Agenda di fine mandato Cosimi: la fabbrica del cloroformio e le polpette avvelenate.

26.04.2013 07:10

Manca ormai meno di un anno alla scadenza naturale del secondo mandato amministrativo dell'era Cosimi, se consideriamo le neutralizzazioni obbligate del ponte del primo maggio, la lunga parentesi estiva, le festività natalizie e quant'altro. A occhio e croce, il periodo di operatività della Giunta Cosimi n.2, quella rimessa in piedi dopo l'incredibile sequenza dei congelamenti e degli scongelamenti, potrebbe ridursi infatti a non più di un semestre. A parte quello "bianco", che dovrebbe connotare la parte terminale del mandato, quella in cui di norma le Amministrazioni "che hanno già lavorato" si limitano al disbrigo degli affari correnti. Siamo di fronte a un paradosso. Per circa cinque anni il foglio operativo del Comune di Livorno è rimasto candido, nonostante la penna di riferimento fosse stata inchiostrata con gli effetti speciali degli annunci e delle torsioni autoritative. I media locali come sempre ci hanno messo del loro. Alimentando autentici peana in caso di estemporanei tagli del nastro o fonti di finanziamento acquisite (sulle quali però non viene  effettuato alcun monitoraggio), e pronti altresì a convertirsi in vere e proprie "fabbriche di cloroformio” quando le cose sembrano mettersi per il verso sbagliato. Improvvisamente, però, e solo a 7/8 mesi dalla fine del mandato (e questo è il paradosso) quel foglio candido dovrebbe essere vergato non solo di intenzioni, ma anche di atti amministrativi, quando non addirittura di formidabili strumenti programmatori lasciati per lunghissima fiata nel cassetto. In questi casi delle due l'una. O questa accelerazione è frutto del caso, oppure quanto si dispone o si fa all'ultimo momento (quando le energie dei competitors sono tutte rivolte a una nuova campagna elettorale) può assumere le caratteristiche di una polpetta avvelenata. (o di un pozzo avvelenato, secondo il punto di osservazione). Forse è anche per questo che Cosimi (il nostro Terence Hill) al momento di rappresentare l'agenda di fine mandato, (richiestagli con raccomandata R/R da alcune componenti non dormienti del centro sinistra locale), ha di nuovo lanciato il suo personalissimo guanto di sfida alla città rappresentando in forma quasi inventariale tutti gli impegni di qui al 2014. Insomma dalle "8 cose 8" richieste in modo pittoresco dal segretario comunale Pd De Filicaia (il nostro Bud Spencer) per sfuggire ai tentacoli dell'"antipolitica" e del "populismo" evocato dallo sconfitto Bersani, siamo passati d'un colpo a ben  48 ambiti d'intervento operativo, a loro volta collegati a 6 linee di attività individuate come politicamente prioritarie. Tra queste (oltre al sistema di welfare locale con i suoi trenta milioni appostati in bilancio, la "politica della casa" e lo "sviluppo economico" nel day after del fallimento Rossignolo/Componentistica Auto e della paradossale situazione dell'Ippodromo Caprilli) c'è ovviamente il cavallo di battaglia, cioè l'urbanistica. Da sempre, a Livorno, un formidabile strumento di redistribuzione del reddito a favore della filiera immobiliare (che poi nelle urne vota diligentemente il Pd). Ebbene, di qui al 2014 avremo ben 16 provvedimenti in variante al Regolamento Urbanistico vecchio di 14 anni da adottare e/o da approvare, compresi il "tanto atteso" condono per i sottotetti residenziali orfano della Vas richiesta dalla Regione Toscana  (su cui torneremo nello specifico), la variante anticipatrice per il Prg del Porto e una fantomatica proposta di adozione del Piano Strutturale Urbano. Proposta di adozione che si collocherebbe ovviamente (e inopportunamente) a ridosso delle consultazioni amministrative 2014. Con il rischio "non banale" (per dirla con Cosimi) che il principale atto urbanistico della Città venga inserito d'ufficio nel frullatore delle promesse e delle cene tra la politica e i numerosi rappresentanti delle lobbies territoriali del mattone in vista delle prossime elezioni locali. Il Dossier comunale si conclude con un occhio alle opere pubbliche (per le quali ovviamente rinviamo al nostro Cosimometro 2013) e al sistema delle  società partecipate locali, sulle quali torneremo. In tema di opere pubbliche si annuncia formalmente la riapertura dei parchi della Fortezza Nuova e delle Terme del Corallo per la fine del 2013. Nel primo caso saremmo di fronte a una presa in giro perchè improvvisamente si scopre che “l'apertura del Parco" avrebbe un costo di soli 70.000 Euro (mentre il progetto di ristrutturazione proposto alla Regione Toscana nel quadro dei Piuss avrebbe comportato un impegno di 800.000 euro). Nel secondo caso saremmo di fronte ad una ammissione di fallimento perchè, a oltre quattro anni dall'approvazione trasversale del Piano Attuativo di Trasformazione "Bottoni & Cagliata", non sarebbero state ancora trovate le risorse per provvedere al vero e proprio restyling dell'antico e prestigioso stabilimento termale "ucciso" dal cavalcavia della Stazione e definitivamente acquisito al patrimonio comunale.