Livorno-manzia oltre le fiction/1: la leggenda dell'area ex Pirelli
"Lo facciamo all'ex Pirelli". Quante volte, nel corso di questi ultimi 33 anni, abbiamo ascoltato questo ritornello, con relativo "sliding doors" di proponenti, progettisti, aspiranti esecutori, corrieri veri o presunti di denaro pubblico, cronisti interdittori e/o compiacenti a seconda del vento che tirava e dell'obiettivo politico-amministrativo che si cercava di assecondare o di contrastare. Una storia infinita iniziata nel 1983, quando l'ex area industriale entra nella disponibilità del Comune di Livorno grazie ad una convenzione molto favorevole per Pirelli che,guarda caso,di li' a poco diventa, per compensazione urbanistica, una delle immobiliari più potenti della Città. Gli stabilimenti dell'ex Sice (rilevata da Pirelli per fare cavi elettrici progressivamente fuori mercato) si trasferiscono nella nuova area industriale del Picchianti quando ancora il corpo di fabbrica contiguo allo storico Parterre (da non confondersi con l'area industriale di circa 44.000 mq) non era stato demolito. Va detto che il Prg del 77, con Insolera, riconosce la "centralità" dell'area ex Pirelli quasi in coincidenza con la dismissione della fabbrica, disposta da Pirelli nel quadro di un sanguinoso processo di ristrutturazione aziendale. Una "centralità" che Insolera rileva rispetto all'Ospedale e al Distretto Scolastico di quel Quartiere Stazione che inizia a configurarsi in breve tempo come una vera e propria città nella città. Una circostanza che avrebbe inesorabilmente compresso, nel corso del tempo, quell'area di preminente interesse pubblico individuata da Insolera nel perimetro dell'ex corpo di fabbrica. Quando, sul lato di Via della Meridiana, spuntano, previa demolizione dell'edificato preesistente, i blocchi condominiali realizzati da una nota impresa di costruzione per 102 appartamenti ad uso civile abitazione, la "centralità" ipotizzata di Insolera diventa una carta da giocare strumentalmente per sistemare o smaltire partite altrimenti sospese. Due su tutte; l'accesso al plesso ospedaliero (fini li' servito in esclusiva dal pericoloso toboga di Via Gramsci) anche attraverso Via della Meridiana e poi quella della viabilità complessiva di un comparto sul cui asse si sarebbe concentrata un'infinità di flussi di traffico mai seriamente programmati e però in fase di costante espansione. Ecco perchè quel "lo facciamo all'ex Pirelli" nel corso degli anni conosce una particolare evoluzione. Non si tratta più di integrare alcuni non meglio identificati servizi pubblici nell'area a verde dello storico Parterre secondo lo schema Insolera, quanto di "utilizzare" le ex aree industriali del Parco al servizio della nuova viabilità di comparto o di alcune funzioni direzionali emergenti, quali quelle del Presidio Ospedaliero di Viale Alfieri o di un fantomatico Polo Archivistico Nazionale che non vedrà mai la luce nonostante le reiterate evidenze del Piano delle Opere pubbliche comunale fra il 2005 e il 2010. Ma quando Lamberti (con il mitico Piano dei Parcheggi del 2000) decide di intervenire sull'area ex Pirelli per recuperare e infrastrutturare i capannoni industriali sopravvenuti alle demolizioni del 1984, incontra serie difficoltà operative. Genio Civile e Sovrintendenza alle Belle Arti (qui molto presenti rispetto a quanto accaduto per la cementificazione perimetrale delle Terme del Corallo) oppongono una serie di vincoli archeologici che impediscono la realizzazione di un parcheggio multipiano di 350 posti auto in luogo dei capannoni ormai comunali ed una corrispondente "zona blu di protezione", "con proventi destinati all'Amministrazione". Lamberti vira in conclusione di secondo mandato verso il progetto di un parking modificato di 250 posti auto, confidando nella valutazione di un impatto