Facebook: il tempo delle schede (elettorali)
postato in "Dibattito Aperto/Stati Generali"
Mercoledì 23 novembre 2011, ore 16:30 circa, inizia la seduta della prima commissione del comune di Livorno in merito ai “Criteri di nomina degli scrutatori elettorali”, resasi necessaria alla luce di fatti avvenuti e che hanno visto il coinvolgimento del consigliere comunale del PD, Adriano Tramonti, per una affermazione, (che valuteremo attentamente, non solo per dovere di cronaca ma anche per giusta riflessione), in cui veniva, dal consigliere in questione, palesemente dichiarato: “«Chi fosse interessato a fare lo scrutatore ai seggi alle prossime elezioni deve recarsi all'ufficio elettorale del Comune (...). Una volta iscritto me lo comunica e provvederò a farlo nominare»”. (fonte: Il Tirreno: Il mercato degli scrutatori – 13 novembre 2011).
Veicolo del comunicato, l’ormai inesorabile e prorompente interfaccia virtuale che è diventata la “cosa che vorresti avere sempre con te”: stiamo parlando ovviamente di facebook.
Una seduta chiesta a seguito anche del dibattimento avvenuto in sede consiliare il 14 novembre corrente anno, una seduta surreale che misura tutto lo spread tra la politica e la realtà, una seduta che ha visto Tramonti (dopo essersi nei giorni scorsi scusato, (in maniera poco convinta – nda) per quanto accaduto), farsi un autoribaltone passando dal “ci penso io” al pensateci voi anzi ci pensi la sorte. Una seduta in cui appaiono anche lettere anonime, giusto per non sottovalutare la questione.
Ora il punto non è l’intenzione (più o meno in buona fede) che il consigliere Tramonti ha espresso nella sua affermazione.
La gravità sta nel fatto che un membro istituzionale, un rappresentante della parte politica che ha la maggioranza locale, sia in termini di elettorato labronico, che di commissione elettorale (che sarà chiamata alla nomina degli scrutatori), affermando chiaramente “provvederò a farlo nominare”, si fa sostituto della stessa commissione che dovrebbe garantire l’imparzialità delle nomine, rendendo anomalo tutto il procedimento.
Non è neanche plausibile, a questo punto, la buona fede, in quanto… chi sta lì, quasi comodamente, seduto nella sedia del consiglio a prendere decisioni per noi cittadini (poco importa se l’abbiamo votato o no, in questo momento lui fa comunque i nostri interessi, perché ci sta governando) non può assolutamente avere quest’idea superficiale del modo di fare politica.
“Purtroppo”, (il pessimismo è d’obbligo, con questi scuri di sole… ormai i chiari di luna sono spariti), il consiglio comunale non è un villaggio turistico, i consiglieri non devono usare il microfono sotto il loro mento per animare la seduta, e i cittadini non vogliono intrattenimenti illusori per passare meglio la giornata. La figura del consigliere comunale, come di qualsiasi figura con potere di votazione, dovrebbe avere la coscienza della responsabilità che si è assunto con l’accettare l’incarico. E la coscienza di spogliarsi dell’incarico qualora comprenda di aver agito in maniera irresponsabile.
Non va neanche sottovalutato, infine, che un portale come Facebook è da considerare al pari, forse al di sopra, di un mezzo mediatico come la televisione o un quotidiano locale.
E’, in termini politici, considerabile un ottimo serbatoio di voti, sia in campagna elettorale che non.
Un luogo (ormai facebook è simile al bar sottocasa dove ritrovarsi senza riserve alcune) dove possiamo salutare le persone, scambiare le idee o promettere un posto al sole.
Vien da se… che chiunque volesse il posto al sole… contento di aver trovato finalmente chi lo regala, da quel momento avrà una visione, (oltre che più calda), anche più amichevole, nei confronti del suo benefattore.