Ballottaggio: siate affamati, siate folli

07.06.2014 10:39

Ballottaggio 8 Giugno

Livorno non è stata banale, soprattutto questa volta. Mentre nel Paese la carrozza renziana ha acquisito strada facendo tanti nuovi topolini, con una prova di indiscutibile maturità la città ha saputo differenziare il sogno europeo dalla sofferta constatazione di una città in irreversibile declino. La non presenza dell'ombra di Berlusconi, che oggi dirige la politica dai servizi sociali, ha finalmente liberato il quadro locale da pesanti riserve personali e ideologiche. Livorno è diventata finalmente una città giudicabile. Più facile e lineare è risultato il percorso di verifica di accertamento e delle responsabilità politiche anche in relazione alle omissioni e agli errori di un recente passato. Restano incognite sull'immediato futuro, pesano come macigni i contenziosi sospesi che l'Amministrazione uscente trasferisce al soggetto subentrante. Vengono plasticamente al pettine i nodi di non sviluppo che si sono attorcigliati intorno alla Porta a Mare, all'urbanistica creativa di questi anni, ad una gestione finanziaria reticente e difensiva, allo stato prefallimentare di alcune aziende controllate e partecipate nelle quali il Comune impegna capitali improduttivi. C'è poi la questione dei Piuss, uno fra i tanti temi meritoriamente sollevati in questi anni da Marco Cannito in Consiglio Comunale, sui quali tardivamente si scrive oggi nonostante l'evidente incongruità dei piani finanziari rispetto alle realizzazioni. Da tempo registriamo un cambio di clima in città e questo è positivo anche se la prova di maturità deve continuare, indipendentemente dall'esito del ballottaggio. La città ha bisogno di reti intelligenti, di curiosità intellettuale, di spazio plurali, di osservatori civili, di una nuova cultura dove la massa critica dei cittadini non sia considerata un ostacolo alle decisioni, ma uno stimolo a superare le contraddizioni fra le norme e la democrazia compiuta, fra la legalità amministrativa e la giustizia sociale. La politica è complessità, non può essere delegata agli uffici che anche in questi giorni di vacanza amministrativa hanno continuato a sfornare bandi ed atti, peraltro soggetti a ripetuti ricorsi, di dubbia legittimità e terzietà. Così come del tutto inopportuna è apparsa la decisione di regolamentare i tributi e la tassazione patrimoniale in scadenza di mandato. Anche per questi motivi riteniamo che di fronte a un quadro di questa complessità,si debba dare una indicazione di cambiamento. Uno sturm und drang piuttosto che una sonnacchiosa e rassicurante continuità. Una nuova politica orizzontale piuttosto che la formula "festa farina e forca" cara alla nouvelle vague renziana. Un nuovo quadro politico, in definitiva, dove ricollocare valori, rapporti di forza, piani di responsabilità, autentica progettualità, imparzialità amministrativa. Per questo l'Osservatorio Civile di Sequenze Cultura indica il Movimento a Cinque Stelle come unica possibile opzione per il ballottaggio dell'8 giugno.