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Nella terra dei conflitti di interesse (non solo quello berlusconiano) e dei sottrattori di bene pubblico (oltrechè dei simulatori di verità)..., dove lo spreco si confonde con la miseria, dove non sai mai quello che ti capita... ma ormai ci sei abituato... e se capita non ti meravigli più, dove per vincere una battaglia non occorre coraggio ma capacità economica.... abbiamo deciso (vestendo tutto il coraggio possibile) di andare contro corrente e di mettere a nudo realtà spesso soffocate dai giochi di potere in grado di pilotare l'informazione direzionandola un po' qua, un po la, ma mai dove realmente e in maniera trasparente dovrebbe andare.

La nostra esperienza nel mondo civile ci ha permesso di affrontare varie argomentazioni e documentarle con video, immagini e commenti audio.

 

In questo sito potrete rendervi conto personalmente di quanto possa essere facile "non dire" cose sconvenienti e sostituirle con frasi di eccellenza che attirano popolarità e deviano l'attenzione.

 

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Articoli

Berlusconi è (probabilmente) finito: ma non solo lui

15.11.2011 08:08

Mentre scriviamo lo spread non è sceso affatto, anzi. Doveva essere la giornata del ritrovato orgoglio nazionale, e invece i parametri che sono stati utilizzati per misurare l'"inadeguatezza" di Berlusconi hanno confermato la tendenza al massimo ribasso. In sè per se il conferimento dell'incarico  all'autorevole (e enigmatico) Prof. Monti non ha al momento prodotto alcun effetto di trascinamento sul nostro grado di affidabilità, ma forse il differenziale di cui molti parlano a sproposito si era troppo ispessito per sconfiggere le tendenze oltranziste di taluni speculatori. Ed è oggettivamente presto insomma per conoscere l'effetto che farà la nuova deriva bocconiana del nostro Paese. E forse lo spettacolo che ha accompagnato il congedo del Berlusca non ha deposto a favore di una immediata inversione di tendenza. Allo stesso modo la disputa se sia più funzionale un Governo di tecnici esemplari o di politici tecnicamente orientati o non piuttosto di ex politici  oggi inesorabilmente tecnici con militanza non totalmente antigovernativa (come ha sostenuto Alfano dalla Annunziata) non aiuta a schiarire l'orizzonte. Se poi Monti ci mette del suo e chiede "politici" nel Governo lo fa perchè evidentemente non vuole giocare una partita scadenzata dalle aste dei Bot come vorrebbe Napolitano. Monti vuole navigare fino al 2013 e da consumato civil servant sa che per stabilizzare un governo di salute nazionale occorre comunque garantire una golden share (MAGARI SEGRETA) a chi crede di più nell'operazione "recupero di credibilità", basata sul risanamento finanziario e sulla mera riscrittura delle regole del gioco. Ecco perchè gli ultrà di Monti sono in questa fase il Terzo Polo  e quella parte del Pd (guidata da un player caro alle burocrazie europee come Enrico Letta) che sogna di diventare "country party" e di marginalizzare definitivamente la componente più vicina alle istanze della sinistra sociale e sindacale (Cgil e Vendola). Prima o poi, insomma, il mercato del lavoro e le pensioni andavano toccate. Meglio farlo in un governo di unità nazionale che scoperti al vento di una leadership di governo insieme a Idv e Sel, non esattamente una porta girevole verso il Paradiso del Riformismo lacrime e sangue preteso dalla Bce. Una piccola rivincita anche per un Veltroni tornato aulico rispetto al duo Bersani D'Alema, che forse avrebbe accarezzato volentieri l'idea delle elezioni subito. In questo quadro appare abbastanza paradossale il ruolo di Di Pietro, orfano di Berlusconi. che in caso di "emergenza protratta" e di relativo abbassamento dei toni rischia a sua volta l'estinzione politica. Al pari, forse, di quanto rimane del Pdl che a breve potrebbe rischiare l'implosione delle anime finora  contenute dal Berlusca al grido di "no alla patrimoniale" e al sussurro di "faremo la riforma fiscale" prima del drammatico evolversi dei casi di sessuomania e di insofferenza telefonica al terzo potere dello Stato. Insomma, una situazione tutt'altro che lineare che a nostro giudizio, come vedremo successivamente, potrebbe avere riflessi rilevanti sulla asfittica e inconcludente maggioranza locale del Comune di Livorno.

