (è il caso del Sindaco di Castagneto Carducci). E ‘ una forma di rispetto anche questa.

Sergio Nieri