Ma perchè Cosimi non si candida?
Chiediamo scusa ai numerosi lettori "globali" del sito se a poche ore dall'apertura delle urne delle primarie Pd ci poniamo un'interrogativo tutt'altro che amletico. Ma perchè il sindaco di Livorno, in carica da ormai 9 anni, non si candida con determinazione in Parlamento? (Qualunque sia la Camera di adozione, ovviamente). L'interrogativo, che da mesi iniziava a strutturarsi man mano che le vicende della politica cittadina si intrecciavano con le variabili della crisi e con le dinamiche punitive (per nuclei familiari, contribuenti alla fonte e piccoli proprietari) della politica di bilancio montiana, ha fatto definitivamente breccia in noi quando l'altra sera l'ex giovane Renzi, di fronte ad una platea fatta di cinefili della politica, ha affermato che Livorno è "la capitale del centro sinistra". Renzi ha poi aggiunto, da astuto conoscitore degli umori di una piazza che "brontola", ma non si espone mai, che comunque anche da queste parti ci sarebbe una montante, per quanto ancora indeterminata, voglia di cambiare pagina. Ci sarebbe, appunto. Una voglia non esattamente declinata, specie all'interno di un mondo abituato ad interiorizzare molto gli argomenti di critica locale ed a shekerarli semmai con quanto riceve ormai solo per via mediatica dagli scenari di politica regionale e/o nazionale. Il saldo di questa impostazione è, storicamente, una valutazione assolutoria delle cosiddette responsabilità locali e, semmai, una rincorsa rabbiosa e spesso consolatoria ai limiti e all'impraticabilità "politica" del quadro nazionale e globale. ("non ci vogliono a Palazzo"). Questa rincorsa è peraltro ormai praticata da pochissimi in termini squisitamente numerici, ma quei pochi sono sufficienti per garantire alcuni standard concettuali ed esistenziali, oltre che generazionali, che altrove sarebbe quasi impossibile omologare in un ragionamento politico. Come spiegarsi altrimenti alcune chicche (veri e propri ossimori) come "i giovani per Bersani", i"senegalesi per Bersani", o come quella peraltro partorita da un assessore fiorentino acquistato alla causa urbanistico ambientale livornese che si è definito un "bersaniano per Renzi", oppure ancora l'invito spassionato che alcuni ex giovani renziani di Livorno hanno fatto al sindaco Cosimi (sedicente bersaniano) di intervenire comunque alla propria kermesse, nonostante che 48 ore prima ben cinque assessori della propria Giunta (fatto probabilmente senza precedenti) avessero usato parole di particolare severità nei confronti del globe trotter fiorentino.Oltre questa rincorsa sociologicamente ridotta, ma ancora molto organizzata, a Livorno la candela della politica partecipata si è spenta da tempo. L'evacuazione collettiva dalle strutture pubbliche e dalle vecchie sezioni ha progressivamente eroso il concetto di socialità e forse anche di solidarietà, e ormai più di un 1/3 degli aventi diritto sceglie preventivamente di astenersi, rinunciando anche a selezionare una possibile alternativa. In questo quadro, per dirla con Renzi, Livorno rimane a tutti gli effetti "la capitale del centro sinistra" e il Pd, grazie anche all'autoliquidazione del Pdl, può continuare a marcare una egemonia "percentuale" vellicata dalla propensione assolutoria del suo elettorato (tendenzialmente sempre più anziano) oltrechè dal rassicurante fiancheggiamento delle due principali testate locali, il Tirreno e la Nazione, che per motivi storicamente convergenti appaiono più che mai la grancassa assolutoria di un "certo modo" di amministrare. Figuriamoci con il suk strutturato di oggi, con un Sindaco che per necessità (legata alla formazione di una maggioranza a geometria variabile su ogni singolo provvedimento) deve risultare essere suo malgrado una figura "iper politica" e "iper istituzionale". Su queste basi ci sarebbero allora tutte le condizioni perchè Cosimi interrompesse il suo mandato senza tema per la definizione delle partite che ancora restano in ballo di qui al 2014, ma di cui è stato già modellato il calco da numerose stagioni di sostanziale immobilismo. La "capitale del centro sinistra", oltretutto molto generosa verso “l'usato sicuro" di Bersani (di cui Cosimi è flebilmente sostenitore) non potrebbe essere meglio rappresentata in Parlamento che dal suo mentore amministrativo, capace peraltro, con l'aiuto dei media locali, di far dimenticare la triste avventura di Rossignolo e di mettere in sicurezza aziende comunali al limite del collasso finanziario e patrimoniale. E' vero, in nove anni sono stati perduti sul territorio migliaia di posti di lavoro, ma vogliamo scaricare tutte le colpe di un sistema fatiscente, e per certi aspetti clientelare, su un uomo solo al comando circondato per forza di cose da un nugolo di alleati di destra, di centro di sinistra e forse anche di estrema sinistra? Che diamine. Cosimi faccia il gran passo, dunque. Si dimetta e si candidi. E' vero, il grande suk potrebbe finire e molte carriere spegnersi con elezioni amministrative anticipate al 2013. Ma noi, grati per il pensiero e per il gesto, lo sosterremmo convintamente nel segreto dell'urna.