Per un senso unico non può cadere una Giunta. La vera storia.... Seconda parte

15.11.2011 08:02

 

FILOSOFIA E TURBAMENTI

Ma insomma, quale dovrebbe essere la filosofia del Piano per la Mobilità concepita per il Centro Storico? Quella filosofia cui il Sindaco Cosimi aderisce con il retro pensiero di metterne in discussione i provvedimenti attuativi? Perchè, in definitiva, questa fase di stallo critico all'interno della maggioranza di governo, solo schermata dai concomitanti eventi di carattere nazionale che hanno riportato tutti a più miti consigli? Il nodo principale, per la verità, sono i Parcheggi. Lo abbiamo anticipato nello scorso intervento. Parcheggi chiesti a gran voce dai commercianti d'area, che temono di essere neutralizzati da un eccesso di isole pedonali. Allo stato se ne conterebbero ben tre; Via Magenta, Piazza Cavour (che resterà tale finche Spil non riuscirà a vendere l'avveniristico parcheggio dell'Odeon), Via Grande e zone limitrofe. "Ben vengano la riqualificazione di Via Grande e una Piazza Grande restituita alla fama e agli onori di una Covent Garden del ventunesimo secolo, ma senza che a pagare il prezzo del decongestionamento da traffico-sostiene la categoria più esposta a questa trasformazione siano i redditi non solo stagionali degli operatori al dettaglio". In effetti i negozi locali devono già sostenere il confronto impari con le sigle multinazionali che hanno progressivamente acquisito il baricentro delle attività commerciali spostando dalla propria parte gusti e aspettative consumistiche. Figuriamoci se il Pentagono del Buontalenti, e in particolare Via Grande, dovessero finire per diventare impermeabili al traffico perimetrale o comunque una semplice sponda verso il nuovo, improbabile asse viario di Via degli Avvalorati  Ma allora come fare affluire mezzi privati e dunque potenziale clientela in un quadro di progressiva pedonalizzazione?

 

 

 

L'ELIMINAZIONE DEI PARCHEGGI DIFFUSI E L'UTOPIA DEI PARCHEGGI STRATEGICI
 
A questo riguardo il super piano ispirato dal grande "role play" di Pensiamo in Grande è perentorio. "Occorrerà rivedere radicalmente il concetto di Parcheggio come è adesso", dicono le dodici Tavole di Bettini. Non ci dovrebbe essere più storia, dunque, per i micro parcheggi diffusi a pagamento (quelli con le linee blu recentemente commissionati ad una Società di Pisa). Secondo gli estensori del Piano il parcheggio diffuso comporta la generazione automatica di altrettanto traffico diffuso per la ricerca di parcheggio. Un modo di circolare in Centro non mirato e senza costrutto, insomma. Un cane che si morde la coda. Da cui il default sociale e ambientale del centro storico e relazionale. Singolare dunque che la tradizionale affermazione fin qui attributiva di status come  "sono a giro con la macchina in Centro" sia stata declinata dai tecnici cosimo-bettiniani in termini di default territoriale, ma tant'è. Come ovviare allora? Il Piano ci risponde che i visitatori (li chiama cosi') esterni diretti nelle zone di Via Grande e Piazza Grande dovranno essere indirizzati verso "PARCHEGGI BEN DEFINITI" ove attestarsi. Non più le circa 800 aree di sosta delimitate di blu, insomma, ma grandi parcheggi strategici di prossimità e, ove possibile, di scambio. Esperimenti che fino ad oggi, quando sono stati realizzati, non hanno colto alcun risultato apprezzabile. I parcheggi salvagente e salva commercio, secondo l'istruttoria dei tecnici, sarebbero, per i flussi di traffico provenienti da Sud, il fantasmagorico parking dell'ex Odeon (concepito per quasi 500 posti tra box privati e pubblici ma allo stato mai utilizzato), la mitica previsione di un parcheggio sotterraneo in Piazza Benamozegh e l'impegnatissima Piazza Unità d'Italia, un'area pubblica con una capienza massimale di 122 posti auto contesa peraltro dai parcheggi con linea bianca riservati ai residenti con lettera E e limitata dagli spazi riservati alla Prefettura e alla Compagnia Lavoratori del Porto. Per i flussi di traffico provenienti da Nord (Variante Aurelia Firenze Porto) il nostro Piano prevede per tabulas di nuovo i 122 posti di Piazza Unità d'Italia, i 100 posti del parcheggio di scambio di Piazza Santa Trinità e la disponibilità flessibile di Piazza AZZINI (circa 150 posti), transito e deposito naturale per i mezzi prossimi all'imbarco nel Porto Passeggeri e/o appena sbarcati in attesa di mettersi in viaggio verso la Toscana Centrale e la Costa Tirrenica. Assidua in loco anche la presenza dei camper. Come dire, un'area certamente strategica, ma che nei periodi caldi dell'anno si pone naturalmente al servizio del turismo di stagione. Con scarsa o nulla penetrabilità per il traffico ordinario. Al pari di quanto avviene per i crocieristi, vellicati dalla nouvelle vague vendoliana, che solo col contagocce, e dopo moltissime peripezie, riescono a raggiungere il tratto commerciale più appetibile della nuova/vecchia Via Grande. Last, but not least i flussi di traffico provenienti da Est (Area Porta a Terra, Ex Corallo, Toboga Viale Carducci). Qui gli istruttori di Bettini presentano il colpo d'ala. Incremento posti auto del parcheggio di Via Terreni da 120 a 400 unità con relativo scambio di autobus o taxi collettivi/bici solidali per coprire la distanza di 700 metri fino a Piazza Grande e apertura totale, in secundis, del misterioso parcheggio (nel senso che nessuno lo conosce) di Via Pio Alberto Del Corona, capace di 120 posti, cui si accede incredibilmente attraverso una struttura condominiale privata. Nulla si dice dell'ormai onirico parcheggio sotterraneo del Parco Pertini (noto come Parterre), che comunque il Sindaco con piglio ingegeneristico si era impegnato a sponsorizzare in campagna elettorale. Insomma, cupi rintocchi sulla credibilità dei parcheggi strategici. Ma non disperiamo. Piuttosto, quanto costa il Piano di Mobilità della Giunta Comunale? E soprattutto, ci sono i soldi per venire incontro al sogno di una nuova Monaco di Baviera? Lo vedremo nel terzo tempo di questa analisi.

