Emergenza idrica a Livorno; il balletto di politica, media e web
Ciò che ha stupito di più della vicenda legata all'emergenza idrica livornese (una vergogna mai vista da queste parti) è stato il gioco delle parti tra politica e media. Un gioco ovviamente condizionato dall'esito delle recenti consultazioni politiche, quando interi pezzi di città (soprattutto quella storica ed alcuni propaggini dei mitici quartieri nord, già tempio dell'ortodossia del "voto utile") si sono convertiti a Grillo, più per spossatezza e sentimento di abbandono che per libero e razionale convincimento. Il rischio che il protrarsi dell'emergenza idrica potesse trasformarsi in una autentica slavina sociale, ha indotto il principale quotidiano locale (seguito in un secondo tempo anche da un più fresco quotidiano on line) a offrire il proprio collegamento streaming al Sindaco e poi successivamente al Presidente del Consiglio di Gestione di Asa Del Nista perchè interloquissero direttamente con una "minoranza attiva" di cittadini evidentemente colpiti dal danno emergente del disastro. Un danno difficilmente calcolabile in termini contrattuali (come ha cercato di ventilare Del Nista nel tentativo di minimizzare le conseguenze materiali dell'evento sulle persone), proprio perchè in circostanze del genere l'aspetto economico ne integra automaticamente altri meno rilevabili politicamente, n primo luogo luogo quello "esistenziale" legato all'improvvisa incertezza della fornitura idrica. La privazione di un bene fondamentale come l'acqua, oltretutto erogato a pagamento ed a costi finali che nel corso di questi anni sono misteriosamente quadruplicati, ha il potere di declassare le aspettative di un consumatore consapevole, titolare di una utenza domestica e/o commerciale. Al punto tale da determinarne uno stato di profondo disorientamento e forse anche di straordinaria soggezione al corso imponderabile degli eventi. Normale che in casi del genere il sentimento più elementare che può crescere dal web sia quello della rabbia, una condizione esplosiva di cui sono stati direttamente investiti sia il Sindaco (responsabile fra le altre cose della sanità pubblica territoriale), sia lo stesso referente legale di Asa (Del Nista) in solido con la compagnia privata che detiene il 40% delle azioni dell'azienda pluriservizi. Il primo come noto "ha scelto di metterci le faccia", ritenendosi però di fatto astutamente irresponsabile, al punto tale da dare appuntamento a tutti ad una "Commissione Speciale di Indagine" (l'iniziativa di costituirla sarebbe dovuto spettare semmai al Consiglio Comunale su richiesta di 1/5 dei consiglieri) che avrebbe dovuto fare chiarezza sull'accaduto ed eventualmente accertare le responsabilità dell'interruzione del servizio idrico. Il secondo, travolto dal web e dalle incalzanti domande dei giornalisti, ha rassegnato le dimissioni nelle mani del capo redattore del Tirreno(!), precisando comunque che la sua non sarebbe stata una resa, tant'è che quelle dimissioni "mediatiche" non dovevano essere considerate in alcun modo "irrevocabili". Del Nista (antico sherpa dell'Amministrazione Comunale di Livorno anche da Assessore al Bilancio come rivelano le nostre cronache su Nuovo Centro e "Abitare Sociale") si presenterà dunque dimissionario di fronte alla Commissione di Indagine voluta dallo stesso capo di un'Amministrazione (il Sindaco) di fatto "dimissionata" dalla comprensibile rabbia del web. Una rabbia però intercettata e raccolta dall'organo di informazione che nel corso di questi ultimi anni ha più degli altri messo in sicurezza il Sindaco Pd (anche quando è lui stesso a minacciare le dimissioni) da forme di delegittimazione e contestazione provenienti dalla sua stessa maggioranza di governo. Fu infatti il Tirreno a liquidare preventivamente Idv e Sel dal soglio di Palazzo Civico legittimando lo scouting di Cosimi nei confronti di forze che allora si richiamavano a Monti pur di chiudere provvedimenti basici per la sua sopravvivenza politica; è stato il gruppo editoriale di cui il Tirreno è espressione prima a mettere in caricatura Grillo e i suoi adepti (alla vigilia delle elezioni) e ora di fatto a blandirne le componenti più rabbiose e antiberlusconiane per favorirne una eventuale apertura a Bersani all'atto della eventuale fiducia parlamentare. Lo stesso meccanismo si è verificato con l'emergenza idrica locale. Il terrore di una ulteriore slavina sociale, dopo il fallimentare risultato elettorale, ha indotto la stampa cartacea a mediare la rabbia del web per convogliarla sullo sherpa Del Nista da un lato, e utilizzarla d'altro lato per metter il Sindaco nelle condizioni di cristallizzare le richieste di chiarimento ed eventualmente di dimissioni da parte delle opposizioni istituzionali, di settori indipendenti della società civile o di aree del suo stesso partito con la proposta "personale" di una Commissione paracadute. Tutto questo, ovviamente, mentre la stragrande maggioranza della popolazione civile (non connessa al web) si dibatteva nel tunnel dell'emergenza idrica con compostezza e senso di responsabilità. Sarebbe stato infine lo stesso sherpa Del Nista, proprio sulle pagine dell'organo che lo aveva preventivamente dimissionato, a dichiarare qualche giorno dopo la calamità "procurata" da Asa che l'Azienda (carta dei servizi alla mano) non sarebbe stata tenuta ad alcuna forma di risarcimento. Sarebbe stato lo Stesso Cosimi, nel corso di un Consiglio Comunale straordinario a fare l'elogio dell'Azienda e dei servizi approntati dalla Protezione Civile (dimenticando di scusarsi con i cittadini) mentre il Tirreno formalizzava lo stato d'accusa dello sherpa del Nista di fronte alla "rabbia montante del web". Cose che capitano.