Franco Ferrucci, resta un vuoto d'aria.

03.08.2014 09:49

Franco Ferrucci si è dimostrato sempre disponibile e sensibile ai temi sociali e urbanistici e in generale al tema della città liberata dai vincoli delle zone grigie e delle palesi speculazioni fondiarie. Lo stesso tema della partecipazione lui lo integrava nei fatti. Anche in forme innovative. Per lui non c'erano mai condizionamenti di sorta e limiti orari. Anche quando gli costruirono in faccia una maxi, inutile  libreria raddoppiò gli sforzi e con intelligenza cercò di valorizzare lo specifico della sua proposta. Fino alla scelta di valorizzare autori locali nel quadro di una impresa editoriale fertilissima. Anche per questo scelse di incrementare proprie collaborazioni a tutte le latitudini della conoscenza e della ricerca. Autentico know-how della sua inesauribile offerta culturale. Con lui Sequenze Cultura costruì un percorso culturale assolutamente inedito, basato su una partnership privato-sociale che ha consentito di proporre alla città la presentazione di un numero infinito di volumi con autori di narrativa e saggistica provenienti da ogni parte d'Italia. Fummo tra i primi, fra l'altro, a sdoganare L'"odore dei soldi" in tempi difficili e lontani  quando Travaglio, Gomez ed Elio Veltri non li conosceva quasi nessuno. Ma vorremmo ricordare anche gli incontri sul caso Soffiantini, sul caso Moro, gli approfondimenti sulla vicenda del Moby Prince, sulla Costituzione Formale che oggi viene fatta a pezzi in Parlamento, sulle stragi impunite, sul conflitto d'interesse televisivo e non, sulle questioni cittadine viste appunto attraverso il foglio trasparente dell'analisi a tutto tondo e non dell'impostazione conformistica. E poi la scoperta di nuove tracce narrative, la relazione con le associazioni quando ancora i social network non avevano preso il sopravvento della comunicazione quotidiana. Noi proponevamo e Franco era li', talvolta dissentendo, ma pronto comunque ad argomentare la sua posizione. Fummo tra i primi a inventarci una rassegna estiva in pieno centro ("Arrivi e Partenze") mentre tre quarti della città stava ancora in spiaggia ed erano ancora in auge le grandi feste politiche di un tempo. Forse anche per questo le iniziative "controcorrente" di Franco non hanno mai riscosso spazi enormi sui giornali  che oggi lo ricordano con foto enormi e uno spirito di doverosa gratitudine per quello che ha saputo fare. Grazie alle sue iniziative la Galleria Via Cairoli, che d'estate ospitava le iniziative di presentazione e lettura, è stata riqualificata fino a proporsi come un salotto (inutilizzato) per l'intera comunità cittadina. Con gli autori ci si rapportava direttamente, talvolta senza l'intermediazione della casa editrice, talmente forte era la consuetudine degli incontri alla Libreria Gaia Scienza di Livorno. Da parte loro gli autori non chiedevano mai "il gettone", che oggi rappresenta per quelli più "a la page" una sorta di corrispettivo obbligatorio per garantire la propria presenza, magari cumulata con qualche parola di circostanza. Niente a che fare con il dibattito. Solo tappeti rossi e presentatori accomodanti. Nel corso di quasi un decennio, le iniziative hanno vissuto grazie alla logistica della libreria e al nostro impegno. Non un euro di denaro pubblico è stato mai versato per alimentare questa splendida consuetudine che si basava esclusivamente sulla forza delle idee e sul volontariato. Finchè è stato ovviamente possibile. Lascio anche a voi questo pensiero (inutilmente inoltrato al Tirreno) che credo possa essere condiviso da tutti  coloro che lo hanno sinceramente stimato. Caro Franco, è dura non saperti lì al tuo posto, mentre anche in estati caldissime non cessavi di fare incontrare persone. Avevi capito che il libro non è soltanto una memoria d'autore ben fatta da inserire in uno scaffale, ma un argomento potente di confronto e di discussione. In momenti difficili per il nostro Paese e la nostra Città hai rappresentato un punto di riferimento e un fattore di scuola per i cittadini e le associazioni che chiedevano e ottenevano uno spazio per potere raccontare storie  o semplicemente potersi raccontare. Lascerai un vuoto incolmabile, fatto anche di ironia, umanità e discrezione. E' dura non saperti lì, ma conoscendoti sono certo che troverai un modo per ripartire. Un abbraccio da tutti gli amici che dopo le presentazioni uscivano ancora discutendo dalle tue librerie.

 

sergio nieri