Elezioni politiche 2013: Cosimi, ora o mai più.
Non avevamo dubbi che la situazione politica esplodesse. Gli inneschi sono stati indubbiamente le primarie del centrosinistra, con il successo a denti stretti dell'inossidabile Bersani, lo stato obiettivamente disastroso del Paese, la resistibile ascesa di Grillo e la deflagrazione del Pdl, dopo i casi Polverini, Fiorito, Formigoni. Tre colpi al cuore del centro destra, dopo che già la Lega e lo stesso Di Pietro erano finiti per cause diverse sotto le forche caudine delle inchieste e del pubblico dileggio. Stiamo parlando, in questi ultimi due casi, degli unici oppositori reali di Monti, progressivamente desertificati dal napalm della grande stampa e della corporazione neo centrista. In questo mutevolissimo contesto Berlusconi rischiava di rimanere con il cerino in mano se non si fosse smarcato da Monti prima della scadenza elettorale di Aprile, mentre un Pd deliberatamente afasico nei confronti del bocconiano iniziava a lucrare oltre misura sull'effetto primarie. Monti, da parte sua, prima ancora del corteggiamento berlusconiano dell'ultima ora,iniziava a sfogliare la margherita del suo impegno diretto in una tornata elettorale che si annuncia paradossale. Paradossale perchè potrebbe rivelarsi comunque interlocutoria e non decisiva per il futuro del Paese. Con espressioni di voto ancora troppo limitate in uno schieramento e l'altro perchè in Parlamento (soprattutto in Senato) si possa formare una maggioranza coesa in carenza di un significativo bonus maggioritario. Parte da qui allora la "migrazione" verso Monti da parte di componenti del centro destra e la spasmodica attenzione prestata dai ventriloqui di Scalfari e dagli scrivani di De Bortoli alle ragioni dei "mercati"e al connesso rischio dello "spread". Tutto questo fa pensare ad una torsione del sistema verso l'ipotesi del Monti-Bis, magari su indicazione nominativa a urne aperte da parte di Napolitano. Un contesto del tutto "irrituale" che consegue alla nomina "octroi" dell'uomo più amato da Repubblica e dal Corriere della Sera. Monti infatti non si è ancora formalmente dimesso e non ha informato della sua volontà (o delle sue volontà) il Parlamento. Per questo, forse, nonostante Scalfari e la Merkel, da quando è ricominciato il cupio dissolvi andante di Berlusconi, lo spread, stabilizzato comunque dal Fondo Salva Stati, non ha avuto l'impennata tendenziale che molti temevano e altri (Repubblica e Corriere) speravano. Tutto questo mentre il debito pubblico si aggrava e gli altri indicatori economici fanno segnare l'era glaciale. Berlusconi può dunque tornare a far politica, rincuorato dalla fine di Di Pietro e dalle fragilissime norme sull'incandidabilità dei condannati, categoria di cui è formalmente entrato a far parte sia pure in primo grado. Cosa farà il centrosinistra in questo contesto? Riuscirà a valorizzare le primarie del centro sinistra o si accoderà anch'esso all'ipotesi neo centrista di Monti contesa (forse per disperazione) dall'ultimo Berlusconi? Difficile prevederlo, come non certamente facile appare la "decodifica" dell'Agenda Sociale di Monti, quella che Bersani vorrebbe imporre ai salotti buoni, in fuga dal centro destra. L'obiettivo di Bersani e soci è in realtà quello di tentare la scalata ai voti potenziali di Grillo per assicurarsi una cospicua dote parlamentare. I Democratici post renziani inseguono Grillo sul terreno della democrazia diretta arrampicandosi per l'ennesima volta sullo strumento delle primarie, questa volta per selezionare i propri parlamentari. Con il rischio che in così poco tempo prevalgano comunque i candidati d'apparato. E Grillo? Rischia di non potersi presentare, vanificando la caccia dei benpensanti di destra e di sinistra alla cosiddetta "antipolitica" Sul piano locale (Livorno," la capitale del centro sinistra"), si prospettano conseguenze assai curiose. Con un segretario comunale Pd, liquidatore dell'intesa Pd Idv Sel in Consiglio Comunale, che ora avrà difficoltà ad invocare il fronte antiberlusconiano dopo avere sovraesposto il Sindaco ad accordi operativi con l'area montiana ed il centro destra su provvedimenti simbolo in materia urbanistica. (varianti che anticipano di solo un anno l'adozione del Piano regolatore Generale). Ma soprattutto con un Sindaco, già Presidente di Anci regionale e coordinatore nazionale dei sindaci associati, nonchè titolare di altri incarichi in materia idrica e sanitaria, che dopo una lunghissima navigazione amministrativa potrebbe/dovrebbe rivendicare la candidatura per il Parlamento senza passare per le forche caudine delle primarie. Ma le primarie sono già scritte e dunque il destino di Cosimi è segnato. Ora o mai più. Candidarsi (ma le primarie diventerebbero un referendum su di lui) oppure rimanere vincolato per un altro lunghissimo anno ad una Giunta in evidente affanno sui temi economici e sociali, circondata da un nugolo di alleati interessati (dalla destra all'estrema sinistra) e oltretutto gravata da almeno un paio di flagranti conflitti d'interesse. (Edilizia Privata, Formazione e Università). L'esito non è per niente scontato. Con il serio rischio che la mediocrità prevalga una volta di più sull'esperienza.