Per Franco Volpi, un ricordo
Per motivi di lavoro non ho potuto partecipare all'ultimo saluto a Franco Volpi. Amico carissimo e sempre sorprendente che sapeva affrontare la vita con leggerezza, serenità e serietà nello stesso tempo. Uno dei tanti figli delle nidiate del Prof Bruno Gabbi al campo scuola, da sempre palestra per vite professionali che poi si sono brillantemente formate al di fuori dello sport. Un giorno, alcuni anni dopo la comune militanza nella categorie giovanili, gli proposi di seguire per un breve tratto la Maratona di Città di Livorno magari accodandoci ad un treno di corsa sostenibile. Lui non disse di no nonostante avesse fatto tardi per una serata musicale. Scese velocissimo e nonostante la stanchezza partimmo da piazza Roma verso i viali a mare. Insomma, dei cinque chilometri programmati ne facemmo quasi venticinque tra battute e risate che facevamo incontrando i nostri amici, molto più veloci di noi, ed effettivamente impegnati sul percorso alternato dei viali. Alla fine gli dissi se non era il caso di mollare, ma lui rispose "già che ci siamo, voglio sentire il profumo del traguardo", che non a caso era fissato al campo scuola. Non per simulare un arrivo, evidentemente, ma per respirare l'atmosfera magica del campo e del pubblico alla fine della competizione. Crollammo esausti anche perchè per motivi diversi eravamo senza allenamento e lui disse "lasciatemi cadere". Lo disse comunque con il sorriso sulle labbra, lo stesso che aveva regalato poche ore prima al suo pubblico al termine di uno dei suoi geniali accompagnamenti di chitarra nell'atmosfera magica degli applausi. Ciao Franco, ci mancherai.
Sergio Nieri