"Per un senso unico non puo' cadere una Giunta" La vera storia di Pensiamo in Grande. Prima parte

09.11.2011 15:09

postato in "Fatti... in dieci giorni"

Era il Giugno del 2010 quando il Sindaco Cosimi ipotizzò per la “Nuova Mobilità Urbana livornese” una situazione stile Monaco di Baviera, con parcheggi a cintura e il centro  progressivamente libero dal traffico veicolare privato. Erano i tempi di “Pensiamo in Grande”, il cosiddetto processo partecipativo a 360 gradi (vi parteciparono  persone fisiche, associazioni, ma anche una società per Azioni come Atl) che avrebbe dovuto indirizzare la nuove governance del centro cittadino. L’Atl, peraltro, lanciò un’OPA fortissima sull’esito della consultazione. Consapevole della disastrosa condizione patrimoniale e finanziaria, l’Azienda di Via Meyer, così tiepida sulla incredibile circostanza del mancato trasferimento del deposito nel fantomatico Nuovo Centro, cercò  la saldatura con le forze politiche rappresentate nel Cda e i sindacati  per ottenere un Piano che valorizzasse l’Azienda in vista della “gara pubblica regionale”. Fu allora che l’Assessore alla Mobilità Urbana, Bettini, ebbe modo di segnalare non a caso i quattro contenuti portanti di quella consultazione. Una maggiore accessibilità al Centro sia con mezzi privati e mezzi pubblici, una  riduzione sostanziale del traffico e dell’inquinamento, la realizzazione di infrastrutture per la sosta (a corollario e a rotazione) e infine un concetto abbastanza sofisticato, la specializzazione per correnti di traffico. Un indirizzo, quest’ultimo, che avrebbe dovuto necessariamente comportare una selezione dei mezzi ammessi a circolare lungo l’asse terra mare e mare terra di Via Grande. Non solo autobus, insomma, ma anche taxi collettivi e biciclette, offerte in regime di car sharing e bike sharing. Con effetti di progressiva semi-pedonalizzazione della via centrale, di pedonalizzazione integrale di Piazza Grande, e di tutela della circolazione del mezzo pubblico, cronicamente deficitario in termini di velocità commerciale. Alcuni mesi dopo lo stesso Assessore al traffico e alla Mobilità Urbana depositava un elaborato progettuale che sarebbe stato “apprezzato” dalla Giunta Comunale (in data 26.07.2011) pochi giorni prima dell’adozione della Variante La Gran Guardia (29.07.2011). Questo atto, intitolato riqualificazione di Piazza Grande e Via Grande con riferimento ai risultati di Pensiamo in Grande, prima di diventare un caso politico (è stato prudentemente lasciato nel cassetto ben oltre il 30 settembre, termine richiesto da Lamberti, Gulì e Romano per la messa regime degli interventi sul Centro) portava a sintesi i contenuti della consultazione. Tendenzialmente, la funzione della Via Grande sarebbe  stata rappresentata dai tecnici  come “di supporto” alla parallela Via Avvalorati San Giovanni, sul quale il traffico doveva essere fatto defluire una volta ripristinato il doppio senso di circolazione e solo dopo l’adozione di alcuni accorgimenti, quali “togliere la sosta a spina e ripristinare quella in parallelo” con la prospettiva di mantenere il parcheggio per la sosta su entrambi i lati della strada. I tecnici che elaborarono lo studio su commissione dell’Assessore, a sua volta indirizzato dai risultati di Pensiamo in Grande, nell’occasione ebbero modo di aggiungere: ”considerato che si avrà una sola corsia per senso di marcia occorrerà neutralizzare gli inconvenienti delle svolte a sinistra mediante la realizzazione di due piccole rotatorie, una all’altezza di Via San Giovanni/Cogorano/Porticciolo, l’altra all’altezza di Viale Avvalorati/Via della Madonna. ”Dall’intricato meccanismo progettuale, insomma, la caotica Via degli Avvalorati/Via San Giovanni viene eletta come “avenue” fondamentale per lo scorrimento del traffico privato, anche di quello  diretto verso Piazza della Repubblica (oggi interamente a carico di Via Grande) e contestualmente di quello diretto verso il Mare (oggi interamente a carico di Via San Giovanni). Con questo intervento verrebbe soddisfatto il primo degli indirizzi “politici” di Pensiamo in Grande, quello dell’accessibilità al centro con mezzo prevalentemente privato. Un intervento che i commercianti contestano (perché si sentirebbero aggirati dalla potenziale clientela) e i residenti apprezzano (perché i valori dell’inquinamento scemerebbero). Il punto di equilibrio potrebbe essere rappresentato dai “parcheggi”, ma di questo parleremo  successivamente.

