Politica e media a Livorno: sondaggi, pesci rossi, fantacandidati. Si profila già l'incubo dei prossimi 10 anni.
Il sondaggio Swg pubblicato in questi giorni dai principali organi di stampa livornesi è più che mai un traino concepito dal Pd per la candidatura unica alle primarie di Ruggeri. (ne ha fatto le spese una persona forse troppo seria come il ricercatore italo lusitano Bussotti). Non possiamo non ricordare il difficile parto di una candidatura credibile al tempo delle primarie Pd in una realtà a forte traino conformista come Livorno. Il macro trastullo di Renzi, che a Livorno ha coinvolto in modo orizzontale (quindi anche con l'apporto di elettorato di centro destra) almeno 15.000 persone, si è miserevolmente sciolto come neve al sole. Mentre infatti Renzi, prima di defilarsi temporaneamente dalla scena, restituiva a Berlusconi lo scettro del king maker nazionale (d'altra parte è stato privato del passaporto), a Livorno cadevano ad una ad una ipotesi di candidati Pd legati alla "società civile". Un autentico delitto perchè le competenze della "societa civile", come tale, da tempo non hanno più bisogno di essere riciclate dalla lavatrice di un partito per essere riconosciute politicamente. La vera scommessa intellettuale e professionale è quella di fare politica non per interposta persona o per interposto interesse. (format caro peraltro agli astuti professori universitari in quota Pd del Centro Biorobotico dello Scoglio della Regina). Gli intellettuali che mostrano eccitazione per il meccanismo plebiscitario delle primarie (siano esse di partito o di coalizione) ci lasciamo francamente perplessi. Dopo di loro è poi venuto il momento di alcuni "fantacandidati" piovuti da molto lontano, privi peraltro di alcun legame territoriale con la Città. Strombazzati ad arte dal Tirreno che intanto faceva (quasi per contrasto) squillare le trombe della cultura "dell'appartenenza" riabilitando via Facebook la memoria di alcune nullità locali della nostra storia recente. Alla fine è rimasto Ruggeri, l'identificazione plastica della mediocrità politica, uomo di partito che silenziosamente in questi anni si è fatto strada in "Regione". Di lui si ricordano due affermazioni guida, due perle del suo portfolio politico, che comunque saranno richiamate spesso in campagna elettorale. La prima è tutta un programma: "Basta parlà male della città di Livorno", la seconda è "Livorno ha bisogno di un Ospedale bello", argomento quest'ultimo che avrebbe dovuto animare e non poco le primarie di coalizione del centro sinistra. Definirle queste ultime di coalizione è comunque un azzardo perchè come sappiamo la coalizione non esiste ancora. Anche se cominciano a muoversi vorticosamente come pesci rossi nell'acquario soggetti che, grazie all'automatismo dell'alleanza maggioritaria, triplicheranno come per incanto la loro reale capacità rappresentativa dopo la lunga navigazione dei tavoli di questi giorni. Chi triplicherà la posta? Per farci un'idea pensiamo alla confusione di questi anni incredibili, con Sel, che con Bettini e Giannini ha potuto giocare indifferentemente su due tavoli diversi, con Romano, di cui non si contano le giravolte, con lo stesso Lamberti. che ha magistralmente interpretato il ruolo di internista di una maggioranza che formalmente lo disconosceva. A costoro non resta che l'ultima genuflessione nei confronti del gigante Pd, cui Swg regala un 42% molto generoso, frutto delle solite telefonate pilotate e circoscritte al tradizionale campione di fedelissimi un po' su con l'età. Sel è appena più sotto, corroborato da un 6% che al momento non trova riscontro in alcuna rilevazione nazionale, segno che evidentemente la politica dei due forni di cui sopra, almeno a Livorno, ha sonoramente pagato. Ma la forchetta è ampia, e probabilmente Swg ha voluto accarezzare l'idea di un patto forte Pd e Sel per evitare il ballottaggio, senza che il primo cannibalizzi (come sta avvenendo altrove) il secondo. Almeno in una certa classe di elettori. La sensazione è che il 50% sia ancora molto lontano e che semmai la partita per il Sindaco, del tutto scomparsa dalla rilevazione, se non appunto per il traino strumentale a Ruggeri, l'uomo della continuità strutturale, si giocherà a carte scoperte più avanti. Anche e soprattutto con il voto disgiunto, che verosimilmente attraverserà la vasta area di opinione che si riconosce almeno simbolicamente in Grillo. Gli altri voti (quelli raccolti loro malgrado dai rilevatori) hanno riguardato civiche (tra cui anche quella frontista di Buongiorno Livorno) e Rifondazione Comunista. E qui guida Marco Cannito, unico candidato a sindaco (per Città Diversa, non lista Cannito per Livorno come recita il sondaggio-acquario) in grado di programmare e aggregare consenso senza sovraesposizioni mediatiche e fuochi d'artificio. A partire da un dato (quello del 3%,con una ampia forchetta a disposizione) che di qui a maggio potrà essere felicemente capitalizzato con la penetrazione dei quartieri e la discussione di un programma che, ne siamo certi, subirà immediatamente il copia incolla del Pd e dello stesso candidato unico Ruggeri (alla faccia delle primarie).
Elections observer