Non sia questo Sindaco a promuovere gli Stati Generali della Città
Postato su "Politica Locale"
In una atmosfera quasi crepuscolare, spaccata da due o tre sortite di taglio cabarettistico, si è concluso il lunghissimo atto della crisi di Giunta. Una crisi apparentemente senza padri, priva di uno specifico e chiaro elemento di rottura, che gli stessi organi di stampa hanno avuto a distanza di giorni difficoltà a dirimere e portare in trasparenza. Abbiamo sufficiente esperienza per capire che i documenti programmatici enciclopedici, come quello presentato dal Sindaco Cosimi, assomigliano molto alla Lampada di Aladino, tanto più se proiettati per forze di cose in un orizzonte temporale così limitato. Non ce l’abbiamo col Sindaco, per carità, che fra le altre cose riteniamo anche un amabile conversatore, ma certo avremmo preferito una più rigorosa e realistica selezione degli obiettivi di fine mandato. Sappiamo anche che questo non è stato possibile perché ad un certo punto la sovraesposizione del Mayor (“forse qualcuno non ha capito che è cambiato il mondo”) è stata rintuzzata dal marcamento stretto delle forze di maggioranza , che come tali hanno chiesto di “esserci” nel documento. Con una presenza e una serie di richieste a nostro giudizio tardive e comunque inversamente proporzionali alla effettiva capacità operativa di questa Giunta. Le domande che avevamo posto come dirimenti per comprendere le vere ragioni di questa crisi anomala sono state eluse dal Sindaco, come era nelle previsioni. Ci ha provato qualche giornale con tentativi di analisi anche interessanti, che riconducono l’origine della crisi ad un diverso parere tra il Sindaco e l’ex Assessore Ritorni sul tema del risanamento ormai forzoso delle Aziende controllate e partecipate. La miccia è stata probabilmente innescata dall’esito del referendum sulla ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico e più in generale sugli affidamenti dei servizi di pubblica utilità (che avrebbero valorizzato la partecipazione del privato), quando Cosimi si è messo alla testa dei sindaci toscani (nella sua qualità di Presidente patriottico e anti berlusconiano Anci) per chiedere che votassero disciplinatamente si all’abrogazione anche di quella norma che garantiva all’investitore una remunerazione convenzionale sulla formazione della tariffa del servizio. Crediamo che Ritorni, di fronte a una esposizione così plateale, si sia sentito morire. Lui che, di fatto, aveva salvato Aamps (azienda peraltro gestita “in house”, cioè al 100% del Comune) dalla bancarotta intermediando come assessore e come direttore di banca la moratoria di un mutuo per liquidità di ben 13 milioni di euro,lui che che avrebbe dovuto governare la virata di Asa semi-pubblica sul privatissimo progetto del gassificatore. Un progetto appetito più che altro dal socio privato Iren spa (socio al 40%), alla cui fideiussione si deve il piano di bancabilità (73 milioni di euro) che ha consentito all’Azienda di pagare fornitori e dipendenti in questi ultimi due anni, nonostante una esposizione finanziaria di qualche centinaio di milioni di euro nei confronti dei creditori privilegiati e ordinari. Su questa graticola incendiaria la Variante del Parco Pubblico della Ceschina ha evidentemente fatto il resto, con implicazioni di non poco conto anche sul piano urbanistico. Un grumo di problemi che, dopo una chirurgica redistribuzione delle deleghe, Cosimi (nuovo plenipotenziario delle partecipate), e le altre forze politiche nel Documento risolvono in perfetto stile dalemiano evocando “lavoro e occupazione” dentro le previsioni (ad oggi sconosciute) del nuovo Piano Strutturale e con una “valorizzazione dell’area dell’ippodromo funzionale alla realizzazione di una (non meglio definita) Cittadella dello Sport”. Quanto basterebbe per fare scorrere i titoli di coda su una esperienza amministrativa di cortissimo respiro che, stando al documento, dovrebbe “confermare gli impegni già sottoscritti con la Regione per la realizzazione del Nuovo Ospedale“ (non si capisce quali e come e soprattutto con i soldi di chi), l’esclusione di impianti a biomasse (ma a filiera lunga) e poi un non meglio identificato “adeguamento” dell’area di Vallin Buio come insediamento di attività connesse alla raccolta e allo smaltimento di rifiuti industriali. Stupisce infine che a distanza di una decina d’anni si rinnovino i vincoli urbanistici in aree della Porta a Terra non ancora completate in piani attuativi scaduti.Insomma, un pacchetto già confezionato e per molti aspetti insindacabile sui cui il Sindaco vorrebbe aprire gli “Stati Generali” della Città dopo avere agito in perfetta solitudine prima e dopo la frattura da lui stesso provocata per venire a capo di una normalissima verifica di mandato. Si avvicina intanto la scadenza del 30 di Settembre, la dead line che Lamberti e Sel avevano imposto al Sindaco quale termine ultimativo per fornire il quadro degli interventi a sostegno delle aree del centro storico interessate dalla trasformazione dell’ex Cinema Teatro Gran Guardia e, richiesta di Sel, per licenziare il bando pubblico di affidamento della progettazione del nuovo Piano Strutturale. Vedremo come risponderà la Giunta “del fare”. Cui chiediamo di non promuovere Stati Generali, ma di traghettare questa fase politica verso una conclusione non traumatica ,fosse anche anticipata per assecondare l’eventuale disimpegno di un Sindaco ormai psicologicamente proiettato verso altri livelli istituzionali. Dopodichè dovrebbe essere l’intera Città a mettersi completamente in discussione.