Crisi politica: l'importanza di "non muovere per secondi"

04.11.2011 22:15

Le cronache continuano ad accanirsi sulla lunga agonia cosciente della Giunta Comunale di Livorno. Diamo atto a Bettini, Assessore al Traffico e alla Mobilità Urbana, di essersi comportato coerentemente. La sua autosospensione di queste ore (e ribadiamo di "queste ore") è la spia di un malessere strutturale che ha colpito il profilo politico del governo locale. Sbagliato o no (e noi crediamo che quel Piano vada corretto), infatti, quel Progetto di Mobilità che Bettini ha commissionato agli Uffici comunali era frutto di un accordo politico, prima che dell'esito di un processo partecipativo. "Pensiamo in Grande" è stata una buona intuizione, ma gestita malissimo. Non si era mai vista una promiscuità così variegata di soggetti ammessi a dire la propria. Tra gli altri anche una società per azioni, sia pure con il controllo pubblico, come Atl, che ha obiettivamente utilizzato la scia costituita dalla rivendicazione legittima di un gruppo di residenti per ottenere un piano concepito "per salvare" l'Azienda. Un'Azienda obiettivamente decotta, ferita dai vincoli della semi privatizzazione, che ha ritenuto di investire nella progettazione preliminare del Piano per salvare la bucce nonostante i dati pubblicati all'interno (Gas Acqua Rifiuti) acclarino una situazione prossima alla liquidazione. Progetto di Mobilità per il Centro frutto di un accordo politico, dicevamo. Ora Sel chiede al Pd il rispetto di quell'accordo, mentre il Sindaco, che dell'accordo doveva essere garante, si è prudentemente defilato dalla bagarre Il Sel, dunque, sull'Aventino. E nonostante la contestuale crisi con Idv (richiesta a gran voce dalla componente più identitaria del Pd proveniente dal vecchio Pci passando per  Pds e Ds, ferita dalle dichiarazioni del duo Romano Evangelisti sul Limoncino) Cosimi II prosegue in quello che ha definito "il lavoro matto e disperatissimo" previsto dal Programma del Sindaco. Si susseguono dunque riunioni surreali di Giunta e di Consiglio Comunale mentre fuori la maggioranza sulla quale la Giunta si fonda politicamente appare spaccata in mille pezzi. Indifferente al dato politico di fondo anche l'Assessore Bernardo (Commercio e Valorizzazione del Territorio) che incurante di tutto ha ricominciato a tessere i suoi rapporti partecipativi con i commercianti del Buontalenti del Mercato Centrale, dopo avere perduto le relazioni con il popolo di Via Grande. Incredibile. Intanto ci fa piacere registrare che l'interpellanza di Marco Cannito (Città Diversa) sulla riapertura della Fortezza Nuova ha centrato il bersaglio. Mario Tredici, Assessore Competente, si è arrampicato sugli specchi per promettere la riapertura della Sala degli Archi entro la tarda primavera 2012, ma intanto pare che il progetto esecutivo, che dovrebbe attivare il finanziamento di 200.000 Euro(!) per il ripristino parziale della Struttura, sia stato approvato dalla Giunta Comunale proprio in queste ore. Resta da capire che cosa sia successo in questo anno di annunci e di pseudo-promesse ("La Fortezza aprirà entro l'anno") se neanche il progetto era stato sottoposto al vaglio dell'organo collegiale competente, nell'evidente attesa messianica che si sbloccasse l'ormai improbabile pista del Piuss fiorentino. Vigileremo con attenzione. L'interpellanza di Cannito (al pari di altre interpellanze da parte dello stesso Cannito e di altri che hanno riguardato il misterioso mondo delle società partecipate) dimostra che le nebbie amministrative su opere incomplete e vischiosità della finanza pubblica locale si fugano "muovendo per primi" (per dirla con Baricco) il ragionevole dubbio sulla gestione efficiente ed efficace di questi processi. Allo stesso modo, di fronte alla palese agonia di una Giunta inconcludente, non è forse venuto il momento di "muovere" ancora prima che sia la crisi politica nazionale a farlo?

Tempo Scaduto

01.11.2011 11:11

postato in "Giocare con l'opinione pubblica"

In linea con la nostra mission di osservatorio civico pubblichiamo, per una migliore comprensione di quanto sta avvenendo (o di quanto non sta avvenendo a seconda dei punti di vista) il Punto Settimo del Programma Pd Idv Sel adottato da Sindaco e forze di maggioranze in occasione della "ripartenza" della Giunta Cosimi dopo la non memorabile esperienza del congelamento estivo. Risulta evidente come il "Progetto Pensiamo in Grande" (richiamato al comma 13") risulti essere funzionale ai cosiddetti interventi di adeguamento "sul piano della viabilità urbana". I due elementi (riqualificazione e mobilità) insomma si intrecciano significativamente poche settimane dopo l'adozione della Variante La Gran Guardia (27 Luglio 2011) per determinare  effetti significativi quali "l'alleggerimento del traffico privato su Via Grande" e la "contestuale apertura sulla stessa arteria di una busvia e di una pista ciclabile". Resta da capire cosa rimanga dell'esperienza di "Pensiamo in Grande" (lo stesso motto dell'imprenditore Belleli che nel 2003 impose al Comune di Livorno il progetto del rigassificatore) e che utilizzo residuo vogliano farne il Sindaco, gli Assessori e le stesse forze di maggioranza. In conclusione, vale la pena di ricordare che uno dei più accesi sostenitori di questa operazione è stato Romano di Idv, autentico ultrà della pedonalizzazione di Via Grande. Non si capisce perchè il Pd lo voglia liquidare, considerato che Romano si richiama diligentemente al programma del Sindaco. A meno che Pd e Sindaco non siano ormai due pianeti lontani.


