Conversazione sulle primarie PD

02.10.2012 09:12

Alessandro Agostinelli:

Alla Stazione ferroviaria di Firenze ci sono due scale mobili, ma una non funziona. E' proprio quella più utile, quella che sale. Tutti faticano salendo la scalinata e giocano facile scendendo in scala mobile. La politica e la comunicazione di Matteo Renzi sono come le scale mobili della stazione fiorentina. Sui temi politici della crisi economica -quelli in salita per intenderci- non sembra avere risposte efficaci per la maggioranza degli italiani che soffrono: sui temi della comunicazione aggressiva e cinica che il sindaco di Firenze usa per scassare il Pd gioca facile e porta tutti in discesa con la scala mobile. Renzi sembra capace e furbo perchè ha dietro di se' una macchina della comunicazione ben oliata. Nella realtà, sui temi più fragili e sensibili della nazione (occupazione e giustizia) non offre soluzioni originali ed efficaci per la tenuta della classe media. E quando trova risposte stringenti sul difficile momento che stiamo vivendo, sembrano soluzioni più vicine a soddisfare l'elettorato di centrodestra che quello di centrosinistra. Tutto questo è solo il frutto della "lettura distorta" del caso Renzi? Può darsi. Allora significa che tutta quella macchina della comunicazione che il "giovanotto della provincia fiorentina" ha messo in piedi è orientata male, perchè ammicca di più agli elettori di Pdl e Lega che a quelli del campo che Renzi vuole rappresentare. Poi, com'è che questo "nuovo e giovane" leader -perchè è indubbio che Renzi abbia doti da leader di palcoscenico- ogni volta che parla divide invece di unire? Può darsi che la sinistra abbia ancora grandi energie autodistruttive, ma non sarebbe meglio per tutti (cittadini e nazione) che si trovassero motivi di interessi comuni invece che divisioni intrafamiliari? Ogni volta che il Renzi parla sembra evidente che con lui non sarà facile tenere insieme il centrosinistra, e tutta la tradizione socialdemocratica italiana sarà consegnata alla deriva centrista. Tutto ciò appare deprimente e neppure i sorrisoni che allungano i nei della faccia di Renzi riescono a scongiurare il sottile dubbio che molti assale: ma quello li' gioca solo per se stesso?

 

Sergio Nieri:

Dimentichi (o forse no, quando parli di macchina della comunicazione) che il guru di Renzi è Giorgio Gori e lui con l'Isola dei Famosi è riuscito nei tempi d'oro del trash televisivo (ma non è che le cose oggi siano molto cambiate) a raggiungere, ad un tempo, gli intellettuali con agenda e pipa e la casalinga di Voghera. Ma è il commento della gente comune (che puoi rilevare da www.matteorenzi.it) che stupisce: "Renzi ci ha messo davanti allo specchio", "finalmente uno che sa parlare", "è venuto il momento di ripartire". Su questo credo che il centro sinistra di marca dalemiana dovrebbe interrogarsi. Da un lato il "batto cinque" delle primarie e degli slogan sulla ristrutturazione del debito pubblico e la riforma delle pensioni (con l'abolizione definitiva delle pensioni di anzianità), dall'altro le patatine fritte della festa dell'Unità e la valorizzazione dell'Agenda Monti in chiave sociale. Facile dire chi acchiappi di più. L'unico risultato che al momento Renzi ha prodotto è la sostanziale relativizzazione di Vendola (la sinistra del centro sinistra) ad un ruolo tutto sommato ancillare nel gran gioco di queste primarie senza regole. Renzi gioca appunto sulla indeterminatezza del momento e per questo ammicca all'esercito disperso del Pdl per fare quello che probabilmente è riuscito a Pizzarotti a Parma al secondo turno. Canalizzare delusione e dissenso senza presentare punti di programma di fronte all'eventualità che la destra possa dire la sua alle primarie del Pd. Per il resto, pur rispettando coloro che credono in lui come cuneo del cambiamento, ritengo che Renzi non sia assolutamente Bob Kennedy (come Giorgio Gori vorrebbe che fosse) e questa simulazione alla lunga, nell'Italietta dispersa e arrabbiata di oggi, potrebbe pagarla nonostante i suoi indiscutibili cambi di ritmo.

 

Estratto dalla finestra curata da Alessandro Agostinelli sul sito del quotidiano "Il Tirreno" www.iltirreno.it