Forse qualcuno non ha capito che è cambiato il mondo.
Finalmente abbiamo capito che il tunnel senza uscita in cui si è cacciata Livorno, al punto tale da esser diventata un caso politico nazionale, è da imputare a un gruppo di complottardi che avrebbe infiltrato la dr.ssa architetto Simona Corradini fra gli aspiranti al ruolo di assessore del nuovo Comune di Livorno a Cinque Stelle. D'un colpo è scattato un assedio mediatico niente male che ha agito come il napalm, cioè lasciato intatte le strutture politico amministrative (peraltro in fase di lenta gestazione) e cercato di demolire la credibilità di una persona che in questi anni ha fornito contenuti e stimoli a gruppi consiliari, associazioni, soggetti sociali emarginati perché tornasse a decollare il dibattito sull'urbanistica locale. In condizioni di libera e democratica dialettica. E soprattutto dal basso, non dalle stanze policrome di qualche progettista vicino al palazzo. Simona Corradini ha da sempre agito come facilitatore nel rapporto di comprensione dei progetti urbanistici; lo ha fatto nella maggior parte dei casi a sostegno della società e della politica, perchè il corso delle trasformazioni urbane non diventasse appannaggio dei tecnici prestati alla politica da un lato e dei soliti portatori di interesse dall'altro. Nell'ultimo anno sul nostro sito sono stati ospitati interventi esplicativi (a disposizione di tutti) sulla impressionante sequenza di varianti che ha interessato il territorio senza che da decenni alcuno ponesse seriamente mano alla riforma dello strumento urbanistico generale o rinnovasse i numerosi piani di dettaglio scaduti o prossimi a scadere anche nella delicata area del water front portuale. Senza considerare l'infinita novella del Piano Regolatore Generale del Porto, recentemente revocata in dubbio dallo stesso sindaco Nogarin tra l'ilarità generale. Con chi scrive ed altre Associazioni la dr.ssa Corradini nel 2003 promosse per prima l'esperienza dell'Osservatorio Civile Porta a Mare, nel tentativo di approfondire i lineamenti di un'operazione che qualcuno avrebbe voluto somministrare e /o incassare a scatola chiusa. Da allora, mentre le Giunte che si sono succedute hanno sfornato un numero infinito di convenzioni col soggetto attuatore, Simona Corradini ha in modo incessante informato e documentato, sempre sul nostro sito, sulla singolare evoluzione di quel progetto. Che oggi appare clamorosamente ripetitivo di quanto avviene fra gli enormi volumi di Porta a Terra e Nuovo Centro. Poi la libera scelta di impegnarsi in politica, fra le fila di una lista civica di opposizione, cui ha fornito spontaneamente contenuti e linee programmatiche; una lista che non ha mai peraltro fatto sconti al governo locale di centro sinistra e ai suoi mutevoli associati. Un approdo certamente diverso da quello opportunistico immaginato da De Filicaia, uno dei principali sconfitti di queste ultime elezioni. E infine la decisione di proporsi al servizio di un progetto di cambiamento della città e delle sue convenzioni urbanistiche, che l'esito del ballottaggio aveva politicamente legittimato, dopo che quasi 40 000 elettori di vari orientamenti politici (tra cui liste civiche, Buongiorno Livorno e aree di centro destra) avevano consegnato a Nogarin la responsabilità storica di governare. In questo quadro aveva poco senso, in tutta sincerità, mantenere una regoletta "sull'incompatibilità personale" (legata al vincolo di appartenenza al Movimento a 5 Stelle) quando un pezzo variegato di città, con le sue professioni e le sue culture, si era collettivamente espresso, a favore di Nogarin, per il superamento del blocco d'ordine del Pd e dello stato di crisi che questa condizione politica aveva generato. La dr.ssa Corradini se non altro ha avuto la possibilità di mostrare il suo curriculum. Molto simile peraltro a quello di altri professionisti e operatori che pur avendo maturato da lungo tempo i requisiti per governare questa città chiusa e complicata, si sono dovuti rassegnare al silenzio, alla fuga o al compromesso con il potere. Speriamo che il neo sindaco Nogarin li valorizzi, esercitando il potere di nomina che gli attribuisce la Legge e nessun altro. Buon lavoro e grazie, Simona.