PROGRAMMA VERSO IL 2014


 
13: Sono previsti interventi di adeguamento sul piano della viabilità urbana in un contesto generale in cui si realizzi quanto previsto da "Pensiamo in Grande", con l'alleggerimento del traffico privato su Via Grande e la contestuale apertura sulla stessa arteria di una busvia e di una pista ciclabile;

 
14: Realizzazione del Piano della Mobilità finalizzato all'uso del trasporto pubblico locale attraverso l'ampliamento di aree pedonalizzate o semi-pedonalizzate con l'estensione, ove possibile, di corsie preferenziali (tutelate).

Se non siete capaci andatevene

30.10.2011 11:44

Ennesima torsione della crisi permanente della Giunta Comunale di Livorno. In queste ore pare che il nuovo sinedrio provinciale del Pd di Livorno, d'intesa con il responsabile regionale del Partito, certo Bruzzesi, abbia dato gli otto giorni all'Italia dei Valori e di riflesso ai rappresentanti di Di Pietro (da oggi in versione Humphrey Bogart sul settimanale GQ, un autentico spasso) nella Giunta Comunale. Ma la direttiva è ovviamente rivolta, per la proprietà transitiva, anche alla Giunta Provinciale, di fatto la stazione appaltante dei lavori nella Discarica collinare del Limoncino. Lavori ovviamente in stand by, in attesa del giudizio di riesame del provvedimento di sequestro. Se la situazione si sbloccasse (ma sarebbe clamoroso) ad effettuare il collaudo sarebbe il Dirigente Provinciale Reginaldo Serra, uno degli indagati eccellenti. Qualcuno intervenga per tempo perchè il quadro non sarebbe per ovvie ragioni sostenibile. Quanto alla Giunta Comunale, come avevamo previsto assistiamo ad una sorta di auto accanimento terapeutico da parte dei tre personaggi in cerca d'autore (Cosimi, Bernardo, Bettini) che stanno segnando questa malinconica stagione della Città di Livorno. E' chiaramente saltato ogni elemento di collegialità, e ciascuno dei tre cerca di salvare il proprio spazio d'azione utilizzando le finestre istituzionali (Commissioni e Consiglio) per rivendicare la serietà del lavoro fin qui svolto. Il principale responsabile di questa situazione è ovviamente il Sindaco, che ormai guarda al proprio futuro politico e si diverte a stare una linea sopra le polemiche dispensando battute per televisione e sulla carta stampata a volta sconcertanti, ma anche Bettini e Bernardo hanno certamente una quota di responsabilità. Il primo si è avvitato in uno pseudo piano della mobilità ("alleggerimento del traffico veicolare in Via Grande") azzoppato, tra le altre cose, dal vergognoso blocco dell'Odeon e dalla mancata riapertura di Piazza Cavour; la seconda ha ritenuto con presunzione intellettualistica di avere confezionato un processo partecipativo (l'insostenibile "Pensiamo in Grande") che visse la sua fase conclusiva nella  penultima edizione di Effetto Venezia quando fu evocata tra i fritti e lo zucchero filante  l'isterica e decontestualizzata  prospettiva della pedonalizzazione integrale di Via Grande. Basta, non ne possiamo più. E' paradossale che in questo quadro Cosimi affermi "quelli sono progetti della Giunta". Ma di quale Giunta? E' normale che in questo contesto l'astuto e incoerente Romano di Idv si diverta a mettere il dito nella piaga non avendo finora rischiato di pagare alcun prezzo politico. D'altra parte è vero che sul Limoncino ha brindato, ma è altrettanto vero che su Ospedale, Gran Guardia, bilancio, Lineamenti del Piano Strutturale è stato sempre un fedelissimo alleato. Esattamente come l'oppositore (teorico) Lamberti. Per quanto tempo ancora dovremo sopportare questa situazione? Se proprio non siete capaci andatevene e restituite la chiave del Municipio ad una Città che sta morendo.