minore sull'area da parte degli organi di controllo, ma non se ne farà più di nulla. Il subentrato Cosimi infatti, fresco di protocollo d'intesa con Asl 6 Livorno e Sovrintendenza alle Belle Arti sul comparto Ospedale, Viale Carducci, Via de Larderel, Cisternone, decide di giocare un'altra carta. Una carta che avrebbe evidenziato l'altro grande tabù strutturale dell'area dismessa: la maxi area pavimentata progettata da un architetto fiorentino su incarico del Comune di Livorno nel 1985 e collaudata solo nel 1991, posta di fronte allo spettro dei capannoni gravati dal vincolo archeologico. Costo dell'opera, due miliardi di vecchie lire di allora. Quando infatti i tecnici del sindaco riformista rilanciano per un parcheggio "di scambio al Parterre" (con accesso lato via Meridiana) per 1400 posti auto al servizio di residenti e non , personale medico infermieristico e utenza ospedaliera, anche il Tirreno, normalmente olimpico di fronte agli annunci asseverati dai sindaci di centro sinistra, non può non prendere atto che qualcosa non va. I troppi silenzi postumi dopo quelle anticipazioni, anche perchè il parcheggio di cui parla Cosimi sarebbe ipogeo e comporterebbe lo sbancamento e l'escavo dell'arena pavimentata e realizzata più di quindici anni prima sul sedime del fabbricato industriale. In alternativa si provvede con una offerta aggiuntiva di aree di sosta in Piazza Lavagna (già area di trasformazione urbana) privilegiando in tal modo gli accessi ospedalieri da una satura Via Gramsci. Lo scopo però di eliminare le auto dallo spartitraffico di Viale Alfieri è in parte raggiunto e Cosimi potrà anche permettersi di stanziare ulteriori 150.000 euro per la "messa in sicurezza" dei capannoni industriali, a suo tempo non demoliti perchè di "intrinseco valore testimoniale". Dell'opera annunciata però non si saprà più nulla e questo prolungato silenzio, non scalfito dai "dogo" normalmente sgiunzagliati dal Tirreno contro gli avversari politici, sarà il viatico (tra il 2009 e il 2010) di scelte politiche opposte e diverse a quella della ristrutturazione del Presidio di Viale Alfieri, quale il colpo d'ala della delocalizzazione del Presidio Ospedaliero a Montenero Basso a trazione regionale. Contro queste scelte si schiera, tra gli altri, Marco Cannito di Città Diversa, che con un emendamento alla delibera urbanistica relativa all' accordo di programma Comune Asl Regione Toscana sulla delocalizzazione chiede, per converso, di "spalmare" una sorta di cittadella sanitaria tra Viale Carducci e Via del Corona intorno alle nuove funzionalità del rinnovato Polo Ospedaliero di Viale Alfieri. La risposta dell'ufficio Pianificazione del Comune di Livorno è secca e merita di essere conservata a futura memoria. Secondo i tecnici comunali, infatti, l'area del presidio ospedaliero non sarebbe espandibile, tanto meno nell'area industriale dismessa dell'ex Pirelli. E testualmente aggiungono con nota del 3/12/2009: "Qualsiasi livello di escavo nell'area Pirelli deve prevedere preliminarmente la bonifica dei terreni perchè la presenza dell'ex Stabilimento classifica l'area come potenzialmente contaminata. Le operazioni di bonifica per la realizzazione di un Ospedale sarebbero particolarmente severe per rispondere ai requisiti di qualità dei terreni". Sotto quell'arena pavimentata c'è dunque un'area potenzialmente contaminata e pare strano, obiettivamente, che quel "lo facciamo all'ex Pirelli", ripetuto come un mantra nel corso degli anni, non ne abbia mai tenuto conto. Come pare singolare che l'attuale Assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi, pur di non aderire con modica spesa ad una ristrutturazione dell'attuale presidio ospedaliero, torni a guardare all'ex Pirelli come sede di un Ospedale totalmente nuovo. Contaminazioni permettendo.
FRANCO REVELLI