Decreto Salva-Italia e dintorni. L'eutanasia della politica.

05.12.2011 23:13

Si profilano tempi duri in vista del raggiungimento del pareggio di bilancio, pare nel 2013. Anche se il Prof. Monti non ne è del tutto convinto. La "botta fiscale", infatti, potrebbe avere nel breve un effetto recessivo, nonostante le dichiarazioni delle Marcegaglia di turno, che comunque lo sconto dell'Irap e qualche credito d'imposta per i soliti noti sono riuscite a portarlo a casa. Dopo avere letto per sommi capi la manovra preparata dal Governo tecnico in 17 giorni di lavoro "matto e disperatissimo", si riemerge dal fuoco di fila dei provvedimenti con un'unica certezza. Ci sarà  molto lavoro per i commercialisti. In compenso torneranno a pagare i soliti noti (su un tradizionale bene di investimento come la casa i cui estimi saranno peraltro rivalutati), mentre deflagra la bolla previdenziale senza essere sostenuta da interventi complementari sul mercato del lavoro e sul riordino della spesa sociale. E' vero che occorre maggiore solidarietà intergenerazionale, e che pertanto non è equo che i precari per una vita (destinati al sistema contributivo puro) sostengano pensioni calcolate col sistema retributivo a partire dal compimento dei 60 anni, ma è altrettanto vero che comunque scontiamo un ritardo cosmico sulle uscite dei lavori usuranti (che non riusciamo a regolamentare da una vita impedendo un più veloce ricambio sul mercato del lavoro), sulle garanzie del lavoro di genere e sulle pensioni baby (retributive), una nicchia di privilegio insopportabile che costituisce un aggravio significativo per le casse previdenziali e alle quali mai nessuno pensa per recuperare un po' di risorse. Il saldo della manovra prevede poi una nuova mazzata per gli Enti Locali (a Livorno il duo Cosimi Nebbiai è già sul piede di guerra nonostante l'evaporazione di Berlusconi) e la beffarda introduzione (come già detto) dell'imposta comunale sulla prima casa (ex Ici, una delle imposte storicamente più evase a Livorno soprattutto dai costruttori e piccoli proprietari) sotto le mentite spoglie dell'Imu. Quella stessa Imposta, modificata nei valori impositivi, che avrebbe dovuto rappresentare il principale  strumento di autofinanziamento dei Comuni, al netto della devoluzione di una quota di essa allo Stato, in occasione dell'entrata a regime del federalismo fiscale a pieno titolo (prevista nel breve volgere di qualche anno). Una prospettiva esorcizzata dallo stesso Nebbiai in più di una circostanza in Consiglio Comunale quando al Governo c'era il Centro Destra. E ora come si metteranno le cose? Si profila la quarta variazione al Piano delle Opere Pubbliche in pochi mesi? Non sarebbe allora il caso di dotarsi al riguardo di un criterio di selezione della spesa più condiviso e trasparente? Sul fronte dei tagli ai costi della politica registriamo forse la delusione più grossa, solo parzialmente mitigata dalla prospettiva (beffarda) di un atto estintivo delle Giunte Provinciali (cioè del livello politico delle Province) entro il 31.12.2012. Per Kutufà, insoma, inizia il lungo, imbarazzante anno dell'autoliquidazione. Avremo modo di tornare su questa materia. In conclusione, una manovra che addolcisce lo spread, ma che potrebbe metter defintivamente in ginocchio un Paese profondamente indebolito dalla crisi. Un Paese, per altro verso, abituato a vivere ben oltre le proprie possibilità anche dai finanziamenti facili del sistema creditizio. Un Paese che potrà riaprire il file della crescita se riuscirà a mutare sensibilmente i propri stili di vita, a partire dai propri amministratori che spesso confondono il servizio pubblico con il privilegio  oneroso dell'autoreferenzialità. Ora la democrazia è sospesa. Ed è il paradosso più grande. Come se la politica fosse di impedimento alla soluzione dei problemi. Anche localmente. Su questo urge fare una riflessione importante.