Caso Limoncino: il festival dell'ipocrisia

27.10.2011 19:42

postato in "Discarica Limoncino"

Non vorremmo che il decreto di sequestro preventivo  della Discarica del Limoncino Monte la Poggia avesse aperto una strana resa dei conti. Quella, appunto, delle “demolizioni” degli annessi agricoli irregolari o totalmente abusivi a seconda dei punti di vista che insistono ormai da parecchi anni nell’area collinare di Livorno. Nessuno discute ovviamente la coattività dei provvedimenti. Anzi, dopo tanta “flessibilità” su questa delicatissima materia, una qualche certezza di carattere giuridico-amministrativo è bene accolta. Quello che lascia perplessi sono la tempistica di questi atti esecutivi (compiuti in costanza di un provvedimento di sequestro preventivo riguardante l’area della Discarica) e la convergenza mediatica degli annunci. Il principio di legalità non può essere messo in discussione, ovviamente, ma la sua applicazione deve essere equanime ed efficace per ogni tipo di situazione giuridica che in questa città viene  tranquillamente convertita in una situazione di fatto. Con la simpatica (nell’accezione etimologica di sun pateia) tolleranza del potere politico amministrativo. Potremmo fare centinaia di esempi, dagli ormeggi abusivi alle occupazioni senza titolo (e agli ampliamenti non autorizzati) negli alloggi pubblici, dallo spurgo dei liquami nei Fossi agli abusi edilizi della nuova edilizia residenziale seriale e di pregio (sottotetti,   tavernette e quant’altro) che hanno permesso a una filiera di costruttori di ottenere significativi sconti in termini di Ici sulle aree fabbricabili e sugli oneri concessori di urbanizzazione. Senza considerare le urbanizzazioni incomplete di Salviano 2, i misteri della (incompleta) tangenziale di Coteto dalla quale spunta  come un coniglio bianco dalla tuba del prestigiatore la proposta di realizzare il Parco del Rio di Salviano, per il quale il Comune impegnerà 500.000 Euro di avanzo di amministrazione su proposta del locale Circolo di Arci. Un modo per fare dimenticare ai residenti il disastroso contesto edilizio circostante. Ma  la tragedia della Lunigiana e delle Cinque Terre dimostra in particolare che con i vincoli idrogeologici (sempre che vengano accertati e certificati da funzionari onesti) non è possibile scherzare. Prima o poi la natura si riprende (anche in modo brutale) ciò che le è stato tolto. Nessuna “colorazione“ mediatico-politica  dell’interesse pubblico può autorizzare discariche ubicate in prossimità di Parchi collinari, Ospedali invasivi  in aree sensibili come quella di Montenero Basso, porticcioli turistici in prosecuzione di strutture leggere come quella del Moletto Nazario Sauro, magari in sostituzione di una Bellana erosa dagli agenti atmosferici  e totalmente orfana di aree di servizio a terra. Per quanto ci riguarda il principio di legalità è uno solo, e non capiamo per quale motivo una stampa seria (perché noi la rispettiamo e la consideriamo tale) si applichi con deontologia professionale sulla rimozione coatta di quattro legni a Salviano o alla Valle Benedetta (per non parlare del Puntone) e poi si dimentichi di commentare le valutazioni strampalate di un Gallanti sui fanghi di dragaggio e quel mistero tutto labronico legato alla volatilità dei pareri della Soprintendenza ai beni  territoriali sulla questione degli approdi nell’area della Bellana (dopo  la colpevole sottovalutazione di quanto non è stato fatto dai poteri pubblici per le Terme del Corallo). Sempre con un occhio a quanto sta accadendo in Lunigiana ricordiamo che una delle motivazioni che hanno ispirato l’ordinanza di sequestro del Giudice Dani (su istanza del Sostituto Maffeo) ha riguardato il rischio connesso al dissesto idrogeologico. Leggiamola insieme: ”Il sito del Limoncino è in classe 4 di pericolosità geomorfologica, a rischio sismico e sottoposta a vincolo idrogeologico. Indicazioni sufficienti, a meno di un provvedimento motivato della Regione, da escludere l’ex sito di Monte La Poggia dalla possibilità di ospitare una qualunque discarica”. Resta difficile da capire per quale motivo siano state concesse, da Comune e Provincia, le autorizzazioni. Ma su questo avremo modo di ritornare.

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Escavi e dragaggi, faccia attenzione Mr. Gallanti

26.10.2011 07:19

 

