Livorno, autunno 2012: Il rischio del Suk
Quella che doveva essere la legislatura del rinascimento civile pare diventare, inesorabilmente, un suk arabo di proporzioni elastiche. Messi prudentemente in un angolo i sogni di grandezza, la Città del Sole evocata a più riprese da Cosimi e dal suo cerchio magico sta evolvendo in una sorta di nebulosa stagnante di cui è difficile intuire il senso di marcia. Implosa la maggioranza di centro sinistra "Pd Idv Sel" sotto i colpi della nuova direzione comunale Pd, Cosimi non ha mai voluto dichiarare, come sarebbe stato di prassi, uno stato di crisi della maggioranza che nel 2009 lo aveva accompagnato al replay del primo mandato. Ne è scaturita una situazione ibrida, con il Pd costretto a blindare ogni provvedimento (nella remota ipotesi che venisse portato allo stato di delibera) con una maggioranza di natura essenzialmente numerica di tanto in tanto integrata dal voto o dall'astensione di alcuni "volenterosi dell'area centrista", quando non addirittura dalla componente più consociativa del Pdl. Probabilmente questa piccola e non entusiasmante palude che ogni tanto inclina a farsi arcipelago rappresenta lo specchio del quadro politico nazionale, dove Monti balla sull'impotenza dei partiti grazie anche al sostegno di finanza e carta stampata. Tuttavia la scelta del Sindaco di non delimitare alcun campo e di accettare ogni contributo giustificato dalla salute pubblica del patto di stabilità e della ineludibilità del presunto taglio di 5 milioni alla spesa corrente (generato dalla spending review governativa e dalla difficoltà di gestire la riscossione dell'Imu per cassa) produce effetti tutti specifici al quadro locale. Chi collabora (tanto più se proveniente da un campo diverso) lo fa con riconosciuto "senso di responsabilità", chi decide di non farlo si colloca automaticamente in una condizione di opposizione non politica, ma sistemica. Tanto da far dire a Lamberti, Gran Maestro dei nuovi equilibri comunali, che l'Idv di Romano è di destra, esattamente come quei "populisti" che chiedono di partecipare le delibere e non di farle uscire da qualche cilindro riservato. In particolare quando si tratta di autorizzare discariche di speciali o "rimappare" gli insediamenti industriali di aree fortemente inquinate o storicamente consegnate al degrado tipo la Cigna o Via del Limone. In questo contesto l'urbanistica diventa il teatro designato delle operazioni. Non tanto per "ripensare il territorio", quanto per tutelare i costruttori (e i proprietari di terreni e di impianti) nella relazione sempre complicata con l'Ufficio Edilizia Privata del Comune, il vero cuore strategico, insieme all'Ufficio Contenzioso, della politica locale. Chi oggi controlla queste due consolle è non a caso un unico Assessore che nella vita professionale "associa" il mentore politico di Lamberti, un legale molto influente (anche politicamente) che da tempo ha assunto la tutela di molti esponenti della cosiddetta filiera immobiliare livornese. Da questo nodo nerboruto di interessi convergenti (astutamente contrabbandato per "orgoglio amaranto" ) scaturisce il patto posizionale tra Pd Pdl e satelliti che punta ad alimentare con il sondino il ciclo di Cosimi fino alla tarda primavera del 2014 e, nel contempo, stabilizzare alcune situazioni complicate. Sul Porto (con lunghissime discussioni consiliari) nel difficile tentativo di orientare la nuova ripartizione zonale delle concessioni (che dovrebbe preludere a un cambio di fisionomia aziendale di quanto rimane della Clp), sul territorio, con l'eterna missione (incompiuta) di regolare per norme la sovrapposizione mai riuscita fra regolamento urbanistico e regolamento edilizio, sulle politiche energetiche e dei rifiuti, dove operano storicamente soggetti molto abili a contrattare le rispettive concessioni e autorizzazioni con amministratori e partiti di riferimento in una dimensione tendenzialmente bipartisan. Non è un caso che i protagonisti del suk transizionale siano i soliti vecchi arnesi dello scenario aziendale livornese, in buona parte presenti nella storica seduta del Consiglio Comunale del primo ottobre dove Cosimi, Lamberti, Tamburini e compagnia bella gettarono il guanto di sfida alla Magistratura in relazione ai 24 avvisi di garanzia che avrebbero bloccato la filiera immobiliare livornese delle colline. Non è un caso che in costanza di una inchiesta penale della Magistratura qualche "manona" abbia consegnato ai giornali (Tirreno e Nazione) le perizie "rassicuranti" (elaborate da un consulente del Tribunale in relazione ad un vecchio contenzioso non penale, ma civile) sulla funzione stabilizzante della Discarica del Limoncino per orientare il dibattito che l'indomani (su iniziativa del Pdl Tamburini) il Consiglio avrebbe dovuto affrontare sulla sorte dei dipendenti della Ditta Bellabarba, orfana di liquidità e di Discarica, pur mantenendone comunque la titolarità dell'autorizzazione. Fa onestamente venire i brividi il pensiero che in questo quadro "aperto" al suk dell'interesse meglio rappresentato debbano approvarsi fondamentali strumenti di pianificazione come la Variante urbanistica al Prg del Porto e lo stesso Piano Strutturale, affidato ai colloqui riservati del renziano Grassi con l'eterno architetto Cagnardi. In questo contesto, Cosimi, ha continuato ad alternare impegni di carattere nazionale e regionale con puntate chirurgiche sul territorio, che avrebbero dovuto garantirgli sul piano intenzionale una visibilità giocoforza appannata dalle circostanze e dai vincoli finanziari del Governo Tecnico. C'è chi, nella totale inconsistenza del Partito di riferimento, ha cercato di aiutarlo, facendogli giocare, alternativamente, la carta dei diritti civili o quella scanzonata del sindaco progressista vicino alla cultura di base. I risultati non sono stati esaltanti. Ultimamente gli ex giovani di Livorno Città Aperta (un gruppo vicino all'Arci che lo aveva sostenuto alle elezioni) lo hanno generosamente affiancato a Don Gallo sul tema "comunicazione e politica", ma l'ottantaquattrenne prete di strada genovese lo ha sovrastato, mentre lui si accaniva contro le distorsioni della Rete e con quelli che vogliono la "rottamazione delle idee". Magari anche di quelle che determinano la trasformazione commerciale dei luoghi di cultura e la regolarizzazione ora per allora di ampie e gradevolissime mansarde. In cuor nostro lo vogliamo sperare.