La fuga di Marco Giampaolo (la rottamazione dei sogni)
La fuga di Marco Giampaolo, 46 anni, ex allenatore di successo,dalle grinfie della tifoseria bresciana e dello stesso mega-presidente Corioni (76 anni!), secondo noi è una bella storia. Ma in un certo senso è anche un trailer (fortuanatamente indolore) dei nostri tempi. Intendiamoci pure, Marco Giampaolo ha probabilmente chiuso nel calcio che conta, ma, viste le sfumature del personaggio, questa potrebbe essere per lui una liberazione. E visto che ci siamo, cosa conta nel calcio? Tutto ciò che Giampaolo ha probabilmente perso nel corso di questi anni vissuti tra esoneri e panchine precarie. Giampaolo ci ha sempre dato la sensazione di un allenatore sofferente, pur nella insistita coltura della teoria. Non sempre i Presidenti (figuriamoci uno come Corioni) te lo fanno fare l'allenatore teorico, soprattutto perchè manca quasi sempre "il tempo", anche quello essenziale del collaudo e dei vari stress test per mandare gli schemi a memoria e l'amalgama dei giocatori in campo "a regime. "Figuriamoci a Brescia, dove ogni anno che passa la frustrazione per non potersi/doversi riaffacciare nella categoria superiore aumenta. Giampaolo, insomma, ha già bruciato "quel tempo" e improvvisamente è diventato inutile, come un vecchio flipper ancora luminescente, ma con le molle inesorabilmente arrugginite. La società, dopo una normale sconfitta, lo ha dato in pasto ai tifosi, specialisti ormai strutturati (in gradinata o nelle curve) nell'alimentazione o (se dovesse andar male) nella rottamazione dei sogni. Con il consueto sostegno dei media locali. Che non sono mai particolarmente coraggiosi. quando si parla di calcio. Per questione di tiratura e di consenso. Il volto vulnerabile di Giampaolo non ha nulla a che fare con i "guerrieri della notte, i "cerchi magici", le urla belluine di Conte o lo smanacciare di Mazzarri, le contrazioni rissose di Delio Rossi o il fascino esotico di un Garcia. Sul web lo hanno immediatamente ribattezzato "Giampollo", reo di non avere stretto un "patto di sangue" con i tifosi. E lui invece se ne è andato al mare, anzi ha detto "sto al mare", con la stessa leggerezza di un impiegato stressato che spegne il cellulare, si scola una bottiglia di rum e attende serenamente il trasferimento o, appunto, la risoluzione consensuale. Dal successo e dai sogni.