Segnali di fumo intorno all’insabbiamento del Porto di Livorno. Quello vero, naturalmente. Dalla stampa sappiamo che il “pescaggio” dei fondali portuali è ai minimi termini, una condizione che limita drasticamente i criteri di sicurezza nella navigazione delle imbarcazioni di grande tonnellaggio (prevalentemente portacontainer) che intendono ormeggiare in prossimità degli “accosti” livornesi. D’altra parte il futuro del Porto di Livorno passa attraverso questo tipo di “ospitalità” e dal conseguente apparato “logistico”, quel complesso procedimento di movimentazione delle merci sulla direttrice mare-terra che secondo gli “esperti” (tra cui lo specifico Assessorato del Comune di Livorno in mano alla rappresentante di Confindustria Mayidi) dovrebbe fare la differenza fra uno scalo competitivo e aperto ai traffici internazionali e un porto destinato a un ruolo tutto sommato secondario (con i relativi effetti depressivi sull’occupazione diretta e indotta). Una enclave dove un numero elevato di terminal finirebbero per contendersi al ribasso, come sta accadendo fra Sintermar e Compagnia portuali, una decrescente quantità di merci (la tradizionale filiera auto portuale) afferente la medesima tipologia commerciale. Chiaro che in questo contesto, dove la differenza competitiva dovrebbero farla i “pescaggi” e la intermodalità dei trasporti nell’area retro portuale, molto spesso le aziende, talvolta per sopravvivere, tendano a diversificare e a investire nelle piattaforme energetiche di nuove generazione come le “centrali a biomasse”, nei poli del freddo o nelle scatole cinesi dell’edilizia residenziale. Proponendo così all’area urbana di riferimento una nuova e più aggressiva forma di relazione che gli strumenti urbanistici (sia quelli portuali che quelli essenzialmente urbani, tutt’ora in attesa di definizione dopo cinque anni di sterili annunci) fino a questo momento non hanno saputo pianificare. Ora, i rilievi barimetrici dell’Autorità Portuale avrebbero misurato i fondali della Darsena Toscana con risultati sconfortanti. I fondali sono minimi (dai 6 ai 12 metri), in particolare sulla Sponda Ovest della Darsena Toscana dove tendono a depositarsi i detriti dello Scolmatore generando il fenomeno dell’“insabbiamento”. Migliore, pare, la situazione sulla Sponda Est. Fin qui la prognosi, peraltro arcinota almeno da una trentina d’anni. Un tempo lunghissimo che non è servito alle caste portuali (pubbliche e private) ed ai corrispondenti referenti politici (Pd, Sel, Pdl in particolare) per trovare soluzioni. Tant’è che ora amministrare i 50 milioni stanziati (pare) dalla Regione Toscana per “liberare” la Darsena Toscana dalle sabbie canalizzate dal Canale dei Navicelli non sarà compito semplice, né lineare dal punto di vista burocratico. Così come provvedere agli escavi necessari per recuperare “pescaggio” là dove dovrebbero ormeggiare navi di medio e grande tonnellaggio. Gli escavi infatti generano scorie naturali, i cosiddetti fanghi di “dragaggio” che secondo alcune normative nazionali (contraddette da altre) si configurerebbero come rifiuti speciali. I fanghi a loro volta, come è accaduto anche nel Porto di Livorno, vengono raccolti nelle cosiddette Vasche di Colmata (fuori dalla Darsena Toscana) che finiscono per costituire terrapieni di risulta su cui fare sorgere i futuri piazzali della cosiddetta Piattaforma Europa, il porto del futuro. Ma, c’è un ma. Nel maggio del 2010 la Procura della Repubblica di Livorno ha aperto ufficialmente il procedimento “per discarica abusiva di fanghi di dragaggio”, in relazione ai conferimenti di fanghi nella vasca di colmata, appunto, fuori dalla Darsena Toscana. Per la Procura, allo stato degli atti, ci sono ben 27 indagati per avere realizzato e gestito una discarica “non autorizzata e dunque con autorizzazioni improprie”, avendo conferito peraltro nella suddetta discarica dal 2006 al 2009 ben 445 mila metri cubi di materiali. Abbiamo cercato di capire che esito abbia avuto quella inchiesta. Su Internet, normalmente fonte inesauribile di notizie, non abbiamo raccolto alcuna informazione utile al riguardo. Da amici e colleghi giornalisti solo silenzio. Gli “esperti” non si sono fatti trovare. Non sappiamo dire con certezza, ad oggi, se quella inchiesta si sia conclusa con un rinvio a giudizio o un proscioglimento. Una informazione che potrebbe essere utile per l’attuale Presidente di Authority Gallanti il quale ha recentemente dichiarato in un club privato di operatori marittimi: ”Io voglio fare i dragaggi, se sverso i fanghi mi denuncino pure”.

Pro memoria opere pubbliche 2011

19.10.2011 08:33

Postato in "Giocare con l'opinione pubblica"

Sappiamo dalle cronache come in data 5 settembre 2011, in pieno congelamento della Giunta Cosimi Primo, il Sindaco, d'intesa con il Direttore della Ragioneria Comunale e ovviamente lo scudiero Nebbiai, stabilì in orari antelucani il "quoziente di spesa" del Comune di Livorno in materia  di opere pubbliche fino al 31.12.2011. Fu insomma tracciata una riga al di qua della quale il Comune avrebbe potuto assumere impegni di spesa in linea con l'intervento draconiano del Governo Berlusconi sugli Enti Locali. Il riferimento è alla prima Manovra Berlusconi, l'acconto di circa 40 miliardi, cui è conseguito, nel mese di Agosto, l'intervento più significativo (di ulteriori 45 miliardi), resosi necessario per "conseguire il pareggio di bilancio nel 2013". Prima ancora che maturassero gli effetti contabili della prima Manovra, infatti, il Comune aveva modificato il Piano degli Investimenti pubblici allegato al Bilancio Preventivo 2011 approvato nell'ormai lontano mese di Marzo 2011. A tutto il 31/12/2011, dunque, resterebbe una disponibilità di 4 milioni complessivi, di cui almeno 3 da impegnare sulle opere pubbliche .

