La doppiezza della politica
Le elezioni politiche di fine febbraio sono per molti aspetti la cartina di tornasole della confusione che regna sotto i pergolati della politica livornese. Siamo partiti da una maggioranza (Pd-Idv-Sel) poi liquidata qualche mese fa dal segretario comunale Pd, certo De Filicaia, il Bud Spencer della politica locale, con la collaborazione dei principali organi di informazione locali (L"Intrepido" di Viale Alfieri e "Bolero2000 di Via Marradi") ed il concorso esterno dell'ex sindaco Lamberti, uno che la sa lunga. Siamo faticosamente arrivati alla situazione attuale con un Pd "finalmente" solitario e con le mai libere. Ne è comunque conseguita una girandola di dimissioni e cooptazioni che hanno oggettivamente indebolito l'azione della Giunta inducendo il Sindaco ad assumere su di se' la delega delle "partecipate", una sorta di graticola permanente che Cosimi ha deciso di condividere "intuitu personae" con i presidenti delle Aziende. In tre occasioni Lamberti ha letteralmente salvato Cosimi ed il Pd dal precipizio (Variante Abitare Sociale, Conferimento del ramo d'azienda ex Atl nel consorzio intercomunale Ctt e Adozione del Piano Tecnico finanziario legato alla introduzione della nuova Tariffa per la raccolta e lo smaltimento rifiuti solidi urbani Tares). Il voto di Lamberti (giunto in Consiglio Comunale da oppositore civico) e di altri componenti dell'ex area governativa di Monti ha surrogato quello non pervenuto da qualche consigliere del Pd, ufficialmente assente per cause di forza maggiore in occasioni di votazioni così importanti. Ma sappiamo che l'impostazione ecumenica data da Cosimi all'ultimo segmento del suo lunghissimo mandato prevedeva "funzionalmente" l'apporto di soggetti terzi al voto di maggioranza, mentre quanto rimaneva di Idv e soprattutto Sel decidevano di collocarsi all'opposizione. Sel, in particolare, avrebbe sperimentato in itinere la versione laboratoriale di un vecchio vizio della politica nazionale. Un vizio che rende incomprensibile la politica ai cittadini determinandone l'irriducibile allontanamento dalla dimensione rappresentativa nella società e nelle istituzioni. Questo vizio (il conio appartiene a Nando Dalla Chiesa) è nella specie "la doppiezza della politica"; una condizione che permette ad un Assessore strategico espresso da Sel di continuare ad operare nella Giunta del Sindaco nonostante che l'ex capogruppo di riferimento gli voti contro. Conosciamo l'obiezione di Cosimi; "l'assessore, una volta nominato, costituisce una proprietà indivisa del Sindaco". Certamente, Sig. Sindaco, ma a condizione che non si fratturi in corso d'opera la maggioranza politica che aveva legittimato quel potere di nomina e, di riflesso, la manifestazione di quella fiducia personale. Oggi Sel è all'opposizione della Giunta Cosimi, e dunque anche le maxi rotatorie annunciate dall'Assessore in questione per questi ultimi mesi di mandato (attraverso l'Intrepido) potrebbero non incontrare il gradimento del gruppo politico che lo segnalò all'attenzione del Sindaco all'atto della nomina fiduciaria. Una situazione alquanto anomala solo in parte sanata dalla dichiarazione del segretario di Sel, secondo il quale l'opposizione alla Giunta Cosimi si deve considerare "a tempo", tant'è che per l'immediato futuro (quello post elettorale), si profila un nuovo Patto d'Acciaio fra Pd e Sel, quando verosimilmente il movimento di Vendola si scioglierà nel grande contest di Bersani, Orfini e Fassina con il giudizioso Renzi a fare da momentaneo spettatore. Non è casuale il fatto che in questo quadro francamente grottesco Pd, Sel e l'ultima trovata del genio napoletano di Lamberti (il Centro Democratico di Tabacci e Donadi) si coordinino per definire gli appuntamenti della campagna elettorale nazionale. Siamo, di fatto, di fronte alla legittimazione esterna (cioè politica) della maggioranza virtuale che sta accompagnando Cosimi in questo ultimo tratto del suo mandato, senza che peraltro lui (il Sindaco) abbia mai fatto nulla per formalizzarla all'interno della sua Giunta. D'altra parte non potrebbe farlo, perchè come sappiamo, Sel nella Giunta ufficialmente non c'è, trattandosi di un gruppo di opposizione. Avremo dunque, verosimilmente, maxi rotatorie di lotta e di governo. A complicare il quadro sono poi sopravvenute le dimissioni di Grassi (Urbanistica e Ambiente) e di Cantù (Sociale). Il primo, geneticamente un tecnico, avrebbe rotto il patto fiduciario con Cosimi (svincolandosi in pratica della sua "proprietà") dopo avere cercato sponde satisfattive nell'area renziana. Un piano fallito per quanto sostenuto a gran voce sui media fiorentini. Il secondo, un buon assessore, sta cercando da settimane di svincolarsi dal patto fiduciario (senza riuscirci) dopo avere onestamente dichiarato di avere esaurito la propria funzione sulla trincea dell'emergenza abitativa. Le dimissioni di quest'ultimo, con tutta probabilità, determinerebbero l'implosione definitiva della Giunta Cosimi, a meno che Cosimi non moltiplicasse le sue deleghe (assumendo almeno tre interim) con la copertura delle forze che si stanno coordinando per la campagna elettorale a favore di Bersani. Sarebbe una sovrapposizione senza precedenti, con gli equilibri di politica nazionale che surrogherebbero in corso d'opera le risultanze del voto del 2009, senza che peraltro l'attuale Sindaco mostri in alcun modo di volere "certificare" il nuovo quadro. E dunque di prendere atto del suo fallimento. La conseguenza, sul piano amministrativo, potrebbe essere rischiosa; di fatto, l'istituzionalizzazione della politica contrattata al di fuori di ogni contesto democratico. Per questo occorre vigilare.