PIANO STRUTTURALE DI LIVORNO

01.12.2011 14:32

Il concorso per la redazione del Piano, ha suscitato molte polemiche, sarebbe meglio iniziare bene e in modo trasparente. Per esempio il sindaco o il suo ufficio di urbanistica ci potrebbero comunicare intanto quanto si è realizzato del piano vigente: quante abitazioni, servizi, strutture per il commercio e il turismo, ecc.. rispetto alle previsioni.  Nessuno finora ha fatto il punto della situazione.
Delle linee guida ho apprezzato che si affermi la volontà di porre un freno all'espansione dei quartieri residenziali, ma per il resto regna la massima confusione sia per quel che riguarda la strutturazione del porto, le vocazioni economiche della città, sia per il risanamento ambientale, lo sviluppo di energie rinnovabili, la pedonalizzazione di ampie aree del commercio nel centro e quanto altro.  
Il nuovo piano dovrà fare i conti con i problemi creati da anticipazioni avventurose ed estemporanee come la nuova localizzazione dell'area ospedaliera, dalle terribili condizioni economiche della città, individuando un nuovo modo per creare benessere, al di fuori di un acritico aumento di consumi tra l'altro assai improbabile.
Per fare tutto questo serve un professionista con max esperienza di pianificazione di comuni medio grandi (chiaramente due piccoli sommati non ne fanno uno grande). Se si considerano titoli di merito anche i lavori di progettista di costruzioni (questione opinabile) interessa forse di più sapere se oltre a condomini per abitazione i concorrenti hanno costruito anche scuole, ospedali, complessi industriali, aeroporti, se hanno vinto concorsi e se le loro opere sono state pubblicate su riviste accreditate di architettura. Al posto di questi requisiti si richiede un fatturato minimo. E’ normale che faccia discutere.
In effetti le condizioni stabilite nel bando, non garantiscono più di tanto le qualità professionali necessarie.
Sono convinta che invece la precondizione per avere un buon risultato è l'indiscussa autorevolezza dell'urbanista incaricato/a alla stesura del piano. Perché le pressioni degli interessi privati pesano in milioni di euro sul PRG e dunque sono assai pericolose; la pianificazione diventa l'occasione per valorizzare aree o edifici e per fare marketing territoriale. Insolera stimato urbanista, lasciò sdegnato Livorno, quando il suo piano a crescita zero fondato sul recupero dell'esistente fu snaturato dalla variante Leccia. Il resto è storia recente: l’abitare senza qualità si è diffuso come un cancro.
Adottare un progetto serio di partecipazione diretta dei cittadini garantirebbe meglio il pubblico interesse, per una città più vivibile con più servizi e meno inquinamento. I metodi ormai collaudati di composizione creativa del conflitto, possono trasformare la diversità delle idee in ricchezza.
Invece del tutto e subito, dettati dal profitto e dalle rendite, si potrebbe scegliere un’economia dolce, proiettata verso il futuro, fondata soprattutto sul recupero ambientale (messa in sicurezza antisismica degli edifici storici, rimboschimento della città, creazione del sistema di parco collinare e marittimo, cura e ripiantumazione delle colline, rilancio delle coltivazioni di qualità, riciclo dell’approvvigionamento energetico in favore dell’energia pulita e rinnovabile, raccolta delle acque piovane, monitoraggio e messa a regime delle canalizzazione naturali e artificiali, dei fossi e botri, dragaggio dei letti dei torrenti e delle foci a mare…) si avrebbe un doppio risultato quello di avere una città armoniosa, sociale e pulita e tanti posti di lavoro in più, utili e destinati a durare nel tempo.
Costruire e abbandonare l’esistente è stata la scelta fin qui adottata e i risultati si vedono: una Livorno senza più disegno riconoscibile e grande crisi del settore delle costruzioni, dopo l’abbuffata.
Certo bisogna uscire dallo spirito dei tempi, della privatizzazione di tutto, dal sistema sanitario alla scuola, dalle energie alla raccolta dei rifiuti. E’ una scorciatoia per chi non sa dare risposte alla crisi di sistema, e che ci ridurrà sempre più poveri, e con il paese spogliato, dopo il saccheggio e la rapina a scopo di profitto, di tutti i beni comuni. Chissà cosa ne pensa l’assessore Grassi che è un economista e che ha il timone del nuovo PRG.
Daria Faggi
Livorno 30 novembre 2011                                                                              dell’Osservatorio trasformazioni urbane