 
Che cosa rimane, fra l'altro, "in busta" al netto dei tagli (stimati in 9 milioni nel prox triennio)


 
753.000 Euro                  per interventi Manutentivi sui palazzi di Giustizia (?)
 
120.000  Euro                 per interventi manutentivo copertura Teatro Goldoni
 
500.000  Euro                 2.Lotto Riqualificazione Piazza Attias
 
310.00    Euro                 Ristrutturazione Primo Piano Villa Maria
 
500.000  Euro                 Parco Rio Salviano (?)
 
1.400.000 Euro               Finanziamento Progettazione Piano  Strutturale.
 
 
 Chi vivrà vedrà.        

Il Paese dei Balocchi Parte Prima

17.10.2011 08:29

postato in "Giocare con l'opinione pubblica" 

Viviamo in una città straordinaria, un autentico laboratorio del nulla dove però i meccanismi autoconservativi sono fortissimi, specie quando sono dettati dai media o dalla carta stampata. Ne abbiamo avuto dimostrazione in questi giorni, quando di fronte all'evidente vuoto politico determinato dalla crisi di metà agosto (che è tutt'altro che finita in archivio) sono partite quasi in automatico le piste del disorientamento creativo. Mentre infuriava la "jacquerie" dei commercianti civici alla Trucchia o dei residenti senza copertura politica alla Capuozzo, rimasti di gelo di fronte alle mancate promesse del 30 settembre, ci siamo scoperti tutti ispirati dalla irresistibile prospettiva dei Bagni Aperti nella stagione invernale. Come dire, un modo come un altro di sdrammatizzare la desertificazione del Centro e autorizzare moralmente la (semi)pedonalizzazione di Via Grande con un occhio alla valorizzazione di un ormai fallimentare trasporto pubblico locale, oggi non caso sponsorizzato (alle soglie della privatizzante gara pubblica regionale) dalla macchietta televisiva Vezio Benetti. Spostare "le masse" sul mare, come ci disse un sindacalista della Uil, è sempre stato, chissa poi perchè, uno dei desideri subliminali della sinistra di governo locale. Quasi una sorta di nemesi, dopo l'ubriacatura della Città Policentrica, che ha inchiodato quasi 2/3 della popolazione residente ai Mutui fondiari di Leccia, Scopaia, Salviano 1 e 2 depotenziandola, nel lungo periodo, di ogni capacità critico-dialettica. Nel caso specifico la trovata dei Bagni d'Inverno (ovviamente mediatica) è partita da una iniziativa dell'eterno Assessore Nebbiai (quanto a longevità assessorile secondo solo a Picchi) che un bel giorno ha deciso di riunire la casta dei concessionari degli stabilimenti balneari (già finanziatori diretti  del Sindaco Cosimi nell'ultima campagna elettorale) per provare a licenziare l'esperimento delle aperture "a rotazione" anche durante la stagione cara agli orsi polari. Insomma, un comma tutto sommato secondario del programma "Verso il 2014"-il piano di riqualificazione delle aree demaniali sulla costa-è stato riciclato dalla stampa più diffusa come "valorizzazione permanente delle concessioni balneari" nel quadro di un fantomatico rilancio del lungomare livornese. Manca, infatti, da un decennio un serio piano della costa che indirizzi e riordini la gestione degli spazi concessionati. Anche in rapporto al mancato sviluppo della piccola e media attività recettiva sulla falsariga, ad esempio, di quanto avviene efficacemente nelle Marche e nell'Emila Romagna. Da noi, infatti, abbiamo il nulla e gli alberghi a cinque stelle; la iper residenziale Porta a Mare (una colata di cemento di dimensioni bibliche)  e poi le palafitte di stabilimenti gravati da innumerevoli abusi edilizi che sono stati concepiti nel diciannovesimo secolo. Uno squilibrio pazzesco che ovviamente non viene risolto con una pianificazione di dettaglio, ma vellicando a mezzo stampa gli utilizzatori finali. "Siete contenti dell'apertura prolungata degli Stabilimenti invernali?" "Siiii", rispondono mitemente "quelli del mare d'Inverno.E di rinforzo" Quell'Assessore è proprio bravo, alle prossime elezioni lo votiamo!!" Questi i risultati di un sondaggio costruito ad hoc dal Tirreno per "silenziare" la rivolta delle Partite Iva di Via Grande e forse fare dimenticare a Nebbiai il disastro dei Tre Ponti, il misterioso destino della spiaggetta dell'Ex Pendola e il sold out di tre quarti di costa livornese per quei romantici che credono ancora nell'accesso gratuito a mare e scogliere. Ma forse c'è dell'altro. "Riaprire i bagni d'inverno" a mezzo stampa non serve solo a staccare la spina con la pirandelliana situazione legata al Piano della Mobilità per il Centro (che il Sindaco e l'Assessore Bettini  avevano prudentemente tenuto in un cassetto per non allarmare la lobby gran guardiana di H&M), ma forse a fare digerire l'appuntamento mannaia - previsto entro il prossimo 31/12 - che sempre Nebbiai dovrà sostenere per affidare a privato la Gestione dell'Ippodromo. Con o senza variante Urbanistica? A Capodanno, quando sfideremo il vento artico dalla Terrazza dei Bagni Lido, sapremo.

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