Livorno, Texas; la fisiologia dell'inganno

17.12.2011 13:58

C'è un tempo per le promesse, fatte magari al lume di candela e con uno stretto stuolo di sostenitori intorno, e un altro tempo, molto più intrigante e sincopato, per simulare la loro attuazione. Un procedimento complesso, che nella normalità dei casi culmina nella seconda metà dei mandati del Sindaco. Quello dei Sindaci è, politicamente parlando, un tempo infinito. I dieci anni di oggi (considerando il rinnovo storicamente automatico) corrispondono ai quarant'anni di qualche decennio fa. Quando, per l'appunto, le notizie non correvano su internet, facebook, twitter, ma venivano dispensate da veline o da organi di stampa a disposizione del Palazzo. Se addizioniamo il tempo lungo dei Sindaci ai poteri di cui dispongono ci troviamo di fronte ad una condizione quasi extra temporale che consente loro di dire tutto e il contrario di tutto quasi senza controllo. E in negazione pressochè sistematica del cosiddetto principio di responsabilità politica. Figuriamoci di quella penale. Confidando nel fatto che nessuno si ricorderà di quanto era stato annunciato nel 2004, nel 2005, nel 2006. Si potrebbero fare esempi significativi al riguardo. E' quanto ha ricordato Guarducci sul Tirreno a proposito della Piazza Cavour "pedonalizzata" con il Parcheggio Odeon aperto gratuitamente. In questa specie di favola ora anche i bus a Natale inizieranno a circolare gratis per fare dimenticare ovviamente lo stato disastroso dell'Azienda. Quando poi, come è accaduto nel caso del Limoncino, viene fatto rilevare dai diretti interessati che alle promesse non sono seguiti i fatti, è come se cascasse il mondo. Delitto di lesa Maestà. Con relativa colpevolizzazione per gli autori della denuncia.

CASO LIMONCINO E DISCARICA

Nel 2009 il sindaco uscente Cosimi promise di trovare una soluzione per risolvere i problemi degli annessi agricoli irregolari; eravamo per l'appunto in campagna elettorale e all'epoca, evidentemente, la discriminante fra le situazioni pregresse (del passato) che non avevano utilizzato i benefici del condono edilizio e la nuova regolamentazione urbanistica dell'area non costituiva elemento di differenziazione per un Sindaco che in qualche modo avrebbe dovuto "decidere" sul destino degli annessi. Nella circostanza il Sindaco, al di là delle questioni di merito, mise in chiaro una cosa. Che per potere provvedere "in qualunque direzione" avrebbe dovuto proseguire il suo mandato. Questo è il dato politicamente rilevante su cui è importante riflettere. Evidentemente non erano bastati i cinque anni precedenti (lunghissimi) per disporre abbattimenti o ravvedimenti operosi. Occorreva di nuovo rinviare ad una dimensione "extratemporale" nella quale Lui avrebbe garantito gli annessi a certe condizioni normative. Se, ovviamente (come poi non è accaduto a livello di normativa regionale), queste condizioni si fossero realizzate. In effetti, nonostante la "regionalizzazione politica" del Comune di Livorno (si veda la vicenda dell'Ospedale), il tutoraggio di Cosimi non ha partorito in Toscana alcuna apertura istituzionale all'introduzione della fattispecie dell'Azienda Agricola No profit a conduzione familiare. Che con qualche escamotage, se recepita dal regolamento comunale, avrebbe certamente impedito le demolizioni. Così  i Limoncini si sono trovati politicamente e giuridicamente scoperti. Dopo avere sostenuto apertamente il Sindaco in campagna elettorale e avere garantito  a Lui e ai suoi fedelissimi una rilevante dote di voti. Se a tutto questo aggiungiamo che all'epoca dei fatti lo stesso Sindaco era a conoscenza della ineludibile trasformazione della cava inattiva in Discarica, il quadro che si compone è inquietante e configura una situazione che è eticamente peggiore della stessa ipotesi di reato del voto di scambio. La Grande Promessa era stata fatta quando si sapeva (o si presumeva) in anticipo che a fare desistere i Limoncini dalla propria resistenza, prima o poi,  sarebbero stati i miasmi dei rifiuti speciali da inceneritori e fanghi d'escavo.

LA DIMENSIONE EXTRATEMPORALE DEL CONSENSO: l'effetto discarica

Dunque, non solo promesse perdute nella dimensione extratemporale del consenso, ma anche un forte stato di consapevolezza che in ogni caso quelle promesse sarebbero state smontate dall'effetto Discarica. Il provvedimento di sequestro preventivo ha ovviamente sparigliato le carte. Anche per un Sindaco con poteri di persuasione praticamente illimitati visto il tempo infinito a disposizione per esercitare le sue funzioni di comando. In una situazione di questo tipo è forse superfluo chiedere le dimissioni di un Sindaco che ancora una volta si "affiderà" all'iniziativa di una parte (questa volta le controdeduzioni di Bellabarba) per uscire immacolato dalla vicenda così come si affidò ai Limoncini per spuntarla alle elezioni senza incorrere nelle forche caudine del ballottaggio. Non resta allora che affidarsi agli esiti di una inchiesta preliminare che dovrà accertare l'effettivo ruolo negoziale assunto dal Sindaco in questa vicenda. Una inchiesta che si rende doverosa nei confronti di coloro i quali si sono in buona fede "affidati" ritenendo che la propria fiducia valesse un modo corretto e coerente di "fare politica"

Rosario Corbino, Marco Vergara, Sergio Nieri